giovedì 28 febbraio 2013

Benedetto XVI ha lasciato il Vaticano

Il Grillo quotidiano: test in corso, bluff iniziato


Ieri.
“test” per capire quanti sono quelli che vorrebbero soccorrere il Pd; non ancora ultimato...

Oggi
Bluff in corso. Con 'cinguettio'...





Giustizia all’Italia, rogo Thyssen: ridotta in appello la pena al manager


da: Adnkronos

Thyssen, ridotta in appello pena manager. Giudici: nessun dolo. I familiari: vergogna

Pena ridotta a 10 anni per l'amministratore delegato della Thyssenkrupp Harald Espenhahn al processo di II grado per il rogo alla Thyssenkrupp di Torino in cui il 6 dicembre 2007 morirono 7 operai.
Lo ha deciso la Corte d'Assise d'Appello di Torino, che ha riformato la sentenza di I grado che lo condannava a 16 anni e mezzo di reclusione elo ha condannato a 10 anni per omicidio colposo, non confermando quindi la formula dell'omicidio volontario con dolo eventuale.
Al termine della lettura della sentenza, le madri degli operai morti hanno urlato ''vergogna'', e poi ''non c'è giustizia, sono morti inultilmente''.
Ridotte le pene anche per gli altri cinque imputati del processo: sette anni a Gerald Piregnitz e Marco Pucci, otto anni e 6 mesi per Raffaele Salerno, 8 anni a Cosimo Cafueri e 9 anni di carcere per Daniele Moroni.
Per il pm Raffaele Guariniello, "al di là del riconoscimento del dolo, resta una sentenza storica: quello che conta è che mai in Italia o nel mondo sono state date pene così alte per degli infortuni sul lavoro". 

Elezioni 2013, non rieletti: si consolano con i maxi-vitalizi



da: Corriere della Sera

Senza seggio, «consolati» dai maxi-vitalizi
I 200 privilegiati con doppia razione
Nel Lazio 40 assegni ai non rieletti. Formigoni al Senato con 450 mila euro di buonuscita

Teodoro Buontempo avrà di che consolarsi. Trombato alle elezioni della Camera, il presidente della Destra porta a casa doppio vitalizio. Deputato per cinque legislature, si è ritrovato assessore della Regione Lazio nel momento in cui si cancellavano per legge i vitalizi (naturalmente dal giro successivo), ma estendendo contemporaneamente quel beneficio ai componenti della giunta. Avendo avuto Buontempo due vite politiche, ecco che gli spettano due vitalizi. Un'assurdità in piena regola, però mai corretta. Con il risultato che non soltanto ci sono in Italia almeno 200 ex politici cui spetta doppia razione, ma ancora adesso, dopo l'abolizione dei vitalizi in tutte le Regioni seguita all'indignazione popolare, c'è chi potrà cominciarne a godere. Come l'ex consigliere laziale dell'Udc Rodolfo Gigli, dal 2001 al 2006 deputato di Forza Italia. Oppure l'ex capogruppo del Pd nella stessa Regione Esterino Montino, senatore ulivista per sette anni: il quale forse vi dovrebbe però rinunciare nel caso in cui fosse eletto sindaco di Fiumicino. O ancora l'ex vicepresidente Udc della giunta di Renata Polverini, Luciano Ciocchetti, deputato durante tre legislature, sia pure a corrente alternata: anche se per avere l'assegno della Camera gli toccherà probabilmente aspettare fino all'età di 60 anni, lui che ne ha 54. Il vitalizio della Regione, quello invece può scattare da subito. Perché applicando le vecchie regole ancora valide per consiglieri e assessori uscenti e grazie a una modifica furbetta introdotta in Parlamento che ha vanificato il limite dei 66 anni previsto dal decreto anti-Batman di Mario Monti, la pensione può scattare già a 50 anni.

Musica: Carlo Verdone incontra Joe Bonamassa


da: la Repubblica

Verdone: io e la star Joe Bonamassa.
Con lui rinasce la chitarra dei grandi
Il regista, noto esperto e fan del rock, incontra il bluesman italo-americano, ex enfant prodige, che stasera si esibisce all'Alcatraz di Milano e sabato a Padova 
di Carlo Verdone



Il firmamento del blues e del rock ha una nuova stella: un ragazzo che iniziò a suonare la chitarra classica da bambino per poi innamorarsi del grande blues di B. B. King che lo volle in un suo tour a soli 12 anni. Uno straordinario chitarrista dal cognome italiano: Joe Bonamassa. Tutti sanno della mia passione per la musica, per i grandi chitarristi (Hendrix, Page, Beck e Clapton su tutti), e così non potevo resistere alla tentazione d'incontrare un ragazzo che ha fatto riscoprire la chitarra ai tanti giovani (ma anche ai tanti nostalgici dei tempi d'oro del blues-rock come me) che accorrono ai suoi concerti con l'entusiasmo dei vecchi tempi.

