venerdì 21 dicembre 2012

Buon Natale e buone feste


Auguri di un sereno Natale ai lettori del blog e a chi, anche solo per caso, passa da queste parti….

Un augurio soprattutto a coloro che hanno problemi, difficoltà. Che il Natale della Nascita, porti con sé la rinascita. Di un nuovo periodo, di diverse prospettive.

Ci si ripiglia da gennaio…..


I love Emilia, concerto di Campovolo: tutti insieme nel finale con 'A muso duro' di Pierangelo Bertoli



Charles Dickens: Cantico di Natale


Il primo dei tre spiriti.

Quando Scrooge si destò, era così fitto il buio, che guardando dal letto, ei distingueva appena la finestra trasparente dalle pareti opache della camera. Ficcava nelle tenebre i suoi occhi da furetto, quando all'orologio di una chiesa vicina suonarono i quattro quarti. Scrooge stette in ascolto per sentir l'ora.
Con suo grande stupore, la grave campana passò dai sei colpi ai sette agli otto, e così fino a dodici. Allora tacque. Mezzanotte! erano le due passate quando s'era messo a letto. L'orologio andava male. Qualche ghiacciuolo s'era insinuato nelle ruote. Mezzanotte!
Premette la molla del suo orologio a ripetizione per correggere lo sproposito di quell'altro. Il rapido polso della macchinetta batté dodici colpi e s'arrestò.
- Eh via, non può essere - disse Scrooge - ch'io abbia dormito tutta una giornata e una seconda notte. Non può essere che gli abbia pigliato qualche malanno al sole e che sia mezzanotte quando è mezzogiorno! -
L'idea era allarmante, sicché egli tiratosi fuori del letto andò brancolando verso la finestra. Fregò con la manica della veste da camera sui vetri per veder qualche cosa; ma un gran che non arrivò a vedere. Vide che la nebbia era fitta e sentì un freddo indiavolato; nessun rumore per la via, nessuno strepito di gente che corresse su e giù, come senz'altro doveva essere se mai la notte avesse ammazzato il giorno e preso possesso del mondo. Questo fu un gran sollievo, perché, con la soppressione dei giorni, se n'andava in fumo l'eloquenza di certi suoi fogli: "A tre giorni data pagherete per questa mia prima di cambio all'ordine del signor Ebenezer Scrooge..."
Scrooge se ne tornò a letto, e messosi a pensare, a ruminare, a mulinare, a stillarsi il cervello sulla stranezza del caso, non ne cavò niente di niente. Più ci pensava, più s'imbrogliava; e più si sforzava di non pensare, più forte ci pensava. Lo spettro di Marley lo turbava assai.

Frammenti di cinema: Papà Gambalunga




“Something’s gotta give”…..


Scotellaro: I pezzenti


Da "E’ fatto giorno" di Rocco Scotellario

E’ bello fare i pezzenti a Natale
perché i ricchi allora sono buoni;
è bello il presepio a Natale
che tiene l’agnello
in mezzo ai leoni.

Giuseppe Ungaretti: Natale


Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Napoli, il 26 dicembre 1916

Francesco De Gregori, album ‘Sulla strada’: ‘Falso movimento’



Francesco De Gregori, album ‘Sulla strada’: ‘Showtime’



Ilvo Diamanti: “Anno 2012, la rivincita della vecchia televisione”


da: la Repubblica 

Anno 2012, la rivincita della vecchia televisione
La rinascita dei telegiornali. E la gara sul filo della notizia con l'informazione su internet. Il popolo televisivo nel sondaggio Demos-Coop sul gradimento dei media
di Ilvo Diamanti

IL 2012 è l'anno di Monti. Non solo dal punto di vista politico, ma anche dell'informazione. Del rapporto fra gli italiani e i media. L'intreccio fra Rai e Mediaset, quasi indissolubile al tempo del governo Berlusconi, si è allentato. RaiSet si è spezzata. Almeno, agli occhi degli italiani. È ciò che emerge dal sondaggio di Demos-Coop, per l'Osservatorio sull'informazione, pubblicato oggi. Lo dimostra, anzitutto, la fiducia nel Tg1, il notiziario "istituzionale". Durante la direzione di Augusto Minzolini aveva subito un pesante declino. Dal 2007 (quand'era direttore Gianni Riotta) al 2011, infatti, era collassata: dal 69 per cento al 50. Nell'ultimo anno è risalita al 56 per cento. Peraltro, il suo pubblico si è, politicamente, riavvicinato al Centro. Dopo essere scivolato fortemente a destra, negli ultimi anni. È interessante notare come gli altri tg cresciuti maggiormente, sotto il profilo della fiducia, nel corso del 2012, siano il Tg2 e, ancor più, il Tg4. Che, evidentemente, ha "beneficiato" dell'allontanamento di Emilio Fede: quasi 9 punti in più rispetto a un anno fa.

Tutti gli altri notiziari hanno mantenuto indici di fiducia analoghi a quelli degli anni precedenti. Con pochi scostamenti. Il Tg3 resta il più apprezzato (oltre 60 per cento di giudizi positivi). Seguito dagli altri tg della Rai e dal tg di La 7. Il notiziario che,

Alitalia a rischio crac



Allarme Alitalia, rischia il crac
La compagnia perde 630 mila euro al giorno. Ipotesi di vendita ad Air France o rinazionalizzazione.

