venerdì 23 dicembre 2011

Leone Tolstoj: Il Natale di Martin


In una certa città viveva un ciabattino, di nome Martin Avdeic. Lavorava in una stanzetta in un seminterrato, con una finestra che guardava sulla strada. Da questa poteva vedere soltanto i piedi delle persone che passavano, ma ne riconosceva molte dalle scarpe, che aveva riparato lui stesso. Aveva sempre molto da fare, perché lavorava bene, usava materiali di buona qualità e per di più non si faceva pagare troppo.
Anni prima, gli erano morti la moglie e i figli e Martin si era disperato al punto di rimproverare Dio. Poi un giorno, un vecchio del suo villaggio natale, che era diventato un pellegrino e aveva fama di santo, andò a trovarlo. E Martin gli aprì il suo cuore.
- Non ho più desiderio di vivere - gli confessò. - Non ho più speranza.
Il vegliardo rispose: « La tua disperazione è dovuta al fatto che vuoi vivere solo per la tua felicità. Leggi il Vangelo e saprai come il Signore vorrebbe che tu vivessi.
Martin si comprò una Bibbia. In un primo tempo aveva deciso di leggerla soltanto nei giorni di festa ma, una volta cominciata la lettura, se ne sentì talmente rincuorato che la lesse ogni giorno.
E cosi accadde che una sera, nel Vangelo di Luca, Martin arrivò al brano in cui un ricco fariseo invitò il Signore in casa sua. Una donna, che pure era una peccatrice, venne a ungere i piedi del Signore e a lavarli con le sue lacrime. Il Signore disse al fariseo: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e non mi hai dato acqua per i piedi. Questa invece con le lacrime ha lavato i miei piedi e con i suoi capelli li ha asciugati... Non hai unto con olio il mio capo, questa invece, con unguento profumato ha unto i miei piedi».
Martin rifletté. - Doveva essere come me quel fariseo. Se il Signore venisse da me, dovrei comportarmi cosi? - Poi posò il capo sulle braccia e si addormentò.
All'improvviso udì una voce e si svegliò di soprassalto. Non c'era nessuno. Ma senti distintamente queste parole: - Martin! Guarda fuori in strada domani, perché io verrò.
L'indomani mattina Martin si alzò prima dell'alba, accese il fuoco e preparò la zuppa di cavoli e la farinata di avena. Poi si mise il grembiule e si sedette a lavorare accanto alla finestra. Ma ripensava alla voce udita la notte precedente e così, più che lavorare, continuava a guardare in strada. Ogni volta che vedeva passare qualcuno con scarpe che non conosceva, sollevava lo sguardo per vedergli il viso. Passò un facchino, poi un acquaiolo. E poi un vecchio di nome Stepanic, che lavorava per un commerciante del quartiere, cominciò a spalare la neve davanti alla finestra di Martin che lo vide e continuò il suo lavoro.
Dopo aver dato una dozzina di punti, guardò fuori di nuovo. Stepanic aveva appoggiato la pala al muro e stava o riposando o tentando di riscaldarsi. Martin usci sulla soglia e gli fece un cenno. - Entra· disse - vieni a scaldarti. Devi avere un gran freddo.
- Che Dio ti benedica!- rispose Stepanic. Entrò, scuotendosi di dosso la neve e si strofinò ben bene le scarpe al punto che barcollò e per poco non cadde.
- Non è niente - gli disse Martin. - Siediti e prendi un po' di tè.
Riempi due boccali e ne porse uno all'ospite. Stepanic bevve d'un fiato. Era chiaro che ne avrebbe gradito un altro po'. Martin gli riempi di nuovo il bicchiere. Mentre bevevano, Martin continuava a guardar fuori della finestra.
- Stai aspettando qualcuno? - gli chiese il visitatore.
- Ieri sera- rispose Martin - stavo leggendo di quando Cristo andò in casa di un fariseo che non lo accolse coi dovuti onori. Supponi che mi succeda qualcosa di simile. Cosa non farei per accoglierlo! Poi, mentre sonnecchiavo, ho udito qualcuno mormorare: "Guarda in strada domani, perché io verrò".
Mentre Stepanic ascoltava, le lacrime gli rigavano le guance. - Grazie, Martin Avdeic. Mi hai dato conforto per l'anima e per il corpo.
Stepanic se ne andò e Martin si sedette a cucire uno stivale. Mentre guardava fuori della finestra, una donna con scarpe da contadina passò di lì e si fermò accanto al muro. Martin vide che era vestita miseramente e aveva un bambino fra le braccia. Volgendo la schiena al vento, tentava di riparare il piccolo coi propri indumenti, pur avendo indosso solo una logora veste estiva. Martin uscì e la invitò a entrare. Una volta in casa, le offrì un po' di pane e della zuppa. - Mangia, mia cara, e riscaldati - le disse.
Mangiando, la donna gli disse chi era: - Sono la moglie di un soldato. Hanno mandato mio marito lontano otto mesi fa e non ne ho saputo più nulla. Non sono riuscita a trovare lavoro e ho dovuto vendere tutto quel che avevo per mangiare. Ieri ho portato al monte dei pegni il mio ultimo scialle.
Martin andò a prendere un vecchio mantello. - Ecco - disse. È un po' liso ma basterà per avvolgere il piccolo.
La donna, prendendolo, scoppiò in lacrime. - Che il Signore ti benedica.
- Prendi - disse Martin porgendole del denaro per disimpegnare lo scialle. Poi l’accompagnò alla porta.
Martin tornò a sedersi e a lavorare. Ogni volta che un'ombra cadeva sulla finestra, sollevava lo sguardo per vedere chi passava. Dopo un po', vide una donna che vendeva mete da un paniere. Sulla schiena portava un sacco pesante che voleva spostare da una spalla all'altra. Mentre posava il paniere su un paracarro, un ragazzo con un berretto sdrucito passò di corsa, prese una mela e cercò di svignarsela. Ma la vecchia lo afferrò per i capelli. Il ragazzo si mise a strillare e la donna a sgridarlo aspramente.
Martin corse fuori. La donna minacciava di portare il ragazzo alla polizia. - Lascialo andare, nonnina - disse Martin. - Perdonalo, per amor di Cristo.
La vecchia lasciò il ragazzo. - Chiedi perdono alla nonnina - gli ingiunse allora Martin.
Il ragazzo si mise a piangere e a scusarsi. Martin prese una mela dal paniere e la diede al ragazzo dicendo: - Te la pagherò io, nonnina.
- Questo mascalzoncello meriterebbe di essere frustato - disse la vecchia.
- Oh, nonnina - fece Martin - se lui dovesse essere frustato per aver rubato una mela, cosa si dovrebbe fare a noi per tutti i nostri peccati? Dio ci comanda di perdonare, altrimenti non saremo perdonati. E dobbiamo perdonare soprattutto a un giovane sconsiderato.
- Sarà anche vero - disse la vecchia - ma stanno diventando terribilmente viziati.
Mentre stava per rimettersi il sacco sulla schiena, il ragazzo sì fece avanti. - Lascia che te lo porti io, nonna. Faccio la tua stessa strada.
La donna allora mise il sacco sulle spalle del ragazzo e si allontanarono insieme.
Martin tornò a lavorare. Ma si era fatto buio e non riusciva più a infilare l'ago nei buchi del cuoio. Raccolse i suoi arnesi, spazzò via i ritagli di pelle dal pavimento e posò una lampada sul tavolo. Poi prese la Bibbia dallo scaffale.
Voleva aprire il libro alla pagina che aveva segnato, ma si apri invece in un altro punto. Poi, udendo dei passi, Martin si voltò. Una voce gli sussurrò all'orecchio: - Martin, non mi riconosci?
- Chi sei? - chiese Martin.
- Sono io - disse la voce. E da un angolo buio della stanza uscì Stepanic, che sorrise e poi svanì come una nuvola.
- Sono io - disse di nuovo la voce. E apparve la donna col bambino in braccio. Sorrise. Anche il piccolo rise. Poi scomparvero.
- Sono io - ancora una volta la voce. La vecchia e il ragazzo con la mela apparvero a loro volta, sorrisero e poi svanirono.
Martin si sentiva leggero e felice. Prese a leggere il Vangelo là dove si era aperto il libro. In cima alla pagina lesse: Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste. In fondo alla pagina lesse: Quanto avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me.
Così Martin comprese che il Salvatore era davvero venuto da lui quel giorno e che lui aveva saputo accoglierlo.

