mercoledì 29 giugno 2016

Brexit: “No, non riuscirete a mettere noi vecchi contro i giovani”



da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Michele Fusco

No, non siamo noi vecchi ad avere chiuso le porte d’Europa ai giovani che spingono. Non siamo noi i nemici, gli avversari, gli egoisti che pensano solo a quel che resta da vivere e degli altri chissenefrega. Questa rappresentazione della Brexit non è più neanche sotterranea, non viene diffusa dal solito disordinato circuito social, ma da solidi analisti che scelgono la via più conflittuale e demogogica: mettere gli uni contro gli altri, consegnarci a una lotta tra padri e figli che nessuno ha mai voluto nè cercato. Immaginare che attraverso i numeri di questa consultazione referendaria si potrà configurare un conflitto sociale di portata planetaria non solo è irresponsabile, ma soprattutto altra cosa dalla realtà. Nessun britannico, dei moltissimi vecchi che lo hanno fatto, ha votato “Leave” pensando così di assestare una pedata ai giovani che in questa Europa volevano restare. Nessuno lo ha fatto perché ogni vecchio sa perfettamente in quale casella sta vivendo, sa se è ancora in gioco, sa se sta per essere messo ai margini, sa perfettamente se è stato espulso dal circuito produttivo. Di tutte queste posizioni il vecchio può trarre la morale che desidera, può anche fare pensieri distruttivi, per carità, ma non potrà mai modificare il suo destino. Quando si ha piena consapevolezza di sè, quando una categoria ha piena consapevolezza di sè e magari  va al voto, di qualunque

lunedì 27 giugno 2016

Rai3, Daria Bignardi: “Così cambio i talk show”



da: Corriere della Sera

«Così cambio i talk show. Raitre una rete del Pd? Basta con le appartenenze»
di Paolo Conti

Daria Bignardi, lei ha cominciato a fare tv con Angelo Guglielmi e ora sta cambiando la sua rete. Che identità avrà Raitre, in una Rai che sembra ancora alla ricerca di una strada? Sempre di sinistra, com’è nel Dna della rete?
«Raitre sarà la rete della realtà: e come tutte le reti Rai, forse di più, sarà profondamente di servizio pubblico, quindi dell’inclusione e della sperimentazione. Il pubblico di Raitre è fedele, colto, esigente e, mi si passi il termine, “impegnato”. Ha sempre avuto molto e molto bisogna continuare a dargli con un’offerta viva».
Ma Raitre resterà la rete «di riferimento» del Pd?
«Naturalmente non può esserci un’appartenenza diretta a un’area, soprattutto oggi che siamo usciti dalle divisioni manichee: le sembra facile indicare quali siano i valori esclusivi di un partito o dell’altro? Tutto è uscito dai vecchi confini rigidi e il racconto del Paese, e della politica, deve fluire liberamente...».

Luca Ricolfi: Il popolo è sovrano se vota «come deve»



da: Sole 24 Ore

Il 24 giugno è San Giovanni, patrono di Torino. Quindi per la città è giorno di festa, e succede che si passi una serata con amici e conoscenti, a chiacchierare del più e del meno e a guardare i fuochi d’artificio.

Quest’anno però era diverso, a tenere banco erano solo due argomenti: la caduta di Fassino per mano di una neo-sindaca grillina (Chiara Appendino), e il capitombolo dell’Europa sotto i colpi del Brexit. E i discorsi?

Un po’ di tutto, ma quello che più mi ha colpito, un po’ girando per i siti un po’ parlando con le persone che conosco (quasi tutte favorevoli a Fassino e al «Remain»), è il tratto che li accomunava: l’animosità contro il suffragio universale. Il discorso più moderato che ho sentito suggeriva che i referendum dovrebbero essere indetti solo su materie semplici e comprensibili (tipo: sei pro o contro i matrimoni gay?) e che il referendum sul Brexit proprio non si doveva fare.