La grandezza e l'eleganza di Bonamassa non è solo nel suo immenso talento nel toccare le corde ora con dolcezza, ora con rapidità impressionante, ora con foga aggressiva e trascinante, e in una voce che migliora di album in album. S

Lucio Dalla, un anno dopo: lunedì 4 marzo concerto a Bologna


da: La Stampa

Piazza Grande si prepara al Dalla-day
Lunedì concertone a Bologna (e su Rai 1) a un anno dalla scomparsa. Ospiti Morandi, Bocelli, Nannini e Ron
di Franco Giubilei



Mancano pochi giorni al Dalla-Day, quando piazza Maggiore si accenderà in un concertone che renderà omaggio al cantautore bolognese per eccellenza. Un anniversario importante e doloroso: il 1° marzo di un anno fa Lucio Dalla moriva improvvisamente a Montreux, in Svizzera e lunedì avrebbe compiuto settant’anni, come ricorda la canzone che ha per titolo la sua data di nascita: 4/3/43. Era dunque obbligata la scelta di questa data per lo spettacolo in diretta su Raiuno con inizio alle 21,15. 

Sul palco saliranno cantanti che hanno avuto a che fare con lui: a cominciare da Gianni Morandi, che quasi sicuramente intonerà Vita il brano di Mogol contenuto nel disco Dalla/Morandi che lo rilanciò nel 1988, e presenterà lo show. Naturalmente ci saranno Gaetano Curreri e gli Stadio, compagni di viaggio di Dalla per diversi anni, e poi Pino Daniele, Fiorella Mannoia, i Negramaro, Zucchero e Pierdavide Carone, l’ultimo in ordine di tempo ad aver lavorato con lui. Andrea Bocelli probabilmente canterà Caruso, il pezzo che eseguì ai tempi

Silvio Berlusconi indagato dalla procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito ai partiti


Allora..
è probabile (eufemismo), che alcuni atti relativi ad inchieste si siano fermati per qualche giorno nei cassetti di alcune procure. In attesa che gli italiani decretassero la morte politica di Berlusconi nelle urne.
Cosa che è avvenuta. Il fatto che non vi sia stata la conquista del paese da parte del Pd, non significa che gli italiani siano rimasti ostaggio di Berlusconi. Che ha perso quasi il 50% del suo elettorato (dopo più di una giornata a farsi seghe sui sondaggi la stampa è andata a guardarsi i dati reali). Tale crollo è il segno inequivocabile che i quattro anni di governo del vecchio nano puttaniere "non sono piaciuti".
Ma è proprio la mancata vittoria netta del Pd al Senato che non “consente” alle procure di trasferire quegli atti nel cestino.
Detto questo…non significa che la Procura di Napoli stia perseguendo Berlusconi. Ma non possiamo prenderci in giro ignorando la “logica” di certi comportamenti di una parte della magistratura.
Per quanto le sue televisioni, la sua stampa, il cagnolino che ogni tanto lascia libero nel giardino delle sue ville (Alfano) stiano gridando alla vittoria di Berlusconi, questo è morto politicamente nelle urne. Certo, il Pd gli  tiene compagnia e, infatti, Silvio chiama Bersani a governare con lui. Pardon: a governare PER lui. 
E, la storia insegna, che quando Berlusconi inizia a emanare puzza di cadavere, c'è sempre il principale partito  della sinistra (?!) che lo rianima. Sarà per una forma di “solidarietà” tra specie simili?


da: Il Fatto Quotidiano

Corruzione, Berlusconi indagato: diede tre milioni a senatore De Gregorio
A quanto si è appreso, l’indagine dell'inchiesta di Napoli riguarda l'erogazione di somme di denaro, quantificate in tre milioni di euro, al senatore Sergio De Gregorio in relazione al suo passaggio al Pdl. L'inchiesta sul leader del Pdl è condotta da un pool di magistrati di due sezioni, quella sui reati contro la pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia

Ilvo Diamanti: “Delusi dalla Curia, conquistati da Ratzinger”



da: la Repubblica

Delusi dalla Curia, conquistati da Ratzinger: così gli italiani hanno imparato ad amarlo
In dieci anni crolla la fiducia nella Chiesa, l'apprezzamento per Benedetto XVI ora la sorpassa. I risultati del sondaggio di Demos&Pi dopo la scelta del Papa di rinunciare al soglio pontificio. Ecco il pensiero di cattolici e laici alla vigilia del conclave
di Ilvo Diamanti

Oggi si conclude il papato di Benedetto XVI. Il quale resterà, comunque, Papa. Emerito. Come un professore universitario in pensione. Benedetto XVI, d'altronde, è anche un professore. Un teologo finissimo, che ha guidato la Congregazione per la Dottrina della fede per oltre vent'anni. Rigoroso nel tracciare i confini della religione cattolica in tempi di secolarizzazione. Di confronto con altre fedi e altre religioni - assai più esigenti di quella cristiana - veicolate dai flussi migratori.

