sabato 27 ottobre 2018

Di scarpa in scarpa: la protesta di Kruscev, la cafonaggine di Angelo Ciocca (Lega) a Strasburgo


12 ottobre 1960: Kruscev entra nella storia con la scarpa sbattuta all’Onu
New York. Durante un’Assemblea delle Nazioni unite il segretario del partito comunista russo Nikita Kruscev si toglie una scarpa, brandendola. Il gesto, una delle immagini-icona del Ventesimo secolo, avviene per protesta nei confronti dell’ intervento di un oratore filippino, Lorenzo Sumulong, che stava parlando della dominazione sovietica sui paesi dell’Europa dell’Est. La scarpa, di colore chiaro, con i lacci, rimane poi in bella vista sul tavolo per tutto il tempo della seduta all’ Onu. In seguito molti diplomatici affermeranno che non si è mai capito se Kruscev abbia davvero usato una delle sue, ne abbia presa una in prestito da Gromiko, che gli stava accanto, o ne avesse portata una apposta nella borsa, per batterla sul tavolo.


Strasburgo, 23 ottobre 2018: l’eurodeputato leghista Angelo Ciocca si fa riconoscere per quello che è….
La Commissione Europea ha bocciato la manovra economica del governo italiano. Al termine

domenica 21 ottobre 2018

La7, Massimo Giletti: la brutta copia di Barbara D’Urso…

Sottoscrivo in particolare queste parole: “Giletti, che è un po’ un Tiberio Timperi che vorrebbe essere Corrado Formigli ma con la vanità di Barbara D’Urso…” “Vive per il bagno di folla, per il 20 per cento di share dopo il pranzo domenicale, dei politici che fanno a gara per andare da lui e di quelli che, rimasti a casa, il giorno dopo la trasmissione telefonavano per protestare con il dg di turno. Lui vuole l’Arena (e il sangue).

Giletti voleva essere un giornalista, e invece è la brutta copia di Barbara D’Urso
Hai voglia a invitare Asia, Bennett, e perfino il letto in cui si sarebbe consumato l’amplesso tra i due. ”Non è l'Arena” di Massimo Giletti, decisamente non è “l’Arena” di una volta. E il conduttore scalpita per tornare in Rai
di Lady V


Dopo aver ospitato l’accusatore di Asia Argento, Jimmy Bennett, e poi aver accolto in studio la stessa Argento, Massimo Giletti è entrato in riunione di redazione, si è guardato in faccia con gli altri autori di Non è l’Arena e tutti insieme probabilmente si sono detti: “Bene, e adesso?”. Non potendo intervistare il letto in cui si era consumato l’amplesso più incriminato del secolo (violento o consenziente, non si è ancora capito), il conduttore di Non è l’Arena ha finito le cartucce, questo è chiaro.

Così nel suo talk della domenica sera di La7 è dovuto tornare al vecchio e caro scontro politico, con risultati miserrimi. Il più piacione dei volti tv, neo paladino della libertà di stampa (pensate come siamo messi) le sta prendendo dalla persona che odia di più al mondo, Fabio Fazio, colui che nemmeno troppo velatamente aveva considerato il responsabile della sua fuoriuscita dalla Rai: Fazio passava da Raitre al primo canale, due galli nel pollaio non ci potevano stare, ed è stato sacrificato Giletti perché la domenica pomeriggio il dg Mario Orfeo, altro genio, ha preferito le sorelle Parodi.

giovedì 18 ottobre 2018

Robb de matt, mi tocca dare ragione a Renzi: Di Maio e la “manina” del condono fiscale


Ieri Di Maio, che come tutti i ministri che lo hanno preceduto va di talk in talk, era a Porta a Porta. Nel salotto di Vespa ha dichiarato che il testo della manovra finanziaria inviato al presidente della Repubblica era stato manipolato nella parte relativa a quella che lui e Salvini chiamano pace fiscale: “Nel testo che è arrivato al Quirinale c’è lo scudo per i capitali all’estero. Io non lo firmo e denuncio”.

Oggi qualche leghista gli ha risposto che era a conoscenza del testo che esprime quanto concordato in consiglio dei ministri.  
Su questa vicenda, tra i commenti della giornata c’è quello di Matteo Renzi. Rob de matt, come si dice dalle mie parti a Milano, ma mi tocca convenire con le seguenti affermazioni del fanfarone ex presidente del consiglio: «Di Maio è un uomo disperato. Si è accorto in ritardo di aver dato il via libera a un condono. Prima ha votato il testo del decreto legge, poi ha detto che glielo hanno cambiato e si è rimangiato tutto».

