da: Lettera 43
La
vita di Adele sbarca nei cinema italiani
Film:
nelle sale la pellicola vincitrice a Cannes. Il quinto potere, ispirato
ad Assange. E Oh Boy, un caffè a Berlino.
Dopo il trionfo al Festival di Cannes,
arriva nelle sale il tanto atteso e discusso La vita di Adele,
film diretto da Abdellatif Kechiche con protagoniste le giovani e talentuose
attrici Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux.
L'intensa storia d'amore e di crescita
personale raccontata nel lungometraggio ha lasciato il segno tra gli spettatori
che l'hanno premiato con incassi record in patria, ma anche sulle sue due
interpreti che hanno pubblicamente accusato il regista di far lavorare fino
allo sfinimento le persone sul set e pretendere un impegno fisico e mentale
eccessivo.
La polemica, alimentata anche da Julie
Maroh (autrice della graphic novel) che non ha apprezzato le scene d'amore
lesbo, si è poi placata con dichiarazioni di stima reciproca in attesa forse
dei nuovi capitoli cinematografici della storia di Adele.
LA STORIA DI ASSANGE. È stato
accolto dalle polemiche anche Il quinto potere,
il film diretto da Bill Condon e ispirato alla vita del fondatore di WikiLeaks
Julian Assange.
Il difficile ruolo è stato affidato a
Benedict Cumberbatch che ha dimostrato ancora una volta la sua versatilità
nonostante il lungometraggio non sia privo di difetti e sia stato accusato da
Assange di basarsi su un libro ingannevole scritto da chi voleva vendicarsi di
lui offrendo una prospettiva distorta e tendenziosa di quanto accaduto.
DALL'HORROR ALL'ANIMAZIONE. Sono pronti a essere distribuiti nelle sale anche il thriller-horror Dark Skies – Oscure presenze, in cui una famiglia deve affrontare una minaccia venuta dallo spazio, il film d'animazione Justin e i cavalieri valorosi che non brilla per originalità o qualità tecnica, l'interessante e convincente Oh Boy, un caffè a Berlino, e il poco coinvolgente Runner Runner che spreca la presenza di star come Ben Affleck e Justin Timberlake in una storia prevedibile e banale che prende spunto dal mondo del poker online.
Ritorna infine nelle sale, dopo le anteprime estive, Cani sciolti con protagonisti Denzel Washington e Mark Wahlberg.
DALL'HORROR ALL'ANIMAZIONE. Sono pronti a essere distribuiti nelle sale anche il thriller-horror Dark Skies – Oscure presenze, in cui una famiglia deve affrontare una minaccia venuta dallo spazio, il film d'animazione Justin e i cavalieri valorosi che non brilla per originalità o qualità tecnica, l'interessante e convincente Oh Boy, un caffè a Berlino, e il poco coinvolgente Runner Runner che spreca la presenza di star come Ben Affleck e Justin Timberlake in una storia prevedibile e banale che prende spunto dal mondo del poker online.
Ritorna infine nelle sale, dopo le anteprime estive, Cani sciolti con protagonisti Denzel Washington e Mark Wahlberg.
La
vita di Adele
Abdellatif Kechiche firma un racconto
emozionante che segue con bravura e passione il percorso interiore che conduce
una giovane donna a entrare nel mondo degli adulti, anche grazie alle intense
interpretazioni delle due protagoniste Lea Seydoux e della rivelazione Adele
Exarchopoulos.
Ispirato alla graphic novel di Julie Maroh, La vita di Adele segue due capitoli della vita di una liceale di nome Adele (Adele Exarchopoulos) piuttosto confusa, incapace di trovare soddisfazione nelle sue giornate da studentessa e nella relazione con il compagno di scuola Thomas (Jeremie Laheurte). L'incontro con la studentessa d'arte Emma (Lea Seydoux) le farà scoprire un mondo nuovo passando con lei dall'amicizia alla travolgente passione. Intellettualmente e fisicamente il rapporto con Emma farà maturare Adele e, nonostante le differenze, le due ragazze troveranno l'una nell'altra la forza per realizzare i propri progetti ma dovranno fare i conti con le difficoltà a cui vengono sottoposte dal punto di vista sociale.
