mercoledì 30 novembre 2011

Rolling Stones: 'Miss you'

Non è la “perifrasi-day”   Ergo: la dance music mi fa cagare.
Ciò premesso. Letto i titoli dei brani. La maggior parte non mi diceva nulla. Sono andata in youtube per ascoltarli.

Come si vive bene con la beata ignoranza. Che cazzo mi è venuto in mente… 

Uniche eccezioni per questa puntata musicalassativa: Rolling Stones (per me..prima vennero loro poi i Beatles)  Goldfrapp con Strict Machine (complimenti ad Arisa per le assegnazioni ad Antonella, inversamente proporzionali a quelle della Ventura a Francesca) e Grace Jones (sta pure nel mio iPod ma con ‘La vien en rose’).
Il brano che Morgan ha dato a Davide gli consentirà di “mascherare” alcuni difettucci di costanza e tenuta (d’accordo con Elio sul giudizio in merito all’esecuzione del brano della puntata precedente).

Ringrazio Sony e gli autori per avermi dato serata libera. Se avrò voglia e tempo guarderò alcuni video il giorno dopo.
La prossima settimana – a tema o no – sarebbe auspicabile un genere meno “stimolante” per il mio corpo.
Sentitamente ringrazierei…

Under donne
Francesca – Tainted love (Soft Cell)
Jessica – Slave to the rhythm (Grace Jones)
Nicole – Born This Way (Lady Gaga)

Under uomini
Davide – Never be alone – We are your friends (Justice Vs Simian)
Valerio – The look of love (ABC)
Vincenzo – Miss You (Rolling Stones)

Over
Antonella – Strict Machine (Goldfrapp)
Claudio – If I ever feel better (Phoenix)

Gruppi
Cafè Margot – Cryng at the discoteque (Alcazar)
I Moderni – Juda (Lady Gaga)
Non è la “perifrasi-day”   Ergo: la dance music mi fa cagare.
Ciò premesso. Letto i titoli dei brani. La maggior parte non mi diceva nulla. Sono andata in youtube per ascoltarli.

Come si vive bene con la beata ignoranza. Che cazzo mi è venuto in mente… 

Uniche eccezioni per questa puntata musicalassativa: Rolling Stones (per me..prima vennero loro poi i Beatles) Goldfrapp con Strict Machine (complimenti ad Arisa per le assegnazioni ad Antonella, inversamente proporzionali a quelle della Ventura a Francesca) e Grace Jones (sta pure nel mio iPod ma con ‘La vien en rose’).
Il brano che Morgan ha dato a Davide gli consentirà di “mascherare” alcuni difettucci di costanza e tenuta (d’accordo con Elio sul giudizio in merito all’esecuzione del brano della puntata precedente).

Ringrazio Sony e gli autori per avermi dato serata libera. Se avrò voglia e tempo guarderò alcuni video il giorno dopo.
La prossima settimana – a tema o no – sarebbe auspicabile un genere meno “stimolante” per il mio corpo.
Sentitamente ringrazierei…

Under donne
Francesca – Tainted love (Soft Cell)
Jessica – Slave to the rhythm (Grace Jones)
Nicole – Born This Way (Lady Gaga)

Under uomini
Davide – Never be alone – We are your friends (Justice Vs Simian)
Valerio – The look of love (ABC)
Vincenzo – Miss You (Rolling Stones)

Over
Antonella – Strict Machine (Goldfrapp)
Claudio – If I ever feel better (Phoenix)

Gruppi
Cafè Margot – Cryng at the discoteque (Alcazar)
I Moderni – Juda (Lady Gaga) 

Pier Paolo Pasolini: il successo



Il successo non è niente. Il successo è l'altra faccia della persecuzione. E poi il successo è sempre una cosa brutta per un uomo. Può esaltare in un primo momento, può dare delle piccole soddisfazioni a certe vanità, ma in realtà appena ottenuto si capisce che è una cosa brutta per un uomo il successo.

   Pier Paolo Pasolini

Mark Twain


Per prima cosa dovete avere ben chiari i fatti; così potrete distorcerli come vi pare
    Mark Twain