Beppe Scienza: Non lasciamo l’educazione bancaria ai soliti banchieri


Con tutto il rispetto per Beppe Scienza, che è sempre opportuno leggere perché fornisce informazioni finanziarie utili al risparmiatore, se è vero che la maggiore responsabilità dei crac bancari deriva da un sistema in conflitto di interesse e dall’inadeguatezza dei controlli è altresì vero che il risparmiatore sia di target basso, sia di target medio basso, sia di target elevato, ha le seguenti caratteristiche che aiutano gli intermediari finanziari nel loro esercizio preferito: piazzare strumenti finanziari “spinti” commercialmente dalle apposite direzioni e dai piani industriali:
1. cercano rendimenti elevati sottovalutando o ignorando anche la documentazione che attesta i rischi connessi;
2. non leggono la documentazione che viene sottoposta alla loro firma dalla quale potrebbero rilevare caratteristiche e rischi connessi nonché il paraculismo legalese delle banche

Se poi vogliamo dire che bisognerebbe fornire al risparmiatore documenti il più esaustivi e sintetici possibili, ok. Ciò non toglie che ogni documento che firmiamo per qualsiasi tipo di acquisto – un titolo piuttosto che un frigorifero – va letto. Ci volesse che li dobbiamo portare a casa. Ci volesse che dobbiamo trovare il tempo di leggerlo. Ci volesse che abbiamo bisogno di chiarimenti e, quindi, di porre delle domande. Ci volesse che devono darci delle risposte.
Magari, visto che siamo nell’era digitale. Domande scritte e risposte scritte. Vediamo che succede se seguiamo questa prassi…

da: Il Fatto Quotidiano

Il governo promuove un mese di iniziative per formare gli italiani sui temi del risparmio. Ma a gestire il tutto sono quasi soltanto soggetti in conflitto di interesse.

Ottobre 2018 è il mese dell’educazione finanziaria. Anzi la Presidenza del consiglio dei ministri – e poi dicono che il premier Giuseppe Conte non fa nulla – lo annuncia come il primo mese dell’educazione finanziaria. Chiara allusione che altri ne seguiranno. 

Si tratta di una nuova – e deprecabile – iniziativa del Comitato governativo per l’Educazione Finanziaria (Edufin), che è un’invenzione del 2016 di governo ed economisti per ribaltare sui risparmiatori responsabilità che sono prima di tutto delle istituzioni. Se tanti italiani hanno perso soldi coi crac bancari – questo il messaggio implicito – il problema non sono la scarsità dei controlli le autorità di vigilanza inefficace (o peggio). La colpa è dei cittadini ignoranti in materia finanziaria.

Finora Edufin era già riuscito a spendere una barca di soldi per il sito www.quellocheconta.gov.it, un sito che pare ideato da un’agenzia di pubblicità assoldata da banche e società del risparmio gestito, come già denunciato sul Fatto Quotidiano a fine aprile. Alla testa del comitato siede Annamaria Lusardi che, in tempi non sospetti, nel settembre 2010, aveva dichiarato al Sole24Ore che l’educazione finanziaria non dev’essere lasciata in mano alle banche perché “sarebbe come mettere le volpi a guardia delle galline”.

Ferrovie e Alitalia, l’incesto truffa



da: https://www.glistatigenerali.com/ - di Marco Giovanniello

L’ingresso delle Ferrovie dello Stato in Alitalia pianificato dal Governo è una truffa, perpetrata dalla politica ai danni del popolo italiano.

Come in tutte le truffe, si fa credere a chi è ingannato qualcosa che non è vera, in questo caso che sia necessario che le Ferrovie dello Stato versino centinaia di milioni di euro nelle casse di Alitalia perché questa venda biglietti ferroviari insieme ai suoi biglietti aerei, per esempio un biglietto Frecciarossa da Roma a Salerno insieme a quello di un volo Alitalia da Tokyo a Roma.

