venerdì 29 maggio 2015

Morti sul lavoro, sentenza Thyssen: ridotte le pene all’ad Espenhahn e agli altri sei imputati



da: La Stampa – di Paola Italiano e Giuseppe Legato


Dopo 7 anni e mezzo la parola fine non è ancora messa: si dovranno attendere i 60 giorni per le motivazioni e potrebbe esserci un nuovo ricorso in Cassazione

Sono state lievemente ridotte le pene per gli imputati del processo Thyssen. L’ad Harald Espenhahn è stato condannato a 9 anni e 8 mesi, quattro mesi in meno della precedente condanna a 10 anni. Lievi riduzioni anche per gli altri sei imputati.  
Il processo in corte d’appello era stato ordinato dalla Cassazione, nell’aprile 2014, al solo scopo di ricalcolare le condanne inflitte agli imputati per il rogo che nel 2007 uccise sette operai. La riduzione di pena maggiore è stata quella concessa a Daniele Moroni, dirigente a Terni della Thyssen, che ieri in aula aveva reso dichiarazioni spontanee: è stato condannato a 7 anni e mezzo, dai 9 anni della precedente condanna.  

Sei anni e 10 mesi per Marco Pucci e Gerald Priegnitz, membri del board della multinazionale (due mesi in meno rispetto ai 7 anni di condanna precedenti).

Antimafia: 17 "impresentabili", c'è De Luca. E' scontro nel Pd





I vertici del partito contro la Bindi, accusata anche dagli esponenti della Commissione

Partito Democratico e Rosy Bindi nell'occhio del ciclone dopo la decisione della commissione Antimafia di rendere pubblici i nomi dei 17 candidati giudicati "impresentabili" in base al codice di autoregolamentazione varato lo scorso settembre.
Principale motivo del contendere la presenza all'interno della lista del candidato governatore del Pd in Campania, Vincenzo De Luca, che ha scatenato la violenta reazione dei vertici dem nei confronti della Bindi. I toni più accesi li hanno usati infatti i suoi stessi compagni di partito; dal presidente Matteo Orfini al capogruppo al Senato, Luigi Zanda, che parla di "barbarie politica".

Per De Luca il vero obiettivo di questa "campagna di aggressione" è Renzi e alla Bindi replica: "E' lei l'impresentabile", perché "quando ha avuto bisogno di voti si è appoggiata a notabili campani, fra i peggiori impresentabili in regione".

Billie Holiday: The Man I Love

Billie Holiday: Blue Moon

Un secolo di Billie Holiday: con lei il jazz scoprì la voce strumento





Cento anni fa la nascita di una delle più grandi interpreti del 900. Una vita breve e intensa di dolore e trionfi. Un talento immenso fatto di pathos e sensualità. Che ieri come oggi la rende un modello. I successi con le grandi orchestre e i piccoli combo, le truffe dei discografici e gli anni tristi. Storia (senza stereotipi) della vita scandalosa di una creatura meravigliosa

Cosa resta oggi di Billie Holiday? Risposta scontata. Moltissimo. Intanto la profonda bellezza che ha donato al mondo. E non solo quello del jazz. Anzi. Nata Eleanora Fagan a Philadelphia il 7 aprile del 1915, Billie è stata -  e resta - una delle più belle e influenti interpreti vocali del Novecento tout court. E il suo centesimo dalla nascita val bene qualche pensiero intorno a quella figura così incredibilmente dotata, sensuale, fragile, seducente. Una pasoliniana disperata vitalità la sua, che unita al ciclopico talento musicale le ha aperto i cuori di milioni di persone. Con però, alla distanza, la discutibilissima prevalenza – il maledettismo, quello degli altri però, va sempre di moda – della prima sul secondo. Tesi che con molta ragione Cassandra Wilson, che le ha da poco dedicato un disco di abbagliante intelligenza, bellezza e sensibilità,

Don Mazzi: Quel ghiaccio affettivo in cui è precipitato Domenico






Lascia ancora una volta frastornati e stravolti la tragedia del diciannovenne Domenico, precipitato dalla finestra di un hotel milanese, in situazioni stranissime, drammaticamente sarcastiche, per noi adulti assurde. Chiacchierare, chiosare e tentare conclusioni affrettate, anche se vicine alla realtà, servono solo a criminalizzare ulteriormente e sempre più pesantemente i nostri adolescenti e spaventare genitori e responsabili della scuola. Vorrei tagliare corto e, venendo da una preparazione pedagogica che ha sempre prediletto la prevenzione, mi domando se non valga la pena di organizzare e preparare alcune attività particolari in modo meno pressapochista, più attento a perdere ore di scuola che incontrare esperienze impegnative capaci di maturare un po’ di più i nostri figli.

