venerdì 28 ottobre 2016

Squadra Antimafia 8: peggio della stagione precedente non si poteva fare ma..è pur sempre “accanimento terapeutico”…


Avevo intenzione di vedere Squadra Antimafia 8 solo per la presenza di Paolo Pierobon. Mi è costata una certa fatica….e ho avuto parecchi momenti di abbiocco...

Fare peggio di Squadra Anitmafia 7 era difficile. Far ridiventare Squadra Antimafia ai livelli delle prime serie era………ancor più difficile. Infatti…

Squadra Antimafia 8 non è peggio della settima serie ma non è…..niente di che.
Tra un sonnellino e un altro ho visto un inutile Giulio Berruti in ridicole scene di sesso. Se si vuole imitare ‘The Affair’ bisogna saperlo fare. Regia,  montaggio, “recitazione” di queste scene sono ridicole.
E anche ridicolo sta diventando il personaggio di De Silva o figlio di Mazzeo che sia. Paolo Pierobon è un signore attore e solo per questo il suo personaggio non è diventato una macchietta.
Ma, evidentemente, era il trio a funzionare: Rosy Abate, Domenico Calcaterra, Fillippo De Silva.

Vedremo con lo spin off se il personaggio Rosy Abate può vivere di vita propria. Non nutro aspettative in termini di sceneggiatura e regia: il clichè sarà quello della ritornata mafiosa e il rischio del ridicolo potrebbe essere nel modo in cui si

Noemi, nuovo singolo: video, Amen

Noemi: testo, Amen


Mi sono messa l’anima in spalla perché troppo stanca per camminare,
ho visto troppi squali venire a galla, troppi sogni andare a puttane
ho preso in mano il mio cuore perché ha perso troppo sangue
a cercare invano le prove di quello che chiamate amore
ho messo l’anima in pace perché è stata in guerra per troppo tempo
e dopo tutto questo tempo è diventata di cemento
ho preso a calci il mio cuore perché aveva smesso di battere,
di fare l’amore
ma ora basta, adesso dico
amen, in terra come in cielo,
amen, anche se non credo,
amen, siamo il mondo intero,
amen

Ho riempito di fango i miei occhi per non vedere più
vinti sul mio cammino
dal dolore o dalla rabbia, per ingiustizia del destino
ed ho ascoltato la mia pena,
perché la vita mi ha colpito troppe volte alla schiena
ho messo il vestito migliore per la fortuna che ho di essere vivo

Noemi: Amen, è il nuovo singolo tratto dall’album ‘Cuore d’artista’



da: Soundsblog  - di Giulio Pasqui

Noemi ha scelto il nuovo singolo (sicuramente uno dei più intensi ed emozionanti del suo album, Cuore d'artista): è Amen. Il brano, una sorta di preghiera laica con più chiavi di lettura, è scritto dalla solita Federica Abbate con Cheope.

"Amen è un pezzo che ho sentito per la prima volta nel dicembre del 2014, mi descriveva a livello emotivo. Ero nel periodo londinese e di The Voice, era un momento movimentato. E' quasi una dichiarazione d'intenti. E' come se dicesse: 'Basta, non voglio combattere contro niente e soprattutto contro me stessa, mi voglio rilassare'. Poi non nascondo che quando sono successi i fatti di Parigi (si riferisce agli attacchi terroristici, ndr), io avevo la canzone in testa perché ci

giovedì 27 ottobre 2016

Mika intervistato da Vanity Fair: “Dove c’è un progetto e della creatività, lì io mi sento a casa”




foto Amilcare & Alex

da: Vanity Fair 

Mika vuol dire Houdini 
È scappato dal suo Paese, da scuola, dalla «trappola della musica pop». E prima di fuggire anche dalla Tv, la popstar debutta con uno show sfavillante, che parla di noi italiani. Porterà la sua «valigia immaginaria».Perché, quando sei un migrante, casa è soprattutto un’idea: «Il profumo quando si cucina»
di Silvia Nucini

Mika, 33 anni. Dal 15 novembre, su Raidue alle 21.20, dà vita a Stasera CasaMika, il suo one man show in quattro puntate, un varietà con ospiti internazionali in cui la popstar racconta la sua Italia. Il 30 e il 31 dicembre, si esibirà nella sua Sinfonia Pop con l’orchestra sinfonica del teatro Opera di Firenze.

