mercoledì 30 gennaio 2019

S.S Van Dine: La strana morte del signor Benson / 2



Considera, ad esempio, le tue conclusioni nel presente assassinio – riprese poi. – Hai detto al fratello di Benson che forse conosci l’uccisore di Alvin e gli hai detto anche che ci sono prove sufficienti per denunciarlo. Ebbene, sbagli di grosso. Tu possiedi, non lo dubito, un certo numero di ciò che i tuoi moderni dotti seguaci di Solone considerano prove convincenti. Ma la verità è che non hai affatto messo l’occhio sul colpevole e che stai per maltrattare una povera ragazza che col delitto non ha nulla a che vedere.
- Secondo te, sto per maltrattare un’innocente, eh? Ma siccome i miei assistenti ed io siamo i soli a conoscere gli indizi a suo carico, vorresti spiegarmi quali occulte cognizioni ti spingono a concludere per la sua innocenza?
- Semplicissimo – ribatté Vance con un risolino.
- Non hai messo le mani sull’assassinio, perché chi ha commesso il delitto è stato così astuto, perspicace e previdente da provvedere a che nessun indizio potesse condurre alla scoperta del colpevole, ben sapendo che sulla traccia degli indizi, voi o la polizia l’avreste probabilmente scovato.
Aveva parlato con la certezza di chi annuncia un fatto ovvio, che non ammette discussioni.
Markham proruppe in una risata sprezzante.

martedì 29 gennaio 2019

Milano: Cosa c’è dietro lo scontro Salvini-Sala sull’aumento del prezzo del biglietto Atm


da: https://www.businessinsider.com/ - di Andrea Sparaciari

Una battaglia politica sul prossimo sindaco di Milano giocata sulla pelle di pendolari e cittadini lombardi. A questo si riduce lo scontro sull’aumento del biglietto Atm da 1,5 a 2 euro e sulla creazione della tariffa integrata che sta avvelenando i rapporti tra Palazzo Marino e il Pirellone. A giocarsi la partita a botte di dichiarazioni, veri e propri dispetti, fughe in avanti, Giuseppe Sala e il vicepremier Matteo Salvini. Il primo che non fa mistero del fatto che l’aumento – chiesto a Regione Lombardia (la quale per legge deve approvare ogni aumento di tariffa del Tpl) a settembre 2018 e bloccato a sorpresa dal consiglio regionale – è un sacrificio necessario per chiudere il bilancio della città. Il secondo, impegnato in una campagna elettorale permanente, che mira a sottrarre l’unica città italiana in crescita al centro-sinistra per affidarla all’abbraccio sovranista.

È solo analizzando la vicenda ticket/tariffa integrata sotto quest’ottica che si può comprendere un muro contro muro altrimenti inspiegabile. Quale sindaco sano di mente, infatti, deciderebbe di alzare del 33% il costo della singola corsa in tempi di crisi economica, portando il costo del biglietto singolo al primo posto in Italia (seconda è Torino con 1,70 euro)? Solo uno che ha bisogno di far quadrare i conti della città, visto che i proventi dei

Evasione, fondi neri, frodi: la faccia (rimossa) del calcio


da: https://www.glistatigenerali.com/ - di Stefano Artusi

Pochi giorni fa Cristiano Ronaldo, a Madrid, ha patteggiato una condanna a 2 anni di carcere e una multa di 3,2 mln di euro. Il contenzioso con Hacienda, il fisco spagnolo, deriva dalle accuse di evasione relative al periodo di militanza nei blancos. La pena detentiva, che non dovrà scontare perchè incensurato, è stata commutata in un’ammenda di 365mila euro. Ed era appena lo scorso giugno quando si accordò per il versamento di 18,8 mln al fisco. Il tutto mentre, assiepati davanti al tribunale, lo aspettavano giornalisti e tifosi pronti ad osannarlo e a chiedere (con successo) autografi al loro ex-beniamino.

Il giocatore aveva chiesto di poter presiedere all’udienza in videoconferenza dall’Italia o di accedere al parcheggio interno dell’edificio per evitare i riflettori, richieste entrambe negate dal giudice.