Dopo quattro anni dal salvataggio targato Silvio Berlusconi con 3 miliardi di soldi pubblici, torna l'incubo crac per Alitalia.
I conti sono ancora in rosso: la compagnia perde 630mila euro al giorno. E la liquidità in cassa si è ridotta a 300 milioni dato che i 735 milioni di debito dei precedenti quattro anni hanno spazzato via il capitale.
RINAZIONALIZZAZIONE O VENDITA AD AIR FRANCE. Occorre, dunque, un rapido intervento per salvare l'azienda. Come evidenzia in una inchiesta approfondita La Repubblica, il prossimo 12 gennaio «gli azionisti, scaduto il vincolo del lock-up, potranno vendere le loro partecipazioni».
E a breve si deciderà il futuro della compagnia. Due sono le ipotesi più accreditate: la rinazionalizzazione, con Alitalia che passa nelle mani dello Stato, o la vendita scontata ad Air France che nel 2008 aveva messo sul piatto 2,4 miliardi per farsi carico della società.
OBIETTIVO UTILE OPERATIVO SPOSTATO AL 2014. In questi quattro anni la gestione è stata nel complesso fallimentare. Il piano d'azione per tenere in piedi la compagnia era stato ideato da Banca Intesa e dagli imprenditori guidati da Roberto Colaninno che programmava di arrivare all’utile operativo nel 2011. Per far quadrare i conti, si era pensato di «ridimensionare il network, ringiovanire la flotta e spostare l’hub a Roma».
Ci sono stati passi avanti, ma la maggior parte degli obiettivi non sono stati rispettati: quello di raggiungere l'utile operativo è stato spostato al 2014. Basti pensare che da gennaio a settembre, Alitalia ha perso 173 milioni, 150 in più del 2011.

Monte dei Paschi di Siena, salvataggio di “Stato”: Draghi stronca Monti e Grilli


da: Il Fatto Quotidiano

Salvataggio “di Stato” a Mps: Draghi stronca le scorciatoie di Monti e Grilli
In un parere datato 17 dicembre, giorno in cui la Ue ha dato il via libera condizionato all'erogazione di 3,9 miliardi di euro di aiuti di Stato alla banca senese, la Banca centrale europea esprimeva il suo dissenso alla formula allunga-debito proposta dalla politica e avallata dal governo
di Gaia Scacciavillani

Niente sconti. Mario Draghi stronca le scorciatoie del tandem Monti-Grilli sul salvataggio del Monte dei Paschi di Siena. E li bacchetta per non aver consultato la Bce prima di trasformarle in legge. In un parere datato 17 dicembre, giorno in cui la Ue ha dato il via libera condizionato all’erogazione di 3,9 miliardi di euro di aiuti di Stato alla banca senese, infatti, la Banca centrale europea esprimeva il suo dissenso alla formula allunga-debito proposta dalla politica e avallata dal governo. Quella, cioè, che prevedeva per Siena, in caso di più che probabile di mancanza di liquidità, la possibilità di pagare gli interessi sul prestito obbligazionario con nuovi titoli di debito, in alternativa all’assegnazione al Tesoro di azioni Mps. Sempre a carico dello Stato e con l’unico paletto che l’opzione sarebbe stata utilizzabile solo per gli interessi maturati nel 2012 e nel 2013, che secondo le stime ammontano a circa 550 milioni di euro.
Una somma non da poco, che porterebbe il totale del conto pubblico della gestione Mps diGiuseppe Mussari vicino a quota 4,45 miliardi di euro. Con un duplice effetto. Per il Tesoro la soluzione riduce al minimo i rischi di restare col cerino in mano

Il Buongiorno di Massimo Gramellini


da: La Stampa

Io sto con Platone

Secondo il vescovo di Senigallia monsignor Odo Fusi Pecci, il cattolico Vendola non è un vero cattolico ma un pervertito, perché le relazioni omosessuali sono contrarie al piano di Dio, che ci ha creati uomo e donna per mettere al mondo dei figli. Si potrebbe ribattere che con un piano simile avrebbero qualche problema anche i preti. Ma si avvicina il Natale e mi accontento di regalare idealmente al vescovo un testo anteriore e complementare ai Vangeli, il Simposio, scritto dal pensatore più spirituale di ogni epoca, Platone. Fra le tante cose, tutte mirabili, il filosofo greco racconta il mito dell’androgino. Gli esseri umani delle origini appartenevano a tre generi: il maschio, la femmina e l’androgino, provvisto di entrambi gli organi riproduttivi. Ma gli uomini fecero arrabbiare gli dei e Giove decise di punirli affettandoli in due. Da allora l’androgino vaga in cerca della sua metà di sesso opposto. E la stessa cosa fanno - con grande dispetto del monsignore - il maschio e la femmina dimezzati, che trovano pace solo nel riunirsi alla metà mancante e identica a loro. L’energia divina che muove la danza di tutte queste metà si chiama amore ed è uguale per tutti, etero e omosessuali. Le perversioni non sono dunque figlie dell’accetta di Giove, ma dei pensieri ossessivi di certi uomini, per lo più maschi e per lo più bigotti. 

