da: la
Repubblica
Ecco
chi ci rimetterà con la nuova Tasi: nelle città medio-piccole anche il doppio
dell'Imu
La
nuova imposta penalizza chi possiede case con rendite catastali basse. E senza
modifiche pagheranno anche i proprietari che riuscivano ad azzerare la vecchia
tassa con le detrazioni.
di Valentina
Conte
Chi ci perde con la Tasi? Di sicuro, tutti gli
italiani che non pagavano l'Imu sulla
prima casa per via delle detrazioni. Se dunque tutto rimane com'è, anche i
due milioni di proprietari, abituati ad azzerare l'Imu con la franchigia, dal
16 gennaio prossimo verseranno la Trise, la nuova tassa che fonde Tasi
(servizi) e Tari (rifiuti). E non saranno i soli a lamentarsi. La schiera di
penalizzati ricomprende anche chi possiede abitazioni con rendite catastali
basse, per lo più diffuse nei Comuni medio-piccoli. Sempre che i sindaci non
portino al massimo l'aliquota. Perché in quel caso, i conti sono destinati a
non tornare in molte altre famiglie.
La Tasi non prevede (per ora) detrazioni. Perché non è una imposta sugli immobili, come l'Imu, ma una tassa sui servizi offerti dai Comuni. Così dice la legge di Stabilità. Nella percezione popolare, nei conti dei sindaci e in quelli
La Tasi non prevede (per ora) detrazioni. Perché non è una imposta sugli immobili, come l'Imu, ma una tassa sui servizi offerti dai Comuni. Così dice la legge di Stabilità. Nella percezione popolare, nei conti dei sindaci e in quelli
delle famiglie, le due però si confondono
sempre di più. Perché quel che interessa, alla fine, è la risposta alla
domanda: pagheremo di più o di meno? Quasi due milioni di italiani sicuramente
di più. Fino ad oggi sono riusciti a compensare l'Imu con la franchigia di 200
euro (e alcuni sommando anche i 50 euro a figlio sotto i 26 anni). Dunque Imu
azzerata, ma Tasi purtroppo no. Lo rivelano i numeri del dipartimento Finanze
del Tesoro: su 19,7 milioni di prime case esistenti in Italia, nel 2012 hanno
versato l'Imu in 18 milioni. Il resto era esente. Ecco perché il governo valuta
ora la possibilità di attivare anche per la Tasi un meccanismo di
detrazioni.
LE RENDITE BASSE
Al pari di questi due
milioni di italiani esenti, ce ne sono altri milioni abituati ad un'Imu
contenuta. È il caso dei proprietari di immobili caratterizzati da rendite
catastali assai basse, calmierate dalla vecchia franchigia e dalle detrazioni
per i figli. Anche loro si preparano a versare la prima rata della Tasi (la
prima di quattro), il prossimo 16 gennaio. Vivono per lo più nei centri
medio-piccoli del Paese. Mentre le grandi città, paradossalmente, pretenderanno
dai cittadini meno della vecchia Imu se l'aliquota Tasi sarà quella base (1 per
mille). Rischieranno però di raddoppiarla con l'aliquota Tasi al massimo (2,5
per mille). Dipenderà tutto dalle scelte dei sindaci e dalle loro esigenze di
bilancio (lo Stato per ora ci mette un miliardo, ma l'Anci già dice che non
basterà). Emblematico il caso di Palermo: la Tasi sarà comunque più gravosa
dell'Imu con entrambe le aliquote, proprio perché nel capoluogo siciliano le
rendite catastali sono basse. Gli analisti di Lef sul sito fiscoequo. it hanno
calcolato che con la Tasi si pagherà di meno solo a partire da una rendita di
300 euro, con aliquota base della Tasi, oppure di 800 euro con aliquota al top.
Insomma le case "importanti" avranno dei vantaggi. Quelle popolari,
un po' meno.
I PRIMI ALLARMI
La legge di Stabilità
che ha così congegnato la tassa "triste", la nuova Trise (somma di
Tasi e Tari, servizi e rifiuti) è arrivata in Parlamento. Da ieri sono iniziate
anche le audizioni di associazioni e parti sociali davanti alle commissioni
Bilancio congiunte di Camera e Senato. Ance (costruttori) e Confedilizia
(proprietari), nelle loro relazioni, si dicono allarmate. Secondo l'Ance, la
nuova tassa sulla casa rischia di "disincentivare gli investimenti
immobiliari" perché "comporta un rilevante aumento della
tassazione": del 72% sull'abitazione principale (ma l'Ance fa un confronto
con un anno, questo 2013, ad Imu zero per la prima casa) e del 19% sulle
seconde case sfitte. A questo proposito, c'è da dire che il ripristino
dell'Irpef sul 50% delle rendite delle case sfitte nel solo Comune dove si ha
la residenza è addirittura retroattivo: dunque parte dal 2013. Confedilizia
aggiunge che "qualora il testo del disegno di legge non venisse
modificato, esso determinerà aumenti di tassazione sugli immobili che potranno
portare a quasi 10 miliardi di euro di gettito in più rispetto al 2013".
I
FABBRICATI AGRICOLI
Nell'elenco delle
doglianze, si inseriscono poi anche gli agricoltori. La Cia - Conferenza
italiana agricoltori - fa notare al governo che l'abolizione dell'Imu (si parla
dell'Imu di quest'anno) sui fabbricati agricoli in realtà, a leggere bene il
decreto ora legge, si applica solo alle aree svantaggiate. "Non ci basta
", si lamenta il vicepresidente vicario Dino Scanavino. "C'è stata un
po' di confusione. Il ministro dice di non averne potuto parlare in Consiglio
dei ministri. Ma se è un errore deve essere corretto".
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