Non so, intanto, se abbiamo capito cosa significa oggi avere tra le mani degli adolescenti. Denuncio ancora una volta da arrabbiato, la leggerezza e l’ignoranza che l’intero mondo accademico manifesta, rispetto al periodo più importante e più turbinoso della vita dei nostri ragazzi. Conosciamo e viviamo

Andrea Tornielli: Perché il Papa dirà sempre no alle nozze gay



da: La Stampa

Il voto irlandese che ha visto trionfare la maggioranza di «sì» in favore del matrimonio omosessuale interroga la Chiesa. Il cardinale Pietro Parolin, «primo ministro» di Papa Francesco, definisce l’esito del risultato referendario irlandese sul matrimonio gay «una sconfitta dell’umanità».
L’arcivescovo di Dublino, nell’intervista con «La Stampa», aveva commentato a caldo il risultato parlando di «rivoluzione culturale» e spiegando che «la Chiesa deve chiedersi quando è cominciato questa rivoluzione culturale e perché alcuni al suo interno si sono rifiutati di vedere questo cambiamento».
Mentre il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, intervistato da «Repubblica», parla della necessità di un dialogo «sereno, senza ideologie» su questi temi e aggiunge che l’esito del voto irlandese «pone interrogativi sulla nostra capacità di trasmettere alle nuove generazioni i valori in cui crediamo, capaci di un dialogo che tenga conto della concreta situazione delle persone». Toni e accenti che presentano sfumature diverse e si aggiungono alle interpretazioni sul pensiero di Francesco a questo proposito: il Papa che ha detto «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?», come si pone di fronte alle legislazioni che introducono le nozze tra persone dello stesso sesso?

giovedì 28 maggio 2015

Marco Travaglio: Il voto inutile



da: Il Fatto Quotidiano

Quando non eravamo ancora “il Paese di Sottosopra” (Giorgio Bocca), in Italia vigeva almeno la logica elementare. Per esempio: se qualcuno violava una legge, il problema era lui, non la legge. Poi arrivò B. e tutto si ribaltò: se uno paga o prende mazzette, il deviato non è lui, ma il Codice penale che le vieta: bisogna cambiarlo. Se uno va con una prostituta minorenne a pagamento, l’illegalità non è la sua, ma della legge che lo punisce, anche se l’ha fatta lui. Se uno si fa una legge ad (suam) personam, non è lui che sbaglia, ma la Costituzione comunista che lo proibisce e la Consulta comunista che cancella la norma incostituzionale. Se un senatore viene condannato a 4 anni e la legge stabilisce la decadenza automatica di tutti i condannati a più di 2 anni, la colpa non è sua, ma della legge (peraltro votata anche da lui). Se uno compra una casa con i soldi di un altro, si presume che ne sia grato al benefattore: se però è un politico di Forza Italia, riesce a sostenere restando serio che non lo sapeva, insomma il donatore gli ha pagato la casa a sua insaputa.
E così, di strappo in strappo, la nostra classe politica ha consolidato per sé una logica alternativa a quella delle persone comuni, le sole ancora costrette a fare i conti col principio di non contraddizione. L’altro giorno a Fiumicino è stato arrestato per pedopornografia e prostituzione minorile un prete che fotografava

Mala-sport: arresti alla Fifa, in frantumi il regno di Blatter



da: http://www.corriere.it/l

Arresti alla Fifa: va in frantumi il regno (e il sistema) di Sepp Blatter
Il presidente in carica dal 1998 paga il suo desiderio di non mollare
Troppe rivoluzioni promesse e mai attuate, il macigno del Mondiale 2022 al Qatar
di Fabio Monti