P.S. Oltre che con Platone, in questi giorni di festa sto con un altro antico, Pannella, e con la sua battaglia di civiltà per un carcere che non ci faccia vergognare di essere maschi, femmine, androgini, come ci pare, ma umani.  

giovedì 20 dicembre 2012

Rai, Festival di Sanremo 2013: la data non cambia, in onda dal 12 al 16 febbraio



da: la Repubblica

Sanremo, Fazio: "Il Festival non si sposta.
Andrà in onda dal 12 al 16 febbraio"
La Rai ha confermato le date inizialmente previste per la kermesse e sulle quali si erano addensate le ombre di uno slittamento, per evitare il rischio di seduzioni propagandistiche dal palco dell'Ariston a pochi giorni dalle elezioni politiche

La data è stata scelta. Il Festival della canzone italiana si farà secondo la prima ipotesi prevista, dal 12 al 16 febbraio. Il conduttore di Sanremo 2013, Fabio Fazio, sulla sua pagina di Twitter aveva annunciato che in giornata sarebbe arrivata la decisione e aveva mostrato una foto con le due ipotesi in lavagna: 12-16 febbraio, come previsto da programma, oppure dal 26 febbraio al 2 marzo in vista di un possibile election day. Oggi la Rai ha comunicato la data definitiva con una nota. E su Twitter è apparso poco dopo il commento del conduttore: "W la Rai!".

La riunione che si è tenuta oggi tra il direttore generale Luigi Gubitosi e il responsabile dell’Intrattenimento e direttore in pectore di RaiUno Giancarlo Leone ha fatto valere le ragioni della prima data scelta, dal 26 febbraio al 2 marzo. A marzo RaiUno sarebbe stata comunque bloccata da un altro evento da Bologna:

Natale: libri, cinema, dvd


da: Il Sole 24 ore

Tutto il meglio delle strenne natalizie fra librerie, teatri, cinema, cd e dvd

Con il Natale tornano anche le nostre strenne. Per il lettori de IlSole24Ore.com, con l'aiuto dei collaboratori della pagina, chi scrive ha selezionato tutto il meglio di quanto apparso in libreria, a teatro, al cinema, in cd e dvd.
Questo per trasformare l'occasione dello scambio dei regali natalizi nel piacere della lettura, nel momento giusto per vedere o rivedere quanto è apparso al cinema o anche solo per passare o omaggiare i propri cari di una sera a teatro.
Pensando di farvi cosa gradita, e sapendo di non poter accontetantare proprio tutti i gusti, ma anche con la certezza di aver scelto quel che per noi è se non imperdibile certamente godibile, lasciamo a voi la scelta con gli auguri di buone feste.



Marco Travaglio: "La Costituzione, che ridere"


sottoscrivo quanto scritto da Marco Travaglio e anche questa "prassi" Napolitano-Monti rientrerà tra i miei ricordi al momento di decidere se votare e per chi. 


da: Il Fatto Quotidiano 

La Costituzione, che ridere
di Marco Travaglio

Bei tempi quando i governi cadevano in Parlamento, con un voto di sfiducia chiaro e limpido, così ciascun parlamentare ci metteva la faccia e i cittadini sapevano chi aveva votato come. Bei tempi quando chi voleva fare il presidente del Consiglio lo diceva apertamente, metteva insieme una coalizione di partiti che lo volevano al governo, e andava a cercarsi i voti (in Italia, non a Bruxelles) per verificare se i cittadini preferivano lui o magari un altro. Bei tempi insomma quando c’era ancora la Costituzione e l’Italia era una Repubblica parlamentare. Oggi, come scrive Marcello Pera su Libero (a questo siamo: a dar ragione a Pera), “la Costituzione è diventata un canovaccio per spettacoli comici”. Spettacoli eccellenti, come quello di Benigni.
Dove però la battuta più riuscita non era una delle solite su Berlusconi, ma un’altra: “Quando la Costituzione entrerà in vigore, sarà bellissimo”. Sarebbe bastato insistere sul punto e ci sarebbe stato da scompisciarsi. Se uno legge ciò che scrivono i costituenti sui poteri del capo dello Stato, del presidente del Consiglio e del Parlamento, e lo confronta con quel che fanno Napolitano e Monti, deve concludere che delle due l’una: o sbagliano Napolitano e Monti, o sbaglia la Costituzione. 

