da: la Repubblica
No
rivalutazione per le maxi-pensioni.
Giovannini:
"Controriforma incompatibile"
Bloccati
i redditi da pensione oltre sei volte il minimo, ci sarà invece rivalutazione
piena per i trattamenti fino a tre volte al minimo, al 90% fra tre e cinque
volte il minimo e il 75% fra cinque e sei volte. Spesi 10,4 miliardi per gli
esodati
Nessuna rivalutazione per le pensioni più pesanti e nessuna revisione della riforma Fornero alle porte, vista la situazione ancora difficile dei conti pubblici. Nel 2014 non ci sarà rivalutazione rispetto all'inflazione per i redditi da pensione superiori a 6 volte il minimo (circa 3.000 euro al mese). Lo ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini in una audizione alla Camera. Ci sarà invece rivalutazione piena per i trattamenti fino a tre volte al minimo, al 90% fra tre e cinque volte il minimo e il 75% fra cinque e sei volte.
"Le proposte di legge sulla
flessibilizzazione dell'eta pensionabile avrebbero il prevedibile effetto di
aumentare consistentemente il numero di pensioni dal 2014, determinando un
onere di diversi miliardi di euro l'anno". Ha spiegato Giovannini,
rilevando che la penalizzazione legata all'anticipo non sarebbe in
grado di
compensare il maggior onere. Quindi, ha sottolineato, "tale formula appare
incompatibile non solo con il percorso della Riforma delle pensioni ma anche
con l'indirizzo del governo di voler ridurre il costo lavoro". Non potendo
ipotizzare il ricorso agli strumenti ipotizzati, "il governo sta valutando
soluzioni diverse da quelle proposte dai singoli parlamentari. Una soluzione
finanziariamente sostenibile potrebbe anche consentire ad alcune categorie di
esodati e anche a chi ha perso il lavoro dopo il 31 dicembre 2011 di trovare
una soluzione a regime. In ogni caso - ha puntualizzato - questi interventi non
devono far immaginare che il governo intenda fare una controriforma delle
pensioni".
Per di più, il governo sta valutando una
stretta sulle rivalutazione delle pensioni più elevate a partire dal 2015.
"Per il 2015 e gli anni successivi - ha ricordato Giovannini - per cui è
prevista l'indicizzazione al 75% anche per gli importi superiori a sei volte il
minimo, il governo - ha proseguito - valuta l'opportunità di ridisegnare"
il meccanismo dell'indicizzazione per quelle "oltre sei volte il minimo
per ridurre l'indicizzazione per le pensioni più elevate".
"Dobbiamo porci il problema" della situazione che si determinerà nel lungo termine per chi ha avuto un'entrata ritardata nel mondo del lavoro o una carriera discontinua "altrimenti tra 30 anni si determinerà una situazione insostenibile per i pensionati di domani", ha ammonito GIovannini. Nel concreto, occorre pensare a "meccanismi di accumulo dei contributi in tutta la vita lavorativa più flessibili possibile. L'obiettivo è di consentire alle persone di aumentare il montante pensionistico con più flessibilità di quella consentita oggi. Il titolare del Welfare ha poi reso noto che "con il quarto provvedimento di salvaguardia" degli esodati "siamo arrivati a un importo complessivo di 10 miliardi e 400 milioni di euro".
"Dobbiamo porci il problema" della situazione che si determinerà nel lungo termine per chi ha avuto un'entrata ritardata nel mondo del lavoro o una carriera discontinua "altrimenti tra 30 anni si determinerà una situazione insostenibile per i pensionati di domani", ha ammonito GIovannini. Nel concreto, occorre pensare a "meccanismi di accumulo dei contributi in tutta la vita lavorativa più flessibili possibile. L'obiettivo è di consentire alle persone di aumentare il montante pensionistico con più flessibilità di quella consentita oggi. Il titolare del Welfare ha poi reso noto che "con il quarto provvedimento di salvaguardia" degli esodati "siamo arrivati a un importo complessivo di 10 miliardi e 400 milioni di euro".
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