Morgan: video, ‘Canzone per Natale’


Morgan: Canto di Natale



Canzone per Natale
Canzone per Natale
Le finestre accese e le ombre tutte quante
insieme a conversare
Nelle strade tetre del quartiere un nuovo
centro commerciale
Alberi che puntualmente, giorno dopo giorno,
vengono a mancare
Canzone per Natale
Soltanto per Natale
Tornò dalle battaglie perse e si dimenticò la strada
Poi errando si svagò avagando un po' al museo
di scienza naturale
Faceva proprio finta di sapere dove andare!
Sognò di festeggiare
Le nozze di Natale
C'è il temporale
E nelle case
la luce si fa artificiale
s'è fatto buio
E si racconta la vera storia di Napoleone
C'è il temporale
E anche se non fosse stato Natale
T'avrei amata uguale

X Factor 5, sesta puntata: eliminato Vincenzo, Morgan senza squadra (già era senza voglia...)

Al ballottaggio sono finiti Vincenzo, squadra Morgan e Jessica….gossip di Morgan (o…degli autori?!).

Arisa e Elio eliminano Vincenzo. Morgan rimane senza squadra ma…con Jessica
Sarebbe meglio se desse un’occhiata artistica a Francesca.  

Morgan senza squadra lo trovo sprecato;  ma il suo interesse per questa edizione di X Factor 5 - fatta fintamente male – è pari al mio per un documentario sull’accoppiamento degli acari. 

P.S: mi sorge un dubbio…non è che Morgan ha “eliminato” Calvetti…

giovedì 22 dicembre 2011

Governo Monti, manovra economica: fiducia dal Senato



La manovra è legge. Monti: “Cominciata la fase due”

Calano i sì al Governo di Mario Monti in Senato. Rispetto ai 281 voti favorevoli della fiducia al Governo dello scorso 17 novembre i sì alla fiducia sulla manovra oggi sono stati 257, cioè 24 in meno rispetto ai 281 di novembre. Ai no della Lega vanno aggiunti l'Idv, Svp e Union Valdotaine: oggi se ne sono registrati 41, erano 25.

Hanno votato contro i senatori di Lega, Idv, Svp e Uv nonchè Esteban Caselli (Pdl). Fra gli assenti Ciarrapico, l'ex Guardasigilli Palma, Mantovani, Fazzone, Longo, Paravia (Pdl), Filippi, Poli Bortone e Menardi (Coesione nazionale), Oliva (Mpa), Contini e Digilio (Fli), Musi, Crisafulli, Zavoli e Randazzo (Pd). Assenti ache i senatori a vita Andreotti, Ciampi, Levi Montalcini, Pininfarina, Scalfaro.

Monti: Ora subito la fase due, ma è già cominciata
E' cominciata la fase due dell'azione di governo? "La fase due è già cominciata, era dentro la fase uno. Adesso verrà sviluppata a grande velocità". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, conversando con i cronisti dopo il voto di fiducia al Senato. "Mi pare di capire - ha aggiunto il premier che il decreto legge (salva - Italia) è definitivamente approvato. Sono contento".

Musica in streaming: arriva Deezer ma c’è già (gratis) Grooveshark



Tutti i brani che vuoi, online, sempre e ovunque. Il mondo della musica online sta passando a una nuova fase, quella dello streaming.

Musica in streaming. Così come per i video di Youtube, Così come per i video di Youtube, l'ampiezza attuale della banda utilizzata dalla maggior parte degli utenti permette la fruizione in streaming di canzoni musicali ad alta qualità. Non sarà necessario scaricare completamente un brano nel proprio Pc per ascoltarlo: con lo streaming la musica viene scaricata e riprodotta nello stesso momento.

Arriva Deezer. Alcuni media hanno riportato la notizia dell'arrivo in Italia di Deezer, sito di streaming musicale on demand che dalle prossime ore sarà attivo anche in Italia con il suo catalogo di oltre tredici milioni di brani. Nato in Francia nel 2007, con i suoi 20 milioni di utenti vuole scardinare la regola base di molti dei suoi competitor, Itunes su tutti, ovvero

Libia, post Gheddafi: “non spegnete i riflettori”



Che fine ha fatto la Libia? Il nuovo ministro: "Non spegnete i riflettori"
Dopo 8 mesi di guerra civile e dopo la morte di Gheddafi, sulla Libia è calato il silenzio mediatico. Il Ministro libico per la gioventù e lo sport, in visita a Roma, lancia un appello: "non spegnete i riflettori sul nostro paese".
di Valentina Valente

Tornare a parlare di Libia può sembrare strano, dopo l'oblio mediatico in cui è caduta questa nazione, fino a due mesi fa al centro delle cronache di tutto il mondo. Il tentativo di ricostruire democraticamente un paese sconvolto da 40 anni di dittatura e da 8 mesi di sanguinolenta guerra civile non fa più notizia, o almeno, non quanto le vessazioni sul cadavere del dittatore, trasmesse per giorni in mondo visione. Fine dello show. Il tiranno è morto, poco importa come e perché.
Il silenzio è calato sulla Libia, e sulle storie che hanno preceduto o seguono quel 20 ottobre. Come quella di Fathi Terbil, giovane avvocato trentenne e attuale Ministro dello sport e della gioventù nel nuovo governo di transizione libico. Terbil ha da poco ricevuto a Bruxelles il XVI Premio Internazionale per i Diritti Umani Ludovic Trarieux, per il suo impegno nella difesa dei parenti delle vittime del massacro nel carcere di Abu Salim nel 1996, quando 1200 detenuti, rei di aver protestato contro le condizioni disumane di detenzione, furono uccisi in meno di due ore.