La7, nuovo amministratore delegato: tagli e modifiche al palinsesto


L’accordo con Sky dovrebbe dare a La7 ciò che le manca per completare il palinsesto e per quanto riguarda Google, chissà se il nuovo vertice aziendale capirà come utilizzare certi contenuti che interessano una certa fascia di pubblico senza incappare nelle tagliole del copyright…contrariamente, gli accordi con Google non serviranno granchè…


da: Il Fatto Quotidiano

La7, spending review e più notizie. Chiude la Parodi, arriva Guzzanti
Il nuovo ad Ghigliani annuncia una razionalizzazione del palinsesto che punterà sull'informazione in prima serata in vista delle elezioni: Mentana, Santoro, Formigli, Lerner, Porro, Telese. Via il programma pomeridiano dell'ex giornalista del Tg5, cancellate "Ti ci porto io" e "L'erba del vicino". Cucciari verso la prima serata

Dopo l’addio di Giovanni Stella La7 cambia strategia. Il nuovo ad Marco Ghigliani annuncia una “razionalizzazione del palinsesto” che “punterà sull’informazione in prime time” e prevede “importanti cambiamenti nel day time” con “una significativa riduzione dei costi”. Chiude, per cominciare, lo show di Cristina Parodi, che comunque resta all’emittente di Telecom (anche se in cerca di acquirenti).
“La volontà di consolidare e migliorare i nostri ascolti – spiega Ghigliani – ci ha portato alla decisione di avviare un piano di razionalizzazione del nostro palinsesto che, come è nella vocazione della Rete, punterà sull’informazione e l’approfondimento in prime time con il grande valore della nostra squadra”.

Cinema: “La regola del silenzio” di Robert Redford


da: La Stampa

Redford torna con un thriller politico
In sala dal 20 dicembre “La regola del silenzio” con LaBeouf e Sarandon


Un uomo in fuga dal passato e un giornalista a caccia della verità. Robert Redford arriva al cinema dal 20 dicembre con “La regola del silenzio”, il suo nono film da regista in cui si è ritagliato anche la parte del protagonista, un uomo che per trent’anni si è costruito una nuova identità nascondendo un segreto, in coppia con il giovane attore di “Transformers” Shia LaBeouf.  

Il thriller politico, basato sul romanzo di Neil Gordon, è stato già presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia e affronta anche il tema del ruolo della stampa e della ricerca della verità così come “Tutti gli uomini del presidente”, film interpretato da Redford con Dustin Hoffman nel ’76.  

Stavolta però il regista ha voluto indagare soprattutto su un episodio della storia americana, raccontando i movimenti di protesta contro la guerra negli anni ’70 e le organizzazioni più violente come i Weather Underground, immaginando la vita di questi attivisti molti anni dopo.  
Redford è Jim Grant, avvocato e padre single che conduce una vita tranquilla, all’improvviso costretto a fuggire quando il giovane cronista LaBeouf svela la sua vera identità di pacifista radicale, ancora ricercato per un omicidio. A mettere in

Disservizi subiti dai pendolari: interrogazione di Ennio Lannutti al Ministro delle infrastrutture e trasporti


da: Cadoinpiedi

Pendolari, la colpevole inerzia delle istituzioni
di Elio Lannutti
Sporcizia, ritardi cronici, sovraffollamento. Questi i disagi quotidianamente subiti dai pendolari e denunciati dall'Associazione Regionale Trasporti Milano-Coordinamento nazionale pendolari. Il Ministro ne è a conoscenza? Intende porvi rimedio?

 

Riporto anche qui il testo dell'interrogazione che ho rivolto al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti circa le numerose problematiche segnalate dall'Associazione Regionale Trasporti Milano-Coordinamento nazionale pendolari, nella quale chiedo quali iniziative il Ministro intenda assumere per tutelare i cittadini utenti ed evitare loro ulteriori disagi. 

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08847
Atto n. 4-08847
Pubblicato il 11 dicembre 2012, nella seduta n. 852
LANNUTTI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. 
Premesso che:

è giunta all'interrogante una segnalazione dei componenti dell'Associazione Regionale Trasporti Milano-Coordinamento nazionale pendolari (trasmessa in allegato alla presente interrogazione e che resta acquisita agli atti del Senato), nella quale si denuncia quanto segue: «Da diverso tempo noi viaggiatori

Banche e Comune di Milano: derivati, condannate le banche estere


da: Adnkronos

Derivati, condannate le banche estere per la truffa al Comune di Milano

Il giudice di Milano Oscar Magi ha condannato a una multa di un milione di euro ciascuna Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa, le 4 banche imputate al processo sulla presunta truffa ai danni del Comune di Milano attraverso i contratti derivati. Il giudice ha stabilito inoltre una confisca di circa 88 milioni di euro per le quattro banche.
ll giudice milanese ha condannato 9 imputati nell'ambito del processo. Quattro invece le assoluzioni come chiesto dal pm Alfredo Robledo.
Le condanne, riguardano alcuni dei dipendenti ed ex dipendenti delle quattro banche. In particolare è stato condannato Antonio Creanza e Marco Santarcangelo, rispettivamente dipendenti di Jp Morgan e di Depfa, a 8 mesi e 15 giorni e a 90 euro di multa ciascuno, mentre per Tommaso Zibordi (Deutsche Bank) è stato condannato a 7 mesi e 15 giorni e 80 euro. Per Gaetano Bassolino (Ubs) la condanna è di 7 mesi e 70 euro, mentre per Carlo Arosio (Deutsche Bank), William Francis Marrone (Depfa), Fulvio Molvetti (Jp Morgan) e Matteo Stassano (Ubs) alla pena di 6 mesi e 15 giorni di reclusione e 60 euro di multa ciascuno. Alessandro Foti (Ubs), invece, è stato condannato a 6 mesi di reclusione e 50 euro di multa. Gli stessi imputati sono stati dichiarati "incapaci di contrattare con la Pubblica amministrazione per un anno".
"Deutsche bank rimane convinta di aver agito correttamente, come pure i suoi dipendenti. La banca intende, quindi, ricorrere in appello confidando in una risoluzione positiva del processo". E' questa la posizione ufficiale dell'istituto di credito dopo la sentenza di condanna emessa dal giudice di Milano Oscar Magi nell'ambito del processo sui derivati.