Dal 2 agosto Emirates, che è veramente una delle compagnie aeree leader nel mondo, vende ai suoi clienti biglietti delle Frecce di Trenitalia in congiunzione con i biglietti aerei. Quanto ha dato Trenitalia a Emirates? Assolutamente nulla e anzi ovviamente incassa i soldi dei biglietti e si accaparra interamente un mercato che poteva finire in parte al concorrente italo di NTV.

Sarebbe interessante che il Governo spiegasse perché FS, che è interamente proprietà degli Italiani, dovrebbe dare all’acciaccata Alitalia una fortuna per fare quello che una delle migliori compagnie aeree del mondo, la Emirates, fa gratis. Questo non è il Governo sostenuto dalla forza politica che aveva come obiettivo primo la lotta agli sprechi? E quale spreco maggiore ci può essere del pagare centinaia di milioni per avere qualcosa che costa zero?

giovedì 11 ottobre 2018

Salvini e Di Maio, comprate BTP: e perchè lo dovremmo fare, per il "governo del cambiamento"?



Secondo Salvini e Di Maio gli italiani dovrebbero comprare BTP…
Ho un reddito da lavoratrice dipendente. Cioè: pago le tasse. Non ho possibilità di evadere come fanno quei poveri (?!) strozzati commercianti e altri liberi professionisti che non riuscendo ad ottenere il reddito mensile che si prefiggono – non sempre un reddito per vivere dignitosamente, perché in parecchi sono i “poveri del superfluo”  - evadono in forma più o meno consistente.

Ho visto la prima e la seconda repubblica. Ho visto soldi pubblici sperperati, rubati, mal utilizzati.

Ho visto governi su governi, Parlamenti su Parlamenti incapaci di gestire un paese. Il debito pubblico è cresciuto non certo perché questo paese assicurasse uno straccio di stato sociale. Ho visto e sentito di furbetti, corrotti, di finti poveri che riescono, tramite il lavoro nero, a vivere più che dignitosamente e stanno aspettando che Di Maio li ingrassi con il reddito di cittadinanza.

Orbene.

Dopo aver visto e vissuto tutto questo io dovrei comprare dei BTP? E per quale motivo dovrei mettere il mio risparmio nei titoli di Stato. Per il “governo del cambiamento”? Per la manovra finanziaria di Salvini e Di Maio?

Risparmi: le differenze tra Polizza Vita e Fondo Pensione





Polizza vita o fondo pensione: quali sono le differenze?

Tra le diverse forme di risparmio, le assicurazioni sulla vita rappresentano uno strumento tradizionalmente molto diffuso tra gli italiani. Negli ultimi vent’anni a queste si sono affiancati i fondi pensione, soprattutto per la crescente necessità di tutelare il proprio futuro pensionistico.

Cosa sono?
Le polizze sulla vita sono dei contratti in cui pagando un premio il contraente assicura un evento riguardante la vita dell’assicurato (ad esempio morte, invalidità).
I fondi pensione sono delle forme di risparmio con cui con quanto versato e i rendimenti ottenuti si costruisce una pensione integrativa che si affianca a quella pubblica.

Quanto sono rispettivamente diffusi?
Dalla relazione annuale della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) di quest’anno emerge che nel corso del 2017 il tasso di adesione alla previdenza integrativa è aumentato dell’8,2% rispetto al 2016 arrivando a quasi 8 milioni di aderenti.

Il rapporto annuale dell’IVASS (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), riscontra una diminuzione della raccolta nelle assicurazioni sulla vita tradizionali di ramo I, che è scesa dai 72 miliardi di euro a poco più di 61 miliardi di euro, e una crescita di quelle di ramo III, le cosiddette polizze linked, che sono dei prodotti a contenuto principalmente finanziario, con un aumento di quasi 10 miliardi di euro dei premi raccolti.

Assicurazioni sulla vita e fondi pensione a confronto

Oggi Ilaria Cucchi ha vinto. E la cosa riguarda anche noi



da: Il Fatto Quotidiano – di Susanna Marietti

Il muro del silenzio è crollato. Ilaria ha vinto. La verità, la giustizia hanno vinto. Uno dei carabinieri imputati nel secondo processo per la morte di Stefano Cucchi ha raccontato il pestaggio del ragazzo da parte di due suoi colleghi. Sono tutti indagati per abuso di ufficio e omicidio preterintenzionale. Vale a dire che volevano, sì, fare del male a Stefano, ma non pensavano di causarne addirittura la morte.