Il paese reale: vita da pendolari


Pendolaria 2011: nuovi tagli e ulteriori disagi sui treni dei cittadini

Tagli, inevitabili incertezze e aumento dei disagi per i cittadini. È estremamente negativo il quadro che emerge dal nuovo rapporto Pendolaria2011 di Legambiente sui treni per i pendolari. L'associazione ha organizzato (il 19 dicembre), una giornata di mobilitazione, con iniziative nelle principali città italiane, per chiedere più treni per i pendolari, nuove carrozze e migliori servizi.
Nell’ambito della campagna Pendolaria, Legambiente ha monitorato i tagli al servizio ferroviario e gli aumenti tariffari già realizzati in molte Regioni nel 2011, che appaiono assai rilevanti e che, in assenza di un nuovo intervento, si aggraveranno nei prossimi mesi.
Meno 20% in Veneto, meno 13% nelle Marche, meno 12% in Liguria, meno 10% in Abruzzo e Campania: questi sono soltanto alcuni numeri relativi ai tagli dei treni per i pendolari attuati nel 2011 nelle Regioni italiane malgrado l'aumento degli utenti (+ 7,8%) che hanno raggiunto quota 2 milioni e 830 mila. E nel 2012 la situazione non migliorerà, considerati i nuovi tagli previsti dalla manovra economica del Governo Monti.
“I tagli ai treni pendolari devono essere assolutamente fermati – ha affermato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – non è possibile accettare che un servizio utilizzato ogni giorno da quasi 3 milioni di persone sia abbandonato al degrado e all’incuria. Chiediamo a Governo e Regioni di cambiare direzione e di guardare finalmente alle città come priorità per gli investimenti nelle infrastrutture, comprando treni e potenziando il servizio”.

Il paese reale: le corporazioni


da: la Repubblica

L’egoismo delle corporazioni
di Nadia Urbinati

Il Governo Monti è come altri governi in passato condannato a fare i conti con la più profonda anomalia italiana: uno stato di diritto moderno appoggiato su una società civile composita, in parte liberale e in parte strutturata per gilde di tipo feudale. La contraddizione è stridente ma diventa palese e pesante quando il Paese si trova a fronteggiare crisi di sistema, siano esse di tipo economico o politico; quando, in altre parole, la radicalità dei problemi richiede interventi che, se attuati, eroderebbero aggregazioni corporative e i privilegi di chi ne è parte.
Nell´emergenza del primo dopoguerra il liberalismo perse insieme allo stato di diritto, di fronte a una società civile che non riuscì ad assorbire la liberalizzazione economica e a uno stato refrattario rispetto alla democratizzazione. In quegli anni furono pensatori “radicali” come Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Gaetano Salvemini e Luigi Einaudi a schierarsi contro il protezionismo e lo stato degli interessi corporativi, allora quelli agrari al Sud e al Centro, e quelli industriali al Nord: nel mezzo, una classe media che si assottigliava e che, prevedibilmente, si scagliò con i vicini di casa, gli operai sindacalizzati, i più vulnerabili e meno corporativi. A risolvere la contesa tra liberalismo e corporativismo fu, come sappiamo, il fascismo che ufficializzò la sconfitta del primo. Oggi, la storia sembra ripetersi (e c´è perfino chi vede nel duce un modello legittimato come “democrazia minore”).
Le corporazioni rappresentano una parcellizzazione egoistica della società e sono l´ostacolo peggiore alla solidarietà di cittadinanza, della quale c´è soprattutto bisogno nei casi di crisi come questo. Sono anche una palla al piede per una società che è strutturalmente volta al passato.

Il Buongiorno di Massimo Gramellini


da: La Stampa

Viva la coerenza

La crisi non esiste. La crisi esiste però non riguarda l’Italia, quindi nessuna manovra. Faremo la manovra, ce la chiede l’Europa, ma non metteremo le mani nelle tasche degli italiani. Le metteremo solo a chi guadagna oltre 75 mila euro. Cioè, oltre 150 mila. Gli anni della laurea non valgono più per il computo della pensione. Chi ha detto che non valgono più? Ma forse toglieremo la tredicesima agli statali. Calma, ho detto forse. I ticket del ristorante restano garantiti solo a chi lavora più di 8 ore. Non abbiamo intenzione di limitare i ticket. Piuttosto alzeremo la pensione a 65 anni dal 2027. Era già stata alzata? Ok, allora aboliremo i piccoli comuni, ma non le province. Aboliremo le province e ridurremo gli stipendi dei parlamentari immediatamente. Entro marzo una commissione proporrà di ridurre lo stipendio dei parlamentari.

Salve, siamo il nuovo governo. La crisi esiste, è sempre esistita, possibile che non ve ne siate accorti? Dovremo aumentare l’Irpef di 3 punti sopra i 75 mila euro. Ho detto 75 mila? Volevo dire 100 mila. Non toccheremo l’Irpef. Va riaperto il tema dell’energia nucleare, ma sia chiaro: non si riapre il tema dell’energia nucleare. Ridurremo i compensi dei politici. Non tocca al governo ridurre i compensi dei politici. Noi faremo subito le liberalizzazioni. Contiamo di fare presto le liberalizzazioni. Speriamo di fare un giorno le liberalizzazioni. Le frequenze tv all’asta? Non se n’è discusso. Metteremo all’asta le frequenze tv. L’articolo 18 non è intoccabile. Chi ha parlato di toccare l’articolo 18? Ah, bloccheremo le pensioni del ceto medio-basso. E quelle le blocchiamo davvero. E’ una questione di coerenza.

Bonsai di Sebastiano Messina

da: la Repubblica

Il conto dei senatori

 

Quando abbiamo letto che al ristorante del Senato le lamelle di spigola con radicchio e mandorle costavano tre euro e trentaquattro centesimi, ci siamo illusi che la giusta ondata di indignazione popolare avrebbe indotto i parlamentari a dare l’esempio, almeno al ristorante. Accettando – loro che guadagnano undicimila euro al mese – di pagare almeno lo stesso conto che pagano i semplici cittadini quando vanno a pranzo in trattoria. Non è andata così. Appena i prezzi sul menù sono cambiati, i senatori sono spariti. E ora sei camerieri, due cuochi e un banconista sono stati licenziati perché agli onorevoli senatori sborsare sei euro per un piatto di spaghetti è parsa, evidentemente, un’insopportabile esagerazione. Il conto, ancora una volta, lo fanno pagare a qualcun altro.

mercoledì 21 dicembre 2011

X Factor 5, sesta puntata: brani assegnati, due manche

Puntata a due manche. Una a tema: colonne sonore, l’altra libera.

Preferisco Jerry Lee Lewis a Elvis Presley ma, ovviamente, ‘Breathless’ che ha fatto parte della colonna sonora di All’ultimo respiro non è per Vincenzo. Se Morgan lo avesse scelto sarebbe stato pura vivisezione!
L’altro brano è un capolavoro della musica italiana. Dopo lo scempio fatto dal giovane Silver in X Factor 3, è giusto che sia stata riproposta. Vincenzo dovrebbe dargli l’interpretazione che merita.
A Francesca è arrivato uno dei brani per i quali stravedo. E’ il suo vestito. Se non lo indossa come ha fatto con i Led Zeppelin, a casa a fare jam session con gli amici. Anche il secondo brano è di quelli con cui può spaccare. Vedremo.
A Nicole è toccato un brano che fu interpretato da un dono di Dio: Ella Fitzgerald, ma lei la eseguirà nella versione di Julie London. E’ una canzone che, personalmente, metto nella categoria frullaovaie ma Nicole, molto dotata vocalmente, riuscirà a farla bene perché non ha difetti sulle note basse e, comunque, ha un call center efficace….
Come sempre, Arisa sceglie un brano gigione per Antonella.