Il Buongiorno di Massimo Gramellini


da: La Stampa

Il Silvio show che sequestra la politica

I Maya avranno anche previsto la fine del mondo, ma nemmeno il messicano più visionario si sarebbe spinto a immaginare un 21.12.12 così svuotato di politica e così straripante di berluscaggini e giochetti di potere. Mentre gli italiani risparmiano sui regali e dirottano la tredicesima per pagare debiti e tasse, lo schermo irradia le immagini del Cavalier Ganassa concionante da tutti gli strapuntini di sua e nostra proprietà, intervallate da quelle di politici di destra e sinistra che escono a testa bassa da riunioni frenetiche, in cui l’unico argomento all’ordine del giorno è la loro sopravvivenza.  
I partiti si scompongono e si ricompongono, frantumandosi in decine di sottomarche dai nomi fantasiosi per garantire a decine di sottopancia un posto da condottiero. Il solo assillo è il posto in lista. La sola vergognosa certezza è che, nonostante le promesse di cambiamento e un anno di governo tecnico per mantenerle, si voterà ancora con il Porcellum per eleggere lo sproposito di mille parlamentari che continueranno a godere di privilegi incompatibili con le condizioni di vita delle persone comuni. 

Pur con tutti i loro limiti, l’azione di Monti e le primarie del Pd avevano avuto il merito di rimettere al centro del dibattito politico la realtà: il lavoro, la riforma dello Stato Sociale e il ricambio generazionale. Persino i litigi da talk show vertevano su temi terribilmente concreti, ancorché immateriali come lo spread. Ma è bastato che tornasse in scena Tu Sai Chi perché la situazione precipitasse di nuovo nel buco nero in cui da noi periodicamente scompaiono le cose serie. Berlusconi è un

Berlusconi: balle spaziali


da: Lettera 43

Tutte le sparate di Berlusconi
Dal no all'Imu alla riduzione della pressione fiscale. Il Cav in tivù rispolvera i cavalli di battaglia. Ma i dati lo smentiscono.


Sotto il generoso cerone e i capelli d’asfalto si intravede la solita anima del combattente che dà il meglio di sé in campagna elettorale. Ma il Berlusconi che si avvia a rincorrere per la sesta volta la poltrona da premier mostra di avere un po’ perso il contatto con la realtà.
Molti dei proclami snocciolati nelle sue ultime scorribande televisive, che potevano andare bene nel 1994, nel 2001 e magari ancora nel 2006, appaiono poco credibili nell’Italia del 2012 ferita dalla crisi. E sono facilmente confutabili richiamando i dati di fatto.
L’ospitata in casa D’Urso, domenica 16 dicembre, si è trasformata in un balcone di Piazza Venezia per l’ex capo del governo. Anche a Pomeriggio Cinque, però, il Cavaliere maramaldeggia senza ostacoli.
IL NIDO DI PORTA A PORTA. E la stessa Porta a Porta è una specie di piccola heimat per il patron Fininvest, un caldo nido domestico in cui risiedono le fondamenta mediatiche del suo potere affabulatorio.
Sotto l’albero di Natale di Vespa l’uomo di Arcore può sempre parlare a lungo, con poche interruzioni e senza colpi bassi da parte di alcuno. Peccato che un po’ in tutte le performance tivù si sprechino affermazioni campate in aria.

mercoledì 19 dicembre 2012

Ernesto Assane: Massimiliano Pani, dietro le quinte della musica italiana


Per me, Massimiliano Pani dovrebbe essere uno dei giudici di X Factor.



Massimiliano Pani è uno dei produttori di maggior successo in Italia e non solo per il suo lavoro con Mina ma anche per i mille progetti grandi e piccoli, tra cinema, televisione, dischi, che hanno segnato la sua carriera. E oggi gode anche della popolarità del suo ruolo di giudice a “Ti lascio una canzone”. Lo incontriamo per parlare della sua unica grande passione, la musica, e per conoscere i suoi nuovi progetti.




Web: una piattaforma monitora l’identità digitale


da: La Stampa

Quanto vali? Adesso te lo dice Internet
Arriva My-Reputation, piattaforma che monitora l’identità digitale: dai candidati politici agli aspiranti
manager, il sistema valuta lo «skill»
di Sandra Riccio

Ai tempi del web sociale, le nostre vite sono quasi tutte online, e potrebbero essere utilizzate contro di noi. Sono i risvolti dell’identità digitale, riflesso della vita reale. Per questo è importante curare la propria identità sul web, visto che non sempre c’è esatta corrispondenza tra l’online e il profilo reale.  