I più estremisti suggerivano drastiche limitazioni del suffragio: per votare si dovrebbe almeno avere la licenza media (ma c’è anche chi dice: la laurea);

Brexit? Cucù!



da: Teleborsa – di Guido Salerno Aletta
Ancora una volta gli allocchi hanno abboccato

La manipolazione attraverso il gioco della comunicazione, dei sondaggi e delle previsioni è riuscito, strumentalizzando cinicamente perfino la morte della giovanissima deputata Jo Cox, uccisa da uno spostato.

Mercati giù, in preda al panico; mercati su, rasserenati dal presunto effetto di resipiscenza del corpo elettorale, che si sarebbe convinto della pericolosa identificazione del delirio dell'omicida con il populismo di chi propugnava la Brexit.
Borse addirittura spumeggianti, nel giorno del voto, trainate dall'ultimo sondaggio che dava per certo il risultato favorevole alla permanenza della Gran Bretagna nell'Unione.

E poi, suvvia, come non essere convinti della pericolosità della Brexit dopo gli allarmi per le conseguenze negative sull'economia suonati a più mani, dalla Banca d'Inghilterra al Fondo Monetario Internazionale, dalla BCE alle Cancellerie di mezzo mondo.

Insomma, con lo stesso Premier David Cameron che si sgolava per scongiurare

venerdì 17 giugno 2016

Alda Merini: All’amore non si resiste



All'amore non si resiste
perché le mani vogliono possedere la bellezza
e non lasciare tramortite anni di silenzio.
Perché l'amore è vivere duemila sogni
fino al bacio sublime.

Paolo Conte, Diavolo Rosso


George Harrison e Eric Clapton, While my guitar gently weeps


Scritta da George Harrison per i Beatles, impreziosita da quel grandissimo chitarrista che è Eric Clapton

Elezioni amministrative 2016, Torino: “Se me lo dicevi prima”


“Di solito, “rimodulare” è verbo politichese che sottintende l’invarianza di gettito complessivo.”

da: http://phastidio.net/

Se me lo dicevi prima

Ad ennesima conferma che in campagna elettorale le idee geniali non si limitano a fiorire ma letteralmente esplodono, oggi vi segnaliamo l’exploit del sindaco uscente ed aspirante rientrante di Torino, Piero Fassino, che ha deciso di correre in soccorso dei commercianti e lanciare una rivoluzionaria innovazione fiscale, destinata a mutare la natura di uno dei maggiori tributi locali, per gettito. Resta da capire un piccolo dettaglio, sempre quello. Che poi è la storia di questo paese e della sua classe politica, da tempo immemore.

Oggi Fassino avrà una serie di incontri con il mondo del commercio e della piccola impresa. Nel programma, il sindaco di Torino ha alcune iniziative di “sollievo” fiscale per il commercio. Ad esempio

«Rimoduleremo – ha spiegato Fassino – le tariffe Imu sugli immobili commerciali e produttivi per offrire alle imprese un vantaggio fiscale, un modo per incentivare e sostenere le attività produttive» (Ansa, 13 giugno 2016)

Di solito, “rimodulare” è verbo politichese che sottintende

mercoledì 15 giugno 2016

Usa, strage di Orlando: “Benestanti e integrati, sono i jihadisti d’America”



da: La Stampa - di Lorenzo Vidino

È ancora presto per avere certezze su tutti gli aspetti dell’atroce strage di Orlando, da eventuali collegamenti dell’attentatore con gruppi jihadisti ai motivi che lo hanno spinto a scegliere un locale gay come obiettivo. Il fatto che a perpetrarla sia stato un cittadino americano di origini afghane con apparenti simpatie jihadiste porta però alla luce varie dinamiche relative all’estremismo islamico negli Stati Uniti e, indirettamente, in Europa.
Dopo i recenti attentati di Parigi e Bruxelles si è spesso identificato nei palesi problemi di integrazione delle comunità islamiche europee una delle maggiori cause della radicalizzazione delle migliaia di jihadisti europei che hanno riempito le file dello Stato Islamico in Siria e Iraq.
Come applicare allora questo tipo di analisi ai casi di musulmani americani radicalizzati, dato l’altissimo livello di integrazione e benessere economico che caratterizza tale comunità? Esistono delle eccezioni (la comunità somala, arrivata dall’inizio Anni 90 e concentratasi soprattutto a Minneapolis), ma le comunità islamiche americane non soffrono dei disagi socio-economici tristemente comuni in quelle europee. Le ragioni sono in parte storiche. Mentre la stragrande maggioranza di musulmani arrivati in Europa negli ultimi 50 anni sono giunti come bassa manovalanza o come rifugiati politici,

