venerdì 30 aprile 2021

Governo Draghi, PNRR: pignoramenti case più veloci, meno fondi all'edilizia popolare. Un regalo alle banche?

 


da: https://www.tpi.it/ - di Marta Vigneri

Pignoramenti delle case più veloci e meno fondi all’edilizia popolare: “Il Pnrr di Draghi fa un regalo alle banche”

Nel Recovery Plan approvato dal Parlamento i fondi per l'edilizia pubblica sono stati ridotti rispetto a quanto previsto dalla bozza messa a punto dall'esecutivo di Conte. E per gli istituti di credito sarà più facile sgomberare gli immobili delle famiglie che non riescono a pagare il mutuo. La denuncia di Sinistra Italiana

“Viviamo in un momento in cui si avvicina il blocco degli sfratti e 100mila persone rimarranno senza casa, ci saremmo aspettati dal governo un’attenzione all’edilizia pubblica e alle rigenerazioni urbane, su cui invece si dedicherà la terza parte degli stanziamenti decisi da Conte”, questa la denuncia di Sandro Fucito, responsabile per la casa di Sinistra Italiana (Si), sulle risorse dedicate al diritto all’abitazione incluse nel Piano di Ripresa e Resilienza che venerdì sarà trasmesso a Bruxelles per il via libera definitivo. Nel piano i fondi destinati all’edilizia pubblica appaiono limitati rispetto ai bisogni delle famiglie in attesa di una casa.

Alla rigenerazione urbana e al potenziamento del cosiddetto “housing sociale” sono dedicati 7,3 miliardi sugli oltre 220 previsti in totale. Di questi, quelli riservati all’aumento della disponibilità di alloggi sociali in senso stretto sono solo 0,5, pari a 500 milioni, un terzo di quelli inclusi nella bozza messa a punto dall’esecutivo precedente. Il piano pubblicato a gennaio prevedeva un investimento di 2,6 miliardi per le

giovedì 29 aprile 2021

Stefano Feltri: Conte fa già il politico e attacca chi scrive di lui

 


"Come un Renzi qualunque" scrive Stefano Feltri. Al posto di Conte mi basterebbe questo per una querela! 😉

 

da: Domani

Conte non ha ancora iniziato a fare il capo dei Cinque stelle ma già si sta calando nel ruolo: come il garante del Movimento, Beppe Grillo, usa il seguito social che gli deriva dal ruolo politico per regolare le sue questioni. E come un Renzi qualunque vede diffamazione, che è un reato, in tutto ciò di sgradito che i giornalisti scrivono di lui.

Breve riassunto: uno strano personaggio al centro delle grandi vicende giudiziarie di questi anni, l’avvocato Piero Amara, ha parlato ai pm di Milano di una complessa operazione degli anni 2012/2013 che vedeva protagonista l’avvocato Conte. Prima pagato dalla società Acqua Marcia per valutare le pendenze legali della società in crisi e per tutelare gli interessi dei creditori. Poi, dopo che Acqua Marcia ha venduto un hotel di lusso a prezzo di saldo a un imprenditore, Conte viene assunto anche dall’imprenditore. A dare il primo incarico a Conte è Fabrizio Centofanti, altro personaggio accusato di aver corrotto magistrati, che a sua volta ha parlato del caso Conte a un’altra procura, quella di Perugia.

Il nostro vicedirettore Emiliano Fittipaldi ha ricostruito queste vicende e parlato con tutti i protagonisti, Conte incluso che gli ha fornito la sua versione, registrata nell’articolo. Ma l’ex premier deve avere le idee un po’ confuse su come funzionano i giornali, perché ai suoi 3,7 milioni di follower accumulati con le dirette sul virus spiega che  Fittipaldi è cattivo con lui

Il finto documentario contro Giulio Regeni

 


da: https://www.ilpost.it/

È un lungo video complottista che scredita il ricercatore ucciso in Egitto: se ne parla anche perché vi hanno partecipato alcune personalità italiane, più o meno involontariamente

Mercoledì 28 aprile è stato pubblicato su YouTube un video lungo poco meno di un’ora che si presenta come «il primo documentario» che cerca di indagare sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano dell’Università di Cambridge torturato e ucciso al Cairo, in Egitto, nel gennaio del 2016. Il video – che è in arabo con sottotitoli, si intitola The Story of Regeni e ha autori ignoti – è in realtà un tentativo di screditare Giulio Regeni e di scagionare il regime egiziano da ogni responsabilità per la sua morte, usando insinuazioni, invenzioni propagandistiche e teorie del complotto già in buona parte smentite.

Benché prometta di rivelare «dettagli che si pubblicano per a prima volta» (sic), come è scritto sulla pagina Facebook, il video non presenta nessun argomento nuovo o notevole, ma sta circolando abbastanza in questi giorni per un paio di ragioni: è stato pubblicato in concomitanza con la prima udienza del processo della procura di Roma contro quattro membri dei servizi di sicurezza egiziani accusati dell’omicidio di Regeni (si sarebbe dovuta tenere giovedì mattina ma è stata rimandata al 25 maggio perché uno dei legali è in isolamento a causa della COVID-19); e contiene interviste ad alcune personalità italiane, tra cui l’ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta.

