lunedì 18 febbraio 2013

Vaticano: come funziona lo Ior


da: Il Fatto Quotidiano

Ior: ecco come funziona la banca di Dio

In queste ore si parla tantissimo di Ior in relazione alla nomina del tedesco Ernst Von Freyberg alla presidenza dell'Istituto. Ma facciamo un passo indietro per cercare di capire che cos'è e come funziona lo Ior. L'Istituto per le Opere di Religione (Ior) è un istituto privato di credito creato nel 1942 da papa Pio XII con sede nella Città del Vaticano. Spesso viene definito come la banca centrale della Chiesa, funzione che invece viene svolta dall'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa). Lo statuto dell'istituto precisa che il suo scopo è quello di "provvedere alla custodia e all'amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati allo Ior medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione e carità".
La sede dello Ior è all'interno delle Mura Leonine, nel torrione Niccolò V accanto al Palazzo Sisto V, residenza del Papa. Lo Ior, secondo dati risalenti al 2008, ha 130 dipendenti, un patrimonio stimato di 5 miliardi di euro, 44.000 conti correnti riservati a dipendenti vaticani, ecclesiastici e a una ristretta quantità di enti privati. Rilevanti sono gli investimenti esteri, in prevalenza in titoli di Stato o portafogli a basso rischio. Gli interessi medi annui oscillano dal 4 al 12% e, non esistendo tasse all'interno dello Stato vaticano, si tratta di rendimenti netti. Per quanto riguarda gli utili, essi non vengono corrisposti a degli azionisti (che non esistono), ma devoluti a opere di religione e di carità.
L'istituto è gestito da professionisti bancari e guidato da un presidente (scelto tra i cinque membri laici, in carica per cinque anni e riconfermabili), non
necessariamente un consacrato o un religioso, che riferisce direttamente ad un collegio di cinque cardinali (la Commissione cardinalizia), nominati dal Papa e in carica per un quinquennio con lo scopo di vigilare sulla fedeltà dell'istituto agli obblighi statutari, e al Papa (o al cardinale Camerlengo - in questo caso il cardinale Tarciso Bertone - durante un periodo di sede vacante).
Il bilancio e tutti i movimenti che vengono fatti dall'Istituto sono noti solo ed esclusivamente al Papa, al collegio dei cardinali che lo gestiscono, al Prelato dell'istituto, al Consiglio di sovrintendenza, alla Direzione generale e ai revisori dei conti. Una rete di contatti con banche sparse nel mondo rende possibile l'esportazione di quantità illimitate di denaro in assoluta riservatezza, poiché Città del Vaticano non aderisce ai patti internazionali antiriciclaggio. Inoltre, il conto può essere aperto sia in euro che in valuta straniera. I clienti vengono identificati solo attraverso un numero codificato, alle operazioni non si rilasciano ricevute, non esistono libretti di assegni e tutti i depositi e passaggi di denaro avvengono tramite bonifici. Infine, avendo sede in uno Stato sovrano, ogni richiesta di rogatoria deve partire tramite il ministero degli esteri del paese richiedente.

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