A Joseph Ratzinger la Chiesa chiedeva di marcare i segni e principi dell'identità religiosa. In altri termini, il "distintivo cristiano", come l'ha definito Romano Guardini, teologo importante. Influente ai tempi e nei luoghi di formazione del Pontefice, Romano Guardini (tra Frisinga, Monaco e Tubinga). Invece Benedetto XVI se ne va. Si ritira. Fiaccato da problemi di salute. Dall'età. Ma forse anche dal peso degli scandali che hanno scosso la Chiesa nel corso del suo papato. E degli intrighi, delle tensioni che attraversano il Vaticano. Da alcuni anni in modo particolarmente violento. 

Incidente all’Ilva di Taranto: un morto e un fertito grave


da: TMNews

Ilva, due operai caduti da ponteggio: un morto e un ferito grave

La vittima, Ciro Moccia, aveva 42 anni. Il collega si chiama Antonio Liti. Fim Cisl: 24 ore di sciopero

Incidente mortale all'Ilva di Taranto: un operaio è morto e un altro è rimasto ferito gravemente la notte scorsa. I due lavoratori sono caduti, secondo quanto riferisce la Fim-Cisl, dal piano di carico della batteria n.9.

L'operaio morto si chiamava Ciro Moccia, di soli 42 anni, dipendente Ilva. E' rimasto ferito Antonio Liti della ditta Mir.

"Dopo alcuni anni in cui non si verificavano incidenti mortali, tre morti nel giro di pochi mesi sono fatti gravi e inaccettabili", ha affermato Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim Cisl.

La Fim Cisl chiede che si accertino subito le responsabilità di quanto accaduto e proporrà a Fiom e Uilm un'iniziativa di 24 ore di sciopero. "Il lavoro deve essere salubre e sicuro", ha osservato Bentivogli.

Elezioni 2013, confronto con il 2008: c’erano una volta Pdl (-6.300.000) e Pd (- 3.400.000)


da: la Repubblica

L'Istituto Cattaneo fotografa il voto: Pd e Pdl crollano rispetto al 2008
Il dato nazionale: i democratici hanno perso il 28% dei consensi rispetto alle precedenti politiche, il partito di Berlusconi addirittura il 46%. Il Movimento cinque stelle strappa un successo quasi omogeneo fra Nord, Centro, Sud

Partito democratico (Pd) e Popolo della libertà (Pdl) hanno perso rispettivamente il 30% e circa la metà dell’elettorato che li aveva scelti nel 2008;  Movimento cinque stelle ha ottenuto consensi, seppur con qualche differenza percentuale, in tutte le regioni, sia al Nord che al Sud. Sono queste le istantanee che per l'Istituto Cattaneo di Bologna fotografano meglio il voto nazionale del 24 e 25 febbraio. 

Il Partito democratico. Il Pd ha perso 3.400.000 voti rispetto alle precedenti elezioni politiche, pari a una contrazione del 28%. Il calo è stato significativo e diffuso sull’intero territorio nazionale, ma con picchi superiori alla media nelle regioni meridionali (-37% rispetto al 2008) e del Centro. In particolare, sottolinea l'istituto Cattaneo, la perdita più importante si è avuta in Puglia (- 44,8%), Basilicata e Calabria (-39,4%), Abruzzo (-36,5%). Il partito di Bersani subisce un arretramento considerevole nell’area economicamente più dinamica del Centro-Sud. In controtendenza va il dato del Molise, unica regione dove il Pd ha migliorato la sua posizione guadagnando circa 7.000 voti, pari al 20% in più. Perdite inferiori, ma comunque nell'ordine di oltre un quinto dell’elettorato del 2008, si sono registrate nelle regioni

Beppe Grillo: “Gli italiani non votano mai a caso”



Su alcuni aspetti (due blocchi sociali) la pensiamo pressochè allo stesso modo.Sono le scelte e il metodo - interno ed esterno - di Grillo, che non mi convincono o su cui dissento.
Staremo a vedere come gestirà l’aggregazione variegata nata nel web, la rappresentanza in Parlamento. Vedremo se e come saprà tenere insieme la “sinistra” e “destra” (minoritaria) del suo Movimento. Mi verrebbe anche da ridire ma…poiché conosco giovani che hanno fiducia nel M5S al momento mi astengo dal sarcasmo..



Gli italiani non votano mai a caso

Gli italiani non votano a caso, queste elezioni lo hanno ribadito, scelgono chi li rappresenta. In Italia ci sono due blocchi sociali. Il primo, che chiameremo blocco A, è fatto da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati, spesso laureati, che sentono di vivere sotto una cappa, sotto un cielo plumbeo come quello di Venere. Questi ragazzi cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una Nuova Italia sulle macerie. A questo blocco appartengono anche gli esclusi, gli esodati, coloro che percepiscono una pensione da fame e i piccoli e medi imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se presi dalla disperazione, si suicidano. Il secondo blocco sociale, il blocco B, è

mercoledì 27 febbraio 2013

Elezioni 2013, Udc di Casini: non si dica che gli italiani non sanno votare...