George Harrison rivive a dieci anni dalla scomparsa


George Harrison rivive nel «mondo materiale» a dieci anni dalla scomparsa

Quando i Beatles esplosero dall'una all'altra parte del pianeta come fenomeno musicale e di costume, la stampa ci mise poco a etichettarlo come «the quiet one», ossia «quello tranquillo», così da distinguerlo dai più maturi ed esuberanti compagni di strada. Più avanti sarebbe stato chiamato mistico, intellettuale, sperimentatore, terzomondista, precursore della world music e persino «plagiaro».
Sul conto di George Harrison ciascuno – appassionato di musica o beatlesiano che sia – ha la sua versione della storia. Pochi invece metterebbero in discussione un fatto: tra i Fab Four è stato di sicuro quello con la carriera solista caratterizzata da maggiore costanza.
Elemento che oggi, a ormai dieci anni dalla scomparsa avvenuta per cancro il 29 novembre del 2001, ci mette al riparo da agiografie troppo facili e scontate. Tanto più che «facile» e «scontato» non sono per niente aggettivi che si attagliano all'autore di un brano come «Only a Northern song».
La vita secondo Scorsese. La vita di un personaggio del genere non poteva certo essere raccontata da un regista qualsiasi. Ci ha pensato allora nientemeno che Martin Scorsese,

Milano, ospedale San Raffaele: il metodo Don Verzè, Roberto Formigoni



Carita “cristiana” tra cattolici: “ti abbiamo salvato la faccia e anche il culo”



«Ti abbiamo salvato» Il pressing su Formigoni
Don Verzé e la «grana» dei ricoveri fantasma

Il metodo don Verzé - il bastone e il Vangelo - prevede di andare dritti all'obiettivo, senza riguardo per nessuno, compreso il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «Adesso vado dal presidente... e là gli dirò... quando hai avuto bisogno siamo intervenuti noi e ti abbiamo salvato la faccia e anche il culo ... perché saresti andato di mezzo con certezza... adesso per queste cose qui che sono di ordinaria amministrazione...».
LA GRANA CON LA REGIONE - Mario Cal, il manager del San Raffaele morto suicida il 18 luglio, si capisce al volo con don Luigi Verzé e lo informa del piano per risolvere una «grana» con la Regione che si è costituita parte civile nel processo su presunti ricoveri fantasma dell'ospedale. La conversazione è intercettata dalle microspie nascoste nell'ufficio del sacerdote per un'inchiesta della magistratura non direttamente rivolta a indagare sul polo sanitario. È il 13 gennaio 2006. Lo stesso giorno in cui - come scritto ieri dal Corriere - don Verzé chiede aiuto all'allora direttore dei servizi segreti militari (Sismi), Nicolò Pollari, per mandare la Guardia di finanza da un vicino che non intende liberare un terreno. L'ex direttore del Sismi, tuttavia, ha chiarito ieri di non aver mai pensato di poter dar seguito alla richiesta. «Cal - si legge ancora nei brogliacci delle intercettazioni ambientali - dice che prima deve andare da Sanese (Nicolamaria, segretario generale della Regione e fedelissimo del governatore , ndr ), e poi da lui (Formigoni) in merito a un ricorso». L'obiettivo è evitare che la Regione sia parte civile nel processo su 15 mila rimborsi controversi per 4 milioni di euro. Ma tutto cadrà in prescrizione. Don Verzé e Cal, quel 13 gennaio 2006, non lo possono prevedere. È il motivo per cui pensano anche di farsi aiutare da Antonio Mobilia, allora potentissimo direttore generale dell'Asl di Milano.
IL DIRIGENTE A DISPOSIZIONE - Dice Cal: «Il buon Antonio Mobilia fa una verifica ... e va a trovare queste benedette pratiche ... e mi fa la dichiarazione che per quanto riguarda lui ... non risulta avere il quadro sul pagamento nei confronti del San Raffaele per questa attività.... con questa io poi vado da Sanese e dico... senti qui non c'è niente...». Chiede don Verzé: «Mobilia lo farà?». Risposta: «Sì ... viene da me lunedì mattina alle nove e mezza...». Le relazioni con i vertici della politica e della sanità lombarda viaggiano su corsie preferenziali, tanto che più volte don Verzé invita Cal a prendere appuntamenti con Formigoni fissando lui stesso giorno e ora come se potesse disporre dell'agenda del governatore.
«TETTAMANZI L'HO VOLUTO IO» - Ciò che emerge con chiarezza dall'insieme delle intercettazioni è il totale coinvolgimento di don Verzé nella gestione dell'ospedale. Non solo dunque una figura carismatica che veglia sulla «missione» ma anche un presidente operativo, competente, attivissimo che si cala nel quotidiano nonostante gli 86 anni (oggi 91). Del resto il San Raffaele l'ha tirato su lui fino a farlo diventare una delle migliori strutture sanitarie e di ricerca in Italia. Significativa una conversazione con la segretaria Daniela che «don Verzé chiama - riassume il militare all'ascolto - e dice di dargli "dieci" in contanti». Presumibilmente non dieci euro. Ogni tanto il sacerdote si fa prendere dall'entusiasmo e nel suo ufficio, davanti ad alcuni interlocutori, «riferisce che è stato lui a volere il cardinale Tettamanzi a Milano...».
PIO POMPA AL SERVIZIO - Altre volte riceve notizie di (presunta) prima mano. Per esempio lunedì 10 aprile 2006 alle 11.30 di mattina mentre le urne sono aperte per le elezioni politiche, «don Verzé parla al telefono con tale dott. Pompa in relazione ai sondaggi relativi alle elezioni ... poi parla con Cal il quale ribadisce a don Verzé che Pompa è dei "servizi" e che quindi è a conoscenza dell'andamento delle elezioni». Ma forse c'è un po' di sopravvalutazione dello 007, in storici rapporti con il «mondo» dei raffaelliani, stretto collaboratore dell'ex capo del Sismi Pollari e accusato di aver gestito l'archivio segreto di via Nazionale con dossier riservati su politici, magistrati, giornalisti, imprenditori. Qualche giorno dopo «la segretaria passa al telefono di don Verzé il dott. Pompa il quale gli fa delle confidenze riguardo l'incarico da parte del Presidente della Repubblica al nuovo governo...».

