Uno dei piaceri materiali della mia vita: la
pasta.
da: la Repubblica
Tutte
le virtù della pasta, è la sua giornata mondiale
Si celebra
in tutto il pianeta l'alimento principe della dieta mediterranea, che piace
sempre di più all'estero (esportazioni +7%). Un piatto che nutre e non fa
ingrassare. E' solo questione di quantità
di Elvira
Naselli
SARA' Istanbul quest'anno a festeggiare,
domani 25 ottobre, il World pasta
day, la giornata mondiale della pasta, alimento principe della dieta
mediterranea, italiana soprattutto, ma con consumi che cominciano a diventare
interessanti anche all'estero, considerato il +7 per cento delle esportazioni
nei primi sei mesi del 2013.
Sui pregi nutrizionali della pasta sono tutti d'accordo: apporta carboidrati complessi, che forniscono energia a rilascio più lento, basso indice glicemico, buona fonte di proteine (tra 11 e 13 grammi per etto), povera di grassi, circa 360 calorie per etto, non tenendo conto però dei condimenti che possono arrivare a far raddoppiare il bilancio calorico. E poi, fondamentalmente, a buon mercato. Non è un caso - sottolinea Riccardo Felicetti, il presidente dei pastai di
Sui pregi nutrizionali della pasta sono tutti d'accordo: apporta carboidrati complessi, che forniscono energia a rilascio più lento, basso indice glicemico, buona fonte di proteine (tra 11 e 13 grammi per etto), povera di grassi, circa 360 calorie per etto, non tenendo conto però dei condimenti che possono arrivare a far raddoppiare il bilancio calorico. E poi, fondamentalmente, a buon mercato. Non è un caso - sottolinea Riccardo Felicetti, il presidente dei pastai di
Aidepi - che, mentre i consumi alimentari nazionali si contraggono, i
consumi di pasta sono rimasti stabili, con +0,5 per cento della produzione e un
rapporto prezzo/prestazione concorrenziale".
La prestazione è infatti innegabilmente favorevole: la pasta ha un potere
saziante elevato, che permane a lungo, proprio per le sue caratteristiche
nutrizionali. E l'Italia ne consuma ben 26 chili pro capite all'anno, primi nel
mondo, con i secondi, i venezuelani, a poco più della metà, con 13,2 chili
annui a testa. La pasta, da noi, non è solo alimento, è cultura della tavola:
si svezzano i bambini con la pastina, si festeggiano le ricorrenze con paste al
forno, diverse per condimento e formato da regione a regione, in Italia ne
esistono quasi 500, si utilizzano gli avanzi fino a farli diventare ricette
uniche, come la frittata di maccheroni campana. E può essa stessa diventare
piatto unico e completo, se abbinata per esempio alle proteine dei legumi.
Infine non fa ingrassare, come molti temono e come persino il Wall Street
Journal ha scritto qualche settimana fa in un articolo dal titolo
emblematico "Italy loses its taste for pasta", l'Italia perde il
gusto della pasta, con tanto di testimonianze di abbandoni legati al presunto
potere ingrassante di spaghetti e tagliatelle. Potere che è solo presunto.
"È assolutamente falso ritenere che la pasta faccia ingrassare - spiega
Pietro Antonio Migliaccio, nutrizionista e presidente della Sisa, la società
italiana di scienza dell'alimentazione - sovrappeso e obesità sono piuttosto
legati ad un introito eccessivo di cibo rispetto alle necessità energetiche di
ogni individuo. Tutto dipende dalle porzioni e dallo stile di vita di ognuno,
più o meno sedentario. Senza carboidrati, oserei dire senza pasta, una dieta
non è bilanciata né completa". Tanto è importante che scienziati di 16
paesi, partendo da ricerche scientifiche specifiche, hanno elaborato un
documento di consenso dal titolo "The healthy pasta meal" che pone la
pasta come modello alimentare per combattere obesità e malnutrizione.
Il problema però è quello della quantità. "I nuovi Larn, i livelli di
assunzione raccomandati per la popolazione italiana - spiega Andrea Ghiselli,
dirigente di ricerca del Centro di ricerca alimenti e nutrizione del Cra-Nut di
Roma - indica come obiettivo nutrizionale per i carboidrati una finestra
compresa tra 45 e 60% del totale complessivo giornaliero mentre si suggerisce
di tenere il consumo di zuccheri semplici entro il 15%. Quindi la finestra
relativa agli amidi - carboidrati complessi - diventa del 30-45%. Tra gli
alimenti amidacei la pasta riveste un ruolo importante rispetto ai concorrenti
perché ha un indice glicemico inferiore rispetto a pane, riso, patate, in
genere si associa ad alimenti "buoni" come pomodoro, olio, basilico,
aglio, ortaggi e prodotti della pesca, legumi, è in genere un pasto equilibrato
e veloce da preparare. Un piatto da 80 grammi di pasta condito con olio,
pomodoro e una fonte proteica come legumi, carne, uovo o pesce è
generalmente saziante, gratificante per il palato ed equilibrato nelle tre
componenti (50-60% carbo, 20-30 grassi e 10-15 proteine). Poi è versatile e
facile da conservare, quando è secca ed è stata ed è, per l'Italia, ancor più
del pane, alimento unificante. La cosa più importante, che vale per tutti gli
alimenti, è che bisogna guadagnarsi quello che si mangia, muovendosi di
più".
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