Kechiche dirige il film con maestria e, con una precisa scelta stilistica, narra con realismo una storia in cui sesso e amore si coniugano alla perfezione, mettendo a nudo i corpi ma anche l'anima delle due giovani donne. Adele e Lea riescono infatti a trasmettere le emozioni con grande bravura, dimostrando di possedere la necessaria dose di talento e maturità per riuscire a gestire al meglio due ruoli così complessi e ricchi di sfumature. Il regista ha preteso molto dalle sue attrici, ma il risultato finale è un racconto coinvolgente che lascia il segno, anche in chi assiste alla sua nascita e alla sua evoluzione. Emozionante.
Ispirato alla graphic novel di Julie Maroh, La vita di Adele segue due capitoli della vita di una liceale di nome Adele (Adele Exarchopoulos) piuttosto confusa, incapace di trovare soddisfazione nelle sue giornate da studentessa e nella relazione con il compagno di scuola Thomas (Jeremie Laheurte). L'incontro con la studentessa d'arte Emma (Lea Seydoux) le farà scoprire un mondo nuovo passando con lei dall'amicizia alla travolgente passione. Intellettualmente e fisicamente il rapporto con Emma farà maturare Adele e, nonostante le differenze, le due ragazze troveranno l'una nell'altra la forza per realizzare i propri progetti ma dovranno fare i conti con le difficoltà a cui vengono sottoposte dal punto di vista sociale.
Kechiche dirige il film con maestria e, con una precisa scelta stilistica, narra con realismo una storia in cui sesso e amore si coniugano alla perfezione, mettendo a nudo i corpi ma anche l'anima delle due giovani donne. Adele e Lea riescono infatti a trasmettere le emozioni con grande bravura, dimostrando di possedere la necessaria dose di talento e maturità per riuscire a gestire al meglio due ruoli così complessi e ricchi di sfumature. Il regista ha preteso molto dalle sue attrici, ma il risultato finale è un racconto coinvolgente che lascia il segno, anche in chi assiste alla sua nascita e alla sua evoluzione. Emozionante.
Regia:
Abdellatif Kechiche; genere: drammatico (Belgio, Francia, Spagna, 2013); attori: Adele Exarchopoulos, Lea
Seydoux, Salim Kechiouche, Jeremie Laheurte.
Oh
Boy, un caffè a Berlino
Il budget limitato non impedisce al film Oh
Boy, un caffé a Berlinodi divertire e far riflettere seguendo le disavventure
di una giornata vissuta a Berlino da Niko Fisher (Tom Shilling), un giovane che
ha abbandonato gli studi e ora viene mantenuto dal padre, mentre vaga per le
strade alla ricerca di un caffè e il destino inizia a presentargli il conto
causato da una vita trascorsa in modo inerte.
Il passato e il presente del protagonista e
dell'intera Germania si intrecciano in una trama ricca di dettagli e percorsa
da una vena ironica che stempera la malinconia che pervade il film. Il
susseguirsi di azioni semplici e quotidiane enfatizza in modo intelligente la
sensazione di solitudine e incomprensione vissuta dal protagonista, e il
regista Jan Ole Gerster è molto bravo a sfruttare il lato divertente dei
continui fallimenti vissuti da Niko. Oh Boy, un caffè a Berlino non
potrebbe però riuscire a coinvolgere il pubblico se non ci fosse l'ottima
interpretazione di Tom Schilling a sostenere l'intera struttura narrativa. Il
bianco e nero elegante, la colonna sonora jazz accattivante e gli inaspettati
contrattempi vissuti dal protagonista, rendono la visione del lungometraggio
particolarmente piacevole e scorrevole, mentre vengono portati alla luce pregi
e difetti della società contemporanea. Originale.
Regia:
Jan Ole Gerster; genere: drammatico (Germania, 2012); attori: Tom Schilling, Inga Brikenfeld, Martin Bramach, Annika
Ernst.