Tanto più che l’importanza di questo nostro particolare biglietto da visita è cresciuta sempre di più negli ultimi dieci anni. Secondo una recente ricerca Adecco, “il 49% dei recruiter valuta il candidato cercando informazioni online, e nel 27% dei casi lo elimina a causa di queste”. Significa che oggi il curriculum vitae è anacronistico, mandato in soffitta dalla rete e dai social network. Altri dati indicano in 14,3 milioni il flusso di persone che ogni giorno possono accedere alla identità digitale di ciascuno di noi. Vuol dire che bisogna avere cura del proprio profilo. Questo almeno è il messaggio che arriva da Reputation Manager, società che ha sviluppato My-Reputation, ovvero una piattaforma web gratuita, da oggi accessibile da tutti, che permette di controllare e gestire il proprio ecosistema informativo online sotto vari punti di vista: primo tra tutti l’identità. E’ così possibile calcolare il “My Reputation Score” di ciascuno, che riflette l’identità digitale nel suo complesso: qualitativo, informativo e relazionale. Il punteggio parte da 1 e arriva al massimo di 100. 

Giustizia (?): Lettere dalle carceri italiane


In Italia non esiste giustizia. Per questi motivi:
1. I processi hanno tempo lunghissimi;
2. La certezza delle pena è un concetto praticamente sconosciuto;
3. I detenuti sono mediamente trattati come bestie.
Ovviamente, il carcere non può e non dev’essere una suite ma neppure un postribolo dove si ammassano persone che vivono come in un letamaio.
4. I diritti delle vittime dei reati non sono rispettati; perché se non vi è certezza della pena si calpestano i diritti di coloro che hanno subito i reati. 




Lettere dalle carceri italiane 
di AA. VV. – il Manifesto

Un senso alla pena

Sono un detenuto del carcere di Opera, ma ho presentato la richiesta per essere trasferito a quello di Bollate dove mi piacerebbe continuare gli studi di scuola superiore che ho iniziato nel carcere di Ferrara, ma che ho dovuto interrompere quando sono stato trasferito. Potrei anche continuare il percorso terapeutico poiché sono un tossicodipendente “storico” e, essendo un allevatore e agricoltore, potrei anche accudire degli animali. Nel carcere di Ferrara avevo frequentato un corso di “Controllo dell’aggressività sulla popolazione detenuta” con l’ausilio di due pit bull, riuscendo a prendere anche l’attestato con esito positivo. Ma non credo che queste mie istanze verranno accettate, perché non ho finito l’osservazione con l’educatrice, che è però inesistente. (…) Quando stavo nel carcere di Ferrara nel 2008, ho percepito il sovraffollamento quando in una cella di 9 metri quadrati viene aggiunta una terza branda, di conseguenza in una sezione composta da 25 celle, sono recluse 75 persone, anziché le appena tollerabili 50. Conti alla mano, nel carcere di Ferrara anziché 260, eravamo 530: più del doppio. Per motivi di sicurezza, quindi, non si è più potuto usufruire della socialità alla sera e questo ha influito negativamente sulla mia salute tanto che da allora soffro di stati d’ansia e attacchi di panico, che tuttora curo con antidepressivi. Una volta che ci siamo trovati

Usa, strage nella scuola: Obama verso lo stop alla vendita delle armi d’assalto


da: La Stampa

Strage a scuola, Obama verso lo stop alla vendita delle armi d’assalto
Il Congresso ammorbidisce la linea pro Nra e il Presidente rompe gli indugi. È pronto ad appoggiare la proposta della senatrice Feinstein
di Maurizio Molinari


Dopo giorni di contrattazione e disperazione, Barack Obama ha rotto gli indugi. Il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato che è pronto ad appoggiare la proposta della senatrice democratica Diana Feinstein per approvare una nuova legge che vieti la vendita delle armi di assalto. Il modello sarà quella voluta da Bil Clinton ed in vigore dal 1994 al 2004. L’intenzione è quella di impedire a chiunque di comprare fucili semi-automatici come il Bushmaster AR-15 usato da Adam Lamza, quando venerdì scorso ha massacrato venti bambini di una scuola elementare in Connecticut e sei adulti.  

«È chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per affrontare la vergogna di questa violenza», ha detto il portavoce della Casa Bianca annunciando che Obama intende muoversi già «nelle prossime settimane». Oggi l’inquilino della Casa Bianca ha parlato al telefono con il senatore democratico Joe Manchin che, alla luce della strage di Newtown, ha ammorbidito la sua linea pro Nra, la potente lobby delle armi. «Il presidente è rincuorato da quel che ha sentito da membri del Congresso che si erano finora opposti alle misure di controllo», ha ripetuto Carney. 

Berlusconi, Bersani, Monti: preoccupati e no…..