Qualunque siano le conclusioni dell’indagine dell’Fbi (e nonostante la resistenza opposta da subito in conferenza stampa), gli arresti a sei altissimi dirigenti della Federcalcio mondiale mettono fine all’era di Joseph Blatter, che guida la Fifa dall’8 giugno 1998, quando era stato eletto a Parigi, battendo per manifesta superiorità l’allora candidato dell’Europa, Lennart Johansson. Blatter, 79 anni, svizzero di Visp (Canton Vallese), è stato rieletto nel 2002, nel 2007 e nel 2011 e il Fifagate è scoppiato 36 ore prima del congresso del calcio mondiale che avrebbe dovuto confermarlo alla presidenza per altri quattro anni.
È possibile che la maggioranza dei delegati delle 206 federazioni lo rielegga, ma è il sistema Blatter ad essere andato in frantumi in queste ore. Come spesso

mercoledì 27 maggio 2015

Massimo Gramellini: Umanità




Il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha definito le nozze gay «una sconfitta per l’umanità». Perbacco. Di solito l’attacco all’umanità si tira in ballo per crimini efferati come gli stermini di massa. Mentre qui il primo ministro del Papa considera l’essenza stessa dell’uomo messa a repentaglio da un desiderio naturale, espresso da persone adulte e consenzienti: che lo Stato legittimi la loro decisione di volersi bene per tutta la vita. Parolin parla sull’onda del referendum irlandese, dove il popolo più cattolico d’Europa ha votato a stragrande maggioranza per concedere a una minoranza di individui l’accesso a un diritto che era loro negato. L’Irlanda si è limitata a estendere una possibilità.

Ed è sempre questo il punto che disorienta, quando si discute di diritti civili. Che da una parte c’è chi pretende di vietare qualcosa a qualcuno e dall’altra chi vuole soltanto aggiungere un’opportunità, senza nulla togliere, senza obbligare nessuno.
La Chiesa deve fare la Chiesa, si dirà, non può benedire atti che ritiene contrari alla morale, ancorché storicamente praticati con particolare assiduità nelle sacrestie. Ma allora, a rigore di logica, dovrebbe limitarsi a parlare di sconfitta dei propri valori. Non deplorare una sconfitta

Amici 14, settima puntata serale: Elisa e The Kolors, ‘Realize’ dall’album Out



Amici 14, settima puntata serale: Stash, Napule è (Pino Daniele)



Mi viene l’orticaria quando nei talent o cosiddetti tali si abusa della parola: emozionante. Ma questa volta mi tocca usarla. Perché Stash mi ha emozionato come pochi riescono a fare. 


Amici 14, settima puntata serale: The Kolors, And I love her (Beatles)



Originale. I The Kolors sono dei creativi e la scelta di stare con Elisa dimostra la loro intelligenza personale e musicale.



E’ sempre tempo di tasse: Tasi, si paga entro il 16 giugno




Tasi. Si paga entro il 16 giugno, ma pochi hanno ricevuto il modello per il pagamento

Oltre a dover pagare cifre salate, ben più salate dell'IMU, i cittadini si trovano in questo periodo alle prese con le complicazioni della TASI. 
Secondo le nostre ricerche e analisi, infatti, la TASI sulla prima casa è risultata più cara dell'IMU del 19,16%: è costata alle famiglie, in media, 234,07 Euro. Per non parlare del grave problema relativo a circa 5 milioni di famiglie che, in precedenza, non pagavano l'IMU perché beneficiavano delle detrazioni e ora si trovano a pagare salati importi per la TASI. Come se non bastasse, a complicare la situazione, vi è il fatto che entro il 16 giugno si deve pagare la prima rata, ma quasi nessuno ha ricevuto a casa il modulo precompilato per il pagamento che, per norma, i comuni avrebbero dovuto spedire ai cittadini.
Questi ultimi sono costretti a recarsi presso i Caaf e  le associazioni per informarsi su quanto devono pagare e come. Una gravissima carenza di informazione di cui sono responsabili i comuni, sempre pronti ad inviare multe e solleciti di pagamento, ma evidentemente non in grado di inviare moduli per