L’accusa sarebbe quella di aver utilizzato società di comodo in paradisi fiscali – Isole Vergini brit. e Irlanda – per evitare di pagare le imposte dovute sui diritti d’immagine tra il 2011 e il 2014. Il patteggiamento ha consentito al calciatore di evitare un lungo processo, che avrebbe danneggiato la sua immagine, e una condanna più pesante.

Ora che milita nella Juventus, escludento il reddito percepito dal club torinese, sui diritti

giovedì 24 gennaio 2019

Matteo Salvini: lo sgombero di Castelnuovo è tutto quel che un “buon padre di famiglia” non farebbe mai



da: https://www.linkiesta.it – di Francesco Cancellato

500 migranti trasferiti non si sa dove dalla sera alla mattina, 100 famiglie senza stipendio, bambini che devono abbandonare la scuola. Tutto per risparmiare due soldi, e far vedere che “la pacchia è finita”. Non c'è diligenza, in questo. Solo sfacciato calcolo elettorale, sulla pelle degli ultimi

«Ho fatto quel che avrebbe fatto un buon padre di famiglia». La usa spesso, Matteo Salvini, questa formula presa in prestito dal diritto romano. La usa per dire che fa le cose con un occhio al portafogli, per rimarcare i suoi valori tradizionali e per affermare che in lui non c’è nessun astio e nessuna acrimonia contro i destinatari delle sue intemerate. Quando usa la cinghia, la usa per il bene dei figli. Come il buon padre di famiglia, per l’appunto.

L’ha usata anche ieri, per parlare della chiusura del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo al Porto, alle porte di Roma, il secondo più grande d’Italia, con i 550 ospiti. Il buon padre di famiglia dice che costava 6 milioni di euro all’anno, che era inutile, che i migranti poteva essere smistati altrove «coi soldi degli italiani». Fin qui il ragionamento non fa una piega, anche se per uno Stato come l’Italia con una spesa pubblica da 1000 miliardi circa, 6 milioni sono l’equivalente di un nichelino in tasca. Lo 0,0006%, per la precisione di tutto quel che spendiamo ogni anno. Pochino.

Ma il buon padre di famiglia, per quello 0,0006, ha deciso che bisognava dare un preavviso di

Il franco Cfa è un cappio al collo, ma non è la causa di tutti i mali d’Africa.



da: https://www.ilfattoquotidiano.it/ - di Giusy Baioni

Ne sto sentendo di tutti i colori. Forse è il caso di provare a fare un po’ di ordine. L’Italia ha improvvisamente scoperto l’esistenza del franco cfa (sefà, per favore, non cieffea!) quando da anni gli attivisti africani si sgolano invano nel denunciare l’esistenza di questo cappio al collo. Il problema – dal mio punto di vista – è che questa “scoperta” ci rende miopi davanti a una situazione ben più complessa:

1. Al franco cfa sono vincolati 14 Paesi africani. L’Africa di Paesi ne conta 54. Negli altri 40 va tutto bene? Direi proprio di no.
2. In base ai dati ufficiali degli sbarchi forniti dal Viminale, aggiornati al 31 dicembre 2018, si indicano i Paesi di provenienza dichiarati dai migranti. Abbiamo al primo posto la Tunisia, con oltre 5mila persone, seguita da Eritrea (oltre 3mila), Iraq (1700), Sudan (1600), Pakistan (1500), Nigeria (1200), Algeria (1200), Costa d’Avorio (1000), Mali (800), Guinea (800).

Ho arrotondato, le cifre mi servono giusto per far capire in maniera chiara che fra i primi dieci Paesi di provenienza ci sono solo due Stati che usano il franco cfa, che sono la Costa d’Avorio e il Mali: 1800 persone e poco più. Quindi, in sintesi: il franco cfa è un problema? Sì. E anche grosso. E sbaglia chi (come alcuni esponenti del Pd in queste ore) nega le sue pesanti ricadute sulle fragili economie africane. Ma il franco cfa è la causa di tutti i mali d’Africa? No. È la causa dei flussi migratori? No, se non in piccola parte.