Il vecchio nano puttaniere sta subendo gli effetti di una nuova “cura farmacologica” che acuisce ulteriormente il suo stato confusionale, che gli provoca sogni deliranti di raggiungere il 40% di voti alle prossime elezioni che, tra l’altro, vuole far slittare. Non pare però – come succede da anni – che la famiglia di Silvio si preoccupi delle sue condizioni mentali. L’ultima che aveva espresso preoccupazioni, era stata sua moglie Veronica Lario con quella lettera al quotidiano del gruppo editoriale avverso al marito: la Repubblica.

Chi invece si sta preoccupando è Bersani.
Non per la ridiscesa in campo della mummia Berlusconi, ma perché, secondo alcuni sondaggi, la sempre più probabile candidatura di Monti – dopo l’investitura ufficiale della settimana scorsa da parte di quel Ppe con benedizione della Merkel, sottrarrebbe voti a sinistra.
Bersani è talmente (e logicamente) preoccupato che…sostiene il contrario.
Chi risponde a domande in merito agli effetti che avrebbe la discesa in campo di Monti anziché aggirare l’argomento, liquidare con una battuta o sminuire l’argomento, significa che ha un tarlo in testa. Significa che ha un punto debole. In questo caso, politico.

Bersani ha motivo di essere preoccupato. Ma non della discesa in campo di Monti, bensì della memoria degli italiani. Che si ricordano che il Pd non è nato ieri e che la maggior parte della sua classe dirigente gira tra ministeri e Parlamento da più tempo di Monti.

Mario Monti ha un’unica preoccupazione. Come candidarsi a premier alle prossime elezioni senza portarsi dietro Pdl, Casini e Fini. Sì, perché un conto è arrivare in un posto e guadagnare consensi nonostante scelte discutibili e prevalentemente a danno dei soliti noti, un conto è chiedere il voto agli italiani con quella parte di classe politica che fa compagnia a Bersani da altrettanti (se non più) anni dei suoi, e/o sta sul “libro paga” di Berlusconi per consentirgli di stare al potere per fare i suoi interessi.

martedì 18 dicembre 2012

Roberto Benigni e la Costituzione


da: La Stampa

Benigni: “La Carta è come Woodstock”
Due ore di diretta ed emozioni senza pubblicità: un piccolo grande miracolo di Natale
di Alessandra Comazzi


La potenza della comicità e anche della retorica, intesa come arte oratoria volta alla persuasione. E si può persuadere a rompere tutto oppure a costruire, a ricostruire, basandosi su solide basi. Laddove esse esistano. E in «La più bella del mondo», in diretta da Cinecittà su Raiuno, Roberto Benigni, con passione, forza, convinzione, ha ripercorso i dodici principi fondanti della nostra Costituzione. Ha usato parole enfatiche: meraviglioso, terribile, grandioso, memorabile, eccezionale. Ma doveva tenere sveglio il pubblico, doveva avvincerlo con temi cui non è abituato.  

Ha parlato di lavoro, religione, lingua, (battuta: la Repubblica tutela le minoranze linguistiche: hanno fatto un articolo tutto per Antonio Di Pietro), cultura, paesaggio. Ha difeso, con passione che avvinceva, la politica: «Non vi dico di rispettare la politica. Vi dico di amarla: perché è con la politica che si organizza la nostra vita sociale. Disprezzare la politica è come disprezzare noi stessi». Orgoglio italiano:

Ilvo Diamanti: “Il dilemma del professore”


da: la Repubblica

Il dilemma del Professore
di Ilvo Diamanti

La Seconda Repubblica è finita, ma non del tutto. Il leader che l'ha inventata e guidata, per quasi vent'anni, è ancora lì. Silvio Berlusconi. Non si decide a uscire di scena. Per il bene del Paese. E, in primo luogo, "per i miei interessi", come ha esplicitamente affermato negli scorsi giorni. Da ciò la difficoltà di costruire una democrazia "normale", fondata sull'alternanza possibile. 

Da ciò la difficoltà di Mario Monti, nella ricerca di un ruolo, dopo le prossime elezioni. Monti: vorrebbe continuare l'opera avviata un anno fa. Ma sulla base di un'investitura democratica e non aristocratica. Per volontà popolare e non del Presidente. Dopo una consultazione elettorale in Italia e non per scelta degli "altri". Su Monti, come si è visto anche nell'ultima settimana, "investono" i Popolari europei. La Merkel in testa. Ma anche il presidente francese, Hollande, socialista, ha espresso la sua stima verso il Professore.

I leader politici (oltre ai mercati) internazionali si chiedono perché mai gli italiani debbano esporsi al rischio di eleggere  -  democraticamente  -  un governo "populista". Oppure una maggioranza fragile, condizionata da forze politiche anti-europee. Com'è già avvenuto in passato. I leader e i mercati stranieri: si chiedono (talora apertamente) perché gli italiani debbano andare al voto, quando dispongono già di un premier "affidabile" (dal loro punto di vista). 