Alcuni brani hanno fatto parte di più film ma riporto quanto preso dal sito Sky.

Under donne
Francesca          The House of the rising sun (The Animals dal film Casinò)
Jessica              Un ano d’amor (Mina nella versione di Luz Casal dal film Tacchi a Spillo)
Nicole               Cry me a river (versione di Julie London dal film V per Vendetta)


Under uomini
Vincenzo          Suspicious Mind (Elvis Presley dal film All’ultimo respiro).


Over
Antonella        The world is not enough (Garbage dall’omonimo 007)


Gruppi
I Moderni      Diamonds are a girl’s best friend (versione di Nicole Kidman dal film Moulin Rouge)

Altra manche

Under donne  
Francesca       You shook me (all night long) (AC/DC)
Jessica           We don’t need another hero (Tina Turner)
Nicole             Ain’t nobody (Chaka Khan nella versione di Mary J Blige)


Under uomini
Vincenzo        La donna cannone (Francesco De Gregori)


Over
Antonella       Disincanto (Mango)


Gruppi
I Moderni      Don’t go breaking my heart (Elton John)
 

The Animals: ‘House of the Rising Sun’


Questo è uno dei brani per i quali vado pazza dal primo momento in cui l’ho sentito. Prossimamente, ne proporrò un altro che ho recentemente incontrato nella colonna sonora di un film.

Anche ‘House of the rising sun’ è stato più volte presente nelle colonne sonore del cinema, come in ‘La meglio gioventù’ e ‘Cento passi’, due grandi film italiani.


Certi post su Alessandra Amoroso e Emma Marrone


Quando leggiamo articoli e post abbiamo impressioni diverse. Possiamo ritenerli interessanti, condivisibili, non condivisibili, faziosi, corretti. O inutili.
Quando leggo alcuni articoli e/o post mi chiedo che senso abbiano.

Ci capito raramente nel sito ‘Tvblog’, perché è raro trovarci Italo Moscati. Ho letto qualche articolo (è un giornalista?!) o post di Malaparte. Non ho capito (senza ironia) ciò che ha scritto sullo spettacolo di Fiorello. Poco male.
Ieri, mi è caduto l’occhio su un post dedicato ad Alessandra Amoroso ed Emma Marrone che sosteneva questi tesi: ok che sono nate in un talent (tralascio di commentare la denominazione talent per Amici), ma questo non significa che debbano fare le tappabuchi.
Le tappabuchi? Francamente, non so se ridire o preoccuparmi.

Alessandra Amoroso ed Emma Marrone sono nate ad Amici (per quanto…era da tempo che giravano per entrare nel mondo della musica professionista). Lì sono state accolte dalla signora Fascino, all’anagrafe: Maria De Filippi, che ha “strategicamente” creato un’alleanza con le case discografiche. “Io vi do ciò che piace al mio target e, quindi, ve lo metto a disposizione, voi date a questi ragazzi uno spazio discografico = non si dirà più che la mia è una fabbrica di sogni, avrò contribuito a creare qualche posto di lavoro, voi farete cassa velocemente ammortizzando i fondi di magazzino”. Questo sarebbe il talent ‘Amici’.
Orbene.

Nell’ambito della suddetta logica, le Amoroso e le Marrone vanno in ogni dove. Nell’ambito della suddetta logica, la De Filippi le invita perché questo si è aspetta il suo pubblico che le grida: Mariaaahhh!!!! e le case discografiche che vogliono promuovere le canzoni dei polli d’allevamento covati dalla De Filippi e dalle medesime major. Perché Emma Marrone “doveva vincere” Amici e così è stato.
Se X Factor è finzione in sé, perché non talent ma provino discografico della Sony fatto in tv, Amici è altrettanto finto da quando esiste il sodalizio De Filippi e case discografiche.

Detto quanto sopra. Meno male, per l’Amoroso e la Marrone, che la De Filippi e altri programmi del modello del berlusconismo le chiamano. Ecco perché mi fa ridere quel post di Tvblog. C’è qualcuno che crede che l’Amoroso e la Marrone possano permettersi di allontanarsi dalla chioccia De Filippi? Che possano evitare di presenziare in ogni programmuccio televisivo dove incontrano il target per le quali sono nate “artisticamente”?
Sì, venderanno più dischi di Carta e Scanu. Sono più in evidenza rispetto a questi due, ma se non si mantenesse un legame con la signora Fascino e con quei programmi del modello del berlusconismo visti da gente cui piacciono le loro canzoni, sarebbero già nel limbo dei dispersi.

A proposito della loro canzoni…
Non mi sovviene un termine più soft. Ciò che cantano, e spesso come lo cantano, mi fa mediamente cagare.
Ho sentito recentemente Alessandra Amoroso è ho trovato orrendo il suo gridare, tirare, anziché alzare di ottava. Certo. Se canti quegli orrori tutti uguali, gridando puoi confondere i mononeuronici che si sentiranno “emozionati”. Io penso che tutto questo non sia musica e non sia il modo di interpretarla.
E pensare che Alessandra Amoroso più di Emma Marrone (con buona pace di Vecchioni che dal Festival di Sanremo l’ha scambiata per un incrocio tra Mina e Janis Joplin) avrebbe delle doti vocali.
Le manca tutto il resto. Comprensibile, data la casa discografica: Sony (non che Universal sia meglio...).

Il paese reale: dimessi dalle aziende, senza lavoro e senza pensione

Allora Fornero, che si fa per coloro che sono stati “convinti”, “invogliati” dalle aziende a togliersi dalle palle e, oggi, con la “riforma strutturale” del sistema pensionistico si trovano senza pensione.
Ce la vogliamo far scendere una lacrimuccia per questi, o no?


da: Il Fatto Quotidiano

Dimessi dall’azienda e ora senza pensione
Ecco le vittime della manovra
Sono stati incentivati a lasciare il lavoro, ma ora restano senza reddito. Il superscalone li costringe ad altri 5-6 anni di attività, ma un'entrata a fine mese non ce l'hanno più. Per esempio i 5000 ex dipendenti delle Poste sono finiti nel limbo

Una nuova polemica emerge dalle pieghe della riforma pensionistica. Stavolta riguarda i lavoratori “esodati” che qualcuno, addirittura, definisce “soprannumerari”, figli illegittimi di aziende fallite o che si sono licenziati in previsione della pensione a portata di mano nel 2012 o 2013. E che ora si trovano in una terra di nessuno, fuori dal lavoro e con la riva della pensione che si allontana di colpo aprendo la prospettiva a un vuoto di reddito spaventoso. In seguito alla riforma Monti-Fornero esistono in circolazione alcune decine di migliaia – stima sindacale – di lavoratori che prevedendo una pensione a portata di mano hanno accettato “esodi” volontari da parte di aziende in ristrutturazione oppure si sono licenziati con buonuscite commisurate agli anni mancanti alla pensione. Solo che adesso quest’ultima si è allontanata di 5 o 6 anni grazie al “superscalone Fornero”. I sindacati chiedono che per questi lavoratori valgano le vecchie regole ma non hanno ricevuto alcuna rassicurazione da parte dell’esecutivo che si è detto pronto a esaminare il dossier ma che non ha preso impegni.