Mario Gerevini e Simona Ravizza

martedì 29 novembre 2011

Raitre, Report: inchiesta sulla pericolosità dei cellulari


da: Italia Oggi

L’onda lunga di Report
di Massimo Tosti

Persino Milena Gabanelli sembra soffrire della pandemia tecnica che sta dilagando in Italia con l’arrivo a Palazzo Chigi del professore. L’ultima puntata di Report (Raitre, domenica, ore 21,40) non si è occupata, nel piatto forte, di uno scandalo italiano. Ha scelto un impiccio internazionale, che riguarda la pericolosità dei telefoni cellulari (e dei cordless) le cui onde elettromagnetiche sarebbero causa non secondaria di tumori al cervello. La Gabanelli fa bene (anzi: benissimo) il suo lavoro. Ogni inchiesta di Report smuove acque limacciose, portando a galla imbrogli, omissioni, corruzioni e illegalità. Sabrina Giannini attraversa l’Italia in lungo e in largo per raccogliere indizi e prove del malaffare con interviste a protagoniste e testimoni.
Questa volta ha lavorato soprattutto all’estero: a Ginevra, sede dell’Organizzazione mondiale della sanità (che si è mossa con colpevole lentezza nelle indagini sulla pericolosità dei telefonini), a Stoccolma (dove sono state avviate, e poi insabbiate, le prime indagini di merito), persino in Australia, in un ospedale prescelto come terminale di fondi destinati alla ricerca, per renderne più ardua la provenienza. Il succo del lavoro egregio compiuto da Report si può riassumere così: le multinazionali della telefonia hanno finanziato gran parte delle ricerche, riuscendo in tal modo a pilotarle, rinviandone (o annacquandone) le conclusioni.
Il problema ha un rilievo direttamente proporzionale alla diffusione di questo strumento. Quindici anni fa gli utenti nel mondo erano 140 milioni. Oggi sono 5 miliardi, su una popolazione totale che da poche settimane ha toccato quota 7 miliardi. La moltiplicazione delle onde elettromagnetiche è tale da costituire ormai un involucro che ci avvolge in tutti i continenti. E molti studiosi e ricercatori sono giunti alla conclusione che ci troviamo (nostro malgrado) nel ruolo di cavie del più grande esperimento epidemiologico di tutti i tempi. Un quadro inquietante, presentato senza sbavature nell’inchiesta intitolata «L’onda lunga»


Facebook, Microsoft: dati a disposizione della Polizia


da: la Repubblica

Facebook, Microsoft, Aol & c.
Ecco come aprono alla polizia
Crypton, il sito concorrente di Wikileaks, mette online decine di documenti, molti dei quali riservati, che rivelano come le forze dell'ordine hanno accesso alle informazioni del sociali network. Sia in modo diretto che indirettamente
di Marco Pasqua

Trentatrè  documenti, molti dei quali riservati, che spiegano come la polizia riesca ad avere accesso alle informazioni degli utenti di Facebook o dei servizi forniti da aziende quali Microsoft e Aol. Quali dati sia possibile ottenere e, soprattutto, per quanto tempo questi vengano conservati nei server dei giganti informatici Usa. Ma ci sono anche delle guide su come "estrarre" i dati dal Pc (o dall'iPhone) di una persona oggetto di indagine. Veri e propri manuali per lo "spionaggio" poliziesco, con metodi assolutamente legali, che riguardano appunto individui sospettati di aver commesso reati, e sulle cui tracce si muove la polizia, alla ricerca di prove. Dalla pedofilia alle minacce di morte, ma anche alle più diffuse truffe.