Milano, San Raffaele: rotta la trattativa, licenziamenti vicini



Milano - San Raffaele, si rompe la trattativa e i licenziamenti sono vicini

E' arrivato a un punto di svolta negativo la trattativa tra i sindacati e i dirigenti dell'ospedale San Raffaele di Milano e per questo i 244 licenziamenti che erano già stati prospettati sembrano essere più vicini. La vicenda dei lavoratori del San Raffaele, uno dei più prestigiosi ospedali italiani anche all'estero, sta tenendo in ansia ormai da mesi centinaia di dipendenti e le loro famiglie visto che l'unico modo che è stato prospettato dalla direzione per risolvere i gravi problemi di bilancio è quello di mettere in atto una drastica riduzione del personale, anche se più di una volta la Rsu ha chiesto all'amministratore delegato Nicola Bedin di poter vedere da vicino la situazione in modo tale da riuscire a capire se si potessero risollevare i conti attraverso altre misure diverse dai licenziamenti. Pochi giorni fa, però, sembrava essere davvero possibile ottenere un accordo che potesse soddisfare entrambe le parti proprio perchè si era parlato di una lieve riduzione dello stipendio a seconda delle categorie contrattuali da mettere in atto fino a che si fosse raggiunto l'obiettivo del risanamento dei conti, ma questa si è rivelata un'ipotesi non percorribile nei fatti proprio perchè è stata siglata una vera e propria rottura delle trattative che inevitabilmente rende più vicini i licenziamenti.
A questo punto il tempo per evitare la riduzione del personale, che potrebbe ripercuotersi in modo negativo anche sui servizi che vengono offerti dalla struttura, è sempre meno visto che sono ormai partiti i 30 giorni previsti dalla legge che regola il licenziamento collettivo durante i quali si svolgeranno i tavoli con gli enti locali, gli unici che potrebbero evitare una situazione destinata a finire in modo negativo. C'è infatti un punto che ha reso impossibile ogni accordo e su cui

Imu Chiesa: “condono” su quanto non versato in passato



Imu chiesa: l'Ue perdona il Vaticano. Dovrà pagare la tassa solo per il futuro, per il passato avrà una sanatoria

La Chiesa pagherà l'Imu. Ma lo Stato italiano non dovrà recuperare quanto non versato in passato sugli immobili di proprietà del Vaticano. Sarebbe questa, secondo le indiscrezioni raccolte dall'Ansa, la salomonica decisione che la Commissione Europea potrebbe assumere mercoledì per chiudere il lungo contenzioso con Roma sull'esenzione prima dall'Ici e poi dall'Imu dei beni ecclesiastici.
La decisione dovrebbe essere adottata, salvo sorprese, senza particolari problemi. E godrebbe del pieno sostegno del presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso. In sostanza Bruxelles si avvia a riconoscere che le modifiche introdotte recentemente al regime di applicazione dell'Imu - l'imposta sugli immobili che ha sostituito l'Ici - sui beni ecclesiastici hanno reso il sistema impositivo compatibile con le norme europee che vietano gli aiuti di Stato. Ma allo stesso tempo sancisce l'esistenza di una violazione della normativa Ue per quanto riguarda il passato, in particolare a partire dal 2006, quando fu introdotto un'esenzione generalizzata dal pagamento dell'Ici in favore dei beni della Chiesa, anche quelli manifestamente utilizzati a fini commerciali.
Un'esenzione fiscale classificata ora come un aiuto di Stato illecito. Normalmente, secondo le procedure comunitarie, lo Stato dovrebbe procedere al recupero di questo genere di aiuti. Ma dopo un'attenta valutazione da parte dei servizi della Commissione che fanno capo allo stesso Almunia, si è giunti alla conclusione che l'operazione non sarebbe realisticamente praticabile e che comunque i costi

Il Buongiorno di Massimo Gramellini


da: La Stampa

Il sorpasso

La lezione di educazione civica impartita in tv con la consueta leggerezza da Roberto Benigni ha emozionato e istruito un Paese di maleducati civici che confondono la politica con i maneggi dei politici e non hanno il senso dello Stato perché è lo Stato che fa loro senso. Invece le battute, attese e inevitabili, sul ritorno in campo di Berlusconi avevano un limite: facevano ridere meno di Berlusconi. Non che fossero brutte. Alcune erano davvero gustose: «Ha diviso l’Italia in due: metà contrari e metà disperati». Ma ormai nemmeno un premio Oscar può rivaleggiare con l’originale mentre, sprofondato nel salotto di una sua dépendance televisiva, giustifica le notti allegre di Arcore sciorinando una litania di disgrazie: mia mamma era morta, mia moglie mi aveva lasciato e io ero stanco, solo e abbandonato da tutti… Sembrava John Belushi in «Blues Brothers», quando per giustificarsi con la fidanzata mollata davanti all’altare tira in ballo qualsiasi cosa, persino l’invasione delle cavallette.  

Per la prima volta nella storia dai tempi di Nerone il politico ha sorpassato l’artista. Una parte di me, non ho ancora capito quale, prova una sorta di reverenza estatica nei confronti del talento impudente di quell’uomo. Ci prende in giro da vent’anni, però con un’inventiva e una compenetrazione nella parte che avevano soltanto le conferenze stampa giovanili di Maradona e i personaggi tragicomici di Vittorio Gassman. Solo che, a differenza degli attori, anche dei più grandi, Berlusconi non fa Berlusconi. Lo è. Peggio: crede fermamente di esserlo.