Il TRAILER
Dark
Skies - Oscure presenze
Nonostante sia dichiarata fin dal principio
la natura degli strani avvenimenti che di notte perseguitano la famiglia
protagonista,Dark Skies - Oscure presenze riesce a spaventare in più
momenti lo spettatore superando i limiti della sua fragile trama.
Lacy (Keri Russell) e Daniel Barrett (Josh
Hamilton) stanno affrontando una situazione di crisi economica e un matrimonio
in difficoltà. La tensione viene percepita anche dai loro due figli: Jesse
(Dakota Goyo) e Sam (Kadan Rockett). Di notte, inoltre, in casa iniziano ad
accadere strani eventi apparentemente inspiegabili: l'allarme che si attiva da
solo, oggetti in cucina spostati per dare forma a elaborate costruzioni, le
foto di famiglia sparite...I due genitori sospettano che sia Sam il colpevole,
ma il bambino rivela che è opera dell'Uomo dei sogni (The Sandman). Con il
trascorrere del tempo si moltiplicano le stranezze e Lacy, dopo aver perso il
controllo di se stessa per alcune ore, inizia a indagare.
Il regista Scott Stewart sembra indeciso
sull'atmosfera con cui vuole raccontare la storia e, dopo un inizio alla Paranormal
activity in cui non mancano nemmeno le riprese in notturna degli spazi
della casa, vira poi sul dramma famigliare a tinte fantascientifiche. Pur
conoscendo quale sarà il nemico da sconfiggere, lo spettatore riesce a
lasciarsi coinvolgere facilmente grazie alla buona prova di Keri Russell e Josh
Hamilton che hanno il compito di interpretare due coniugi dalle posizioni quasi
contrapposte e che devono ritrovare la fiducia reciproca per il bene dei propri
figli, personaggi ben delineati dai loro giovani interpreti. Esauriti gli
espedienti per creare qualche spavento in sala, Dark Skies si perde
un po' tra incontri con un esperto in materia, ruolo affidato all'esperienza di
J.K. Simmons, primi amori adolescenziali, e tentativi di ricostruire una
serenità famigliare ormai andata a pezzi, in cui solo il profondo legame tra
fratelli sembra sia indissolubile.
Il film riesce a realizzare i suoi obiettivi solo a metà e non si allontana poi molto dalla lunga serie di horror a basso costo distribuiti negli ultimi anni; se Stewart non avesse perso il filo della sua narrazione troppo in fretta, Dark Skies, di cui è scontata la produzione di un sequel, avrebbe forse potuto diventare una delle opere più interessanti all'interno del genere. Incerto.
Il film riesce a realizzare i suoi obiettivi solo a metà e non si allontana poi molto dalla lunga serie di horror a basso costo distribuiti negli ultimi anni; se Stewart non avesse perso il filo della sua narrazione troppo in fretta, Dark Skies, di cui è scontata la produzione di un sequel, avrebbe forse potuto diventare una delle opere più interessanti all'interno del genere. Incerto.
Regia:
Scott Stewart; genere: horror/thriller (Usa, 2013); attori: Keri Russell, J.K. Simmon, Dakota Goyo, J.K. Simmons, Jake
Washburn, Josh Hamilton.
Il
quinto potere
La storia di Julian Assange, fondatore di
WikiLeaks, e del suo collaboratore Daniel Domscheit-Berg viene ripercorsa dal
momento in cui decidono di creare un piattaforma online che permetta ai loro
informatori di inviare in modo anonimo delle notizie riservate, con lo scopo di
rendere pubblici segreti e scandali del governo e delle aziende. Divisi tra la
voglia di esporre gli errori compiuti dai potenti e la necessità di proteggere
le proprie fonti, i due dovranno iniziare a chiedersi se ne valga veramente la
pena, mentre l'opinione pubblica si divide tra chi li considera criminali e chi
li vede come degli eroi.