Quando parla, Mika disegna immagini. Nel corso di questa intervista lo vedrete: trasportare un bagaglio enorme che però vede solo lui, sdraiarsi su un tappeto per non sentirsi esule, e poi su un palco diventare prigioniero dentro una gabbia fatta di occhi e anche trasformarsi in un albero, molto alto, come è giusto che sia. Ma partiamo dalla prima scena: c’è lui, nella cucina di casa, a Londra, al telefono. Sta dicendo a tutti: «Mi è venutaun’idea pazzesca. Voglio fare un programma in Tv».
E non stava parlando di X Factor.
«Qualche anno fa mi ero detto: io la Tv non la farò mai. E invece ho fatto un

Terremoto e arresti per tangenti: urge il ponte sullo stretto di Messina….

Dopo le notizie di ieri: il terremoto che ha colpito nuovamente il centro Italia e gli arresti nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per i lavori sulla Tav Milano-Genova e sulla Salerno-Reggio Calabria, direi che è decisamente giunto il  momento di realizzare il ponte sullo stretto di Messina.

Certo. Bisognerebbe far tutto velocemente per essere pronti ai…..prossimi terremoti.
In un paese scassato dal punto di vista idrologico, che non attua politiche ne adotta normative per assicurare che case e impianti pubblici siano costruiti e revisionati con criteri anti sismici, ci saranno altri terremoti.

Quando sarà pronto il ponte sullo stretto di Messina, che Renzi vuole per dimostrare al sindaco di Roma Virigina Raggi che lui non blocca le opere ma la

mercoledì 26 ottobre 2016

Per il M5S il Parlamento è un teatro per far soldi. Frigoriferi permettendo…



da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Fabio Salamida

Che la Casaleggio e Associati utilizzi il web per finanziarsi è cosa nota, così come è cosa altrettanto nota che gli eletti del Movimento 5 Stelle condividano sulle loro pagine ufficiali contenuti di che poi producono un notevole traffico sui siti della galassia della società che li controlla. Si tratta di un sistema ormai collaudato che prevede la diffusione di varie tipologie di post, dalle “foto notizie” utilizzate principalmente per la discutibile pratica del click baiting (accompagnate da appelli alla “massima condivisione”), agli urlati “video denuncia” che i parlamentari e i senatori più in vista del del partito del comicoleader genovese girano sia fuori che dentro le aule di Montecitorio e Palazzo Madama (dove non sarebbe consentito, ma questo è un particolare). Secondo i più informati, tutti i contenuti postati sui social dai principali “attori” della “compagnia teatrale” di Beppe Grillo, devono essere “approvati” dallo staff della società ereditata da Davide Casaleggio. Questo per evitare il più possibile pasticci come quello combinato recentemente da Virginia Raggi.

Proprio questo particolare utilizzo dei palazzi del potere come “platea” per produrre brevi show da rendere virali, ha stimolato l’intervento alla Camera della giovane deputata dem Giuditta Pini, che di fatto ha accusato i colleghi pentastellati di utilizzare in modo improprio le loro ore di lavoro

Il peccato originale dell’Economia: capovolgere il Mercato



da: Avvenire – di Leonardo Becchetti

II lavoro sempre più voucherìzzato, i call center in crisi perché i precari non lo sono abbastanza, i fattorini di Foodora che portano la pizza a domicilio a salali stracciati e capiscono che l'unica disperata forma di protesta che può far presa è l'appello ai consumatori a non comprare i loro prodotti. Che cosa sta succedendo?

Guardatevi intorno e vedrete nei paesaggi delle nostre città e delle nostre periferie il trionfo dell'economia e contemporaneamente il suo fallimento nel regalarci felicità e pienezza di senso di vita. Fallimento figlio del suo grave peccato originale. Distese senza fine di ipermercati, centri commerciali e negozi traboccanti di prodotti di ogni genere, colmi di tutte le varietà possibili vendute a prezzi stracciati, al massimo del sottocosto possibile. Il mondo è diventato esattamente ciò che quel gruppo di filosofi morali che inventò l'economia moderna più di due secoli fa voleva che diventasse: il trionfo del consumatore.

