da: La Stampa
Io
sto con Platone
Secondo il vescovo di Senigallia monsignor
Odo Fusi Pecci, il cattolico Vendola non è un vero cattolico ma un pervertito,
perché le relazioni omosessuali sono contrarie al piano di Dio, che ci ha
creati uomo e donna per mettere al mondo dei figli. Si potrebbe ribattere che
con un piano simile avrebbero qualche problema anche i preti. Ma si avvicina il
Natale e mi accontento di regalare idealmente al vescovo un testo anteriore e
complementare ai Vangeli, il Simposio, scritto dal pensatore più spirituale di
ogni epoca, Platone. Fra le tante cose, tutte mirabili, il filosofo greco
racconta il mito dell’androgino. Gli esseri umani delle origini appartenevano a
tre generi: il maschio, la femmina e l’androgino, provvisto di entrambi gli
organi riproduttivi. Ma gli uomini fecero arrabbiare gli dei e Giove decise di
punirli affettandoli in due. Da allora l’androgino vaga in cerca della sua metà
di sesso opposto. E la stessa cosa fanno - con grande dispetto del monsignore -
il maschio e la femmina dimezzati, che trovano pace solo nel riunirsi alla metà
mancante e identica a loro. L’energia divina che muove la danza di tutte queste
metà si chiama amore ed è uguale per tutti, etero e omosessuali. Le perversioni
non sono dunque figlie dell’accetta di Giove, ma dei pensieri ossessivi di
certi uomini, per lo più maschi e per lo più bigotti.
P.S. Oltre che con Platone, in questi
giorni di festa sto con un altro antico, Pannella, e con la sua battaglia di
civiltà per un carcere che non ci faccia vergognare di essere maschi, femmine,
androgini, come ci pare, ma umani.
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