La vera buona scuola: disabili, più sostegno meno badanti



da: La Stampa

Sugli insegnanti specializzati s’è acceso il dibattito: queste figure professionali vanno riformate? Formare docenti che conoscono a fondo le singole disabilità significaincludere meglio e di più
di Gianluca Nicoletti

Di «Buona Scuola» si è molto parlato, ma solo da pochi giorni, e per i più quasi fosse un dettaglio di contorno, il tema dell’inclusione scolastica ha sollevato dibattito tra media ufficiali e blog di settore. Il principale oggetto del contendere è la ridefinizione dell’insegnante di sostegno, che nella legge dovrebbe assumere carattere specialistico e declinato su singole disabilità.
Fare il sostegno diventerebbe una ben precisa scelta formativa e professionale, non più un incarico a tempo per docenti di ogni disciplina.

È veramente sconsolante rendersi però conto che in questo dibattito i ragazzi disabili, reali soggetti bisognosi di tutela e attenzione, non siano considerati centrali, sembrano essere solo un’entità omogenea e astratta necessaria a giustificare la presenza degli insegnati a loro dedicati.
Il mio punto di vista è, come noto, quello di genitore di un ragazzo autistico e quindi disabile grave.

Alessandro Gilioli: Podemos e M5S, somiglianze e differenze




Il partito di Pablo Iglesias ha molto in comune con quello fondato da Beppe Grillo. Ma anche le diversità sono tante, sia nelle posizioni politiche sia nelle pratiche interne. Ecco, punto per punto, in che cosa sono vicini e in che cosa lontani 
di Alessandro Gilioli



Podemos e Movimento 5 Stelle: dopo l'affermazione in alcune delle principali città spagnole del partito guidato da Pablo Iglesias, si è acceso nel nostro Paese il dibattito sulle somiglianze e le differenze tra queste due forze politiche. Proviamo a vedere allora che cos'hanno in comune e che cosa no queste due forze politiche.

Principali somiglianze
1. Lotta alla casta e alla corruzione. Sono caratteristiche comuni dei due movimenti, che ad essa danno ugualmente assoluta priorità.

2. Superamento di destra e sinistra. Anche Podemos, come il M5S, rifiuta la geografia politica basata su destra e sinistra e rivendica la volontà di andare oltre questo "vuoto dualismo".

martedì 26 maggio 2015

Elezioni Regionali: slitta la lista degli impresentabili



da: Lettera  43

Dalla commissione Antimafia trapelano i primi 4 nomi. Tutti in Puglia. L'elenco completo atteso solo per venerdì 28 maggio. Renzi e Salvini: «Nessuno di Pd e Lega».

Procede a rilento la composizione della lista dei candidati impresentabili da parte dell'Antimafia.
Dall'esame della commissione presieduta presieduta da Rosy Bindi potrebbero uscire alla fine dai 13 ai 20 nomi di candidati alle Regionali la cui storia giudiziaria non è in linea con il codice di autoregolamentazione approvato a settembre dai partiti. Ma la verifica continua a procedere lentamente considerate anche le spaccature e le tensioni tra le forze politiche, divise tra garantismo e giustizialismo.
La lista completa, attesa per la serata del 26 maggio, potrebbe essere infatti resa nota venerdì 29 maggio. Solo 48 ore prima dell'apertura dei seggi.
Per ora si sa che ce ne sono sicuramente quattro in Puglia e nessuno nelle regioni del centro-nord, ossia Liguria, Marche, Toscana e Veneto.