L'obiettivo era nobilissimo e tutt'altro che meschino: rendere l'umanità felice. Il risultato assolutamente di successo se valutato in termini di coerenza con le premesse. Peccato però che la funzione di felicità utilizzata (l'ipotesi su cosa rendesse l'uomo felice) fosse sbagliata. I fondatori dell'economia partirono

martedì 25 ottobre 2016

Mafia Capitale e il silenzio di Zingaretti: c’era una volta la trasparenza




da: http://www.glistatigenerali.com/

Con la decisione di non testimoniare nell’aula bunker di Rebibbia nel processo Mafia Capitale, avvalendosi della facoltà di non rispondere, il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti ha sancito ancora una volta il distacco e il fastidio con cui la politica romana, soprattuto nel Pd, continua a vivere il lavoro della procura di Roma a distanza di due anni dall’esplosione dell’inchiesta Mafia Capitale.

Da una parte c’è la regione Lazio che siede fra le parti civili del processo. Dall’altra, la massima istituzione di quello stesso ente che preferisce non parlare, negando alla Rai il consenso per le riprese. Rifiutarsi di rispondere alle domande degli avvocati e dei pm, sia chiaro, era un diritto di Zingaretti, che, nonostante la richiesta di archiviazione della procura, continua ad essere formalmente indagato in un procedimento connesso, scaturito dalle dichiarazioni rese negli interrogatori da Salvatore Buzzi. Tuttavia le motivazioni rese nel comunicato distribuito ai giornalisti presenti, più che chiarire i motivi della sua decisione, hanno aumentato le perplessità.

Zingaretti scrive: “si è determinata una situazione paradossale in cui

giovedì 20 ottobre 2016

Le inutili telecamere negli asili



da: La Stampa – di Gianluca Nicoletti

Una telecamera sempre accesa in tutti gli asili d'Italia potrebbe sembrare la soluzione più ovvia. Invece è solo l'inutile tappabuchi di una miseria culturale profonda e inconfessabile.

E’ chiaro che è difficile far passare il concetto che occuparsi di bambini, anziani o disabili, non è la stessa cosa che portare dei cagnolini a fare pipì. Eppure sembra più semplice far passare come un serio problema la necessità di una seria formazione professionale per i dog sitter.

In realtà pochi amano affrontare la spinosa questione dell'inadeguatezza delle maestre d'asilo, degli insegnanti violenti, degli operatori sanitari degli assistenti a disabili e anziani, che alzano le mani, ingiuriano, maltrattano e umiliano. È chiaro che una riflessione del genere metta in crisi tutto un sistema, e quindi la telecamera che sorveglia, come in un carcere di massima sicurezza, può essere spacciata come provvedimento risolutore. Il furor di popolo chiede telecamere? Telecamere saranno. L'indignazione si scatena solo postuma, e solo di fronte alle immagini delle intercettazioni ambientali, sempre troppe, troppo frequenti e troppo simili a un format televisivo in cui cambiano gli attori ma la trama è sempre la stessa.

I grandi successi del Jobs Act: tempo indeterminato in ritirata




Pubblicati da Inps i dati dell’Osservatorio sul precariato riferiti al mese di agosto. Il cumulativo dei primi otto mesi dell’anno conferma alcune tendenze emerse nei mesi scorsi. In particolare, che è in corso una stasi del mercato del lavoro, con contrazione simultanea di attivazioni e cessazioni; che l’incidenza dei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato sta franando, dopo la crescita dopata dalla decontribuzione a termine; che è in atto un andamento letteralmente esplosivo del ricorso ai voucher, che si riverbera sulle statistiche di occupazione, e che la crescita di quest’ultima è trainata in prevalenza dalle fasce di età più senior del mercato del lavoro. Un mix decisamente problematico, per usare un understatement.