Per essere ancor più chiara ed esplicita: la Francia attua politiche che potrebbero chiamarsi

mercoledì 23 gennaio 2019

S.S Van Dine: La strana morte del signor Benson / 1



Rimanemmo a fumare in silenzio. Vance guardava fuori dalla finestra, e Markham, con le sopracciglia aggrottate, osservava il ritratto ad olio del vecchio Peter Stuyvesant, sopra il caminetto.
Finalmente Vance si volse al magistrato con un sorriso lievemente sardonico e disse:
- Devo confessarti, Markham, che ho sempre provato un senso di stupore vedendo con quanta facilità voialtri vi lasciate fuorviare da quelle che chiamate tracce. Trovate un’orma, o un’automobile o un fazzolettino con monogramma, ed eccovi partire al galoppo, e nessuno vi ferma più. Quando imparate che la verità non si può scoprire, partendo puramente da tracce materiali o da prove indiziarie?
Tanto Markham che io rimanemmo sorpresi da questa sua critica così recisa. Ma conoscevamo abbastanza Vance, per comprendere che dietro le sue parole, pronunciate con un tono leggero, doveva esserci una ragione seria.
- Pretenderesti forse che trascurassimo tutte le prove tangibili di un delitto? – chiese Markham.
- Ma sicuro – dichiarò Vance tranquillamente. – Esse non sono solo inutili, ma addirittura pericolose…Voi vi avvicinate al delitto con l’idea fissa che il criminale sia uno stupido o un pasticcione. Non avete mai pensato che se un inquirente può vedere un indizio qualsiasi, il criminale può averne visti di più importanti e averli fatti scomparire o averli truccati per non essere scoperto? E non vi siete mai fermati a riflettere che, con i tempi che corrono, chiunque sia abbastanza intelligente da preparare un delitto e commetterlo, dev’essere anche abbastanza intelligente per saper fabbricare gli indizi che fanno al caso suo? La polizia invece si rifiuta d’ammettere che le apparenze d’un delitto possano ingannare e che gli indizi possano essere stati abilmente disposti per trarla in inganno.

giovedì 17 gennaio 2019

Francesco Cancellato: reddito di cittadinanza e quota 100, storia di due truffe…


Riporto questo articolo di Cancellato che – come il 99% della stampa  - usa un termine errato: disquisendo di quota 100 afferma che ci saranno “penalizzazioni”. Falso. Non ci sono penalizzazioni.
Da che mondo e mondo, da sempre: più tardi lasci il lavoro, maggiore sono i contributi versati, maggiore sarà la pensione. La penalizzazione si ha quando, andando in pensione prima di quanto prevede la norma generale, si applicasse una riduzione percentuale o in valore assoluto. Qui non si tratta di penalizzare nessuno. Chi sceglie di andarsene in pensione con 38 anni di contributi percepirà un assegno mensile inferiore a chi ha versato 39 o 40 o 41, ecc.. di contributi. Ovvio, logico. 
Questo gli italiani lo sanno da sempre. Non è cambiato nulla. Solo che, l'"informazione" usa il termine penalizzazione in modo improprio, agitando gli aspiranti pensionati.
Del resto: nella vita ci sono – per necessità o volontà – altre cose che non siano il lavoro fino al momento del catetere, della dentiera, ecc..ecc..
Mi stupisce che un giornalista acuto come Cancellato commetta una simile imprecisione (voglio sperare non si tratti di disonestà mentale) tipica della stampa che pregiudizialmente è contro il governo Salvini e “cuginetto” Di Maio.


Sotto il vestito, niente: reddito di cittadinanza e Quota 100, storia di due truffe (quasi) perfette
Sono i cavalli di battaglia di Lega e Cinque Stelle e tra oggi e domani saranno approvate in Consiglio dei Ministri. Peccato che a parte il nome sono provvedimenti completamente diversi rispetto a quelli promessi in campagna elettorale. Se ne accorgeranno, gli italiani?

