mercoledì 28 aprile 2021

India allo stremo: 350 mila casi in un giorno. Il governo Modi oscura le proteste e censura

 


da: https://www.remocontro.it/

La variante del virus ‘secretata’

L’India che è alle prese con una nuova variante del virus e rischia di essere travolta dagli oltre 300mila contagiati al giorno che arrivano in ospedali ormai senza ventilatori, ossigeno e vaccini, oltre ai rimedi che ancora non si vedono, cerca di nascondere.

«Con modalità quasi senza precedenti il governo è intervenuto per bloccare le proteste e le critiche sui social ma sembra invece immobile nel fermare le vaste riunioni religiose e le manifestazioni elettorali».

Che cos’è la variante indiana?

È una mutazione particolarmente aggressiva del Sars-CoV-2 che, proprio come tutti i virus, si trasforma in continuazione per adattarsi all’ambiente, scrive Federico Giuliani su InsideOver. La maggior parte di queste trasformazioni cambiano la sua sequenza genetica ma non effetti e comportamenti. Alcune, invece, rendono il virus più contagioso o letale. Sarebbe il caso della variante indiana, scoperta per la prima volta lo scorso ottobre.
Una mutazione della variante indiana, molto simile a quelle osservate nelle varianti identificate in Sud Africa e Brasile, sarebbe in grado di aiutare il virus ad eludere gli anticorpi

prodotti dal sistema immunitario sulla base di una precedente infezione o di un vaccino.

Altri esperti ritengono che la variante indiana non sia peggiore della variante inglese.

Gli scienziati ritengono che i vaccini esistenti siano in grado di contrastare la variante indiana per quanto riguarda la prevenzione di forme gravi di infezioni da Covid-19.

Dove si è diffusa?

Partita dall’India, è stata riscontrata maggiormente nello stato indiano occidentale del Maharashtra, per la precisione in 220 dei 361 campioni Covid raccolti tra gennaio e marzo. Sembrerebbe che i viaggi internazionali abbiano portato la mutazione nel Regno Unito dove, a partire dal 22 febbraio, sono stati identificati 103 casi. La variante indiana è stata individuata in 21 Paesi, compresa l’Italia (un solo caso registrato in Toscana).

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