da: Lettera 43
Datagate, Le Monde: pure i francesi
spiati
La Nsa monitora le comunicazioni di
Parigi. Attraverso le sue aziende strategiche. E i cavi sottomarini di tutta
Europa.
Francesi
sotto controllo degli 007 americani. L'agenzia statunitense di controspionaggio
National security agency (Nsa) ha intercettato in modo massiccio le
comunicazioni telefoniche dei cittadini d'Oltralpe. Anche attraverso il
monitoraggio dei server delle imprese di telecomunicazioni più importanti del
Paese.
La
rivelazione è arrivata il 21 ottobre dal quotidiano Le Monde, che ha citato
documenti dall'ex consulente della stessa Nsa Edward Snowden.
70,3
MILIONI DI REGISTRAZIONI. Un dato sconvolgente su tutti: la Nsa ha collezionato
70,3 milioni di registrazioni di telefonate francesi in soli 30 giorni, dal 10
dicembre 2012 all'8 gennaio 2013.
Nell'articolo,
firmato a quattro mani al giornalista di Le Monde Jacques Follorou e da Glenn
Greenwald, l'ex columnist del Guardian che per primo ha pubblicato le
rivelazioni di Snowden (e ora è pronto a lanciare un nuovo sito di news), ci si
chiede come mai Parigi sia rimasta così discreta sul tema nonostante ci siano
prove tangibili - e massicce - «del fatto che i suoi interessi siano
quotidianamente presi di mira».
UN
SEGNALE FA SCATTARE L'INTERCETTAZIONE. La Nsa, ha scritto il sito del
quotidiano francese, «dispone di diversi modi di raccolta. Quando certi numeri
di telefono vengono usati in Francia, questi attivano un segnale che fa
scattare automaticamente la registrazione di alcune conversazioni».
SMS
TRACCIATI SU PAROLE-CHIAVE. I due giornalisti hanno spiegato che «questa
sorveglianza recupera anche gli sms e il loro contenuto in base a
parole-chiave».
I
documenti in possesso del quotidiano francese «forniscono sufficienti
spiegazioni da far pensare che gli obiettivi della Nsa riguardano sia persone
sospettate di legami con il terrorismo sia individui presi di mira per la loro
semplice appartenenza al mondo degli affari, della politica o
dell'amministrazione francese».
Gli Usa controllavano i cavi
sottomarini e le imprese Wanadoo e Alcatel Lucent
Non
c'è certo da stupirsi.
Non
solo la Francia è uno dei pochi Paesi europei che non ha basi americane sul suo
territorio. Ma, nella relazione scritta l'11 luglio 2001 dal parlamento europeo
su Echelon, il programma di spionaggio antesignano di Prism, la Francia era
indicata come l'unica nazione con un'industria delle telecomunicazioni
abbastanza avanzata e soprattutto con una rete abbastanza estesa (considerando
anche le colonie d'oltremare) da poter preoccupare gli Stati Uniti. E i loro
partner, Gran Bretagna in primis.
SPIATI
I CAVI SOTTOMARINI. Ma c'è di più. Un documento rivelato nell'aprile 2013 da
Snowden prova che gli americani utilizzavano un altro programma noto come
Upstream per captare le conversazioni che passano attraverso i cavi sottomarini
sotto l'Atlantico e i server della Rete.
Tra
i 35 indirizzi e portali web finiti nel mirino del controspionaggio americano,
ha rivelato Le Monde, figurano wanadoo.fr e alcatel-lucent.co.
NEL
MIRINO LE IMPRESE DI TELECOMUNICAZIONI. Le due imprese di telecomunicazione
dell'Esagono sono state vittime di una attenzione particolare tra l'1 e il 31
gennaio 2013. La prima è un provider internet, nata come filiale di Télécom
France e oggi parte di Orange (la società di mobile di France Télécom) e sul
suo sito passano i servizi e le informazioni riguardanti un terzo dei clienti
di Orange: circa 4,5 milioni di persone.
Ma
è la seconda società a preoccupare di più. Alcatel Lucent, infatti, è il frutto
della fusione tra il gruppo francese Alcatel e l'americano Lucent Technologies
e possiede i router che gestiscono e organizzano le telecomunicazioni
sottomarine.
NEL
CUORE DELLO STATO. A fine 2012, il ministero dell'Economia la voleva
riacquistare proprio tramite Orange. Mentre proprio nel gennaio 2013 il
ministero dell'Innovazione e dell'economia digitale aveva pianificato di
investire denaro pubblico, attravero i fondi della Cassa depositi e prestiti,
nella Alcatel-Lucent Submarine Networks, la filiale di Alcatel che si occupa
appunto dei cavi sottomarini. Ma che, stando alle rivelazioni di Le Monde,
sarebbe in realtà un nido impestato di spie.
Relazioni tese: convocato
l'ambasciatore americano
La
Francia, dunque, si è scoperta con il nemico in casa. Capace di minacciare la
sicurezza nazionale, ma anche in grado di penetrare nelle attività economiche
di interesse strategico. Facile intuire il livello di allarme di Parigi.
VALLS:
«VOGLIAMO SPIEGAZIONI». Il ministro degli Interni francese, Manuel Valls ha
definito le rivelazioni di Le Monde «scioccanti». «Richiederanno delle
spiegazioni precise dalle autorità americane nelle prossime ore», ha tuonato
Valls, secondo cui «con le nuove tecnologie della comunicazione servono regole,
questo riguarda tutti. Se uno Stato amico, un alleato, spia la Francia o spia
altri Paesi europei, è del tutto inaccettabile».
FABIUS
CONVOCA L'AMBASCIATORE. Durissima la reazione del ministro degli Esteri
francese, Laurent Fabius. «L'ambasciatore americano dovrà recarsi la mattina
del 21 ottobre al Quai d'Orsay», ha detto Fabius, arrivando al consiglio Esteri
Ue che si tiene a Lussemburgo.
«Siamo
stati messi in guardia nel mese di giugno e abbiamo reagito con forza», ha
aggiunto, «ma visibilmente bisogna andare oltre. Questo tipo di pratiche, che
minacciano la vita privata, sono totalmente inaccettabili tra Paesi partner. E
bisogna assicurarsi in ogni caso che esse non siano più eseguite». Di certo, se
ne riparlerà presto. Coincidenza vuole che il consiglio Ue del 24 e 25 ottobre
sia dedicato all'economia digitale. Facile che diventi anche spionaggio
digitale.
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