Toh, chi si rivede, la manovra del cambiamento. Sono passati quasi quattro mesi dal giorno in cui Di Maio e i ministri Cinque Stelle si affacciarono dal balcone di Palazzo Chigi per festeggiare il 2,4% di deficit, i 9 miliardi per il reddito di cittadinanza, i 7 miliardi per Quota 100, una crescita stimata all’1,5% e il consenso siderale di un Paese che sembrava aver di fronte gente che manteneva le promesse, pure quelle che sembravano quasi irrealizzabili.

mercoledì 16 gennaio 2019

S.S Van Dine: La strana morte del Signor Benson





S.S. Van Dine, pseudonimo di Willard Huntington Wright, nacque a Charlottesville, Virginia, nel 1888. Critico ed esperto d’arte, collaborò a numerosi giornali e riviste. Costretto lungamente a letto da una salute malferma, decise di dedicarsi a tempo pieno all’attività letteraria. Nel 1916 esordì nella narrativa col romanzo The Man of Promise, ma lo scarso successo di pubblico lo convinse a cimentarsi nel genere poliziesco, il cui primo prodotto fu La strana morte del signor Benson (1926). A esso seguirono, fra gli altri, Il caso della canarina assassinata (1927), L’enigma dell’alfiere (1929), Il mistero del drago (1933), Il mistero di casa Garden (1935), Philo Vance e il caso Allen (1938). Morì a New York nel 1939.

Aristocratico, terribilmente snob, grande esperto e collezionista d’arte, esteta e dandy (“Maledetto effeminato”, lo apostrofa qui infine il colpevole), Philo Vance non è un detective professionista. Lo fa un po’ per gioco, un po’ per verificare il suo straordinario intuito psicologico e un po’ per aiutare il Procuratore distrettuale Markham, suo vecchio amico messo sempre a mal partito dalle non comuni capacità deduttive di Vance. Questa volta la vittima è Alvin Benson, un torbido agente di cambio, e i sospettati molti. Ma l’investigatore

martedì 15 gennaio 2019

Paolo Madron: I corpi dei vivi e quelli dei morti, Battisti e Megalizzi




L'aeroporto, Ciampino, è lo stesso. Ma le scene sono diverse. Da una parte la propaganda, con due ministri tronfi a marcarsi a vicenda. Dall'altra la tragedia di cui un uomo solo, Sergio Mattarella, ha portato il peso. 
L’aeroporto è lo stesso, Ciampino. La scena ben diversa: ad accogliere la bara di Antonio Megalizzi, il giovane giornalista italiano ucciso nell’attentato ai mercatini di Natale di Strasburgo, un uomo solo: Sergio Mattarella. Con, molto defilato, il ministro per i Rapporti col parlamento Riccardo Fraccaro. C’è una foto simbolo del presidente della Repubblica in piedi vicino al feretro, intorno a lui il vuoto, che dice tutto. L’opposto di quel che si è visto quasi un mese dopo: stessa location, per dirla col linguaggio cinematografico (in fondo parliamo di reality fiction), ma due ministri visibilmente tronfi e una selva di microfoni pronti ad accogliere le loro dichiarazioni. Da una parte la tragedia di cui un uomo, anche se quell’uomo rappresenta il Paese, porta il peso. Dall’altra la propaganda.

Ovvio che mettere la faccia quando si tratta di un lutto è molto più impegnativo. Nella fattispecie, Megalizzi è un martire della causa europea, era un giovane giornalista entusiasta dell’idea di un’Europa unita, cosa che sappiamo non essere condivisa dai nostri attuali governanti. Molto meglio, quando si può, fare passerella in circostanze in cui lo Stato può esibire la sua forza. Come dimostra l'arrivo in Italia di Battisti, il criminale più ricercato degli

Luca Mercalli: TAV, l’inquinamento e la cura che fa morire il paziente



In mancanza di altri argomenti siamo alla variante ecologista: la Nuova linea ferroviaria Torino-Lione è imposta da ragioni ambientali. Spostare il traffico dalla gomma alla rotaia – si dice – riduce le emissioni. Ma si tratta di una mezza verità che veicola un inganno.

È vero: il traffico su rotaia è preferibile per quanto riguarda le conseguenze sull’ambiente. Ma attenzione: ciò vale se ci si riferisce alle ferrovie già esistenti, come l’attuale linea Torino-Modane. Mentre non è così, almeno nel contesto attuale, se si devono costruire delle nuove linee e, ancor più, se queste prevedono lunghi tratti in galleria. È quel che sostengono, per esempio, i ricercatori Jonas Westin e Per Kågeson del Royal Institute of Technology di Stoccolma nell’analisi Can high speed rail offset its embedded emissions?: affinché il bilancio di carbonio sia favorevole al clima le linee ferroviarie ad Alta velocità «non possono contemplare l’estensivo uso di tunnel».