IL CASO forse più eclatante riguarda le Poste, dove circa 5000 dipendenti (ma molti lavoratori parlano di 7000 unità) hanno concordato con l’Azienda un esodo incentivato e oggi sono a metà strada. Il sindacato ha chiesto un incontro urgente all’azienda che però non ha dato nessuna risposta. Sulla Rete si possono trovare testimonianze come questa: “Ho maturato ad oggi 39 anni e 2 mesi contributivi. Lavoro in Poste Italiane come dirigente d’ufficio. In aprile mi hanno proposto di farmi accompagnare alla pensione che maturavo a fine 2012. Ho iniziato a lavorare giovane, ho studiato e mi sono laureato mentre lavoravo e pagavo i contributi. Ora con la nuova normativa mi trovo senza stipendio e dovendo pagare i contributi per due anni. Poste dice che il firmato è consensuale e che continuare a lavorare è impossibile. Quindi dal primo gennaio 2012 sono a casa, accompagnato non al meritato riposo dopo quaranta anni di contribuzione, ma al patibolo”.

ECCO UN’ALTRA testimonianza: “Mi ritrovo il 31 gennaio 2012 con 57 anni di età e 35 anni di contributi. Dalla fine di dicembre 2011 entrerò in mobilità per 3 anni (azienda fallita). Alla fine della mobilità avrò 59 anni e 11 mesi con 38 anni di contributi. Se non viene modificata la legge ho due opzioni: la prima pagare i contributi volontari per 4 anni e 3 mesi oppure aspettare altri 6 o 7 anni per la pensione di vecchiaia. In entrambi i casi senza nessun reddito”. A volte le cose sono più complesse: “Sono uscita dalle Poste il 1 di luglio: mi hanno proposto di licenziarmi (dopo 35 anni e 6 mesi di lavoro, a 59 anni) in cambio dell’assunzione part-time di mia figlia. Ho accettato perché avevo la pensione a portata di mano ma ora con la riforma sono diventati 5 anni e mezzo!”.

A PARTE l’atipica procedura che seguono le Poste nelle assunzioni dei familiari, è evidente che la nuova norma provoca un impatto molto pesante su chi resta senza reddito. A essere subissato da queste lettere è soprattutto il Pd che aveva fatto precise promesse sulle pensioni di anzianità – “i 40 anni di contributi non si toccano” – ma che invece ha dovuto e voluto ingoiare diversi rospi e ora deve rendere conto. Ne è consapevole Cesare Damiano che proprio sugli “esodati” ha presentato l’ordine del giorno alla Camera, accolto dal governo, e che ora punta a risolvere questo problema insieme a quello dei lavoratori “precoci”, cioè lavoratori che hanno iniziato a lavorare davvero molto presto e che raggiungono i 42 anni di contributi prima dei 62 anni di età e quindi sono soggetti a “penalizzazione”. Gli occhi sono puntati sul “decreto milleproroghe”, quel provvedimento monstre con cui i vari governi hanno sempre ovviato a tutti gli errori o inadempienze prodotti dalle scadenze stabilite nelle varie leggi e non rispettate. “Il problema dei lavoratori precoci può trovare soluzione nel “milleproroghe – dice a Il Fatto Quotidiano l’ex ministro del Welfare Cesare Damiano (Pd) che assicura la presentazione dell’emendamento per cacellare la penalizzazione – per gli “esodati”, invece, vogliamo un intervento rapido del governo”. Ma Monti e Fornero sono d’accordo? Damiano afferma che la “disponibilità del governo sta nel fatto che ha accolto un ordine del giorno e che ora deve tradurre in una disposizione normativa”. Il ministro Elsa Fornero ha detto che studierà il dossier. Gli strasichi della sua riforma sono molto più difficili da gestire del previsto.

Stefano Rodotà: ‘Se l’articolo 18 diventa un lusso’


da: la Repubblica 

Gli effetti del decreto “Salva Italia” dureranno a lungo, perché redistribuiscono poteri e risorse. Per questo non è possibile far tacere lo spirito critico, né pretendere una sorta di acquiescenza sociale, alla quale giustamente i sindacati hanno detto di no.
Il decreto, infatti, tocca profondamente vita e diritti delle persone.
I diritti sono diventati un lusso? L´”età dei diritti” è al tramonto? Di questo discutiamo in questi tempi difficili, e non solo in Italia. E´ tornata l´insincera tesi dei due tempi: prima risolviamo i problemi dell´economia, poi torneranno i bei tempi dei diritti. “Prima la pancia, poi vien la morale” – fa dire Bertolt Brecht a Mackie Messer nel finale del primo atto dell´Opera da tre soldi. Ma l´esperienza di questi anni ci dice che di quel film viene sempre proiettato solo il primo tempo.
Vi è una ricerca francese sui diritti sociali intitolata “Droits des pauvres, pauvres droits”. Dunque, “diritti dei poveri, poveri diritti”: diritti sempre più deboli per i più deboli, e che non si sa che fine faranno. Oggi siamo di fronte ad interventi caratterizzati da una forte asimmetria sociale, che fanno crescere ancora di più la diseguaglianza. Ma qual è la soglia di diseguaglianza superata la quale è a rischio la stessa democrazia? Siamo consapevoli che stiamo passando per un numero crescente di persone dall´”esistenza libera e dignitosa”, di cui parla l´articolo 36 della Costituzione, ad una situazione che spinge verso la pura sopravvivenza biologica?
Proprio nei tempi difficili bisogna parlare dei diritti. Senza conservatorismi, si dice. E allora, poiché il Governo annuncia interventi nella materia del lavoro, usciamo da schemi inutili e aggressivi come quelli che mettono al centro la modifica dell´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Uno sguardo sull´immediato futuro, realistico e lungimirante, esige che si affronti una revisione dei regimi di sicurezza sociale nella prospettiva del riconoscimento di un diritto ad un reddito universale di base. Di questo si discute da tempo, come mostra un libro appena pubblicato da Giuseppe Bronzini. Si potrebbe così cominciare ad invertire la rotta: dalla sopravvivenza di nuovo verso l´esistenza, ricongiungendosi anche ad una precisa indicazione dell´articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea: “al fine di lottare contro l´esclusione e la povertà, l´Unione riconosce e rispetta il diritto all´assistenza sociale e all´assistenza abitativa volte a garantire un´esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti”.
Si è detto che l´Italia deve riguadagnare la dimensione europea, rifiutata nei tempi del berlusconismo. Ma, se si vuole che i cittadini non guardino all´Europa solo come fonte di imposizioni e di sacrifici, bisogna ricordare quel che disse il Consiglio europeo nel 1999: «La tutela dei diritti fondamentali costituisce un principio fondatore dell´Unione europea e il presupposto indispensabile della sua legittimità».

martedì 20 dicembre 2011

Richard Gere: American gigolò, All’ultimo respiro…’Breathless’

Ho stampata nella memoria la scena iniziale di American Gigolò con Richard Gere su una Mercedes decapottabile, al suono di ‘Call me’, splendido brano critto da Giorgio Moroder e interpretato da Blondie.
Ma…mi ricordo anche di alcun sequenze di ‘All’ultimo respiro’ di Jim McBride, remake del film francese ‘Fino all’ultimo respiro’.
Il film di Bride, interpretato da Richard Gere e Valerie Kaprisky, aveva una colonna sonora di quelle che dimostrano quanto le scelte musicali non siano secondarie a sceneggiatura, regia, interpretazione.
E tra i brani della colonna sonora – io che metto prima Jerry Lee Lewis a Elvis Presley – scelgo: ‘Breathless’.