Andando per ordine: riguardo all’andamento quantitativo del mercato del lavoro (tabella 3 del documento Inps), la variazione netta dei rapporti di lavoro subordinato, nel periodo gennaio-agosto 2016, è stata di 703.384 unità, a fronte di 813.143 dello stesso periodo dello scorso anno e di 539.614 del 2014. E sin qui, diremmo che il dato è positivo, visto che il confronto tra 2016 e 2014, nei primi otto mesi, mostra che sono stati attivati più rapporti di lavoro, al netto delle cessazioni. Ma se andiamo a guardare i dati riferiti al solo tempo indeterminato, registriamo una doccia fredda: nei primi otto mesi di quest’anno solo 53.303 nuovi contratti netti, contro i 104.099 del 2014. Il 2015, con i suoi 465.800, non fa evidentemente testo.

mercoledì 19 ottobre 2016

Parola di spin doctor di Renzi: “Il primo che promette l’azzeramento delle more di Equitalia si porta a casa il paese per un decennio”



da: Fatto Quotidiano

Equitalia, quando il portavoce di Renzi diceva: “Chi azzera le sanzioni si prende l’Italia per 10 anni”

“Il primo che promette l’azzeramento delle more di Equitalia si porta a casa il paese per un decennio”. Così parlò su Twitternomfup, al secolo Filippo Sensi, attuale e fidatissimo portavoce del premier Matteo Renzi. Il cinguettio in questione risale al 17 gennaio 2013. Si era in piena campagna elettorale, e le polemiche contro le famigerate cartelle esattoriali erano fortissime.
All’epoca Sensi non rivestiva ancora alcun incarico ufficiale per il governo, e Matteo Renzi era soltanto sindaco di Firenze. Tra i due la collaborazione sarebbe cominciata solo dopo l’arrivo del rottamatore alla guida del Nazareno. Da neo-segretario del Pd, nelgennaio 2014 Renzi volle subito Sensi come responsabile della comunicazione dem; e un mese più tardi, all’indomani della scalata del fiorentino a Palazzo Chigi, nomfup ottenne la definitiva nomina di portavoce del premier.

Il primo che promette l’azzeramento delle more di Equitalia si porta casa il paese per un decennio — nomfup (@nomfup) 16 gennaio 2013

Quel messaggio, però, torna ora d’attualità visto che proprio la sanatoria delle cartelle esattoriali di Equitalia è stata annunciata come una delle misure più

venerdì 14 ottobre 2016

Antonello Venditti: video, Che fantastica storia è la vita

Antonello Venditti: Che fantastica storia è la vita



Mi chiamo Antonio e faccio il cantautore
E mio padre e mia madre mi volevano dottore
Ho sfidato il destino per la prima canzone
Ho lasciato gli amici, ho perduto l'amore
E quando penso che sia finita
È proprio allora che comincia la salita

Che fantastica storia è la vita

Mi chiamo Laura e sono laureata
Dopo mille concorsi faccio l'impiegata
E mio padre e mia madre, una sola pensione
Fanno crescere Luca, il mio unico amore
A volte penso che sia finita
Ma è proprio allora che comincia la salita

Che fantastica storia è la vita
Che fantastica storia è la vita

E quando pensi che sia finita
È proprio allora che comincia la salita
Che fantastica storia è la vita

Il Nobel a Bob Dylan





 da: Il Fatto Quotidiano

Nobel a Bob Dylan, ora apriamo i canoni letterari alla musica d’autore
di Paolo Talanca

Bob Dylan ha vinto il Premio Nobel per la letteratura 2016. Questa è una notizia di proporzioni sbalorditive. Perché? Perché per la prima volta la canzone viene considerata espressione artistica di primo piano, e non brutta e furba sorella della poesia. La motivazione del riconoscimento, infatti, recita così: «Per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana». La canzone dunque è considerata espressione letteraria autonoma, questo è il punto; non solo Dylan è il primo cantautore ad aver vinto il Nobel per la letteratura: lo ha vinto per quella forma letteraria esclusiva che è la canzone.

