venerdì 9 aprile 2021

Lux Vide vicina alla vendita: Sony e Fremantle in corsa per il big della fiction italiana

 


da: Il Sole 24 Ore - di Andrea Biondi

La casa di produzione di «Don Matteo» e «Leonardo» apre il dossier cessione. Wildside, Cattleya e Palomar già passate in pochi anni sotto il controllo estero

Lux Vide vicina alla vendita. E al momento ci sono due giganti del settore in pole sul dossier, a quanto risulta al Sole ­‑ Ore: l’europea Fremantle el’americana Sony Pictures Television.

Anche per la società, che è fra le big in Italia ed è la casa di produzioni come “I Medici” o “Don Matteo” o ancora “Leonardo” fra le ultime – fondata nel ­1992 da Ettore Bernabei, storico direttore generale della Rai – sembra quindi essere arrivato il tempo di concedersi a un grande gruppo internazionale.

Del resto, piccolo non è più tanto bello in un contesto come quello attuale in cui i grandi colossi dello streaming – da Netflix, a Disney+ ad Amazon Prime Video su tutti – stanno cambiando le regole del gioco nella produzione e distribuzione audiovisiva a livello mondiale.

Va detto che la Lux Vide non è la prima. Altri campioni nazionali hanno già fatto questa scelta. Sei anni fa Wildside è stata venduta a Fremantle; tre anni fa Cattleya (Gomorra, Romanzo Criminale , Suburra fra le produzioni) vende agli inglesi di Itv Studios e un anno e mezzo fa Palomar (Il Commissario Montalbano, Braccialetti rossi) cede la maggioranza a

Mediawan (società francese fondata dal banchiere d’affari ed editore di “Le Monde” Matthieu Pigasse, dal fondatore di Iliad Xavier Niel e dal produttore televisivo Pierre-Antoine Capton).

Il dossier Lux Vide è gestito dalla banca d’affari specializzata Gca Altium e, a quanto risulta al Sole ­‑ Ore, l’operazione dovrebbe arrivare a conclusione entro fine giugno. Una riunione del Cda la prossima settimana farà il punto e l’approdo potrebbe essere una vendita in toto o di una parte della società alla quale secondo alcune fonti finanziarie guarderebbero anche altre due società oltre a Fremantle e Sony Pictures Television.

Il management – guidato dalla presidente Matilde Bernabei e dall’ad Luca Bernabei – dovrebbe comunque, come peraltro accade in queste situazioni, rimanere nella società.

La quale ha una storia (si veda altro articolo in pagina) ed è arrivata a oggi annoverando fra gli azionisti, oltre alla famiglia Bernabei con la maggioranza (Rml Comunicazione ha il 51,77%), la Prima Tv di Tarak Ben Ammar (­15,33%), Fondazione Scienza e Fede che è una fondazione del Vaticano (16,99%) e la famiglia Capaldo (10,88%). Stando agli ultimi bilanci disponibili sul Cerved, a fine 2019 la Lux ha realizzato un valore della produzione di 64,4 milioni di euro con 5,4 milioni di utile netto (­18,3 milioni i profitti netti fra 2015 – unico dei cinque anni in perdita – e 2019).

Sul dossier sarebbero in pole la tedesca Fremantle (di Rtl Group) e Sony Pictures Television. Nel primo caso, con 1.5 miliardi di fatturato nel 2020 Fremantle è una delle società leader a livello mondiale nell'ideazione, produzione  e distribuzione di contenuti scripted e unscripted: da Got Talent, a L’Amica Geniale a The Young Pope. Peraltro ha una rete internazionale di produzione, società ed etichette in oltre 30 Paesi, fra cui l’Italia con Wildside e The Apartment. Quanto a Sony, il colosso giapponese è entrato nel business delle produzioni cinematografiche nel 1989 dopo aver acquistato l’americana Columbia Pictures Entertainment.

Della Sony Pictures Entertainment fa parte la Sony Pictures Television (Cobra Kai e The Good Doctor solo per citare due titoli).

La storia (e la strategia) di Lux Vide

Spiritualità e contenuti positivi: l’eredità di Ettore Bernabei

L’idea a Ettore Bernabei, direttore generale di quella che anche ora è ricordata come la Rai di Bernabei (1961-74), venne nel 1991. Come andò, lo stesso ex dg Rai l’ha ricordato varie volte. A un gruppo di persone, che con lui condividevano valori e una vicinanza alla cultura cattolica, disse che avrebbe impegnato la sua liquidazione di circa 800 milioni di lire per costituire una nuova società per azioni. In 10 risposero fra cui Alberto Falck, Francesco Merloni, Giovanni Bazoli, Giampiero Pesenti, Giovanni Arvedi, Pellegrino Capaldo. In un secondo momento entrò anche Tarak Ben Ammar che Bernabei aveva conosciuto durante la produzione del “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli.

Con 8 miliardi di lire nacque così la Lux Vide, per un’idea di Tv e di contenuti che Bernabei – fiorentino, grande amico di Amintore Fanfani, direttore fino al 1991 dell’Italstat, finanziaria dell’Iri – aveva ben chiara e che ha portato avanti con i due figli Matilde – sposata con Gianni Minoli – e Luca, sposato con Paola, professoressa universitaria, con cui ha avuto 6 figli. Per la Lux Vide – che lavora (molto) con la Rai ma anche con Mediaset e Sky, e che lavora in “pre-acquisto”, vale a dire l’autofinanziamento di progetti mantenendo i diritti (da qui anche i 41 milioni di debiti a fronte di un valore della produzione di 64,4 milioni nel 2019) – good feeling, prodotti basati una componente di spiritualità e contenuti positivi sono i capisaldi. Lux si avvicina così ai 30 anni di attività e alle 500 prime serate totalizzate negli anni in Italia e non solo. Al management da gennaio si sono aggiunti Valerio

Fiorespino, come Chief Corporate Officer dopo due anni come Cco di Sparkle, controllata di Tim e un passato in Rai, ed Elena Bucaccio, una delle più importanti sceneggiatrici italiane, come head of drama.

Sempre da inizio anno è stata annunciata una nuova divisione interamente dedicata alla realizzazione di podcast, con progetti in partnership con Rtl 102.5.

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