E, allora, ecco tre video. Il primo è la scena iniziale di American Gigolò, il secondo la scena finale di All’ultimo respiro e il terzo è Jerry Lee Lewis con ‘Breathless’

P.S. non mi pare di vedere in giro delle Valerie Kaprisky…  
 

American Gigolò – Richard Gere


All’ultimo respiro – Richard Gere & Valerie Kaprisky



Jerry Lee Lewis – ‘Breathless’


 

Mediaset: la fusione con Dmt al vaglio dell'Antitrust


L’operazione di acquisto da parte di Mediaset del 60% di Dmt – la società proprietaria delle torri di trasmissione delle frequenze – sta subendo alcuni rallentamenti causa Antitrust.
L’acquisizione doveva concludersi entro la fine di quest’anno senza un’opa (offerta pubblica d’acquisto). Scadenza che rischia di non essere rispettata, anche se, i legali dell’azienda di Cologno Monzese stanno lavorando per rispondere all’Antitrust. Entro questa settimana, dovrebbero risolversi tutti i punti in sospeso per arrivare a concludere quell’affare che consentirà a Mediaset di accentrare le richiese degli operatori media che vogliono offrire servizi televisivi. Senza le torri, non si può dare vita o mantenere il segnali tv.
Proprio per quest’assunzione monopolistica, l’Antitrust sta ponendo paletti all’operazione.

Mediaset deve garantire l’accesso al servizio a tutti gli operatori tv e di tlc che ne faranno richiesta. Più precisamente, l’Antitrust scrive che Mediaset: “dovrà rendere pubblico un listino dove saranno indicati l’ubicazione dei punti di accesso, il prezzo base dei servizi e le condizioni contrattuali”. I prezzi “dovranno rimanere bloccati e non potranno essere peggiorativi rispetto a quelli oggi praticati da Dm”.
Inoltre, la società che nascerà dalla fusione tra Dmt ed Elettronica Industriale (già controllata da Mediaset) dovrà rendere trasparente la governance, restare quotata e sarà soggetta a verifiche semestrali da parte dell’Authority.

L’interesse di Mediaset per l’acquisizione di Dmt deriva dall’esigenza di differenziare le opportunità di business nel 2012 che si annunciano difficili per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria.
Così sostengono gli analisti della famosa e discussa banca d’affari Goldman Sachs che ipotizzano un calo di ascolti (e quindi di entrate pubblicitarie) da -3 a – 6% per il 2012 (tv Italia e Spagna).

Sul futuro della società, il proprietario nonché ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, prima di sentire le parole di Corrado Passera domenica scorsa a ‘Che tempo che fa’ ha detto che la sua azienda non farà offerte per nuove frequenze perché i costi sono elevati.

fonte: MF

Chiesa, Ici: i privilegi e le ambiguità della legge


da: la Repubblica

I privilegi della Chiesa e l’ambiguità della legge
di Miguel Gotor

Le polemiche sul pagamento dell´Ici da parte della Chiesa cattolica lasciano riaffiorare un fascio di atteggiamenti antichi. Da un lato c´è l´impuntatura anticlericale, carica di pregiudizi e di non poca disinformazione; dall´altro, la chiusura a riccio del fronte clericale che vede nella semplice sollevazione della questione un´aggressione alla Chiesa come istituzione.
Bisogna, invece, ragionare, a partire dal riconoscimento di alcuni dati di fatto. Il primo è la crisi economica che il Paese sta attraversando: l´attuale governo ha chiesto duri sacrifici, i cui effetti, sul terreno delle politiche sociali e assistenziali, sono oggi percepiti con preoccupazione dagli amministratori locali, ma non sono stati ancora compresi sino in fondo dalla cittadinanza e soprattutto dalle fasce più deboli della popolazione che pagheranno il prezzo più alto. In un simile contesto, se riconosciamo la criticità di questa fase storica, è giusto che qualunque istituzione presente in Italia si impegni più del normale e persino del dovuto per contribuire ad attutire le conseguenze dell´emergenza favorendo la raccolta delle risorse e il loro spostamento a protezione dei più deboli, avendo come stella polare il valore dell´equità.
Il secondo è il riconoscimento del ruolo sociale della Chiesa cattolica nel nostro Paese. Essa svolge una funzione di supplenza preziosa quanto silente, si pensi solo

lunedì 19 dicembre 2011

X Factor 5: Francesca Michielin


Ho visto e riascoltato Francesca Michielin.

Non è la prima volta. Quindi è anche un suo problema.
Le è mancata un po’ di grinta quando ha cantato ‘Higher Ground’ di Steve Wonder e anche con ‘Confusa e felice’ di Carmen Consoli nell’unico punto dove doveva “alzare”.
Per “alzare” non intendo solo il salire di ottava, ma quella grinta, quel pizzico di cattiveria, che si ottiene o alzanzo il tono o….credendo in ciò che si sta raccontando musicalmente, “sentendo” ciò che si sta cantando. Se un  brano un entra, non può uscire. Non arriva a chi ascolta.
Ascoltare il Mengoni senza svolazzi del cazzo e Noemi per rendersene conto.

Io continuo a ritenere che la confusione stia nel percorso di Simona Ventura. Se Francesca fosse con un altro dei giudici (non necessariamente Morgan) avrebbe dimostrato il suo vero spessore.
Bisogna però riconoscere che potrebbe trattarsi di scarsa personalità. E’ giovanissima e inesperta. Alla sua età sfonda solo chi ha una personalità notevole. Ma questa ce l’hanno coloro che sono vissuti ai “margini di periferia’ (oddio…va che mi viene in mente..uno che non seguo: il Ramazzotti). Cioè coloro che, nella breve vita, hanno già avuto esperienze che fanno crescere in fretta.
Una ragazza con una vita cosiddetta normale, che ama fare musica con gli amici, è nuova a certi ambienti e logiche. Ha bisogno di qualcuno vicino che la indirizzi e la supporti. E queste non sono né la Ventura né la vocal coach Paola Folli.

A questo punto, capire quali siano i limiti di Francesca e quale lo scotto che sta pagando per i limiti delle due sopracitate è cosa dura...Se magari Marco Castoldi in arte Morgan avesse voglia di darci una mano a capire…
Quel che invece mi è chiarissimo, è ciò che Fancesca Michielin ha dimostrato durante le selezioni e cantando ‘Someone like you’ di Adele: sa far suo il brano (d’accordo con Elio su questo giudizio).
Quindi, ritengo che se sia sparita il “merito” sia prevalentemene di Simona Ventura e Paola Folli più che di Francesca.
Una Francesca al livello dei provini faceva sparire la più brava vocalmente: Nicole, l’”erede” di Celine Dion con un call center efficace. Faceva sembrare ancor più ‘peracottara’ Jessica. Sarebbe stata la rivale numero uno di Antonella, l’outsider che deve arrivare in finale.