Documenti oggi reperibili  -  oltre che nella community di scambio digitale di "The Pirate Bay" - su Cryptome.orgsito concorrente di Wikileaks, creato nel 1996 da John Young, architetto in pensione che, in questi 15 anni, ha raccolto 65mila file. Sfidando spesso il governo ma anche alcune aziende statunitensi che, in più di una occasione, hanno cercato di far sparire dal web il suo archivio on-line. Per questa raccolta, Cryptome si è servito degli ultimissimi documenti, relativi ad Aol, Blizzard e Microsoft, resi disponibili la scorsa settimana dalla rete di attivisti "Anonymous" (le informazioni su Facebook provengono, invece, da PublicIntelligence.net ,

Il paese reale: se gli immigrati assumono gli italiani


da: la Repubblica

Se gli immigrati "fanno impresa" e assumono lavoratori italiani
Uno studio commissionato dal Cnel fotografa la realtà del migrante imprenditore: la maggiore concentrazione è al Nord (il record in provincia di Prato) la minore al Sud. Hanno in media 4.7 dipendenti e sono ottimisti sulla fuoriuscita dalla crisi

Kahinda ha fiutato il business del riciclo e ci si è tuffata: all'inizio di quest'anno ha fondato a Roma la Barazavenir, società di distribuzione e vendita di prodotti italiani di seconda mano. Kahinda Katirisa è nata in Congo nel 1965 ed è arrivata in Italia come rifugiata politica nel '97. Oggi la sua azienda raccoglie apparecchi informatici dismessi, abbigliamento, oggetti hi-tech usati e li rivende all'estero. Il suo principale mercato? L'Africa Subsahariana, in particolare il Congo. Come Kahinda tanti sono i migranti che oggi "fanno impresa". Perché non sempre gli stranieri tolgono lavoro agli italiani, talvolta lo danno. E la media è alta: un assunto italiano ogni due imprese di immigrati attive.

Resistenti alla crisi. A tracciare l'identikit dell'imprenditore straniero è una lunga ricerca, che il Cnel presenta oggi a Roma. Cosa emerge?

Milano: dimissioni di Boeri dalla giunta Pisapia


da: La Stampa
Il vero problema è l'assenza di discussioni
di Marco Belpoliti

Cosa succede a Milano? È già terminata la primavera milanese? Il vento che aveva portato Giuliano Pisapia a vincere le elezioni sull'onda di un cambiamento è caduto? Le dimissioni di Stefano Boeri da assessore alla Cultura segnano un'effettiva battuta d'arresto. Ma qual è la questione in gioco? La disobbedienza di un assessore, cui il sindaco vuole ritirare la delega? Un eccesso di personalismo? La mancata discussione nella collegialità di una giunta? Forse tutto questo, ma non solo.

Il vero problema che pongono le dimissioni di Boeri è quello di un'assenza di discussione pubblica intorno ai problemi che riguardano la città in un settore importante. Per capire la crisi della giunta meneghina bisogna partire dal fatto che nelle grandi città la cultura è un elemento decisivo attorno a cui ruota la vita di molti, l'economia, la fruizione del tempo, gli stessi spazi della città. Da quando tempo di lavoro e tempo libero hanno perso la loro identità, a causa delle nuove tecnologie, da quando l'intrattenimento è diventato un motore economico, la cultura si è trasformata in un elemento centrale della vita collettiva, e dunque politica. Dove posizionare un museo, quali mostre organizzare, come gestire gli spazi pubblici legati alla moda, al design, al cinema, al divertimento, sono tutte scelte legate alla vita pubblica.

Governo Monti: nominati viceministri e sottosegretari


Ieri sera, il consiglio dei ministri ieri ha nominato i sottosegretari e i viceministri nonché un nuovo ministro, quello per la Funzione pubblica che sarà affidato a Filippo Patroni Griffi.
Viceministri e sottosegretari sono tecnici con due eccezioni: Giampaolo D’Andrea sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e Gianluigi Magri alla Difesa.

lunedì 28 novembre 2011

Morgan «Sarò in gara a Sanremo»



Personaggi – L’eclettico cantautore milanese ospite stasera sul palcoscenico dell’Arena di Mendrisio annuncia i prossimi impegni