Benedict Cumberbatch, come sempre, è convincente e offre un'interpretazione in cui la cura per i dettagli e l'attenzione riservata alla figura di Assange dimostrano ancora una volta il suo camaleontico talento, avendo trovato nella sua performance il perfetto equilibrio tra il desiderio di giustizia e gli effetti collaterali di un egocentrismo troppo grande. L'attore sembra sia riuscito senza troppa difficoltà anche a creare il giusto feeling con Daniel Bruhl, interprete di Daniel, ma i due personaggi patiscono una schematizzazione troppo precisa e netta dei loro scopi e del rapporto che li lega. Il regista Bill Condon, purtroppo, perde in più momenti il controllo della situazione a causa degli innumerevoli spunti che non sempre vengono sviluppati nel migliore dei modi: le questioni etiche, le reazioni politiche e il comportamento dei giornalisti sono solo alcuni degli elementi portati in scena in modo quasi approssimativo all'interno del film. Pur creando un'atmosfera intensa e potendo contare su un cast di buon livello, Il quinto potere pecca un po' di presunzione e non riesce a portare a termine tutti i suoi obiettivi con successo. Interessante.
Benedict Cumberbatch, come sempre, è convincente e offre un'interpretazione in cui la cura per i dettagli e l'attenzione riservata alla figura di Assange dimostrano ancora una volta il suo camaleontico talento, avendo trovato nella sua performance il perfetto equilibrio tra il desiderio di giustizia e gli effetti collaterali di un egocentrismo troppo grande. L'attore sembra sia riuscito senza troppa difficoltà anche a creare il giusto feeling con Daniel Bruhl, interprete di Daniel, ma i due personaggi patiscono una schematizzazione troppo precisa e netta dei loro scopi e del rapporto che li lega. Il regista Bill Condon, purtroppo, perde in più momenti il controllo della situazione a causa degli innumerevoli spunti che non sempre vengono sviluppati nel migliore dei modi: le questioni etiche, le reazioni politiche e il comportamento dei giornalisti sono solo alcuni degli elementi portati in scena in modo quasi approssimativo all'interno del film. Pur creando un'atmosfera intensa e potendo contare su un cast di buon livello, Il quinto potere pecca un po' di presunzione e non riesce a portare a termine tutti i suoi obiettivi con successo. Interessante.
Regia:
Bill Condon; genere: drammatico (Usa, 2013); attori: Benedict Cumberbatch, Daniel Burhl, Anthony Mackie, Alice
Vikander, Peter Capaldi, Stanley Tucci, Laura Linney.
Justin
e i cavalieri valorosi
Se la presenza di doppiatori d'eccezione
come Antonio Banderas, Rupert Everett e Freddie Highmore poteva giustificarne
la visione in lingua originale, il film d'animazione Justin e i cavalieri
valorosinella versione italiana si limita a offrire un'avventura adatta agli
spettatori più giovani ma con poco appeal per gli adulti.
Justin vive in un regno dove i cavalieri hanno progressivamente perso il potere a favore dei burocrati, ma sogna ugualmente di seguire le orme del nonno e diventare un Cavaliere Valoroso. Il padre Reginald vuole invece per lui una carriera da avvocato. Justin decide di intraprendere un viaggio per recuperare la spada del nonno e riuscire nel suo obiettivo, durante il quale incontrerà la bella Talia, il mago Melquiades, l'affascinante Sir Clorex e i tre monaci Blucher, Legantir e Braulo che gli insegnano le tradizioni dei cavalieri. Il ragazzo dovrà mettere a frutto molto presto le lezioni quando Sir Heraclio e il suo esercito personale torneranno in patria con lo scopo di distruggere il regno.
Justin vive in un regno dove i cavalieri hanno progressivamente perso il potere a favore dei burocrati, ma sogna ugualmente di seguire le orme del nonno e diventare un Cavaliere Valoroso. Il padre Reginald vuole invece per lui una carriera da avvocato. Justin decide di intraprendere un viaggio per recuperare la spada del nonno e riuscire nel suo obiettivo, durante il quale incontrerà la bella Talia, il mago Melquiades, l'affascinante Sir Clorex e i tre monaci Blucher, Legantir e Braulo che gli insegnano le tradizioni dei cavalieri. Il ragazzo dovrà mettere a frutto molto presto le lezioni quando Sir Heraclio e il suo esercito personale torneranno in patria con lo scopo di distruggere il regno.