Chi segue queste pagine ricorderà diversi miei scritti che hanno trattato questo tema; o l’intervista a Guccini effettuata per un lavoro sul canone letterario della canzone d’autore. Soprattutto in quest’ambito, il Nobel a Dylan ha da noi un’enorme importanza storica: l’Italia è stata fino a oggi molto restìa a

giovedì 13 ottobre 2016

È morto Dario Fo, il giullare sommo: "Mistero Buffo" il suo capolavoro





da: Corriere della Sera

L’imponente corpus drammaturgico, quasi un centinaio di testi teatrali, gli valse nel 1997 il Nobel per la letteratura. Il sodalizio di vita e arte con Franca Rame

Se n’è andato giovedì mattina. L’attore sommo e il sommo drammaturgo. Il regista, lo scenografo, l’impresario. Lo scrittore e il pittore. L’uomo di sinistra fuori dal coro, il militante senza bandiere. Il giullare che si fa beffe del potere, il Nobel che fa infuriare gli intellettuali scornati. Dario Fo. Morto a 90 anni e sette mesi per problemi polmonari, era ricoverato da due settimane all’ospedale Sacco di Milano. Un’esistenza lunga e fortunata. «Esageratamente fortunata», ripeteva lui che a differenza di quelli mai contenti sapeva dire grazie alla sorte. Quando mai il figlio di un capostazione, nato il 24 marzo del 1926 in un paesino del lago Maggiore, poteva sognare quel destino buffo che le stelle avevano in serbo per lui?

Franca Rame manda in tilt Dario con un bacio
Tutte quelle vite, una più straordinaria dell’altra, una dentro l’altra, riflesse come in un gioco di specchi capace di moltiplicare il tempo e le storie. Dagli anni dell’Accademia di Brera, così ricchi di stimoli culturali, ai brutti mesi con la

Così i rifugiati siriani hanno fatto catturare un terrorista in Germania



da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Lorenzo Monfregola

Il ricercato è stato consegnato alla Polizei, legato mani e piedi. Decisiva è stata l’attività sui social della comunità siriana, che ha diffuso le traduzioni in arabo degli appelli delle autorità.

Secondo la Polizei, Jaber Albakr, siriano di 22 anni, stava preparando un attentato esplosivo contro un aeroporto in Germania, forse a Berlino.

La mattina di sabato scorso, alle ore 7.04, i nuclei speciali SEK hanno circondato l’edificio in cui abitava il giovane, a Chemnitz, città della Sassonia non lontana da Lipsia.
Gli agenti hanno arrestato alcuni presunti complici del ricercato, ma lo stesso Albakr è riuscito a sfuggire alla cattura. La caccia all’uomo è iniziata in pochi minuti, con grande rilievo dato dai media, soprattutto dopo che le autorità hanno dichiarato che nell’appartamento del giovane sarebbe stata trovata una quantità di esplosivo TATP e che l’uomo avrebbe collegamenti diretti con lo Stato Islamico.

Dopo ore di ricerca in tutto il paese, la svolta è arrivata nella notte tra domenica e lunedì, quando Mohammed, un rifugiato siriano residente a Lipsia, si è presentato alla stazione di polizia, dichiarando che il sospetto terrorista si

mercoledì 12 ottobre 2016

Referendum Costituzionale: oligarchie, Zagrebelsky risponde a Scalfari



da: la Repubblica

“La democrazia è lotta per la democrazia e non è la classe dei privilegiati quella che può condurla. Riflessioni che hanno a che vedere con i contenuti di questa riforma? Sì, e molto da vicino"

L’OLIGARCHIA è la sola forma di democrazia, ha sostenuto Eugenio Scalfari nei suoi due ultimi editoriali su questo giornale. Ha precisato che le democrazie, di fatto, sono sempre guidate da pochi e quindi altro non sono che oligarchie. Non ci sarebbero alternative: la democrazia diretta può valere solo per questioni circoscritte in momenti particolari, ma per governare è totalmente inadatta. O meglio: un’alternativa ci sarebbe, ed è la dittatura. Quindi — questa la conclusione che traggo io, credo non arbitrariamente, dalle proposizioni che precedono — la questione non è democrazia o oligarchia, ma oligarchia o dittatura. Poiché, però, la dittatura è anch’essa un’oligarchia, anzi ne è evidentemente la forma estrema, si dovrebbe concludere che la differenza rispetto alla democrazia non è di sostanza.