Marco Castoldi, in arte Morgan, non è puntuale come un orologio svizzero. All’Arena di Mendrisio, in via Maspoli 24, dove oggi alle 23.30 è atteso in concerto (ingresso 16 euro), si rischia di aspettarlo fino al giorno dopo. Vezzi, o solo vizi, di un musicista che non ha mai mancato di atteggiarsi a divo del pop d’autore. Lo sa bene chi nel 2010 lo attese a lungo al Sociale di Como quando arrivò sul palco ben dopo le 22. E lo sa bene Davide Van De Sfroos che al festival “Music On Air” di Cernobbio lo mandò simpaticamente «a quel paese» in dialetto a causa del suo ritardo.
L’anno prossimo Morgan dovrà però presentarsi puntuale al Teatro Ariston di Sanremo, dove sarà in gara al Festival, come anticipa al “Corriere di Como”.
Eppure Morgan rimane uno di quegli artisti a cui si perdona tutto: le sue fragilità e i suoi errori li ha sempre pagati in prima persona. Peccati e virtù si compensano perché l’uomo, in tutte le sue esagerazioni, è autentico e sincero.
A salvarlo da un periodo difficile, lo ammette candidamente, sono state la musica e soprattutto sua figlia.
«È così, l’ho già detto e lo ribadisco. Senza di loro – afferma Morgan – probabilmente non sarei nemmeno qui».
E nemmeno a riportare in auge “X Factor”.
«Non credo dipenda da me. Il programma è fatto dai cantanti, non da Morgan».
Intanto “Star Academy” senza giudici come lei ed Elio ha chiuso.
«Non l’ho visto e non voglio giudicarlo. Sono amico di Francesco Facchinetti e mi dispiace».
I suoi Bluevertigo avrebbero partecipato a un talent show musicale in tv?
«Noi arriviamo da un’altra epoca, abbiamo fatto la gavetta in un altro modo. Ma non penso che X Factor sia una scorciatoia, è solo un’altra possibilità per fare esperienza».
Proponendo cover?
«Anche. Questa formula che permette di esibirsi con pezzi propri solo alla fine è un limite soprattutto per i gruppi, ma il programma resta una bella palestra».
Se Morandi la invitasse andrebbe a Sanremo?
«Io il prossimo anno andrò a Sanremo».
Ma questa è una notizia.
«Esatto, e sarò in gara».

Raiset: in due anni, calo di ascolti di dieci punti


da: La Stampa
Affondano le ammiraglie della tv
In due anni le emittenti generaliste di Rai e Mediaset hanno perso 10 punti di share, male anche i tg
di Paolo Festuccia

Dieci punti in due anni. Tanto hanno lasciato sul terreno degli ascolti le sei tv generaliste italiane: le tre pubbliche (Rai), le tre private (Mediaset). Ma nonostante il calo, l’offerta generalista resta predominante: infatti, i due grandi competitor, Rai e Mediaset totalizzato insieme ancora il 78,36 per cento dello share. «Ma è chiaro», osserva un dirigente Rai, «se da un lato l’erosione degli ascolti c’è, sia per la Rai che per Mediaset dall’altro i due operatori recuperano una larga fetta (circa il 7%) sul digitale». E già, il digitale, ma non solo, anche le satellitari: è in questo contesto che si gioca la sfida. Stime alla mano, infatti, dal novembre 2010 a oggi il segno più compare solo davanti a Raitre (0,12),e La7 (+1,60%), Tvsat (+1,13), Altre (+0,19) per un totale di quasi tre punti percentuali. Si dirà, pochino. Ma se si osserva il dato, invece, oltre la percentuale di incremento si nota che pay-tv e digitale

La fidanzata di Lavezzi: sapessi come è brutto avere un rolex a Napoli…


Chi organo sessuale maschile sia ‘sto Lavezzi (a me viene in mente il musicista) non so.
Chi sia la sua fidanzata, neppure.
Cosa sia un Rolex, sì. E non mi piacciono. Nel genere orologi di lusso, preferisco un Vacheron Constantin; il Rolex è un prodotto per tamarri e tra i più taroccati in circolazione.

Avrei continuato a vivere nella mia beata ignoranza se nel sbirciare le notizie sul web non fossi rimasta travolta, appunto, da questa fidanzata, di ‘sto Lavezzi, rapinata di un Rolex a Napoli.
Effetto della rapina sulla ragazza: “Napoli è una città di merda’

Ora.
Sappiamo che a Napoli abbonda la spazzatura. Ho però l’impressione che parte di questa cammini. Nel senso che ha due gambe. Specie mammifero.
La ragazza si è poi scusata dicendo che era una reazione alla paura avuta. Comprensibile. Tanto più se la ragazza vive nel mondo strabeato della fidanzata dell’eroe (ammesso e non concesso che il Lavezzi in questione sia uno di quei calciatori per cui i tifosi napoletani stravedono).

Non ho presente le statistiche. Può essere che a Napoli vi sia un numero di rapine maggiore che in altre città. E’ indubbio che ha la fama di città nella quale è “opportuno” evitare la frequentazione di certe zone indossando alcuni “paramenti accessori”.
Ma la “fidanzata di Lavezzi”, calciatore del Napoli, potrebbe scoprire che la città può anche offrire “rimedi” a questi eventi, quando toccano persone famose o presunte tali.
Con tutto questo can can in prima pagina, mi punge vaghezza che il Rolex potrebbe essere “ritrovato”.
A Milano non succederebbe. Di essere rapinati? No. Questo succede anche a Milano.
Difficilmente si riesce a “ritrovare” la refurtiva.

