Bankitalia: nel 2010 famiglie più povere
Con la manovra stangata da 1.129 euro
Secondo uno studio
di via Nazionale in termini reali c'è stato un impoverimento. Un dato
confermato anche dalla stime preliminari per il 2011. Le stime dei consumatori
sull'impatto della Finanziaria
La crisi si fa
sentire per le famiglie italiane. Secondo quanto emerge dal supplemento al
bollettino statistico della Banca d'Italia dalla fine del 2007 - quando aveva
raggiunto i suoi livelli massimi - alla fine del 2010 la ricchezza netta delle
famiglie italiane (somma di attività reali e finanziarie) è diminuita del 3,2%
a 8.640 miliardi di euro. Sempre in termini reali la ricchezza complessiva è
scesa dell'1,5% tra il 2009 e il 2010. Di più, gli italiani stanno anche
ricomponendo i loro portafogli finanziari: più liquidità, meno azioni e meno
titoli di stato.
E con la manovra del governo Monti, secondo Adusbef e Federconsumatori, è in arrivo una stangata da 1.129 euro l'anno a famiglia, che, sommando anche le misure 2011 del governo Berlusconi, salgono a 3.160 euro.
Con un impatto sulla
capacità di consumo è del 7,6% annuo. Secondo i calcoli delle due associazioni,
a regime le ricadute della manovra in via di approvazione saranno pari a 197
euro di tagli e 932 euro di imposte. I tagli riguardano il mancato adeguamento
dell'indicizzazione delle pensioni oltre 1.000 euro (34 euro l'anno) e quelli
agli enti locali (163 euro l'anno). Per quanto riguarda invece le imposte la
tabella evidenzia 270 euro da aumenti dell'Iva, 405 euro per l'Imu prima casa,
120 euro per le accise sulla benzina, 47 euro per il bollo sui depositi, 90
euro per l'addizionale regionale allo 0,3%.E con la manovra del governo Monti, secondo Adusbef e Federconsumatori, è in arrivo una stangata da 1.129 euro l'anno a famiglia, che, sommando anche le misure 2011 del governo Berlusconi, salgono a 3.160 euro.
Per quanto riguarda il rapporto Bankitalia, nel dettaglio, alla fine del 2010 la ricchezza netta delle famiglie (al netto, cioè, delle passività finanziarie) è stata pari a 8.640 miliardi di euro. La ricchezza lorda era invece pari a circa 9.525 miliardi di euro, corrispondenti a poco meno di 400 mila euro in media per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 62,2% della ricchezza lorda, le attività finanziarie il 37,8%. Le passività finanziarie, pari a 887 miliardi di euro, rappresentavano il 9,3% delle attività complessive.
Secondo stime
preliminari, nel primo semestre 2011 la ricchezza netta delle famiglie sarebbe
leggermente aumentata in termini nominali (0,4%) per effetto di un aumento
delle attività sia reali (1,2%) sia finanziarie (0,4%), nonostante le passività
abbiano fatto registrare un incremento del 5,4%. Il numero di famiglie con una
ricchezza netta negativa, alla fine del 2008 pari al 3,2%, risulta invece in
lieve ma graduale crescita dal 2000
in poi.
A fine 2010 le abitazioni rappresentavano quasi l'84% del totale delle attività reali. Alla fine del 2010 la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane ammontava a oltre 4.950 miliardi di euro, corrispondenti in media a poco più di 200.000 euro per famiglia. La ricchezza in abitazioni, a prezzi correnti, è cresciuta tra la fine del 2009 e la fine del 2010 dell'1% (circa 48 miliardi di euro). La crescita è stata molto inferiore al tasso medio annuo del periodo 1995-2009 (circa il 5,9%), a causa del rallentamento delle quotazioni sul mercato immobiliare. In termini reali, la diminuzione della ricchezza in abitazioni rispetto al 2009 è risultata pari a circa lo 0,5%.