Se il bilancio monetario costi-benefici della Torino-Lione già vacilla, del bilancio di carbonio non si parla mai. Il tunnel bisogna costruirlo: per oltre dieci anni le talpe succhieranno megawatt, il cemento assorbirà energia e produrrà emissioni, l’armamento e i dispositivi di sicurezza richiederanno tonnellate di acciaio e di cavi di rame, i camion e le

Banche: in arrivo per l’Italia la vera tempesta perfetta


da: https://www.ilfattoquotidiano.it - di Giorgio Meletti

Per le banche italiane si prepara una tempesta perfetta. Chi si sente già bastonato dalla crisi economica dovrebbe valutare l’ipotesi che il peggio debba ancora venire. Qui non si tratta di fare catastrofismo a buon mercato, ma di indicare al governo e alle istituzioni, compresi il Quirinale e la stessa Banca d’Italia, l’urgenza di affrontare la situazione con serietà anziché con infantili polemiche via Twitter a base di “chi lo dice lo è” e “ci hai creduto faccia di velluto”.

Due giorni fa il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto una cosa che merita di essere letta nella sua allarmante testualità: “Oggi, con il beneficio della retrospettiva storica, i costi economici e sociali di fenomeni di instabilità finanziaria sistemica sono divenuti a tutti evidenti e portano a considerare sotto una luce diversa l’opportunità di interventi pubblici non solo per le banche illiquide ma solvibili, ma anche nei casi potenzialmente in grado di pregiudicare il funzionamento del sistema finanziario nel suo complesso”. Ci ha detto che l’intervento statale per salvare la Carige è solo il primo.

A proposito di prospettiva storica: dal 2015 al 2017 si sono avuti una serie di “casi isolati” come amano definirli le autorità di vigilanza distratte, che hanno visto cadere come birilli

venerdì 11 gennaio 2019

Salvini cita “Il Pescatore” di De Andrè, sui social: sicuro di averla capita?



Salvini ricorda De André citando "Il pescatore". Ma gli utenti gli spiegano il significato della canzone
Il vicepremier ricorda il cantautore nel 20esimo anniversario dalla morte. Ma viene travolto dai versi dedicati agli ultimi: "Sicuro di aver capito la canzone?"

Matteo Salvini è un fan di Fabrizio De André, è risaputo. Per questo motivo il vicepremier lo ha ricordato sui social anche oggi, 11 gennaio, giorno in cui il cantautore genovese morì 20 anni fa. Salvini ha citato un verso de Il pescatore, brano appartenente al Volume III, album del 1968. "All'ombra dell'ultimo sole/S'era assopito un pescatore. Ciao Fabrizio, grazie poeta!", ha scritto il ministro su Twitter. Un ricordo che, tuttavia, si è trasformato in un boomerang visto che molti utenti hanno replicato citando i versi successivi de Il pescatore e quelli di altre canzoni di De André.

"Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno,non si guardò neppure intorno,ma versò il vino spezzò il pane, per chi diceva ho sete ho fame"
Sicuro di averla capita?
🤔
— Agnese Castelli (@AgneseCastelli) 11 gennaio 2019

"Non avrai altro Dio all'infuori di me, spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.#ciaofaber
— debora daga (@daga_debora) 11 gennaio 2019

"Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
Non si guardò neppure intorno
Ma versò il vino spezzò il pane
Per chi diceva ho sete ho fame"
A occhio nun c'hai capito un cazzo. #Faber#FabrizioDeAndré
— Abolizione del suffragio universale (@AUniversale) 11 gennaio 2019

Ultimo: video, Ti dedico il silenzio


“Peter pan” è un album bellissimo. Difficile scegliere quali canzoni preferire. Mi piaciono tutte ma….”Ti dedico il silenzio” è una meraviglia.

Ultimo di nome, tra i primi per talento artistico. 