Comunque vada..
Non è che ‘sto Lavezzi ce lo troviamo prima o poi in una squadra di calcio di Milano.
Nulla di personale. E Milano può essere meno rischiosa, per certi versi, di Napoli. Ma di teste di cazzo che parlano a vanvera ne teniamo anche noi. Non avremmo bisogno di aggiungerne una: la fidanzata di Lavezzi.

Riccardo Muti: “sono contento di avere la residenza in Italia”


Ha ricevuto il premio ‘Paolo Borsellino, eroe italiano’ e ha detto: "E' chiaro che questo premio verrà tassato, ma sono comunque contento di avere la residenza fiscale in Italia".
E in merito a certi suoi colleghi ha aggiunto: “So che molti miei colleghi, direttori, registi e cantanti, non hanno la residenza in Italia; è una loro scelta e ognuno è libero di fare quello che vuole. Però non sopporto chi poi polemizza contro la politica e i ministri. Non si può tenere la residenza fuori dall'Italia e poi sputare sul proprio paese".


Pensioni: la riforma secondo Elsa Fornero


da: la Repubblica
Nuove pensioni di anzianità
la riforma secondo la Fornero


Via al sistema contributivo per tutti, così si riducono le disparità padri-figli, e uscita dal lavoro solo dopo i 63 anni, con incentivi: "Finora si sono scaricati gli oneri degli aggiustamenti sulle nuove generazioni, proteggendo invece i meno giovani. Le nuove regole devono rispettare la sostenibilità finanziaria ma anche l'equità e l'attenzione ai più deboli". Ecco la proposta del neo ministro per il Welfare
di Elsa Fornero
L´articolo pubblicato qui in ampi stralci è stato scritto da Elsa Fornero, neoministro del Welfare, insieme a Flavia Coda Moscarola, su "Italianieuropei" pochi giorni prima di ricevere l´incarico ministeriale dal presidente Giorgio Napolitano. L´articolo è stato scritto da Elsa Fornero nella sua veste di docente di Economia all´Università di Torino e coordinatore scientifico del CeRP del Collegio Carlo Alberto. Flavia Coda Moscarola è ricercatrice presso il CeRP.
La recente riapertura del dibattito sulla necessità o meno di un nuovo intervento in materia previdenziale offre al Paese l'occasione  -  che questa volta, data la situazione di grave crisi in cui versa, sarebbe davvero un peccato farsi sfuggire  -  per lasciarsi alle spalle la logica degli interventi "spezzatino" e adottare finalmente un approccio più ragionato, coerente e rigoroso alla ridefinizione delle regole del principale istituto del welfare State; un approccio che abbia se non le caratteristiche della "definitività", almeno quelle dell'intervento strutturale.
E non dell'ennesimo aggiustamento di una transizione troppo lunga. Soprattutto quando si parla di pensioni è infatti necessario abbracciare un'ottica di lungo periodo. Le regole previdenziali influenzano direttamente o indirettamente molte delle decisioni fondamentali che gli individui prendono durante la loro vita, a partire dalla giovane età: quanto a lungo studiare, quale professione intraprendere, quale profilo di consumo e risparmio adottare, a che età ritirarsi dal mercato del lavoro.

Se le regole cambiano continuamente, diventa difficile fare piani ragionati per il futuro con chiare implicazioni sia sulla qualità della vita dei singoli cittadini, sia sulla crescita del sistema economico nel suo complesso. Inoltre, se si vuole che le regole vengano condivise - e non solo subite - queste devono essere eque: deve essere garantita parità di trattamento agli individui; devono essere aboliti i privilegi. Se si intende effettuare una redistribuzione delle risorse, questa deve essere trasparente e deve avvenire dai più ricchi ai più poveri e non viceversa.
Questi principi, che sembrano banali, sono stati spesso largamente disattesi, nel periodo preriforma, ma anche successivamente, sia con la riforma Amato (1992), sia con la riforma Dini (1995), in modo particolare con la scelta di tutelare i "diritti acquisiti" dei lavoratori meno giovani, scaricando invece sulle nuove generazioni l'onere dell'aggiustamento. E hanno continuato a essere disattesi nel periodo successivo, a ogni nuovo intervento sulla transizione.

Il metodo contributivo di calcolo delle pensioni, introdotto nel 1995 in sostituzione del precedente metodo retributivo, costituisce (a nostro avviso) il punto di partenza imprescindibile su cui basare le modifiche dell'attuale assetto. Considerando la transizione, e semplificando, i lavoratori possono essere suddivisi in tre tipologie: i "salvati" del 1995, esonerati dall'applicazione del contributivo grazie all'artificiosa demarcazione introdotta tra coloro che, al 31 dicembre 1995, avrebbero raggiunto almeno diciotto anni di anzianità e gli altri; i "parzialmente protetti" (anzianità inferiore a diciotto anni nel 1996), la cui pensione sarà calcolata secondo il pro-rata, ossia in base alla regola retributiva per l'anzianità maturata al 1995 e a quella contributiva per l'anzianità accumulata dal 1996; gli "indifesi", ossia gli assunti dal 1996, la cui pensione sarà interamente contributiva.

