da: la
Repubblica
Rischio stangata sulle prime
abitazioni con il 2,5 per mille si paga il doppio dell’Imu
Addio detrazioni, la Tasi avrà un extra-costo di
100 euro nell’ipotesi peggiore
di Roberto Petrini
Sarà
il match più duro della legge di Stabilità. Si pagava di più con la vecchia
Imu, o con la nuova Tasi, la tassa sui servizi indivisibili? La Uil servizio politiche
territoriali ha sfornato le sue prime proiezioni complete: nel confronto con
l’Imu 2012, la Tasi
sarà vincente solo se i Comuni terranno le aliquote inchiodate all’1 per mille.
Se
invece, come sembrano orientate molte grandi città, le aliquote saliranno al
tetto massimo del 2,5 per mille, la mancanza di detrazioni di base e per i
figli sarà decisiva, e si rischiano aumenti del 96 per cento.
Le due tasse sono «cugine»: hanno la stessa base imponibile, ovvero la rendita catastale. Ma la somiglianza finisce qui. Le aliquote sono diverse: 4 per mille l’Imu, aumentabile fino al 6 dai Comuni e 1 per mille perla Tasi , aumentabile dai
Municipi fino al 2,5 per mille. La
Tasi , dunque, costa meno in termini di aliquote, ma non
concede la possibilità ai contribuenti di beneficiare delle
Le due tasse sono «cugine»: hanno la stessa base imponibile, ovvero la rendita catastale. Ma la somiglianza finisce qui. Le aliquote sono diverse: 4 per mille l’Imu, aumentabile fino al 6 dai Comuni e 1 per mille per
detrazioni di base
di 200 euro e di quelle per i figli. Ovvero, quello che si guadagna con
l’aliquota più bassa si può perdere per la mancanza di detrazioni, visto che la
base imponibile è la stessa. Non tutti ritengono tuttavia il ritorno delle
detrazioni familiari la soluzione giusta: «Solo legando la Tasi al reddito Isee si potrà
avere maggiore equità», dichiara Guglielmo Loy, segretario confederale della
Uil che fa riferimento a single e pensionati.
Il
rapporto della Uil servizio politiche territoriali rileva che solo mettendo a
raffronto l’Imu 2012 con la Tasi
ad aliquota-base, cioè al netto dell’intervento dei Comuni, ci si può aspettare
un vantaggio. La simulazione è fatta
sulla media delle abitazioni A/2 e A/3, la tipologia di appartamenti più
diffusa (in queste categorie ci sono 15 milioni di abitazioni) e si considera
una famiglia con un figlio a carico. Ebbene se si confronta l’aliquota media
effettiva del 2012 dell’Imu, compresa la maggiorazione municipale (ovvero il
4,43 per mille totale) con una Tasi che rimane inchiodata all’1 per mille, il
vantaggio per il 2014 è del 21,8 per cento (20 euro in media). Tuttavia se i
Comuni porteranno l’aliquota al 2,5 per mille, la famiglia media che
pagava 101 euro dovrà pagare quasi il doppio, 198 euro. Il confronto città per
città è più variegato: di fatto nei Comuni dove l’Imu era bassa (Milano e
Bologna) se si applicherà il tetto massimo del 2,5 per mille si conferma
che con la Tasi
si pagherà di più; solo dove l’aliquota era alta ci saranno dei vantaggi.
L’altra differenza Imu-Tasi riguarda le finalità della tassa: l’Imu è una semplice patrimoniale,la Tasi
invece è statutariamente destinata a finanziarie i «servizi indivisibili», cioè
anagrafe e illuminazione. Questo aspetto è importante: i «fan» della Tasi fanno
notare che la nuova tassa non si deve confrontare con la sola Imu, ma anche con
quella piccola parte già destinata a finanziare i servizi indivisibili (30
centesimi al metro quadrato) che era stata «aggiunta» alla tassa sui
rifiuti e che per quest’anno dovremo pagare. Dunque si dice: non solo la Tasi è più leggera ma evita
anche di pagare il «balzello» sui servizi annesso ai rifiuti.
L’altra differenza Imu-Tasi riguarda le finalità della tassa: l’Imu è una semplice patrimoniale,
Un confronto più omogeneo si può fare con il 2013 (senza considerare che l’Imu
è stata congelata) ma prendendo l’aliquota media effettiva deliberata dai
Comuni (4,63 per mille) e tenendo conto, soprattutto, del peso della parte servizi
della Tares. Anche in questo confronto “virtuale”, tuttavia, la nuova Tasi
vince solo se l’aliquota resta all’1 per mille, se sale niente da fare.
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