Tutti i governi sono sempre e solo oligarchie più o meno ristrette e inamovibili; cambia solo la forma, democratica o dittatoriale. Nell’ultima frase del secondo editoriale,

martedì 11 ottobre 2016

Referendum riforma Costituzionale: Valerio Onida ricorre al Tar contro il requisito referendario



da: http://www.huffingtonpost.it/

Valerio Onida fa ricorso contro il quesito referendario al tribunale di Milano e al Tar del lazio

Il presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, ha presentato, insieme alla professoressa Barbara Randazzo, due ricorsi, uno al Tar del Lazio e uno al tribunale civile di Milano, con cui in sostanza impugna il quesito referendario. La motivazione centrale dell'azione, secondo quanto si apprende, riguarda il fatto che in un unico quesito vengono sottoposti all'elettore una pluralità di oggetti eterogenei. Nei ricorsi si chiede il rinvio della questione alla Corte Costituzionale.

I ricorsi sono stati depositati questa mattina. I ricorrenti agiscono in qualità di cittadini-elettori. L'azione arriva dopo quella promossa al Tar da M5s e Sinistra Italiana, ma a differenza di quella, che ha una portata soprattutto politica, questa porta la firma di uno dei più noti giuristi italiani.

Nel ricorso al tribunale di Milano si chiede di accertare, in via d'urgenza, il diritto dei ricorrenti a votare al referendum costituzionale "su quesiti non eterogenei, a tutela della loro libertà di voto". Il ricorso al Tar, che fa leva anch'esso sul diritto di voto "in piena libertà, come richiesto dagli articoli 1 e 48 della Costituzione", "è rivolto contro il decreto di indizione del referendum medesimo,

Legge di Stabilità: “Una manovra tra vecchi vizi e nuovi rimedi”



Condivido e sottoscrivo:la riforma “Dini” del 1995, ottima nell’approccio - con il via libera a una rivoluzione culturale quale l’introduzione del metodo di calcolo contributivo che portava dentro di sé la logica della flessibilità in uscita e che oggi avrebbe consentito di affrontare questo tema da una prospettiva ben diversa – ma pessima nella sua realizzazione, visto che l’effettivo passaggio al nuovo sistema di calcolo, che solo ora la Monti-Fornero ha esteso a tutti, era stato spostato in avanti di almeno 35-40 anni o forse più. Il prezzo ingiusto di una battaglia politico-sindacale che non si è curata di tutelare gli interessi dei più giovani, né quelli di allora né quelli di oggi”.


da: Il Sole 24 Ore - di Salvatore Padula

Tra pochi giorni il “pacchetto previdenza” della legge di Bilancio vedrà finalmente la luce. Novità molto attese – dall’introduzione dell’Ape, l’anticipo pensionistico, al sostegno alle pensioni medio-basse – che sono state al centro di un lungo confronto estivo tra il governo e i sindacati, sfociato nella firma di un protocollo d’intesa che indica le linee dell’intervento.
Accesso alla pensione e adeguatezza della pensione sono, probabilmente, i due punti estremi di una serie di criticità legate all’assetto del nostro sistema previdenziale. Un sistema che resta a tratti legato a logiche di tipo assistenziale

venerdì 7 ottobre 2016

Guglielmo Pepe: I pesanti tagli alla Sanità uccidono dignità e malati



da: http://pepe.blogautore.repubblica.it/

La tragedia familiare e il cordoglio collettivo per la morte di un uomo senza speranza di sopravvivenza (preferisco non usare "malato terminale") avvenuta in circostanze inaccettabili all'ospedale San Camillo di Roma, e raccontata dal figlio nella sua drammaticità, permettono di far capire quali siano i "bubboni" della nostra sanità, perfino nei nosocomi che mantengono ancora una qualità assistenziale di media qualità.