Il metodo retributivo, applicato per intero ai "salvati" e in pro-rata ai "parzialmente protetti", si caratterizza per uno scarso collegamento tra contributi versati e prestazioni ricevute. Ne risulta un "rendimento" (analogo a un tasso di interesse annuo applicato al monte contributivo) troppo generoso, e cioè superiore a quello finanziariamente sostenibile, con conseguente sistematica violazione del criterio della sostenibilità e del principio dell'equità tra generazioni. Un sistema a ripartizione è, infatti, finanziariamente sostenibile quando restituisce al lavoratore, sotto forma di pensione, i contributi versati, capitalizzati a un tasso pari a quello di crescita dell'economia. Se il sistema è troppo generoso verso le generazioni attuali, accumula un debito implicito che ricadrà sulle generazioni giovani e su quelle future...

Una stima del regalo può essere ottenuta per mezzo di un indicatore della generosità dei sistemi pensionistici, denominato in gergo tecnico Present Value Ratio (PVR). Questo indicatore misura, al momento del pensionamento, il "valore attuale atteso" dei benefici pensionistici ai quali l'individuo ha diritto - la somma oggi equivalente al valore complessivo dei trasferimenti previdenziali di cui l'individuo godrebbe data l'attuale aspettativa media di vita - a fronte del "montante contributivo" versato - ossia il saldo attuale disponibile di un ipotetico conto corrente in cui l'individuo abbia depositato, senza mai ritirarli, i contributi previdenziali versati lungo la vita lavorativa. Fatto pari a 100 euro il montante, nelle nostre simulazioni, un valore del PVR superiore a 100 indica che il sistema remunera i contributi corrisposti nella vita attiva a un tasso di rendimento superiore a quello che il sistema "può permettersi". Ciò comporta una redistribuzione di risorse (ossia "un regalo") alle generazioni anziane da parte delle generazioni giovani presenti e future. La Tabella 1 mostra per l'appunto la generosità del metodo retributivo...

Sulle basi "oggettive" appena illustrate, riteniamo che una proposta di riforma coerente possa pertanto essere la seguente. Si tratterebbe di applicare, a partire dal 2012, il metodo contributivo pro-rata per tutti i lavoratori, rendendo subito effettive un'età minima di pensionamento pari a sessantatré anni (con il requisito dei vent'anni di anzianità oggi richiesto per le pensioni di vecchiaia) e una "fascia di flessibilità" che incoraggi il lavoratore a ritardare l'uscita fino ai sessantotto (settanta) anni, con un incremento di pensione che - secondo calcoli matematici, e non in base ad arbitrari criteri politici - tenga conto dei maggiori contributi versati e della maggiore età. I requisiti minimi e massimi sarebbero successivamente indicizzati alla longevità, così come già previsto dalla normativa vigente. Dovrebbero inoltre scomparire le "finestre", cioè quei periodi (un anno per i lavoratori dipendenti e un anno e mezzo per i lavoratori autonomi) che si sommano oggi ai requisiti minimi di età/anzianità, senza peraltro aggiungere incrementi di pensione.

Mentre l'estensione dell'età minima di accesso al pensionamento e l'abolizione della pensione di anzianità, riguardando tutti i lavoratori, avrebbero come effetto principale quello di determinare risparmi di spesa consistenti nel breve e medio periodo, permettendo, come auspicato, di allentare gli stringenti vincoli di bilancio; l'estensione pro-rata del contributivo avrebbe come effetto principale quello di avvicinare i trattamenti tra le categorie (cosa che fa anche l'innalzamento del requisito di età, ma in maniera meno rilevante), promuovendo una maggiore equità del sistema.

I lavoratori coinvolti nell'estensione del prorata non sarebbero molti. Infatti il provvedimento riguarderebbe unicamente i "salvati" oggi ancora attivi nel mercato del lavoro, ossia i lavoratori nati tra il 1950 e il 1962. A titolo esemplificativo, la Tabella 2 illustra il caso di un dipendente privato della categoria dei "salvati" nato nel 1958. Per ipotesi, egli aveva vent'anni di anzianità nel 1996, una dinamica retributiva del 2,5% l'anno e nel 2010 è arrivato a percepire una retribuzione di 30.000 euro. Supponendo che maturi quarant'anni di anzianità nel 2018, con le regole attuali potrebbe andare in pensione a sessantuno anni (inclusa la finestra).