Il 24 e 25 febbraio 2013 gli italiani hanno dimostrato di essere comprensivi e generosi. E se siamo in una situazione intricata, non si dica che gli italiani non sanno votare.

Non ne siete convinti? Pensate all’Udc: Unione di Centro. 


Casini aveva detto e ripetuto più volte a Bersani: non siamo la stampella del Pd.
E gli elettori italiani che hanno fatto…

Per evitare di mettere in difficoltà Pierferdinando, sempre “indeciso” se darlo a destra o a sinistra (che avete capito…il sostegno del suo partito) gli italiani, comprensivi, responsabili e generosi lo hanno tolto d’impiccio.
Su 35.271.541 di italiani alle urne, ben 608.199 hanno messo una crocetta sul simbolo Udc.

Casini non corre il rischio di fare la stampella a nessuno. Ma di esercitare il ruolo che gli compete…


Punto e Stop: elezioni 2013, l’assenza di un vero partito socialdemocratico


Vorrei chiudere l’argomento post elettorale - quanto meno, la prima fase - con queste considerazioni.

Non c’è da gioire di quanto è successo al PD. Un partito che riesce a perdere anche quando numericamente vince. Non è tempo di rivalse da parte di coloro che, comprensibilmente, sono incazzati e delusi dalla sinistra.
Questo paese non può più permettersi l’assenza di un vero partito socialdemocratico. Possiamo discutere che sia, quali forme e contenuti. Ma serve.

Il vantaggio di arrivare ultimi – purché si smetta di non arrivare mai – è quella di imparare dall’esperienza altrui. Guardiamo ai paesi che riescono a gestire una congiuntura economica senza rinunciare a uno stato sociale. Siamo in una fase congiunturale particolare. Nel 2012, ancora una volta, una parte del paese ha pagato al posto di altri e per anni di malgoverno e incapacità gestionale.
Mettiamoci pur tutte le incapacità e le inadeguatezze europee. Ma i limiti stanno, in primis, nel nostro paese. Che è diviso in due tronconi: chi vede sempre più ridursi il potere d’acquisto del suo reddito, chi vive tranquillo e serafico perché continua a evadere il fisco, perché riesce ad accrescere la sua rendita di posizione proprio in virtù di una crisi generalizzata. E non mi riferisco ai grandi patrimoni. Mi riferisco a quel ceto medio e benestante che ha interesse a mantenere Berlusconi e, più in generale, non trae nocumento se non, addirittura, trae giovamento da un sistema liberista.

Ciò che manca è una politica che abbia ideali, progetti. Che pensi in grande ma quando passa dalla teoria alla pratica abbia chiaro che la gestione dev’essere concreta, snella, efficiente, semplificata. Criteri più applicati nel privato che nel pubblico.

Elezioni 2013, Bersani e Grillo: il Pd a caccia di voti, Grillo in fase di “test”


Grillo ha appena ribadito che Bersani è un morto che parla e gli ha ricordato quali “apprezzamenti” il segretario del Pd gli abbia rivolto forte del fatto che pensava di vincere.
Bersani gli ha risposto: vieni in Parlamento a dirmelo.

È il primo di una serie di scambi che servono – ovviamente – per tenere in fibrillazione i Mercati.
Chissà se qualcuno sta indagando sul rispetto della direttiva CE sul Market Abuse.

A me pare che…
Grillo ha bisogno di un po’ di tempo per “testare” quanti sono gli elettori del Movimento 5 Stelle che vorrebbero “soccorrere” il Pd perché faccia ciò che da anni non è in grado di fare. Ma poiché parte degli elettori del Movimento 5 Stelle non provengono da sinistra ma da destra, i punti programmatici per una ipotetica fiducia devono contemplare anche argomenti quali lavoro e fisco.
Compito difficile per Bersani ma…pure per Grillo, che non vuole sputtanarsi con la fiducia ma che non può fottersene delle conseguenze. Deve tenere sia quelli di sinistra, sia quelli di destra. In una situazione difficile, Grillo ha però un vantaggio su Bersani. Può uscirne dicendo: abbiamo sempre detto che non concediamo fiducia a priori.
A Bersani non resterebbe che andare a cercare i voti di Berlusconi. E Grillo tuonerebbe sull’inciucio dei morti viventi. Grillo salva la faccia e…mi sia consentito: il culo. E’ questo l’obiettivo di Beppe Grillo e Casaleggio?.
Ok. Ma, allora, si tolga dalla bocca questa parola: comunità. 