La sceneggiatura scritta da Matthew Jacobs
purtroppo parte da uno spunto non originale per arrivare a un epilogo
prevedibile, senza riuscire a offrire qualcosa in più rispetto a un paio di
battute divertenti e qualche sequenza d'azione, ovviamente non dimenticando
buoni sentimenti e insegnamenti sull'importanza di seguire i propri sogni,
dell'amicizia e dell'accettare gli altri senza pregiudizi, andando persino
contro la legge.
La qualità dell'animazione, inoltre, non è delle migliori e Justin e i cavalieri valorosi risulta un film d'animazione discreto che spreca la presenza di un cast di doppiatori di buon livello. Sottotono.
La qualità dell'animazione, inoltre, non è delle migliori e Justin e i cavalieri valorosi risulta un film d'animazione discreto che spreca la presenza di un cast di doppiatori di buon livello. Sottotono.
Regia:
Manuel Sicilia; genere: animazione (Spagna, 2013); doppiatori: Freddie
Highmore, Saoirse Ronan, Mark Strong, Antonio Banderas, Tamsin Egerton, Rupert
Everett, Alfred Molina, David Walliams, Michael Culkin.
Runner
Runner
La premessa intrigante e il cast di star
non bastano a Runner Runner per superare i limiti di una trama da
thriller privo di sorprese e pathos.
Richie (Justin Timberlake) è uno studente
di Princeton esperto in poker e gioco d'azzardo. Dopo aver perso i suoi
risparmi giocando online, il giovane parte per il Costa Rica per incontrare
Ivan Block (Ben Affleck), proprietario del sito su cui è stato imbrogliato. Il
magnate gli offre la possibilità di rimanere in Costa Rica e affiancarlo nella
gestione degli affari, promettendo guadagni facili e cospicui. Richie accetta
ma ben presto scopre i segreti di Block. L'Fbi decide quindi di chiedere la sua
collaborazione per incastrare il suo datore di lavoro.
La sceneggiatura scritta da Brian Koppelman e David Levien, pur dimostrando un'approfondita conoscenza del mondo del poker online, crolla su se stessa fin dal momento in cui Richie accetta la proposta in Costa Rica. La storia d'amore con Rebecca (Gemma Arterton) e il coinvolgimento con i federali provano a insaporire un lungometraggio insipido e incapace di creare la necessaria atmosfera di tensione. Il cast, e sopratutto i due protagonisti Justin Timberlake e Ben Affleck, non possono fare molto per far superare ai propri personaggi i confini degli stereotipi su cui sono stati costruiti. Il regista Brad Furman prova a migliorare la situazione sottolineando con le sue riprese la bellezza dei paesaggi e il fascino della prospettiva di una vita da sogno, ma i dialoghi poco curati e la totale mancanza di sorprese rendono Runner Runner un thriler senza personalità. Prevedibile.
La sceneggiatura scritta da Brian Koppelman e David Levien, pur dimostrando un'approfondita conoscenza del mondo del poker online, crolla su se stessa fin dal momento in cui Richie accetta la proposta in Costa Rica. La storia d'amore con Rebecca (Gemma Arterton) e il coinvolgimento con i federali provano a insaporire un lungometraggio insipido e incapace di creare la necessaria atmosfera di tensione. Il cast, e sopratutto i due protagonisti Justin Timberlake e Ben Affleck, non possono fare molto per far superare ai propri personaggi i confini degli stereotipi su cui sono stati costruiti. Il regista Brad Furman prova a migliorare la situazione sottolineando con le sue riprese la bellezza dei paesaggi e il fascino della prospettiva di una vita da sogno, ma i dialoghi poco curati e la totale mancanza di sorprese rendono Runner Runner un thriler senza personalità. Prevedibile.
Regia:
Brad Furman; genere: thriller (Usa, 2013); attori:
Justin Timberlake, Gemma Arterton, Anthony Mackie, Ben Affleck, Michael
Esper, Oliver Cooper, James Molina.
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