La sceneggiatura scritta per il personaggio
di Maddalena, in arte – quella di ogni tempo – Ninfa, è fin troppo ricca. Forse eccessiva. Nel senso
che, non c’era bisogno di caricare il personaggio di tragedie per
raccontare il perché di un arrivo a un certo mestiere e il passaggio “imprenditoriale”
successivo.
C’è la tendenza a raccontare che si arriva a prostituirsi come effetto di una serie di tragedie che vanno dalle botte e/o
altri abusi da bambini, allo stupro in età adolescente.
Certamente, esistono violenze e soprusi che
lasciano una lacerazione interiore e condizionano le scelte della vita, ma non
tutti coloro che vivono al di fuori dello "standard societario" sono stati
attraversati da un susseguirsi di traumi.
Ma se questa idea della tipologia dei
personaggi è anche “troppa”, gli sceneggiatori hanno ampiamente rimediato. Sono
stati capaci di raccontare storie, emozioni, sconfitte, reazioni, di prostitute
ai tempi della Merlin in maniera credibile. Nessun eccesso, nessuna banalità nei
dialoghi, nello sviluppo delle storie. Insomma: hanno messo qualche ingrediente
in più ma il piatto era gustoso. Appetitoso. Decisamente digeribile.
Cast
ottimo, nel quale hanno dominato Vittoria Puccini e Stefania Rocca.
Una menzione particolare la faccio per la
fotografia. Che è stata anch’essa parte del racconto. Il che, succede solo in
certa cinematografia o in certa
serialità americana che considera il prodotto composto
di tutti gli elementi: musica e fotografia, tanto per fare degli esempi.
Ho trovato una scelta azzeccata e di classe
sottolineare certi momenti con colori spenti, smunti seguiti poi seguiti da colori
vivaci, intensi. Che però raccontavano una
situazione falsata. I colori vivaci della campagna che circondavano la
Maddalena maitresse lasciata a piedi dalla macchina erano una finzione. Perché la
sua vita era persa, spenta, mentre intorno tutto sembrava dire – con la
fotografia – il contrario.
Questa fiction Rai si stacca nettamente
dalle cagatelle Mediaset. Provate a immaginare storie come quelle di Altri tempi fatte da Ares. Con l’Arcuri
e Laura Torrisi. O anche con le ormai eccessive – queste, sì, che
stroppiano – Ferilli o De Sio.
Una fiction che stacca per classe qualsiasi
altro prodotto similare delle reti generaliste. Ho visto per caso l’inizio
della prima puntata, ho proseguito nella visione e ho seguito anche la seconda
parte ieri sera. Questa fiction meritava di essere vista.
Nessun commento:
Posta un commento