martedì 11 ottobre 2016

Referendum riforma Costituzionale: Valerio Onida ricorre al Tar contro il requisito referendario



da: http://www.huffingtonpost.it/

Valerio Onida fa ricorso contro il quesito referendario al tribunale di Milano e al Tar del lazio

Il presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, ha presentato, insieme alla professoressa Barbara Randazzo, due ricorsi, uno al Tar del Lazio e uno al tribunale civile di Milano, con cui in sostanza impugna il quesito referendario. La motivazione centrale dell'azione, secondo quanto si apprende, riguarda il fatto che in un unico quesito vengono sottoposti all'elettore una pluralità di oggetti eterogenei. Nei ricorsi si chiede il rinvio della questione alla Corte Costituzionale.

I ricorsi sono stati depositati questa mattina. I ricorrenti agiscono in qualità di cittadini-elettori. L'azione arriva dopo quella promossa al Tar da M5s e Sinistra Italiana, ma a differenza di quella, che ha una portata soprattutto politica, questa porta la firma di uno dei più noti giuristi italiani.

Nel ricorso al tribunale di Milano si chiede di accertare, in via d'urgenza, il diritto dei ricorrenti a votare al referendum costituzionale "su quesiti non eterogenei, a tutela della loro libertà di voto". Il ricorso al Tar, che fa leva anch'esso sul diritto di voto "in piena libertà, come richiesto dagli articoli 1 e 48 della Costituzione", "è rivolto contro il decreto di indizione del referendum medesimo,
in quanto ha recato la formulazione di un unico quesito, suscettibile di un'unica risposta affermativa o negativa, pur essendo il contenuto della legge sottoposta al voto plurimo ed eterogeneo".

Per questo si chiede l'annullamento, previa sospensione, del decreto del Presidente della Repubblica di indizione del referendum e di "ogni altro atto preliminare, connesso o conseguenziale". Il ricorso ricorda inoltre come "i necessari caratteri di omogeneità" del quesito referendario" siano "gli stessi richiesti secondo la consolidata giurisprudenza della Corte Costituzionale relativa al referendum abrogativo".

Il ricorso al tribunale di Milano. Rimettere alla Corte Costituzionale la legge ordinaria sul referendum per il 'nodo' dell'omogeneità del quesito, ma "anche ai fini della sospensione degli atti del procedimento referendario". È la richiesta contenuta nel ricorso al tribunale di Milano presentato da Valerio Onida sul quesito referendario, in cui in sostanza si chiede al tribunale di azionare il potere della Corte Costituzionale di sospendere il referendum. Una prerogativa a cui la Consulta può ricorrere "avvalendosi, anche d'ufficio" "dei poteri di sospensione ad essa attribuiti", si legge nel ricorso. L'istanza è fatta in via d'urgenza, visto che il referendum è fissato per il 4 dicembre, e una pronuncia dopo questa data sarebbe inutile e "comprometterebbe il diritto invocato", e quindi ricorre il "rischio di un pregiudizio grave ed irreparabile".

Il ricorso al Tar del Lazio. "L'atto impugnato appare illegittimo in primo luogo per avere qualificato il referendum indetto" "come confermativo" e inoltre "per aver formulato il quesito con riferimento al titolo della legge costituzionale anziché agli articoli della Costituzione che vengono modificati". È quanto si legge nel ricorso di Valerio Onida al Tar Lazio contro il decreto di indizione del referendum costituzionale. "La qualifica di referendum 'confermativo' utilizzata nel decreto impugnato (ancorché venga talora usata nel linguaggio corrente) - sottolinea il ricorso - non trova alcun riscontro nella legge n. 352 del 1970" che disciplina i referendum "e non riflette la ratio del ricorso al referendum 'oppositivo' nel caso delle leggi costituzionali, ratio che è quella di garantire le minoranze nel caso di approvazione parlamentare della legge con una maggioranza inferiore ai due terzi".

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