Luca Ricolfi: “La Sinistra che non impara dai suoi errori”


da: La Stampa

Le domande sono tante, ma ognuno se ne fa una diversa. C’è chi non si capacita che quello di Grillo sia diventato il primo partito italiano. C’è chi non si capacita che le ambizioni «terzo-poliste» di Monti e Casini siano state così severamente punite dagli elettori. C’è chi non si capacita che cattolici e comunisti siano praticamente scomparsi dal panorama politico italiano.  

C’è chi non si capacita che Bersani sia riuscito a dissipare un vantaggio che sembrava incolmabile. E c’è chi non si capacita del ritorno di Berlusconi, una specie di gatto dalle sette vite.  

Personalmente, trovo tutti questi stupori ben poco ragionevoli, e non lo dico con il senno di poi. Che tutti questi eventi fossero perfettamente possibili, infatti, mi è capitato di scriverlo ripetutamente dalle colonne di questo giornale, per lo più suscitando la costernazione dei miei amici: non volevano credere che il premio di maggioranza potesse vincerlo persino Grillo, non riuscivano a concepire che le elezioni potesse vincerle anche Berlusconi, non vedevano che cosa ci fosse di autolesionistico nell’alleanza fra Monti e il mondo cattolico. Ecco perché, a me, nulla di quel che è accaduto pare davvero stupefacente. 

Questo non vuol dire, però, che non sia stupito anch’io. Solo che è un’altra la cosa che mi stupisce. Non il fatto che Bersani, pur vincendo (il premio di maggioranza), sia il grande perdente di questa tornata elettorale: questo non era scontato, ma era nell’ordine delle cose prevedibili. Quello che, ancora oggi,

L’Amaca di Michele Serra


Lo leggo più tonico rispetto a ieri.
Non vorrei…però….che rimanesse deluso da Bersani. Pardon: ulteriormente deluso da Bersani.
A Michele Serra tutta la mia solidarietà. Dopo tutto, siamo in una situazione difficile e complessa di cui entrambi abbiamo poche responsabilità.
Beh…io meno di Michele Serra


da: la Repubblica

Il centrodestra, padrone dell’Italia per vent’anni, esce da queste elezioni massacrato (sei milioni di voti in meno il Pdl, dimezzata la Lega). Voci fantascientifiche dicono che qualcuno, nel centrosinistra frastornato dalla mancata vittoria, cercherebbe intese con Berlusconi nel nome di un indimostrato e indimostrabile “senso di responsabilità nazionale”. Per giustificare un simile pateracchio, questi devoti al suicidio politico dicono che l’Europa ha paura di Grillo. Vero, l’Europa ha paura di Grillo. Ma ha il terrore di Berlusconi. Fortunatamente, da quel poco che si capisce in queste ore caotiche, Bersani non è di quell’avviso. Fantascienza per fantascienza, lascia immaginare un altro scenario, improbabile, rischioso ma – almeno – dinamico. Il centrosinistra che parla alle Cinque Stelle, le Cinque Stelle che accettano di parlare con il centrosinistra. Qualche punto forte (a morte il Porcellum, tagli drastici ai costi della politica, legge sul conflitto di interessi) gradito a entrambi gli elettorati: stiamo parlando del 55 per cento del Paese. E soprattutto la coscienza – Bersani lo sa – che qualunque accordo con Berlusconi costerebbe al Pd altri milioni di voti. Per primo il mio. 

Barbara Spinelli: "La pentola scoperchiata"


Ottimo articolo. Capacità di analisi inusuale per Repubblica.
Sottoscrivo in pieno. Barbara Spinelli è una vera giornalista. 
Certi suoi colleghi di Repubblica, imparino. O si stanno già suicidando?...


da: la Repubblica

La pentola scoperchiata

La cosa più difficile, dopo il gran botto delle elezioni, è districare il groviglio di luoghi comuni, frasi fatte, formule-slogan che ci accompagnano da mesi e anni. La parola populismo innanzitutto.

Ovvero quest'accusa lanciata disordinatamente contro chiunque abbia l'ardire di accusare i politici regnanti e le loro vaste provinciali inadeguatezze. Ma anche vocaboli come sacrifici, austerità: presentati come nobili porte strette che ci avrebbero restituito prestigio europeo, e che dovevamo alle generazioni future. Infine il concetto-chiave: governabilità. Parola un po’ irrisoria, quando il termine oggi preferito non è governo ma l'inafferrabile governance tecnica. Si sono accartocciate come foglie, queste frasi fatte, trascinate da un vento che non sappiamo dove andrà ma sappiamo da dove viene, sempre che si voglia reimparare non solo la politica, ma anche la geografia di un'Italia così poco perlustrata, e compresa.

Andrea Vitali: Zia Antonia sapeva di menta


Dalla quarta di copertina:

Ingredienti:
Una testa d’aglio: perché è un forte odore d’aglio nella stanza di zia Antonia a insospettire Ernesto Cervicati.