In tanti devono chiedere scusa alla famiglia Cucchi. Nella Direttiva europea del 2012 sulle vittime di reato la parola “rispetto” o qualche suo derivato compare 29 volte. “Gli Stati membri assicurano che le vittime siano riconosciute e trattate in maniera rispettosa”, “di trattarle con dignità e in modo rispettoso e sensibile”, e via dicendo. Bene: Ilaria Cucchi e i suoi genitori troppo spesso in questi anni hanno subito un trattamento tutt’altro che rispettoso. Troppo spesso hanno dovuto ricordare a se stessi di non essere loro gli accusati, di non essere loro ad aver commesso qualcosa al di fuori della legge e del rispetto per il prossimo. Troppo spesso sono stati calunniati, guardati con dispregio, perfino querelati.

mercoledì 10 ottobre 2018

Mediaset, audience in caduta libera: perso un milione di spettatori, il settembre nero del Biscione




da: https://it.businessinsider.com/ - di Giuliano Balestrieri

Dalla la sbornia estiva dei mondiali al settembre nero: gli ascolti di Mediaset salgono in altalena e dopo il picco di luglio è arrivato il crollo. Rispetto allo stesso periodo del 2017, il Biscione – secondo i dati elaborati dallo Studio Frasi – ha perso un milione secco di telespettatori in prima serata. La fascia oraria più pregiata per gli investitori pubblicitari. Nel frattempo, le prime tre reti Rai hanno guadagnato circa 200mila telespettatori allargando il divario con Mediaset: lo share medio di viale Mazzini è passato dal 30,5 al 33,4%; quello di Cologno dal 23,7 al 21,8%. Tradotto: tra la televisione di Stato e quella di Berlusconi ci sono quasi dodici punti di distanza. Numeri che rischiano di tradursi una tempesta pubblicitaria perché senza una rapida inversione di tendenza, gli investitori potrebbero decidere di allocare altrove le loro risorse.

Prima serata
Audience Settembre 2018
Audience settembre 2017
Audience settembre 2016
Rai 1
4.519.663
4.341.617
3.992.320
Canale 5
2.738.621
3.345.940
3.309.108
Rai 2
1.673.799
1.560.517
1.757.375
Rai 3
1.241.621
1.233.290
1.421.545
Italia 1
1.089.812
1.197.511
1.293.164
Rete 4
1.030.508
994.865
1.011.704
La 7
987.178
781.600
1.003.121

           Elaborazioni Studio Frasi
2018-2017
Diff. Aud.
Diff. Share

Rai 1
178.046
1,72
Canale 5
-607.319
-2,01
Rai 2
113.282
0,84
Rai 3
8.331
0,30
Italia 1
107.699
0,23
Rete 4
35.643
0,37
La 7
205.578
1,09



Rai Generaliste
33,36%
30,50%
30,41%
Mediaset Generaliste
21,80%
23,67%
23,80%
Share prima serata



          Elaborazioni Studio Frasi

martedì 9 ottobre 2018

Media, falle web: Google chiude Google Plus



da: https://www.wired.it/ - di Lorenzo Longhitano

Google chiude Google Plus
Google Plus chiude per un bug che ha esposto i dati di centinaia di migliaia di utenti e che secondo, il Wall Street Journal, all’azienda era noto da mesi

Google Plus, lo snobbatissimo social network aperto da Google ormai nel 2011, sta chiudendo i battenti. Lo ha annunciato la casa di Mountain View in queste ore, in una comunicazione che arriva in conseguenza a un’altra vicenda: la scoperta di una vulnerabilità all’interno della piattaforma, che aveva il potenziale per esporre al furto i dettagli riservati di fino a 500mila utenti.

La versione del social dedicata al grande pubblico sparirà, mentre quella riservata alle aziende rimarrà online. La comunicazione di Google però non è giunta in modo esattamente spontaneo. È stato infatti il Wall Street Journal a raccontare per primo della vulnerabilità in Google Plus, un bug che secondo la testata era noto Google almeno dal mese di marzo.