Il primo è sovrastrutturale, eppure fondamentale ormai, visto che di malattie gravi come il tumore muoiono ogni giorno in Italia quasi 500 persone (e spesso proprio nello squallore di un ospedale): è l'umanizzazione (o disumanizzazione). Alcuni oggi scoprono - dopo decenni che se ne parla e scrive - che l'umanità in ospedale è un problema serio da affrontare, ed è un bene perché non è mai troppo tardi. Altri invece - medici, sanitari e giornalisti insulsi - ora si scandalizzano, ipocritamente, quando hanno sempre irriso la questione, derubricandola ai margini, nella pervicace convinzione che in certe situazioni la disumanità è inevitabile. Altri ancora - associazioni, medici e giornalisti - hanno posto al centro l'umanizzazione del sistema, ma sono stati spesso considerati Cassandre e rompiscatole. Infine ci sono quelli - più infermieri che camici bianchi - che "prendono in carico" il paziente che soffre, perché sanno che nella malattia diventiamo più deboli, più fragili, e il sostegno emotivo, la partecipazione, il dialogo possono essere parte integrante della cura: sanno che la parola diventa essa stessa terapia.

Alessandro Gilioli: Il referendum e il grande "dipende"



da: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/

C'è un'argomentazione referendaria esposta da Renzi (sia nel confronto in tivù sia in successivi interventi pubblici) che vale la pena di analizzare.
È quella secondo la quale la riforma «non tocca il potere del presidente del Consiglio», non li aumenta, dato che «nessun articolo riguarda i suoi poteri».
È interessante, come questione, perché è tecnicamente vera (in nessun articolo si aumentano i poteri del presidente del Consiglio) ma fattualmente a rischio di essere falsa, nelle conseguenze o almeno nelle possibili conseguenze: dipende.

Intanto, come primissima cosa, una fotografia della situazione oggi.

Tutte le simulazioni concordano sul fatto che se il Senato fosse composto con i criteri proposti dalla Renzi-Boschi, questo ramo del Parlamento sarebbe sostanzialmente al servizio del partito che oggi esprime il premier. Su 100 senatori, infatti, almeno 54 sarebbero direttamente del Pd, a cui se ne aggiungerebbero altri cinque dei partiti autonomisti (tre del Trentino Alto Adige e due della Valle D’Aosta), già schierati coi dem, per un totale di 59; in più ci sarebbero i cinque senatori di nomina presidenziale e se ipotizziamo (per difetto) che almeno due su 5 siano di area Pd, arriviamo a 61 su 100.

martedì 4 ottobre 2016

Pizzarotti, ovvero: perché i 5 Stelle hanno stancato anche se stessi



da: http://www.dazebaonews.it/ - di Roberto Bertoni

L’addio di Federico Pizzarotti al M5S, ormai nell’aria da tempo, assume un’importanza assai superiore rispetto a quella che noi osservatori, imbolsiti dalla stanca ritualità della politica italiana che si trascina e riproduce se stessa da tempo immemore, gli attribuiamo.

Perché Pizzarotti, nella geografia del Movimento, non è mai stato e mai sarà un personaggio qualsiasi. Divenuto sindaco nel 2012, ossia quando a credere in questa bizzarra compagine erano ancora relativamente in pochi e l’allora presidente Napolitano sosteneva, con irridente superficialità, di non aver sentito nessun “boom” nemmeno in seguito al successo di Parma, Pizzarotti è stato il primo sindaco grillino di una città importante, colui che ha dato all’Italia l’impressione che questo bislacco esperimento, nato dalle intuizioni di un comico e di un pubblicitario di talento, avesse in sé le risorse per tentare davvero l’assalto al cielo.

Venuto fuori dal nulla, costretto a confrontarsi con un avversario, tal Bernazzoli, la cui miopia politica fu pari solo all’arroganza, quando asserì, prima del ballottaggio, di dover giocare la finale di Champions League contro una squadra

lunedì 3 ottobre 2016

Parma, Federico Pizzarotti: “da questo M5S non posso che uscire”



