da: Il Fatto Quotidiano
Salvataggio
“di Stato” a Mps: Draghi stronca le scorciatoie di Monti e Grilli
In
un parere datato 17 dicembre, giorno in cui la Ue ha dato il via libera
condizionato all'erogazione di 3,9 miliardi di euro di aiuti di Stato alla
banca senese, la Banca centrale europea esprimeva il suo dissenso alla formula
allunga-debito proposta dalla politica e avallata dal governo
di Gaia
Scacciavillani
Niente sconti. Mario Draghi stronca
le scorciatoie del tandem Monti-Grilli sul salvataggio del Monte
dei Paschi di Siena. E li bacchetta per non aver consultato la Bce prima di
trasformarle in legge. In un parere datato 17 dicembre, giorno in cui la
Ue ha dato il via libera condizionato all’erogazione di 3,9 miliardi di
euro di aiuti di Stato alla banca senese, infatti, la Banca centrale
europea esprimeva il suo dissenso alla formula allunga-debito proposta
dalla politica e avallata dal governo. Quella, cioè, che prevedeva per Siena,
in caso di più che probabile di mancanza di liquidità, la possibilità di pagare
gli interessi sul prestito obbligazionario con nuovi titoli di debito, in
alternativa all’assegnazione al Tesoro di azioni Mps. Sempre a carico dello
Stato e con l’unico paletto che l’opzione sarebbe stata utilizzabile solo per
gli interessi maturati nel 2012 e nel 2013, che secondo le stime ammontano a
circa 550 milioni di euro.
Una somma non da poco, che porterebbe il
totale del conto pubblico della gestione Mps diGiuseppe Mussari vicino
a quota 4,45 miliardi di euro. Con un duplice effetto. Per il Tesoro la
soluzione riduce al minimo i rischi di restare col cerino in mano
nazionalizzando
anche solo parzialmente un istituto bancario per di più imbottito di titoli di
Stato per un controvalore cinque volte superiore a quello dei 4 miliardi
aiuti, senza contare l’inchiesta della magistratura in corso da maggio.
Non secondario, poi, il vantaggio del mancato ingresso dello Stato nella banca
per gli attuali soci di Mps e, in particolare, il suo principale azionista, la
Fondazione Mps di emanazione piddina, che non dovranno diluire le loro quote. A
tutto svantaggio, oltre che del contribuente, dello stesso istituto di credito
che, emettendo più bond, moltiplicherebbe gli interessi da pagare, limitando la
capacità di generare capitale, in una spirale più simile a una catena di
Sant’Antonio che a un risanamento.
Costo da pagare che l’Eurotower non
ha mancato di rilevare entrando nel meritodell’emendamento governativo
alla legge di Stabilità per esprimersi a favore della trasformazione degli
interessi dei Monti bond, il veicolo dell’aiuto di Stato, in nuove azioni della
banca senese invece che in nuove obbligazioni. ”Nella visione della Bce
l’opzione che permette a Mps di pagare le cedole dei bond attraverso
l’emissione di nuove azioni a favore del ministero dovrebbe essere preferita
all’ipotesi di emissione di nuove obbligazioni”, si legge nel documento.
“Questa seconda opzione, specialmente se ripetuta nel tempo a causa
dell’assenza o dell’inadeguatezza di profitti distribuibili, finirebbe per
appesantire il carico di interessi sul bond, in un contesto operativo già
difficile. Ciò potrebbe mettere ulteriormente in discussione la performance
della banca nel breve termine e compromettere la sua capacità di rimborsare il
bond nei tempi dovuti” continua Francoforte. Nell’ambito del parere la Bce
sottolinea inoltre la necessità di introdurre nella legislazione relativa ai
Monti bond maggiori dettagli riguardo dei punti non secondari dell’operazione
che finora sono stati lasciati alle stime degli analisti. Primo, la
subordinazione, cioè la tipologia di credito che verrebbe in capo allo Stato:
in che posizione sarebbe rispetto agli altri creditori? Privilegiata? O
subordinata, cioè dopo tutti? O nel mezzo, come succede in tempi normali con i bond?
C’è poi il tema degli interessi, ufficiosamente stimati intorno al 9 per cento.
E ancora, quali sono le condizioni per un’eventuale conversione del credito in
azioni Mps?
In fondo,poi, la stoccata vera e propria.
Draghi, per bocca della Bce – che con la nascita della Vigilanza bancaria unica
che si appresta a diventare il principale organo di controllo anche delle
banche italiane - fa sapere a Monti e Grilli che il governo avrebbe dovuto
consultare Francoforte e tenere conto di questo parere prima di introdurre
l’emendamento sui Monti bond nella Legge di stabilità.
Commentando il parere, il presidente di Mps Alessandro
Profumo non chiarisce in quale modalità sarà pagata la cedola del 2012.
“Nel momento in cui saranno realizzati tutti i passi faremo le nostre
valutazioni. La nostra idea è che la migliore opzione sia ripagare per cassa,
cosa che non può avvenire in questo esercizio. Poi effettueremo le valutazioni
anche considerando i diversi punti vista delle autorità”, ha detto a margine di
un convegno a Siena.
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