Due scatole di mentine: quelle di cui è ghiotta zia Antonia.
Quel suo aroma di menta, che ti accarezzava ogni volta in un fresco abbraccio, è un ricordo tenero e indimenticabile.

La pentola del minestrone: è la saporita cena delle anziane ospiti della Casa di Riposo di Bellano, dove ora vive zia Antonia.

Un tubetto di vegetallumina: perché con l’età, lo sappiamo, i dolori…
E la vegetallumina è un toccasana.

Due fratelli rivali: Ernesto e Antonio Cervicati: il primo si occupa da sempre della zia, il secondo ha preferito Augusta Peretti, trentacinquenne ossigenata, nonché figlia di salumiere.

Suor Speranza: guida la casa di riposo bellanese con piglio militaresco. Le basta uno sguardo per zittire ospiti e visitatori.

La filiale della Banca del Credito Orobico: custodisce i risparmi di zia Antonia.

Il dottor Fastelli: medico gioviale ma di grande sensibilità.

Zia Antonia: profuma di menta. C’è altro da aggiungere? 

Musica, classifiche: Billboard considera anche le visualizzazioni Youtube



Le classifiche di Billboard cambiano

I tempi cambiano, le classifiche di Billboard pure. Da questa settimana per stabilire il successo di un brano Billboard terrà conto non solo delle vendite dei cd, dei download, o della programmazione radiofonica, o degli stream su Spotify, ma anche delle visualizzazioni su YouTube. “L’idea che il successo di una canzone sia dato dalle vendite è ormai vecchia di due o tre anni”, hanno detto i responsabili di Billboard, “il mercato della musica è cambiato e ci sono molti modi diversi in cui una canzone si trasforma in un successo, e molti modi diversi in cui l’industria può beneficiare da questi successi”.

Non c’è dubbio che la scelta sia giusta, i singoli oggi vendono “fisicamente” quasi nulla, il mercato è fatto di download ma, da tempo, moltissimi consumatori di musica non scaricano nemmeno i brani, li guardano e li ascoltano quando vogliono attraverso YouTube che, come molti dei frequentatori di questo blog sanno perché lo ripetiamo da tempo, è diventato per molte persone la principale fonte di informazione e ascolto musicale.
Oltretutto YouTube contiene molto di più di quello che l’industria musicale propone, ci sono brani e video totalmente autoprodotti che riescono ad ottenere successi notevoli e che, fino a ieri, non erano nemmeno lontanamente considerati dalle classifiche. La scelta di Billboard è stata saggia e segna, in maniera decisa, lo spostamento, la rivoluzione, il cambiamento radicale imposto da Internet al mercato della musica. Mercato che ancora deve capire bene come ristrutturarsi, ma che non può più permettersi di essere miope o cieco come è stato negli anni precedenti.

Mario Calabresi: “Il dovere di scelte coraggiose”


da: La Stampa

Nelle prime elezioni sotto la neve sono venuti al pettine i nodi che la politica non ha sciolto negli ultimi vent’anni: il rapporto con i cittadini prima di tutto, quel senso di incomunicabilità che ha portato a esprimere una protesta che non ha precedenti.  
Ora abbiamo un Parlamento in cui nessuno schieramento è in grado di dare vita a una maggioranza di governo, in cui un quarto dei votanti ha scelto il Movimento di Beppe Grillo e in cui la doppia ribellione dei cittadini verso la «casta» da un lato e verso i tagli e i sacrifici dall’altro è la vera vincitrice. 

L’Italia reale ha espresso tutto il suo malessere e dentro questo voto si sentono le voci e le storie di chi non trova lavoro, di chi non riesce ad arrivare alla pensione o alla fine del mese, di chi pensa di non avere futuro e fugge all’estero, di chi ha vissuto le nuove tasse come un’insopportabile angheria. 

C’è stata nel governo e nei partiti, ce lo dicono le urne, una sottovalutazione dell’impatto sociale delle politiche di austerità, una mancanza di sensibilità drammatica. A cui si deve sommare la rabbia maturata per la distanza percepita tra i sacrifici richiesti ai cittadini e quelli rifiutati dai politici.  

La scelta di Monti di partecipare alla campagna elettorale e l’offensiva dei due

Ho nuovamente una cosuccia da dire a Michele Serra....


Ho letto l'Amaca di Michele Serra di ieri...
Meno male che lui non mi legge. Non vorrei pensasse che ce l’ho con lui o che voglia tentare di spiegargli qualcosa. Lungi da me. E’ che…lo metto insieme ad alcuni miei amici e conoscenti che votano per il principale partito della sinistra. Persone che apprezzo, cui sono affezionata, ma alla quali ho dovuto ricordare un saggio detto: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Il Pd se la prenda con il Pd.