Ha commesso l’errore di non informare in tempi ragionevoli che aveva ricevuto un avviso di garanzia. Nei giorni scorsi la sua posizione nell’ambito dell’inchiesta è stata archiviata.  
E’ evidente che il tempo trascorso e il silenzio – che spesso parla più delle parole  - significano che Giuseppe Piero Grillo e la Casaleggio & C. volevano Pizzarotti fuori dal M5S.
Certo…Pizzarotti era un problema per il M5S: non governabile dalla Casaleggio associati, con più propensione a governare una città di quanto stia dimostrando la Raggi….
Beh....adesso il problema di Grillo e Casaleggio associati è stato risolto….

da: Lettera 43

Parma, Pizzarotti lascia il M5s


Dopo 144 giorni di sospensione considerata «illegittima» e «ad personam», Federico Pizzarotti dice basta. E lascia il Movimento 5 stelle.
Finisce così un tira e molla durato anni, col sindaco ribelle che sbatte la porta.
«Dall'archiviazione», ha detto in diretta Facebook il sindaco di Parma, «nessuno mi ha chiamato. Mi aspetto il linciaggio», ha quindi aggiunto, «ma non mi preoccupo».

«GLI IDEALI NON SONO GLI STESSI». Il primo cittadino ha poi denunciato la metamorfosi del M5s. «Gli ideali sono gli stessi», ha ripetuto, «è cambiato il Movimento». Puntando il dito anche contro «l'assenza di una coscienza critica» della maggior parte degli attivisti. «Mi sono stufato di essere l'unico». «È mancata la coscienza critica, l'ho esercitata solo io, e quindi vengo visto come disturbatore. In tante parti d'Italia siamo stati consumati da arrivisti ignoranti

domenica 2 ottobre 2016

Rai3: un palinsesto speciale per le vittime del Mediterraneo



da: http://www.sorrisi.com/ - di Simone Gorla

Il 3 ottobre in occasione della prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. In prima tv il film Fuocoammare, Orso d'Oro a Berlino

In occasione della prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, il 3 ottobre 2016, Rai3 dedica all’evento una programmazione speciale.

A tre anni dal naufragio avvenuto a poche miglia dal porto di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, in cui morirono più di 360 persone, lunedì sera su Rai3 va in onda in prima visione assoluta Fuocoammare, il film di Gianfranco Rosi premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino in corsa per una nomination agli Oscar 2017.

Tutto il palinsesto di rete viene coinvolto: da Che tempo che fa a Blob, da I Dieci comandamenti a Kilimangiaro, da Quante storie a FuoriRoma. E ancora Radici, Agorà e Geo. Lunedì 3 ottobre un inviato di Rai3, Domenico Iannacone,  racconterà la giornata in diretta da Lampedusa collegandosi con i diversi programmi della rete.

sabato 1 ottobre 2016

La7, speciale Mentana: Zagrebelsky e i giochetti di Renzi



Nello speciale di Mentana, ieri sera su La7, Renzi ha avuto gioco facile nei confronti del professor Zagrebelsky perché conosce i trucchetti dialettici: “mi dica quale articolo aumenta i poteri del presidente del consiglio”, “mi dica da quale articolo arriva la deriva autoritaria”, “sa, io ho studiato sui suoi libri, mi dica…

Renzocchio, il fanfarone pericoloso fratello maggiore di Pinocchio, sa che non esistono articoli che in modo diretto dicano: si aumentano i poteri del presidente del consiglio, sono abolite le opposizioni. Renzi sa perfettamente che la Carta Costituzionale e qualsiasi normativa non va letta solo articolo per articolo, ma considerata e valutata nel suo insieme e unitamente ad altre leggi collegate e intersecate. 

Renzi sa, anche se dialetticamente finge di non sapere, che ogni articolo è soggetto a interpretazioni. Il professor  Zagrebelsky non ha la furbizia e l'abilità dialettica di contrastare i giochetti dialettici di Renzi. Il fatto però che Renzi, adducendo di entrare nel merito abbia giocato in questo modo, rafforza in me l’idea che non abbia argomenti a sostegno della sua riforma. Contrariamente, non avrebbe usato queste domande retoriche ben sapendo che nessun articolo dichiara esplicitamente l’abolizione della democrazia, ergo: di fronte a un interlocutore onesto e ingenuo politicamente, questo non avrebbe che potuto ammetterlo.