Ultimo: video, Cascare nei tuoi occhi


giovedì 10 gennaio 2019

Sbarchi fantasma e terroristi in Italia: ecco il risultato dei “porti chiusi” di Matteo Salvini



Mentre il ministro è intento a bloccare in tutti i modi le ong, un'inchiesta a Palermo rivela che altri soggetti riescono ad arrivare in Italia in tutta libertà a bordo di gommoni veloci. Se non presidiamo il Mediterraneo non sappiamo chi entra: ecco perché le navi italiane laggiù ci devono stare
di Francesco Floris

Matteo Salvini non ha perso tempo e ha commentato così la notizia: «Altro che farne sbarcare altri o andarli a prendere con barconi e aerei, stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po' (faccina sorridente). Scafisti e terroristi: a casa!!!» scrive sulla sua pagina Facebook alle 8:48 del 9 gennaio.

Di cosa parla il ministro dell'interno? Dell'indagine denominata “ABIAD”, con cui la Procura distrettuale di Palermo ha fatto scattare il fermo per 15 indagati – 12 tunisini, un marocchino e due italiani – fra le province di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Brescia. Tutti ritenuti membri di un'associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al contrabbando di tabacchi lavorati esteri fra le coste del nord Africa e il trapanese, oltre che di esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria. E dietro questi traffici aleggia lo spettro del terrorismo islamico. Parlano infatti di una “più grave minaccia alla sicurezza dello Stato” i sostituti procuratori Calogero Ferrara e Claudia Ferrari, e il procuratore aggiunto Marzia Sabella, “in ragione delle posizioni radicali pro “Daesh” rilevate in capo a un esponente di vertice del sodalizio criminoso”. Spiega la Procura, in una nota con cui è stata data la notizia

Matteo Salvini cede con l'aiutino della Chiesa Valdese: 10-15 migranti in Italia



Vertice notturno ad alta tensione: passa la soluzione Conte, ma il vice premier chiarisce: "senza oneri per lo Stato" e l'Ue deve ricollocare 200 migranti sbarcati in Sicilia.

Alla fine, dopo un vertice notturno molto teso a Palazzo Chigi, passa la soluzione prospettata da Giuseppe Conte: arriveranno in Italia i bambini, con la mamma e il papà, "poco più di dieci" migranti sbarcati a Malta dopo aver trascorso 19 giorni in mare. A Matteo Salvini restano i "però": però questa volta saranno affidati alla Chiesa Valdese, "senza oneri per lo Stato", e dalle prossime volte l'accoglienza dovrà essere a costo zero per gli italiani. Però il premier chiederà un incontro urgente con il commissario Ue Dimitris Avramopoulos per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l'Italia aspetta di far accogliere dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni.

"Io non cambio idea, anzi faccio due passi in avanti. Non ci sarà NESSUN arrivo in Italia finché l'Europa non rispetterà gli impegni presi (a parole) con l'Italia, accogliendo i 200 immigrati sbarcati in estate tra Pozzallo e Catania che dovevano già essere ricollocati" spiega stamane Matteo Salvini su Facebook.

Una notte per trovare le condizioni di una resa digeribile. Giuseppe Conte ottiene da Matteo Salvini il via libera all'intesa da lui siglata con l'Unione europea. Ma il colloquio, lungo un'ora e mezza, non scioglie i tanti nodi sul tavolo del governo: oltre ai migranti si apre il nodo della Tav - su cui si prende ancora tempo malgrado la bocciatura che emergerebbe dall'analisi

martedì 8 gennaio 2019

Banche, Carige: il governo del cambiamento come i precedenti, salvataggio a spese degli italiani


Il problema, caro Cancellato, è che la politica italiana, tutta: M5S e Lega compresi, non sa un organo sessuale maschile, non capisce un organo sessuale maschile di cosa sia una banca.
Le banche sono anche peggio di ciò che pensa/sa la politica italiana, ma le banche sono meglio o per meglio dire: sono diverse da come la politica italiana pensa/ci racconta che siano.
Non se ne esce..ergo: nessun cambiamento in vista.

foto Ansa


Non salvate Carige. Salvate l’Italia dal rapporto incestuoso tra Stato e banche
Da più di dieci anni passiamo da una crisi del debito a una del credito. Da più di dieci anni banche e Stato si sostengono a vicenda, provando a risolvere l’una la crisi dell’altra. Da più di dieci anni, la situazione peggiora. Carige è solo l’ultimo atto della commedia
di Francesco Cancellato