Serra sta soffrendo e si merita rispetto, diversamente dal suo collega Curzio Maltese che sabato ha scritto una cagata di articolo, di quelli che precedono l’articolo con il quale si canta vittoria. Sennonchè, l’articolo con cui cantare vittoria Curzio Maltese l’ha dovuto buttare nel cestino.
Michele Serra non ha la supponenza di Curzio Maltese. Qualche settimana fa incitava il Pd a non credere alle rimonte berlusconiane. In effetti, Berlusconi ha perso. Solo che…pure Bersani ha perso. Meno di Berlusconi ma quel tanto che basta per non governare.
A Michele Serra vorrei quindi dire che, per quanto più giovane di lui, anch’io sono cresciuta con l’idea della democrazia rappresentativa e, una delle cose che trovo più comiche di Grillo, è questa metodologia della partecipazione diretta totale. Sempre e comunque. Senza deleghe di rappresentanza.
Non può durare. Si modificherà con il passare del tempo se questo Movimento 5 Stelle non dissolverà nel breve termine. Sennonchè…Ci sono alcuni aspetti da considerare.
La partecipazione diretta e totale dei  grillini è il modo – intelligente, acuto – con il quale Grillo ha coinvolto i cittadini italiani facendoli sentire parte di una comunità mente la politica standard, giorno dopo giorno, li staccava, si staccava da loro.
L’altro aspetto, il punto centrale della questione, è che la democrazia

L'Amaca di Michele Serra


da: la Repubblica - 26 febbraio 

Ogni mio commento, di pancia o di testa, è il commento di un quasi sessantenne benestante.
Che è cresciuto e si è formato nella prima Repubblica, con quei valori (soprattutto l’antifascismo) e quell’idea della democrazia rappresentativa. Penso che la spallata delle Cinque Stelle sia soprattutto una spallata generazionale, di trentenni e quarantenni che non si sentono più rappresentati dall’Italia dei padri (cioè la mia), di ventenni che non hanno niente da perdere e niente da sperare. Non mi piacciono i modi e i toni del loro capo, trovo ripugnanti i “vaffanculo” di massa e mi fa paura chiunque si senta depositario della virtù e indichi tutti gli altri come incapaci o farabutti. Ma credo che l’avanzata travolgente di quell’esercito di sconosciuti fosse inevitabile e fisiologica. E che non sia assolutamente esorcizzabile come “antipolitica”. È politica allo stato puro. Per anni ci siamo chiesti come mai le nuove generazioni fossero mute. Ora possiamo dirlo un po’ di meno. Hanno parlato, e se lo hanno fatto a modo loro, con mezzi propri, idee proprie, significa che il nostro mondo, come tutti i mondi, comincia a diventare vecchio.

Ps. Spero che Ingroia torni in Guatemala e ci resti per sempre.

Il Buongiorno di Massimo Gramellini


da: La Stampa

Va tutto bene

Va bene, va tutto bene. La capacità del Pd di perdere le vittorie ha raggiunto livelli talmente sofisticati che persino un tifoso del Toro si sente pervadere da ammirato stupore, ma va tutto bene. Bersani è uscito disidratato dalle urne e beve venti bicchieri d’acqua in un quarto d’ora di conferenza stampa, ma va bene, va tutto bene. Domani si dimette il Papa, il Presidente della Repubblica è in Germania, il governo chissà, e a presidiare Roma è rimasto soltanto Alemanno, ma non abbiate paura: va tutto bene (anche perché non dovrebbe nevicare). Col quattro per cento dei voti la Lega controlla le tre Regioni più importanti del Nord e minaccia di trasferirle in Carinzia, ma va tutto bene, davvero. Gli uomini di Ingroia danno colpa della débâcle all’imitazione di Crozza (ma dai, era Crozza?), però va tutto bene. Una neosenatrice dei Cinquestelle, intervistata alla radio, non sa esattamente quanti siano i componenti di Camera e Senato che vorrebbe giustamente dimezzare, ma va bene, benissimo così (magari una sbirciata a Wikipedia, la prossima volta). I tedeschi, gli unici ad avere votato per Monti (per Fini e Casini non ce l’hanno fatta neanche loro) oltre a tutto il resto pretendono di esportare la stabilità e, avendo le elezioni a settembre, potrebbero decidere che il vincente governerà loro e il perdente noi, ma credetemi: va bene, va tutto bene.  

Non sono impazzito, anche se la situazione politica me ne darebbe ampia facoltà. Mi sono solo convinto che l’Italia versava in un tale stato catatonico che per rianimarla serviva un elettrochoc. Ora siamo svegli. Nella melma più nera, ma svegli. Non resta che venirne fuori, ma questa da millenni è la nostra specialità.   