UNO CON EMILIANO, TRE COL FITTIANO SCHITTULLI. Il primo «bocciato»

Amici 14, settima puntata serale: The Kolors, Relax (Frankie Goes to Hollywood)



Amici 14, settima puntata serale: The Kolors e Tiromancino, La descrizione di un attimo



lunedì 25 maggio 2015

Giuseppe Ungaretti: San Martino del Carso



Di queste case
non è rimasto
che qualche brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non m'è rimasto
neppure tanto

Ma nel mio cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato

Ordinario razzismo: viaggiatori senza biglietto e regole di Trenitalia



da: Corriere della Sera – di Sergio Bontempelli

Mattino, treno regionale 3041 Lucca-Firenze. Un passeggero, italiano, non ha il biglietto. Ha l’aria strafottente, e si rivolge a male parole alla capotreno che, giustamente, gli fa la multa. Pomeriggio, regionale 23364 Firenze-Pisa. Un altro passeggero, senegalese, strafottente anche lui, è senza biglietto. Stavolta la capotreno ordina di scendere alla prima stazione. C’è anche un poliziotto che lo caccia senza troppi complimenti.

Decido di intervenire. Chiedo alla capotreno perché ha fatto scendere il passeggero: la legge dice che in questi casi bisogna fare la multa, inviandola a casa per posta se l’interessato non paga subito. Lei mi dice che si è comportata secondo le regole, e io insisto: desidero il riferimento normativo esatto. Mi chiede le mie generalità e io le mostro un documento, chiedo che prenda nota dei miei dati e che inserisca le mie contestazioni nel verbale. Lei si siede, respira e mi dice che in effetti la cosa non è prevista dalla legge, ma dai regolamenti interni di Trenitalia. Le mostro i regolamenti e le faccio notare che dicono il contrario. Lei telefona ad un responsabile: «ciao, scusa, ho fatto scendere un tizio “di colore” (è rilevante il dettaglio? I passeggeri non sono tutti uguali?) e adesso c’è un altro passeggero che mi chiede in base a quale legge

Saviano: “Renzi chiuso alla società civile. Parla solo ai suoi. Io gufo? No, critico”


da: Il Fatto Quotidiano 

Nuovo affondo dello scrittore a due settimane dalle frasi su “gomorra nelle liste dem in Campania": "L’Italia è come Trono di Spade. Dopo le Europee il premier ha fermato il confronto"

“Dopo la vittoria alle Europee, Renzi si è chiuso alla società civile e parla solo ai suoi. Il Pd non può rimanere nella logica per cui si dice signorsì o si sta gufando: bisogna crescere. Io gufo? No, io racconto e critico. E’ il mio mestiere”. Parola di Roberto Saviano. Che, durante un intervento al Wired Next Fest di Milano, è tornato ad attaccare in maniera aspra il presidente del Consiglio. L’occasione propizia? La risposta da dare a chi gli chiedeva di chiarire il senso della querelle tra lui e Renzi, scaturita da un post pubblicato qualche tempo fa sulla pagina Facebook dello scrittore. “L’immagine del gufo usata dal premier Renzi come simbolo della sfortuna sembra aver avuto successo mediatico – scriveva Saviano in Rete – Renzi, però, non può liquidare un disagio come fosse solo tifo negativo, una sorta di collettiva iattura. I problemi sono così tanti e il consenso così necessario da mantenere che Renzi corre un grave rischio: invece di mutare il corso delle cose, gestisce il corso delle cose”.

Pensioni, scontro Consulta-Padoan: i giudici costituzionali “non potevamo né dovevamo avvertire il governo"



“La Consulta non fa valutazioni economiche ma solo di costituzionalità”

Ma i ministri della Repubblica non giurano sulla Costituzione Italiana? L’hai mai letta la Costituzione Italiana il ministro Padoan?

da: Huffington Post

“Ci pare che qui si vada un po’ a vento…”. Di venerdì il palazzo della Consulta è quasi in ferie. Il presidente Alessandro Criscuolo ha già raggiunto la sua città, Napoli. Il segretario generale anche. Solo un pugno di giudici, dei tredici in carica sui quindici previsti, lavora in silenzio nel proprio studio al secondo piano del palazzo che concorre con il Quirinale, qui davanti, a dominare Roma.

“Ci pare che qui si vada un po’ a vento” è il commento sarcastico che vorrebbe chiudere quello che invece è a tutti gli effetti un conflitto istituzionale in piena regola. “A vento”, cioè a caso, in questo caso ci sarebbe andato il ministro economico Pier Carlo Padoan che, in un’intervista a Repubblica,