Siamo ancora qui, alla faccia del cambiamento. A un governo che in un consiglio dei ministri lampo, per salvare una banca - Carige - dal fallimento, decide di mettere la garanzia pubblica sulle nuove obbligazioni e di aprire a una futura nazionalizzazione. Siamo ancora qui, ed è sinceramente stucchevole vedere quelli che hanno salvato le banche ieri fare la morale a quelli che salvano le banche oggi, così com’era stucchevole ieri vedere Cinque Stelle e Lega fare la morale al Pd, come se il problema delle banche italiane si chiamasse Maria Elena Boschi. Le banche si salvano, anche coi soldi pubblici, perché le ricadute sistemiche del fallimento di quella che un tempo era la quinta banca italiana sono incalcolabili, per un Paese in equilibrio precario come l’Italia, con la crescita a zero, il debito pubblico al 132% del Pil, un rating sovrano a un passo dalla spazzatura e una quantità enorme di crediti deteriorati ancora in pancia agli istituti di credito.

Le banche si salvano, ma non si risolve nulla salvandole. Perché siamo ancora qui, nell’eterno ondeggiare che ci portiamo avanti dal 2008. Sono ormai dieci anni abbondanti che ondeggiamo tra una crisi del debito pubblico a una crisi degli istituti di credito. E sono dieci anni abbondanti che facciamo finta di non vedere che queste due crisi sono

lunedì 7 gennaio 2019

49 migranti in mare: il nuovo gioco natalizio di Di Maio, Salvini e Conte




Ne prendo 7. No, ne prendo 0. No, ne prendo 15.
Dev’essere un nuovo gioco natalizio. Ma ieri era l’Epifania. E’ noto che: tutte le feste le porta via. Non gli idioti però.

Il primo a giocare la mano è stato il “cuginetto” Di Maio: Noi possiamo prendere donne e bambini e dare uno schiaffo morale all'Europa che sta ancora in vacanza in settimana bianca". 

Immediatamente, ha risposto alla mossa il “cugino” Salvini: Sui migranti decido io, porti chiusi” (certo...il governo è lui, mica Conte + gli altri ministri).

Ed ecco Conte, l’esecutore del contratto di governo che sta cercando di prendere la scena (e potrebbe riuscirci):
“Noi ne prenderemo 15 su 49, e prenderemo anche i mariti perché non siamo gente

venerdì 4 gennaio 2019

Immigrazione: il “buon” Minniti e il “cattivo” Salvini


Quando leggo o sento parlare di immigrati, di zingari, di ciò che la loro presenza comporta, ecc..ecc..mi chiedo sempre: dove vivono coloro che scrivono, che parlano in tv e nel web della “questione immigrati”.
Detto questo, trovo ridicolo chi applaudiva Minniti e oggi attacca il “cattivo” Salvini.

Minniti che pagava la Libia per trattenere i migranti che lì venivano torturati (e che, conseguentemente, cercavano di scappare) è stato applaudito dalla stampa “anti populista-sovranista”, quella che vota ancora PD, perché speravano che questo togliesse un argomento ai populisti-sovranisti. Sapevano che questi poveracci venivano torturati, ma la frustrazione dell’avvicinarsi di una vittoria “populista-sovranista” li portava a enfatizzare la politica di Minniti e Gentiloni e li rendeva omertosi sulla violazione dei diritti umani subita da esseri umani scappati da guerre o da fame.

Salvini che platealmente, ostentatamente,  lascia a mollo poveracci sui barconi sarebbe invece il cattivo. Il solo cattivo della situazione. Lungi da me difendere Salvini. Siamo e rimarremo su due pianeti diversi.
Ma solo la piccolezza mentale di certa disinformazione (che oggi grida contro il presunto attacco alla libertà di stampa da parte del duo Salvini-Di Maio) può tacciare uno per il grande ministro che ha ridotto gli sbarchi (certo, ma a quale prezzo) l’altro per colui che sta calpestando ogni dignità umana.

Il risultato delle elezioni politiche non è stato quello che certa stampa sperava. Minniti

Presepe 2018 (con buona pace di Salvini..)