Elezioni 2013, Pd: dal 1994 incapace di capire il disagio reale


E’ dal 1994 che il principale partito della cosiddetta sinistra non coglie il disagio reale.
Al massimo tra due turni elettorali, il Pd sarà completamente dissolto. Questo partito non ha una connotazione, non ha un modello culturale e sociale. E’ quindi destinato a dissolversi se non troverà presto un gruppo capace di rianimarlo.
Con Matteo Renzi avrebbe preso più voti ma non credo avrebbe sfondato. E, dato atto del comportamento serio di Renzi dopo la sconfitta alle primarie, continuo a non capire che ci faccia in zona centro-sinistra.
Non ho capito che proposta e modello abbia. Saper comunicare non è – almeno per me – requisito sufficiente per essere considerato un leader con una proposta di società convincente su cui puntare.


da: La Stampa 

Tasse e crisi riconsegnano il Nord al centrodestra
Il Pd non coglie il disagio reale degli imprenditori e i voti persi dal Carroccio vanno a Grillo

Il Nord resta a Berlusconi. E quella parte che non resta a Berlusconi va con Beppe Grillo il quale, come il Cavaliere, ha saputo capire le istanze profonde di una parte del Paese che nell’ultimo anno s’è sentita segnata da due calamità: le tasse e il crollo dei consumi.  

La sinistra questo mondo continua a non capirlo. Una dichiarazione che dice

Movimento 5 Stelle in Parlamento: l’apriscatole su Copasir?


Ho una convinzione radicata da decenni sui Servizi Segreti e sulle stragi. Nella mia testa campeggia: “strage di piazza Fontana, strage di stato”. Altri stragi si sono succedute. Altri eventi sono stati “coperti”.

Verità e giustizia sono alla base della civiltà, della moralità. Detto questo, se i grillini arrivano al Copasir devono capire cosa fare e cosa dire.
La partecipazione diretta della gente è un principio democratico base, ma pensare che non ci debba essere delega, mediazione, una concezione politica che faccia comprendere cosa e come dire, cosa non dire, porta allo sfacelo.
L’atteggiamento attuale del Movimento 5 Stelle: “vi apriamo come scatole di tonno”, è un bello slogan per una campagna elettorale. E’ un sano proposito da calare in una realtà articolata.

Grillo passerà a una fase 2 mentale e operativa. Contrariamente….ci faremo delle risate, scopriremo della magagne ma non ci sarà il cambiamento della politica e società italiana che Grillo dichiara da quando ha fondato il Movimento 5 Stelle.
Faccio presente che il Movimento 5 Stelle, il vincitore reale seppure non matematico delle elezioni del 24 e 25 febbraio non ha ottenuto in Lombardia (Milano in primis) gli stessi risultati di altre regioni. Ciò significa che quando vi sono dei candidati “potabili” i grillini fanno meno breccia.
Il Movimento 5 Stelle – con buona pace di Scalfari, Ezio Mauro e di Curzio Maltese (che sabato scorso ha scritto una cagata di articolo) – non è antipolitica. Ma è un movimento. Non una forza politica-sociale.

Movimento 5 Stelle in Parlamento: Copasir e commissione Vigilanza Rai


da: Il Fatto Quotidiano

M5S verso il Parlamento. “Copasir e commissione Vigilanza Rai? Spettano a noi”
"Siamo il primo partito" dice Davide Bono. "Valorizzeremo il merito" assicura Carla Ruocco, eletta alla Camera. Le priorità? "Legge sul conflitto di interesse e legge elettorale per dare stabilità al paese temi fondamentali che sono scritti nel nostro programma e a cui noi resteremo fedeli"

Il palazzo da “espugnare” è la Bastiglia ormai conquistata, con un risultato senza precedenti: ilMovimento 5 stelle - primo partito alla Camera- si lascia dietro Pd e Pdl. Sono 162 gli attivisti del M5S in marcia verso il Parlamento. Riduttivo oggi parlare di antipolitica. “Abbiamo parlato alla testa e al cuore degli italiani, non alla pancia” precisa Davide Bono che del M5S è consigliere regionale in Piemonte e che respinge così la teoria del solito voto di protesta. Tutti carichi e determinati gli “onorevoli”, o meglio i portavoce, a 5 Stelle. E soprattutto preparati, fanno sapere. “Abbiamo studiato e a breve faremo anche dei corsi di formazione“, spiega ancora Bono che poi elenca le priorità del Movimento, come da programma: “Subito il reddito di cittadinanza a chi è in sofferenza per non lasciare indietro nessuno. Adesso dobbiamo cercare di salvare, più che far ripartire il paese”.
“Ogni giorno – ricorda il consigliere regionale piemontese – chiudono mille aziende, un dato grave dal punto di vista economico, bisogna ridare credito alle imprese e far in modo che l’Italia riparta, non in senso di Pil, che non significa nulla, occorre ridare speranza alle persone e lavoro”. E’ su questo che il Movimento 5 Stelle si confronterà con le altre forze politiche, anche dall’opposizione, è la promessa. Niente inciuci. Beppe Grillo docet: “Il M5S non si allea, no al governassimo”. Anche se in serata fa sapere: “Il metodo è Sicilia è meraviglioso”.