giovedì 21 maggio 2015

Tunisia, strage al Bardo: secondo la Procura Touil Abdelmajid quel giorno era in Italia


da: la Stampa

Il giovane arrestato per la strage del Bardo quel giorno era in Italia
La Procura: risulta dai registri scolastici. Ma Tunisi nega: era qui, incontrò i terroristi
Chi è davvero il ventiduenne Touil Abdelmajid? Un pericoloso terrorista marocchino dell’Isis che ha partecipato al sanguinoso attentato del 18 marzo a Tunisi, come sostengono i servizi segreti e i magistrati tunisini, o la vittima di un tragico errore di persona, come sostengono la madre, la cognata, il fratello e gli amici di Gaggiano, paesino sul Naviglio Grande alle porte di Milano?  

IL PM: “QUEL GIORNO ERA SCUOLA”  
La Procura di Milano ha accertato che il ragazzo sarebbe stato in Italia sia nel giorno della strage che in quelli precedenti e successivi. Sono stati sequestrati i registri della scuola di italiano che il giovane frequenta due volte alla settimana a Trezzano sul Naviglio. Dai documenti risultata Touil fosse in classe il giorno dell’attentato e a sostegno di ciò ci sono anche le testimonianze degli insegnanti del “Centro provinciale per l’istruzione degli adulti Maestro A. Manzi”. Dalla richiesta di arresto tunisina si evincono, per il momento, soltanto i titoli di reato di cui è accusato Touil, tra cui l’omicidio volontario e la partecipazione ad
attività terroristica internazionale. Nulla viene invece detto sulle fonti di prova che dovrebbero corroborare l’accusa. Non è chiaro neppure se gli venga contestato il ruolo di esecutore dell’attentato oppure un supporto logistico, ipotesi, quest’ultima, compatibile con la sua presenza in Italia il giorno della strage. Quanto all’identità del ragazzo, gli investigatori sono in attesa di comparare le impronte prese al momento dell’arresto con quelle eventualmente in possesso delle autorità marocchine e tunisine. Domani è in programma, davanti ai giudici della V Corte d’appello di Milano, la prima udienza per la procedura di estradizione.

Sono molti i punti interrogativi non ancora risolti:  

1- Perché raggiungere l’Italia con un barcone se la famiglia vive da tempo qua?  

2- Perché la madre denuncia la sparizione del passaporto del figlio ufficialmente clandestino?  

3- Come ha fatto a rientrare in Italia dalla Tunisia se davvero è tornato lì per compiere l’attentato?  

4- Non solo la famiglia, anche i vicini testimoniano che non si è mai mosso: come si spiega?  

L’INCHIESTA TUNISINA  
Secondo le indiscrezioni dell’inchiesta riportate ieri dai media tunisini, il 18 marzo scorso, giorno della strage al Museo del Bardo, Abdelmajid Touil non solo era a Tunisi, ma in place Pasteur, avrebbe incontrato i due terroristi poi uccisi dalle forze speciali al museo ovvero Yassine Laabidi e Jabeur Khachnaoui, e con loro si sarebbe poi diretto verso il Bardo. Insieme ai due terroristi, secondo i media, c’era un tale Othmane. Touil Abdelmajid avrebbe preso parte alla seconda riunione della cellula terroristica responsabile dell’attacco, avvenuta l’11 marzo, nella quale è stato deciso di incaricare Med Amine Guebli e Elyes Kachroudi di fornire i kalashnikov agli assalitori. 

I DUBBI DEGLI INQUIRENTI ITALIANI E LA DIFESA DEI PARENTI  
Il dubbio di un errore è venuto da subito agli inquirenti milanesi che, dopo aver eseguito ieri mattina un ordine di cattura internazionale su richiesta della magistratura di Tunisi, hanno cominciato a svolgere una serie di verifiche definite «doverose» per appurare la storia e gli spostamenti di Touil nei giorni attorno al 18 marzo scorso. «Dal suo arrivo in Italia, in febbraio, mio figlio non si è mai mosso da qua. Era seduto con me davanti alla televisione a guardare le immagini dell’attentato a Tunisi, quel giorno di marzo», ha giurato la madre Fatima. Sicura di sé anche la cognata di Touil: «Me lo ricordo bene: il 18 marzo mio cognato era qui, a Gaggiano. Lui va a scuola il lunedì e il giovedì. Non è possibile che sia andato a Tunisi a sparare».  

ALFANO: “NON ERA CONSIDERATO PERICOLOSO”  
Il ministro Alfano, questa mattina, ha letto alla Camera l’informativa urgente sul caso, sottolineando il buon lavoro fatto dalle forze dell’ordine italiano, ma rimandando a Tunisi la titolarità dell’inchiesta: «Touil non era considerato pericoloso o a rischio di terrorismo né dalla polizia tunisina né da quella italiana - ha spiegato -. Solo dopo la strage del Bardo, Touil assume il profilo di terrorista. Sia Aisi sia Aise ne inseriscono il nome tra i sospettati mentre il tribunale tunisino emette mandato di arresto internazionale». Il suo arresto, ha continuato è un successo: «Stiamo parlando di un sospettato di terrorismo e di un successo delle forze dell’ordine, frutto anche della buona cooperazione tra diversi Paesi nella lotta al terrorismo». Il ministro si mostra cauto nel puntare il dito contro il giovane, quando dice che «ci siamo mossi su quattro livelli di comunicazione: nessuna evidenza e nessun riscontro c’è stato».  

“MAI ESCLUSO ITALIA A RISCHIO TERRORISMO”  
Ovviamente però non può dichiarare l’Italia assolutamente al sicuro: «Ma nessun Paese è a rischio zero. Noi continueremo a muoverci su questa strategia di collaborazione internazionale che finora ci ha portato a fare informative su arresti e non su cose più gravi». Insomma, la Tunisia ha chiesto all’Italia di arrestare Touli e ciò è stato fatto: ora aspettiamo l’esito delle indagini italiane: «Andranno chiarite circostanze sui movimenti di Touil dopo l’ingresso in Italia. Tra il 17 febbraio (giorno dell’arrivo a Porto Empedocle con un barcone) e il 19 maggio (giorno dell’operazione che ha portato all’arresto) non sono emerse sue presenze nel territorio nazionale». Infine Alfano tiene aperta l’ipotesi infiltrazione sui barconi: «Mai escluso che l’Italia sia a rischio terrorismo: sempre detto che l’allerta è elevatissima, anche sull’uso dei barconi per l’infiltrazione di terroristi, pur se finora mancano riscontri». 

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