Tanto per essere chiari, e con ciò chiudo: non si tratta di assegnarle solo brani rock o blues, non si tratta di farla gridare. Tutt’altro. Perché gridano quelli che non sanno cantare e interpretare. Gridano i karaokisti.
Francesca ha voce, senso del pezzo, quindi può interpretare anche musica italiana, evitando – ovviamente – brani frullaovaie.

Domanda finale: ma se non si voleva una Francesca che ostacolasse altri “convogliati” a X Factor, perché è stata scelta?

Lo smemorato Tremonti


da: la Stampa

Il partito degli smemorati
di Michele Brambilla

È ricomparso ieri il più importante dei ministri del governo Berlusconi, Giulio Tremonti. Intervistato su Rai Tre da Lucia Annunziata, ha criticato la manovra del governo Monti: «Troppe tasse, pochi tagli alla spesa pubblica e niente per la crescita», ha detto in sintesi.

È probabile che, sentendolo, molti suoi colleghi di partito (o forse «ex» colleghi, visto che Tremonti ha cominciato la trasmissione dicendo che ormai «lavora in proprio», e l’ha finita non smentendo un suo passaggio alla Lega) si siano stropicciati gli occhi, credendo di sognare. Sono quei molti esponenti del Pdl che in questi anni hanno accusato proprio Tremonti di essere il «signor no» che ha bloccato ogni iniziativa volta alle liberalizzazioni, alla crescita, al taglio delle tasse. È vero che in questo Paese si dimentica tutto in fretta: ma ci vorrebbe un clamoroso deficit di fosforo per scordare che proprio all’interno del Pdl Tremonti è stato contestato da tutta un’ala (Brunetta, Crosetto e molti altri, per non dire di Martino che ormai da molto tempo è fuori dai giochi) che l’ha accusato di essere un ministro più statalista che liberista.

E non è un mistero che lo stesso Berlusconi abbia più volte considerato Tremonti un ostacolo alla linea che avrebbe voluto seguire.

Sempre facendo un piccolo sforzo di memoria, ci si ricorderebbe che nella manovra proposta in agosto da Tremonti era addirittura

Quelli dei ‘talent show’: Giusy Ferreri con il sistema nervoso a pezzi


da: http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/

Giusy Ferreri, lo sfogo dopo la malattia
"Operata per un polipo, ho il sistema nervoso a pezzi. E il mio team non mi salvaguarda"
 
"Operata per un polipo, ho il sistema nervoso a pezzi. Il mio team non mi salvaguarda, mando aff... tante persone". Dopo la paura, per Giusy Ferreri è arrivato il momento dello sfogo. Pubblicato dalla stessa cantante sul suo profilo Facebook e ripreso da Mondoreality e da Tvblog. Una pubblicazione che ha fatto e farà molto discutere, visto che la cantante, dopo aver affondato il colpo nei confronti dei suoi collaboratori, ha fornito una versione più "light", senza attacchi frontali al team.
Nella lettera, comunque, la cantante scrive di essere finalmente in possesso di un accesso per poter parlare con i suoi fan attraverso Facebook, e racconta - a tratti in maniera un po' sgrammaticata - di essere stata lontana dalle scene a causa di un intervento alle corde vocali per rimuovere un polipo (il 28 settembre 2011).

Vaclav Havel




Vaclav Havel aveva 75 anni. Da tempo era gravemente malato. La sua morte è una perdita non solo per la Repubblica Ceca ma per l’Europa intera che in lui riconosceva un’autorità morale di grande levatura.
Havel era comparso in pubblico per l’ultima volta una settimana fa in occasione della visita a Praga del Dalai Lama.
Insieme avevano lanciato un appello all’Onu in favore dei dissidenti del mondo intero. Dissidenti come Havel che, sotto il regime comunista, si battè per i diritti umani e divenne uno dei protagonisti della rivoluzione di velluto del 1989.
L’attuale presidente Klaus ha ricordato Havel che era diventato “il simbolo della moderna Repubblica Ceca e che grazie alla sua coraggiosa opposizione al totalitarismo era riuscito in qualità di primo presidente del paese a farci entrare in tempi brevi nel gruppo degli stati democratici d’Europa”
Havel era prima ancora che un politico un fine intellettuale, un uomo di teatro erede della tradizione mitteleuropea.
I suoi concittadini oggi hanno deposto fiori e acceso candele davanti all’abitazione. Un mesto pellegrinaggio a pochi giorni dal Natale.

Calcioscommesse: 17 arrestati tra cui Cristiano Doni


da: La Stampa

Nuova bufera scommesse: 17 arresti
Doni in carcere, fermati altri giocatori
Seconda parte dell'inchiesta "Last Bet". Gli inquirenti scoprono un'organizzazione con sede a Singapore:«Giocatori corrotti per falsare i risultati dei match»

Nuova bufera sul calcio. Gli uomini delle squadre mobili di Cremona, Brescia e Bologna e del Servizio centrale operativo della Polizia hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Cremona nell'ambito della seconda parte dell'indagine sul calcioscommesse.  Secondo l'accusa i 17 arrestati, tra cui spicca il nome di Cristiano Doni, appartenevano ad un'organizzazione criminale che truccava gli incontri e ora devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva.

La polizia ha scoperto un'organizzazione transnazionale con vertice a Singapore e basi operative nell’Europa dell’Est. Secondo la procura di Cremona, al vertice c’era un certo Eng Tan Seet, detto "Dan", che attraverso una rete di collaboratori a Singapore e nell’Europa dell’est lavorava per alterare incontri nei campionati italiani e in altri paesi. I giocatori e gli ex arrestati sarebbero stati corrotti per falsare i risultati degli incontri su cui l’organizzazione aveva scommesso forti somme di denaro.

‘Che tempo che fa’, Passera: no altra manovra, no frequenze tv gratis


da: Il Sole 24 ore

«Non c'è nessun altra manovra in arrivo». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, a margine della registrazione di "Che tempo che fa", riferendosi a quanto affermato oggi dall'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «Non è che il governo - ha aggiunto - funzioni solo di manovre». Con l'ultima manovra «abbiamo messo in sicurezza l'Italia ed evitato il rischio-Grecia che era ad un passo. Abbiamo recuperato in credibilità - ha aggiunto Passera - che è un pre-requisito di tutte le altre cose».

No alle frequenze tv gratis
«Verosimilmente non tollereremo» l'assegnazione gratuita delle frequenze tv, ha poi detto Passera. Il ministro non ha risposto chiaramente circa l'intenzione di fare un'asta: «può essere una cosa un po' diversa», ha detto, aggiungendo poi «dobbiamo trovare nuovi modi». «Penso - ha concluso - che questa cosa debba essere rivista profondamente».

venerdì 16 dicembre 2011

Frequenze tv: il governo annulla il beauty contest

da: http://it.reuters.com/

Frequenze tv, ok governo a annullare beauty contest assegnazione 

Il governo ha accolto l'ordine del giorno presentato dalla Lega e sottoscritto da Pd e Italia dei valori che impegna il governo ad annullare l'assegnazione delle frequenze televisive con il metodo del beauty contest, che non prevede il pagamento da parte delle emittenti.
Il testo dell'ordine del giorno impegna il governo "ad annullare il bando di gara per l'assegnazione di diritto d'uso di frequenze in banda televisiva ed il conseguente disciplinare di gara che finirebbero per implementare a titolo gratuito la già rilevante detenzione di frequenze dei soggetti già operanti e, conseguentemente, ad annullare il beauty contest, consentendo, fermo restando che nessun soggetto a regime possa detenere più di 5 multiplex complessivamente, la conversione in DVB-H degli attuali autorizzati che operano in tecnica DVB-H procedendo ad un beauty contest DVB-H o T2 per la sesta frequenza oggetto dell'attuale gara a cui non potranno partecipare coloro che avranno optato per la precedente conversione mentre le ulteriori 5 frequenze saranno successivamente oggetto di asta a titolo oneroso".