lunedì 13 giugno 2016

Verità e giustizia per Giulio Regeni: il silenzio di Cambridge non aiuta



da: Il Manifesto

Ora Cambridge non aiuta, come Il Cairo e le fiction
Verità per Giulio Regeni. Il silenzio non sostiene la ricerca della verità. Né i ricercatori.
di Marina Calculli, Francesco Strazzari

C’è probabilmente una bella dose di arroganza nella cautela dei legali di Cambridge e nell’indicazione data a Maha Abdelrahman, la supervisor di Giulio Regeni, di non rispondere alle domande degli inquirenti italiani: qualcosa che sciaguratamente, sebbene assai prevedibilmente, rinfocola polemicamente l’ipotesi che Giulio fosse una pedina in mani altrui. In barba a tutte le petizioni ‘per la verità’ e all’appello di Paola Regeni, mamma di Giulio, che solo pochi giorni prima invitava dalle solenni sale della prestigiosa università britannica a collaborare, alcuni stereotipi sulla superficialità del Belpaese hanno forse prevalso sulla scelta della faculty britannica di non fidarsi.
Eppure le istituzioni italiane non possono certo essere accusate di averla buttata in retorica roboante. Roma ha cercato di fare pressioni sul Cairo, rispedendo al mittente le plurime versioni che l’Egitto ha tentato di rifilare al

venerdì 10 giugno 2016

Le mancette elettorali del fanfarone (detto Renzi): gli 80 euro………in parte restituiti


da: Il Fatto Quotidiano

Un artificio fasullo che ha reso ancor più inefficiente l’Irpef
di Mario Seminerio

La polemica di questi giorni sul bonus 80 euro che circa 1,4 milioni di lavoratori si sono trovati a dover restituire in sede di conguaglio serve in realtà ad evidenziare la più generale incoerenza di una misura dal pessimo disegno e che irrigidisce i conti pubblici nel momento in cui il dibattito pubblico ha inopinatamente riscoperto che serve tagliare il cuneo fiscale, mentre una propaganda raffazzonata proclamava sino a poco tempo fa che l’operazione era stata compiuta con successo.

Se è vero, come del resto riportato in una nota di marzo dallo stesso Ministero dell’Economia, che per 1,4 milioni di persone che hanno dovuto restituire in tutto o in parte gli 80 euro ce ne sono stati 1,6 milioni che hanno compiuto il percorso inverso, e se è altrettanto vero che i conguagli dell’imposta sul reddito funzionano così in tutto il mondo, è innegabile l’effetto asimmetrico di vero e proprio shock su persone che magari hanno perso il lavoro in corso d’anno e

giovedì 9 giugno 2016

Jacopo Tondelli: “Roma e Torino contano più di mille comunità montane: fatevene una ragione”


Premesso: condivido questa affermazione di Jacopo Tondelli: “chi pensa che per capire la politica basti il pallottoliere: serve, ma non basta, perché anche la conoscenza della storia della geografia dell’economia e della società sono indispensabili. A patto di avere la giusta onestà intellettuale: e quella, si sa, serve sempre”.

Post elezioni, è iniziata la tiritera di chi ha vinto o perso o di quale peso abbiano i voti.
Il voto elettorale è quella cosa che prevede che un italiano deponga una o più schede nelle urne. Finito il tempo a disposizione vengono contate quante schede sono andate ai partiti che si sono presentati al voto.
Ergo: contano i numeri. Perché nell’attuale sistema italiano devi avere la maggioranza dei voti per governare.
Detto che contano i numeri, è indubbio che vi sono voti che “pesano” più di altri.
Quindi, ci sta l’affermazione che un risultato conseguito a Roma e a Torino abbia un valore e un effetto maggiore di quello di “n” altri comuni.