Per quanto riguarda le attività finanziarie, invece, il 43,2% era detenuto in obbligazioni private, titoli esteri, prestiti alle cooperative, azioni e altre partecipazioni e quote di fondi comuni di investimento. Il contante, i depositi bancari e il risparmio postale rappresentavano, invece, "il 30% del complesso delle attività finanziarie" mentre "la quota investita direttamente dalle famiglie in titoli pubblici italiani era pari al 5%".
L'aumento di circa "8 punti percentuali della quota di attività finanziarie in obbligazioni private italiane (dal 2,4 al 10,2 per cento) di quella in riserve tecniche di assicurazione (dal 10 al 18,6 per cento) sono state compensate dalla forte contrazione delle quote di attività finanziarie in depositi bancari e in titoli pubblici italiani (rispettivamente dal 30,2 al 18,3 e dal 18,9 al 5 per cento)". Sul versante delle passività, a fine 2010 quelle finanziarie erano costituite "per circa il 41% da mutui per l'acquisto dell'abitazione" mentre "la quota di indebitamento per esigenze di consumo ammontava a circa il 13,6 per cento".
Negli ultimi due anni, secondo Bankitalia, è "fortemente rallentata la dinamica del valore dei mutui per l'acquisto dell'abitazione: l'incremento si è stabilizzato sul 2% annuo contro un valore di circa il 16% annuo del periodo 1995-2009". Ancora più forte la decelerazione accusata dal credito al consumo, che è passato dal 20,5% in media nel periodo 1995-2009 al 4,8% fra il 2009 e il 2010.
A fine 2010 le abitazioni rappresentavano quasi l'84% del totale delle attività reali. Alla fine del 2010 la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane ammontava a oltre 4.950 miliardi di euro, corrispondenti in media a poco più di 200.000 euro per famiglia. La ricchezza in abitazioni, a prezzi correnti, è cresciuta tra la fine del 2009 e la fine del 2010 dell'1% (circa 48 miliardi di euro). La crescita è stata molto inferiore al tasso medio annuo del periodo 1995-2009 (circa il 5,9%), a causa del rallentamento delle quotazioni sul mercato immobiliare. In termini reali, la diminuzione della ricchezza in abitazioni rispetto al 2009 è risultata pari a circa lo 0,5%.
Per quanto riguarda le attività finanziarie, invece, il 43,2% era detenuto in obbligazioni private, titoli esteri, prestiti alle cooperative, azioni e altre partecipazioni e quote di fondi comuni di investimento. Il contante, i depositi bancari e il risparmio postale rappresentavano, invece, "il 30% del complesso delle attività finanziarie" mentre "la quota investita direttamente dalle famiglie in titoli pubblici italiani era pari al 5%".
L'aumento di circa "8 punti percentuali della quota di attività finanziarie in obbligazioni private italiane (dal 2,4 al 10,2 per cento) di quella in riserve tecniche di assicurazione (dal 10 al 18,6 per cento) sono state compensate dalla forte contrazione delle quote di attività finanziarie in depositi bancari e in titoli pubblici italiani (rispettivamente dal 30,2 al 18,3 e dal 18,9 al 5 per cento)". Sul versante delle passività, a fine 2010 quelle finanziarie erano costituite "per circa il 41% da mutui per l'acquisto dell'abitazione" mentre "la quota di indebitamento per esigenze di consumo ammontava a circa il 13,6 per cento".
Negli ultimi due anni, secondo Bankitalia, è "fortemente rallentata la dinamica del valore dei mutui per l'acquisto dell'abitazione: l'incremento si è stabilizzato sul 2% annuo contro un valore di circa il 16% annuo del periodo 1995-2009". Ancora più forte la decelerazione accusata dal credito al consumo, che è passato dal 20,5% in media nel periodo 1995-2009 al 4,8% fra il 2009 e il 2010.
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