Mediaset e Vivendi: nessuo esce vincitore dallo scontro eterno

 


da: Domani – di Alessandro Penati

Lo scontro tra Vivendi/Bolloré e Mediaset/ Berlusconi sembra un incontro tra due pugili suonati: nessuno dei due può vincere per ko, ma vanno avanti perché ognuno spera in una vittoria risicata ai punti. Sarebbe invece nel loro interesse sospendere le ostilità e trovare un accordo. Il settore televisivo è ormai in declino perché gli utenti si spostano sempre più su piattaforme e contenuti online. In più, Mediaset è penalizzata da una raccolta pubblicitaria che langue perché concentrata in due paesi, Italia e Spagna, che crescono poco. Il Covid ha peggiorato le cose: nonostante la ripresa gli analisti stimano che il fatturato 2021 sarà ancora inferiore del 6 per cento a quello del 2019.

I problemi per Mediaset

Mediaset deve quindi spostarsi sulla produzione di contenuti e puntare a un’aggregazione pan-europea per sfruttare le economie di scala nella distribuzione e tagliare i costi. L’iniziativa Media for Europe, in cui Fininvest voleva unire le attività in Italia e Spagna, è stata bloccata da Vivendi in tribunale e comunque più che un progetto industriale sembrava un modo per blindare il controllo sfruttando la regolamentazione permissiva dell’Olanda.

mercoledì 28 aprile 2021

Tancredi: Leggi dell'universo

 

Trovo che "Tramonto" sia il suo brano migliore. Ma "Leggi dell'universo" è un bel pezzo, funzionale al contesto amiciano. Dove "funzionale" non è da intendere in senso dispregiativo. E' una caratteristica, punto...

A "naso"....non mi pare che questo ragazzo (apparentemente un pò malinconico) si lasci fare..non mi pare il tipo che fa ciò che non lo convince. Mi auguro per lui che trovi dei produttori adatti al suo modo di sentire..

 

Tancredi: Tramonto

 

Tancredi: Piove

 

Tancredi: Altrove (Esse Magazine Challenge #1)


Sangiovanni gli sta davanti nelle classifiche (per ora) ma Tancredi gli sta nettamente davanti nella scrittura.

 

India allo stremo: 350 mila casi in un giorno. Il governo Modi oscura le proteste e censura

 


da: https://www.remocontro.it/

La variante del virus ‘secretata’

L’India che è alle prese con una nuova variante del virus e rischia di essere travolta dagli oltre 300mila contagiati al giorno che arrivano in ospedali ormai senza ventilatori, ossigeno e vaccini, oltre ai rimedi che ancora non si vedono, cerca di nascondere.

«Con modalità quasi senza precedenti il governo è intervenuto per bloccare le proteste e le critiche sui social ma sembra invece immobile nel fermare le vaste riunioni religiose e le manifestazioni elettorali».

Che cos’è la variante indiana?

È una mutazione particolarmente aggressiva del Sars-CoV-2 che, proprio come tutti i virus, si trasforma in continuazione per adattarsi all’ambiente, scrive Federico Giuliani su InsideOver. La maggior parte di queste trasformazioni cambiano la sua sequenza genetica ma non effetti e comportamenti. Alcune, invece, rendono il virus più contagioso o letale. Sarebbe il caso della variante indiana, scoperta per la prima volta lo scorso ottobre.
Una mutazione della variante indiana, molto simile a quelle osservate nelle varianti identificate in Sud Africa e Brasile, sarebbe in grado di aiutare il virus ad eludere gli anticorpi

Conti correnti, le spese crescono (+48% in due mesi): penali sulla liquidità eccessiva

 


da: https://www.corriere.it/ - di Pieremilio Gadda e Alessandra Puato

Si è aperta una nuova stagione di rincari sui conti correnti di famiglie e imprese. Riguarda commissioni e spese di gestione, ma anche la liquidità parcheggiata sul conto oltre una certa soglia: secondo un’indagine realizzata dall’Economia del Corriere della Sera il 22 aprile su un campione rappresentativo di 12 banche italiane, infatti, almeno cinque istituti hanno già iniziato ad applicare una penale sulle giacenze eccedenti rispetto alla soglia dei 50 mila o 100 mila euro. Altre si muoveranno nella stessa direzione.

Inoltre si annunciano aumenti delle spese e commissioni in Fineco, Ing, Unicredit, Banco Bpm, Mps. Vuoi per compensare i costi pagati dalle banche alla Bce per la liquidità depositata in eccesso (ci sono 1.749 miliardi di euro dei privati fermi sui depositi, dato Abi a marzo, +9% dal marzo 2020; e 459 miliardi delle imprese a febbraio, +25%), vuoi per la rivoluzione dell’offerta causata dalla pandemia, la stagione primavera-estate delle banche è movimentata. In due mesi, dal 3 febbraio al 22 aprile, sono salite le spese dei conti online (fino al +48%, addio o quasi ai costi zero) e, in generale, per le famiglie e i pensionati, dice un’altra indagine, condotta da Altroconsumo per L’Economia. Per i giovani invece, bacino prezioso, i costi sono scesi o rimasti stabili.