Sono un paio di giorni che girano attente analisi quantitative del voto. Sono tutte solide e corrette, e oggi è arrivata anche l’analisi del dato dell’Istituto Cattaneo, che ha spiegato che prendendo a riferimento le elezioni politiche del 2013, nei comuni in cui si è votato per le elezioni comunali della scorsa

Elezioni amministrative 2016, Istituto Cattaneo: Il M5S non cresce rispetto alle politiche


“intanto la vecchia politica, quella basata sui fatti e non sulle immagini…

Basata sui fatti ?!...Ah..sì….come fare per distruggere il paese. Sono i migliori da anni.

La vecchia politica dei “fatti” non può festeggiare in un paese nel quale – visto che all’autore dell’articolo piacciono i fatti e i numeri  - il partito di maggioranza è quello dell’astensione.
Ma è “normale” che giornalisti o presunti tali e/o altri generi di analisti politici o presunti tali “sostengano” Renzi. In effetti, c’è un secondo turno tutto da giocare. Gli danno la spinta per sperare che alcuni risultati del voto del 5 giugno si ribaltino (come se il fanfarone Renzi avesse bisogno di essere supportato nel suo orgoglio).
Vedremo come andrà a finire con il secondo turno dei ballottaggi….

Detto quanto sopra, i numeri sono numeri, e se l’Istituto Cattaneo non ha sbagliato il M5S non è cresciuto rispetto alle ultime politiche e il raffronto con le precedenti elezioni amministrative non fa testo perchè non si era presentato su tutto il territorio.


Il Movimento 5 Stelle di Grillo non cresce. Parola dell’Istituto Cattaneo
di Stefano Cingolani

Il centrosinistra è al 34,3%, il centrodestra al 29,5% e il M5s al 21,4%; i primi due in calo rispetto alle precedenti amministrative ma in crescita rispetto alle politiche del 2013, i pentastellati in calo rispetto al 2013. La nota dell’Istituto Carlo Cattaneo sottolinea che “fra i risultati più importanti si possono citare: a) il

lunedì 6 giugno 2016

Elezioni amministrative 2016: Matteo stai sereno….


Non si può dire che il primo turno delle elezioni amministrative sia andato bene per Matteo Renzi. Ma non deve preoccuparsi....

Basterà vincere il referendum con i SI’ che prevalgono sui NO e…………..qualche mancetta elettorale poco prima delle elezioni politiche….

..#Matteostaisereno…

Consob, il non-vigilante le banche: Milena Gabanelli chiede le dimissioni di Vegas


E’ la mia giornalista preferita, domenica dopo domenica.
Nessuno tocchi Milena Gabanelli e Report  


da: http://www.italiaoggi.it/

Banche, la Gabanelli chiede le dimissioni di Vegas
di Elena Galli

"O è in grado di smentire il documento mostrato da Report, o credo debba dimettersi".
E' quanto ha chiesto ieri sera Milena Gabanelli a Giuseppe Vegas, presidente della Consob, nel corso dell'ultima puntata di Report in onda su Rai3.

Durante il programma è stato mostrato un documento della divisione emittenti della Consob che risale al 3 maggio 2011 e che riguarda i prospetti informativi delle offerte pubbliche di vendita e sottoscrizione o di scambio di strumenti finanziari non-equity. Nella lettera la Consob invita gli enti emittenti a non inserire le informazioni sugli scenari di probabilità nel prospetto degli strumenti finanziari come le obbligazioni che le banche hanno venduto alla clientela, e si citano tra questi anche la Banca Popolare di Vicenza.