Manovra alla Camera: il governo ottiene la fiducia


Con 495 voti a favore, 88 contrari e 4 astenuti, la Camera ha approvato le modifiche varate dalla commissione al decreto presentato dal governo Monti.
Questa sera voto finale a Montecitorio e poi il provvedimento passerà per l’approvazione del Senato.

X Factor 5 è finto?


X Factor 5 è finto? Certo. Ma anche X Factor 1, X Factor 2, X Factor 3, X Factor 4.
E’ il talent in sé la finzione. Indipendentemente che sia su Raidue, su Sky o su altro canale.
Perché è solo un provino discografico della Sony fatto in tv. Niente di più, niente di meno.
I concorrenti sono “preselezionati”. Sono “convogliati” su quel palco. Per motivi commerciali che possono anche essere logici.
Le scelte dei giudici sono già preconfezionate. Margini di autonomia e manovra, pochi. Eppure, quei pochi margini consentirebbero di fare un buon provino discografico e anche di scovare un paio di talenti. Ma, e Morgan lo sa prima e meglio di chiunque altro, a Sony non fotte un cazzo che da questo programma escano talenti. Non gli servono talenti. Gli servono entrate di bilancio veloci e passeggere. Tanto è vero, che “investono” maggiormente su Amici per evidenti motivi di target. Il pubblico di Amici compra e scarica di più i karakoisti che lì si presentano.

E con questo, fino a nuovi eventi, non mi pare che ci si altro da aggiungere su X Factor.

Servizio Pubblico: Mannoia, Frankie Hi-nrg & Natty Fred ‘Non è un film’


X Factor 5, quinta puntata: eliminati Claudio e Valerio ma…non Morgan.


Nella puntata di ieri sera erano previste due eliminazioni.
Al ballottaggio andavano i tre meno votati, che sono stati: Valerio, Vincenzo e Claudio. A decidere la prima eliminazione era il “quinto giudice”: il pubblico. Che ha fatto fuori Valerio.
Al ballottaggio con verdetto dei giudici sono quindi finiti Vincenzo e Claudio. La Ventura elimina Claudio, Elio può decidere se scegliere o andare al tilt. Sceglie di eliminare Claudio.
Morgan rimane quindi con Vincenzo, Arisa con Antonella, Elio con I Moderni e Simona Ventura – che “deve vincere” X Factor – con Jessica, Nicole, Francesca per quanto tutte e tre stiano perdendo efficacia di puntata in puntata. Francesca è sparita; e non per colpa sua. La stanno salvando perché ha più qualità della Ventura. Jessica è sopravvalutata dalla Ventura, “apprezzata” da Morgan che così facendo la mette al centro dell’attenzione per provocare giudizi nel web.
Bene. Jessica non è certo Noemi. Nel senso che, oltre alle ben diverse differenze vocali tra le due, a Jessica manca tutto, ma proprio tutto, di Noemi….Non credo di dover ulteriormente dettagliare le differenze tra una che - lo scrivo senza ironia (per quanto..) – ha una personalità da mercato rionale (quella che serve per stare nel reparto polli d’allevamento delle major discografiche) e un’interprete della musica italiana che può ammaliare un teatro.

Conclusione…
1. continuo a “non capire” (nel senso che ritengo di aver capito perfettamente) che ci stia facendo a X Factor 5 Vincenzo, che il disco l’ha già pronto, vecchio o nuovo che sia. E’ stato mandato lì per “vedere l’effetto che fa”, quindi, le ipotesi sono due: problematiche caratteriali (non mi pare un soggetto molto “elastico” mentalmente) e/o un sospetto: che sia monocorde e quindi meno “usabile” di altri.
Al momento è ancora in gara perché salvato dalla Ventura che ha impedito che Morgan rimanesse senza squadra (anche se…dubito che gli sarebbe dispiaciuto, il suo interesse per questa edizione mi pare identico al mio, ma, ovviamente, posso sbagliarmi alla grande).
Anche Elio ha salvato Vincenzo ben sapendo che questi è già pronto per il mercato discografico. Non ha voluto vendicarsi in toto del gioco tattico di Morgan della scorsa puntata.
2. la puntata di ieri mi dice che Sony e gli autori del programma non possono ignorare le volontà di Morgan e/o controllarlo totalmente.
Buona giornata a tutti. Soprattutto a Marco Castoldi in arte Morgan.

Ci si ripiglia (forse, perchè X Factor 5 non rientra più tra i miei interessi).

Liberalizzazioni e frequenze televisive: una domanda a Corrado Passera


Come probabilmente saprete, alcune misure proposte nella manovra di Monti sono state stoppate perché alcune delle lobby più potenti in Italia si sono messe (come al solito) di traverso.

Sia Catricalà che Corrado Passera, hanno commentato mostrandosi pieni di “buon propositi”: andremo avanti, non ci fermeranno, ecc..
Ma nel leggere le dichiarazioni di quest’ultimo una domanda mi sovviene.

Dice Passera: “quello delle liberalizzazioni è un mondo difficilissimo dove le resistenze sono pazzesche. Quello che avevamo in mente lo porteremo fino in fondo. Ringrazio i tanti che hanno collaborato, meno chi si è messo di traverso».

Passo alla domanda: come vogliamo considerare le frequenze televisive?
Quelle che anziché essere sottoposte ad un’asta che potrebbe far incassare miliardi allo Stato saranno regalate a Rai e Mediaset.
Forse che, le frequenze televisive non siano classificabili tra le liberalizzazioni? Si vuole concedere la vendita di farmacia di fascia ‘C’ (quelli con ricetta medica) e consentire il trasporto pubblico anche a soggetti diversi dai tassisti e non si vuole, di fatto, far accedere al mercato televisivo altri operatori che non siano Rai e Mediaset e/o consentire a quelli presenti di rafforzarsi per offrire un servizio migliore e maggiormente diffuso.

Aspetto una risposta da Corrado Passera. O meglio: mi aspetto che qualche giornalista professionista indipendente e perché no, anche qualche “giornalista” che vuole fermare il duopolio Raiset, ponga la domanda a Passera e ottenga risposta.

Ritengo che Corrado Passera – e lo dimostrerà – sia il più politico tra quei tecnici. Ha una conoscenza della conduzione aziendale e anche, del mondo imprenditoriale, per il ruolo avuto sia in banche sia alla poste. Non dovrebbe metterci molto a trovare e capire alcuni meandri ancora non noti.
Con queste caratteristiche, non si può permettere di prendere per il sedere nessuno. Perché se lui conosce, c’è anche gente che conosce lui….