da: Il Corriere della Sera
Omicidio
Politkovskaya, condannato un complice ma sui mandanti è ancora mistero
di Riccardo
Noury
Questa mattina un tribunale di Mosca ha
condannato l’ex poliziotto Dmitry Pavlyuchenkov a 11 anni (da cui
occorrerà sottrarre i 15 mesi già trascorsi in carcere) per complicità nell’assassinio di Anna Politkovskaya,
uccisa nella capitale russa la sera del 7 ottobre 2006
Dopo sei anni e un processo annullato, c’è
dunque un verdetto in primo grado che individua un colpevole: non chi ha
ordinato l’omicidio della scomoda giornalista della Novaya Gazeta,
non chi le ha sparato, bensì chi ha passato l’arma del delitto al killer.
Ammesso che la sentenza contro Dmitry
Pavlyuchenkov venga confermata in appello, restano dunque molte domande aperte
sui moventi dell’omicidio.
Un processo a parte dovrà giudicare il
ruolo di cinque altre persone gravitanti intorno agli ambienti ceceni,
quegli ambienti che Anna Politkovskaya conosceva bene e su cui aveva indagato
con passione e ostinazione, denunciando le violazioni dei diritti umani ai
danni dei civili.
Lom-Ali Gaitukayev è accusato di aver
organizzato l’omicidio e di aver ingaggiato per eseguirlo tre suoi familiari: i
fratelli Rustam, Ibragim e Dzabrail Makhmudov e un altro ex poliziotto, Sergei
Khadzhikurbanov. Uno dei Makhmudov, Rustam, è sospettato di essere stato
l’esecutore materiale.
Si tratta del secondo procedimento nei
confronti di questi sospetti. Il 19 febbraio 2009, i tre fratelli Makhmudov
erano stati assolti ma a seguito dei ricorsi della famiglia di Anna
Politkovskaya e dalla stessa pubblica accusa, il verdetto era stato annullato.
Resta ancora in attesa la risposta alla
domanda più importante: chi ha voluto la morte di Anna Politkovskaya?
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