Renzi racconterà un’altra favola, ma stavolta non può proprio stare sereno


da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Jacopo Tondelli

E adesso sarà davvero dura, per Matteo Renzi, continuare a raccontare la favola del voto locale che non ha niente da dire sul livello nazionale. Sarà davvero complicato, per un premier che come secondo lavoro fa il segretario del suo Partito Democratico, dire che il primo turno delle elezioni amministrative di ieri non lo riguarda né come capo del governo né come capo del suo partito. Perché prima delle singole situazioni cittadine di cui sotto parleremo, su cui gli elementi nazionali pesano in misura variabile ma altrettanto inconfutabile, ci sono elementi di contesto nazionale che valgono per tutte, e che non si possono negare. Un contesto il cui perimetro è disegnato a immagine e somiglianza dall’uomo politico più accentratore e protagonista che la politica democratica italiana ricordi, fatta eccezione naturalmente per Silvio Berlusconi. E quando un politico decide, in parole e opere, di giocare un’ordalia permanente su di sé, sul proprio carisma, sulle proprie scelte, perfino sulla propria antropologia, quando si vota per il sindaco delle principali città italiane, e alle urne devono andare circa un terzo degli italiani, diventa difficile sottrarsi all’interpretazione che vuole una tornata elettorale così importante come uno dei tanti passaggi di un lungo referendum su Matteo Renzi.

Da un lato, la politica dei continui proclami di ottimismo e dei risultati

Marco Damilano: “Le urne del PD sono piene di gufi”




Amministrative 2016, Raggi lancia il nuovo M5S. Per il Pd, urne piene di gufi
La candidata di Grillo prima a Roma: una sfida per mostrare che il Movimento non è più solo protesta e vuole governare. Democratici fuori dai giochi a Napoli, ma soffrono anche a Milano e temono perfino a Torino. Dove Fassino, l'unico a parlare, ammette il malessere e la crisi sociale 

Nel cuore della notte la lentezza esasperante dello scrutinio e il balletto delle proiezioni dei network televisivi spingono il Pd di Matteo Renzi a un passo dall'inferno. Per ore il partito del premier danza pericolosamente intorno al baratro.Buio e cupo il comitato di Roberto Giachetti, sembra di tornare indietro di venti anni, ai tempi delle gioiose macchine da guerra di Achille Occhetto, quando a commentare le sconfitte non scendeva nessuno. "Dico, hai perso, preparati un discorso", inveiva Nanni Moretti in "Aprile" davanti al televisore. Lo storytelling si inceppa di fronte al diluvio di dati negativi che piovono nella sede di largo del Nazareno.
Giachetti costretto a battersi fino all'alba scheda su scheda contro Giorgia Meloni per conquistare un ballottaggio amaro, con il Pd nelle periferie romane

giovedì 2 giugno 2016

Elezioni amministrative 2016, Milano: manutenzione e ATM, le prese per i fondelli del Comune


A Roma nessuno raccoglie la spazzatura. Così scrive La Stampa.
A Milano – e non mi pare lo stia scrivendo alcun quotidiano – abbiamo marciapiedi e strade piene di buche, di disallineamenti. E se li segnali, ad esempio alla Polizia Locale, questa – se non è in qualche bar a fare colazione durante il servizio – prende nota e ….non succede un organo sessuale maschile. Perché dei marciapiedi mica si occupano loro.

Di certo, non se ne occupa Pisapia, che da quando ha deciso di non ricandidarsi sta governando meno del minimo. Quindi: nessuna manutenzione, e servizio di trasporto pubblico ridotto, peggiorato in qualità e frequenza.
Sì, perché ormai da mesi l’Atm ha ridotto la frequenza dei mezzi di superficie anche negli orari di punta, e modificato i percorsi per costringere i milanesi a prendere la metropolitana. Ovviamente, anche in zone dove la metropolitana è solo un cartellone con una data inizio lavori o non è prevista neppure tra vent’anni.
Ma si sa, da un borghese-comunista-avvocato, la presa per il culo è di rito.

Se poi dei cittadini milanesi raccolgono firme per far ripristinare percorsi più logici ed efficienti, per evitare di fare due kilometri in un’ora, ATM risponde che non dipende da lei ma di rivolgersi al Comune. Peccato che il Comune di Milano se ne freghi.  E non solo negli ultimi mesi, cioè da quando Pisapia ha dichiarato che non si ricandida.

Proprio con l’ATM, Giuliano Pisapia e la sua giunta stanno facendo il