Il reportage racconta infatti di un documento interno a Google nel quale già allora i dirigenti del gruppo venivano avvertiti del rischio di un pericoloso danno di immagine conseguente alla diffusione della notizia in quel periodo. Marzo 2018 era il periodo immediatamente

lunedì 8 ottobre 2018

I tartufon di Bruxelles



Giorno dopo giorno l’Europa con tutta la sua assurda costruzione si sta rivelando una sorta di dittatura di elites reazionarie che si sono incistate come tarme in un sogno. Giorno dopo giorno il disprezzo della democrazia da parte di questi poteri si fa più visibile e netto, esce dal retroscena dove era rimasto nascosto, per diventare compulsivo. Giorno dopo giorno come in un gioco di specchi  la negazione degli stati e delle nazioni si rivela negazione di cittadinanza, ma lascia anche trapelare la guerra sotterranea per l’egemonia di stati e nazioni.

Tutto questo è visibile proprio in questi giorni dopo la lettera all’Italia scritta dai commissari Moscovici e Dombrovskis la quale attacca la finanziaria, ribattezzata Def dai pretini del montismo, perché “sembra costituire una deviazione significativa dal percorso di bilancio indicato dal Consiglio Ue il che è motivo di seria preoccupazione”. Tutto questo non nasce affatto da considerazioni economiche che del resto i due commissari non sviluppano, anche ammesso che ne siano capaci e che i presupposti delle da cui partono avessero un senso, nasce soltanto dalla volontà di affossare un governo non del tutto prono quanto meno nelle parole e di punire gli italiani che hanno osato votarlo mandando a casa i loro maggiordomi verificati. Altrimenti non si capirebbe per quale ragione non siano stati così severi quando sforamenti anche superiori venivano dai governi amici di Letta e Renzi,  ma soprattutto è assurdo che non stiano bacchettando la Francia che per il 2019 ha annunciato un deficit del 2,8% sul pil, quindi nettamente superiore a quello previsto nel Def e ancora più grave visto

Nadia Murad: un Nobel per la pace più che meritato




 
da: https://www.linkiesta.it/it/

Nadia Murad. È l’ultima ragazza e merita il Nobel per la pace

Un Nobel per la pace più che meritato.
Nell’agosto 2014 la tranquilla esistenza di Nadia Murad, ventunenne yazida del Sinjar, nell’Iraq settentrionale, viene improvvisamente sconvolta: con la ferocia che li contraddistingue, i militanti dello Stato Islamico irrompono nel suo villaggio, incendiano le case, radunano i maschi adulti uccidendone 600 a colpi di kalashnikov e rapiscono le donne, caricandole su autobus dai vetri oscurati. Per Nadia e centinaia di ragazze come lei, giovanissime e vergini, inizia un vero calvario. Separate dalle madri e dalle sorelle sposate, scontando l’unica colpa di appartenere a una minoranza che non professa la religione islamica, vengono private di ogni dignità di esseri umani: per i terroristi dell’ISIS saranno soltanto sabaya, schiave, merce da vendere o scambiare per soddisfare le voglie dei loro padroni.

L’abisso della prigionia, gli stupri selvaggi, le torture fisiche e psicologiche, le continue umiliazioni, insieme al dolore per la perdita di quasi tutti i parenti, vengono raccontati da Nadia – miracolosamente sfuggita agli artigli dei suoi aguzzini – con parole semplici e dirette,

martedì 2 ottobre 2018

La “manovra del popolo”, pensioni: Anticipo? Non solo…Salvini e il “cugino” Di Maio allungano la data di pensionamento a parte degli italiani


Il “governo del cambiamento” - quello di Salvini e del “cugino” Di Maio - sta partorendo la “manovra del popolo”. In tale manovra è contenuta anche la riforma della legge Fornero che, a quanto si legge, introduce la quota 100 con due paletti: avere 62 anni di età e 38 anni di contributi.

Reintrodurre un criterio di quota per andare in pensione è una scelta equilibrata. Sennonchè…il cosiddetto “governo del cambiamento” non può spacciare in toto questa riforma come quella che supera la legge Fornero anticipando il diritto alla pensione degli italiani.
E’ vero che ci saranno italiani che beneficeranno di tale quota ma è anche vero che parte degli italiani se lo prenderanno in quel posto. Sì, sempre quello….
Perché introdurre un limite anagrafico di 62 anni significa che parte di coloro che sperano in un anticipo pensionistico si vedranno invece allungare la data. Come scrive https://www.lettera43.it/it/: “i  lavoratori nati dopo il 1957 che hanno cominciato a lavorare giovani ma oggi non hanno ancora raggiunto i 43 anni di contributi