Pensionati, famiglie, conti online: dove salgono i costi

Michela Murgia: Stai zitta / 6

 

 

Ribadire che alle donne serva una motivazione sentimentale per arrivare a risultati razionali ha nella vita di tutti i giorni delle pesanti conseguenze. Soprattutto si traduce nella tendenza a privilegiare gli uomini nei ruoli di comando, perché la capacità di prendere decisioni è pregiudizialmente associata al sangue freddo, al raziocinio, alla competitività e qualche volta, se non proprio alla stronzaggine, di certo alla spietatezza. Le donne, ritenute troppo emotive e inclini all’indulgenza, piú difficilmente vengono stimate adatte ai compiti di leadership. Dietro questa idea non c’è solo un concetto sbagliato del femminile, ma anche della leadership, espressa come carisma muscolare, capacità di controllo dominante e come un’attitudine essenzialmente bellicosa. In questo quadro, le cosiddette soft skills – le competenze morbide, cioè la capacità di fare rete con gli altri, motivare ed esortare, dirimere conflitti ed empatizzare – sono ascritte alla categoria del servizio, non del comando, e guarda caso sono proprio le caratteristiche che in un sistema patriarcale si definiscono piú facilmente come femminili. È la ragione per cui quasi sempre, dietro ogni organizzazione a guida maschile, ci sono team composti prevalentemente da donne e molte di loro, confondendo il servizio con il comando, spesso si compiacciono della possibilità di essere incluse in queste cabine di controllo secondarie che non arriveranno mai a guidare.

Evidenziare che in un ruolo di potere è arrivata una mamma ha un valore particolare in queste dinamiche, perché rassicura tutti del fatto che si tratta di una donna che mantiene la prevalente attitudine alla cura e che la estenderà a tutto il suo agire, anche quello nei luoghi di lavoro. In questo quadro ha perfettamente senso dire che una donna consegue un risultato

Governo Draghi, Recovery Plan: PNRR, il ritorno del vincolo esterno

 


da: https://phastidio.net/

Si approssima la Grande Epifania: il PNRR, detto Recovery Plan, non è un pasto gratis ma l'ultimo tentativo di far rientrare la devianza italiana in Europa

A leggere i quotidiani italiani, la mattina di sabato scorso, pareva fosse accaduto qualcosa di molto grave alla nostra sovranità nazionale; mancavano tuttavia dettagli, quasi fossero stati secretati per proteggere l’innocente popolazione. Col passare delle ore, è apparso chiaro che dovremo fare i conti con un principio che avevamo (avevano) rimosso: il Recovery Plan è basato sul concetto “fare riforme, vedere soldi”. In altri termini, è la prosecuzione del vincolo esterno con altri mezzi.

“Ora basta, rispettateci” è la frase attribuita a Mario Draghi, nel paese che ha una feconda tradizione di virgolettati inventati, pronunciata durante una telefonata con Ursula Von Der Leyen, in prossimità della chiusura del documento sul Programma nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Narrano le iperboliche cronache di un ministro dell’Economia, Daniele Franco, addirittura “sequestrato” da remoto per mano degli uffici della Commissione Ue, a fornire senza sosta precisazioni e indicazioni sulle agognate “riforme”, propedeutiche al ricevimento dei famosi euro-bonifici.

martedì 27 aprile 2021

No a prescrizione e Csm: troppo divisivi per Draghi

 


da: Il Fatto Quotidiano – di Antonella Mascali

Convincere Bruxelles che le riforme per rendere efficiente la giustizia in Italia si faranno, pena la perdita dei soldi del Recovery Plane, contemporaneamente, non dire nulla, ma proprio nulla che inneschi una miccia a combustione rapida che faccia consumare questa maggioranza di governo tenuta su con gli spilli.

Ecco spiegato l’intervento del premier Mario Draghi ieri alla Camera incentrato sull’obiettivo di ridurre gli arretrati. Chi non sarebbe d’accordo? Ed ecco spiegato perché nel Pnrr, approvato dal Consiglio dei ministri, i capitoli dettagliati riguardano processo civile, ufficio del processo, digitalizzazione, edilizia giudiziaria e penitenziaria, vale a dire quelli ripresi dal piano dell’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Ma quando si legge di prescrizione – che per ogni maggioranza di governo è come la kryptonite per Superman – o di riforma del Csm, ci sono dichiarazioni di intenti, generiche, alcune scadenze e non molto altro perché centrodestra (con renziani annessi) e centrosinistra della maggioranza sono su fronti opposti.

La ministra della Giustizia Marta Cartabia, consapevole che le fratture nella maggioranza, se va avanti così, porteranno alla caduta o alla paralisi, ha tentato un monito: “La giustizia è stata una trincea, ora – ha detto a La Stampa – deve diventare il terreno dove cercare una convergenza per il bene delle future generazioni”.