La sua pensione ammonterebbe a 26.776 euro, con un "regalo" atteso nell'arco dell'intera vita pari al 43% dei contributi versati (162.000 euro). Applicando la nostra proposta, il pensionamento sarebbe posticipato al 2021, con una pensione superiore, pari a 28.999 euro, ma un "regalo" inferiore (il 33% dei contributi versati, ossia 146.000 euro), per effetto della più elevata età di pensionamento e del calcolo contributivo sugli ultimi anni.

Rispetto al mero innalzamento del requisito di età con regola retributiva invariata, la pensione erogata è solo lievemente più bassa: 28.999 euro verso i 29.523 euro. Gli anni in cui si applica il prorata, nell'esempio, sono infatti solo due. Si noti che, se venisse applicato il metodo contributivo all'intera vita lavorativa del soggetto - una misura davvero drastica, che peraltro nessuno propone - la sua pensione ammonterebbe a 21.869 euro e il "regalo" si annullerebbe.

La fissazione dell'età minima a sessantatré anni comporterebbe, tuttavia, la possibilità per gli uomini di anticipare di due anni il pensionamento rispetto all'età oggi prevista (65 anni) per la pensione di vecchiaia. Alcuni in effetti uscirebbero prima (con una pensione ridotta, ma con un regalo proporzionalmente maggiore); altri sfrutterebbero la fascia di flessibilità e continuerebbero oltre i 65 anni. La flessibilità nell'età di pensionamento è di fatto un'occasione per concedere, a quei lavoratori che si sentono ancora "produttivi", di scegliere liberamente se e di quanto posticipare il momento del pensionamento.

Dal punto di vista aggregato, il nostro modello non consente una stima accurata dei risparmi. Ciononostante, i risparmi di spesa sarebbero tutt'altro che irrisori, potendo arrivare a qualche decina (3-4) di miliardi di euro nei primi 5-6 anni di effettiva applicazione del provvedimento. La caratteristica del contributivo di garantire un trattamento equo sia all'interno delle generazioni, sia tra generazioni diverse presenti e future ne costituisce un indubbio punto di forza aggiuntivo rispetto al fatto che si tratta di un metodo di calcolo che migliora la sostenibilità finanziaria del sistema.

Ovviamente, questo vale a condizione che la riforma in questione riguardi tutte le categorie di lavoratori alla stessa maniera, nessuna esclusa. In un momento in cui si è costretti a richiedere duri sacrifici alle famiglie con provvedimenti draconiani che colpiscono anche le fasce più deboli, non si può prescindere dall'abolizione delle ingiustificate posizioni di privilegio che perdurano per molte categorie difficilmente annoverabili tra i bisognosi, come i liberi professionisti con le loro casse e i politici con i loro vitalizi. È anche ovvio che una volta varato il provvedimento si potrebbero discutere, in modo trasparente e mirato, le uniche eccezioni ammissibili, ossia quelle nei confronti dei lavoratori sfortunati e non già di quelli privilegiati.

Intesa Sanpaolo, successione Passera: il curriculum di Cucchiani e la memoria corta di 'Repubblica' e 'Corriere'

da: il Fatto Quotidiano
La memoria corta

I passaggi che hanno portato alla nomina sono “avvenuti tutti all’unanimità”. Prima c’è stata “la liturgia dei consigli”, poi le “benedicenti dichiarazioni”. Ecco la scalata di Enrico Tomaso Cucchiani ai vertici di Intesa Sanpaolo, letta su Repubblica. Un “top manager” dallo spirito “tedesco” con la “missione” di guidare “il gruppo nella crescita all’estero”. Ecco il ritratto dell’uomo, redatto dal Corriere (che il presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, ce l’ha in Rcs). Ma a nessuno dei due più grandi giornali è venuto in mente di scrivere una riga sul curriculum del successore di Corrado Passera e sulle sue frequentazioni. Il primo rivela che Cucchiani in vita sua non ha mai diretto una banca, il secondo annovera i rapporti con il lobbista Luigi Bisignani, immortalati dalle intercettazioni dell’inchiesta P4. I quotidiani ne hanno pubblicate pagine intere. Sui protagonisti che restano in sella, però, la memoria di Corriere e Repubblica evidentemente è piuttosto corta.  

venerdì 25 novembre 2011

Blondie: 'Call me'


Elisa: Qualcosa che non c'è


Tutto questo tempo a chiedermi
Cos'è che non mi lascia in pace
Tutti questi anni a chiedermi
Se vado veramente bene
Così
Come sono
Così

Così un giorno
Ho scritto sul quaderno
Io farò sognare il mondo con la musica
Non molto tempo
Dopo quando mi bastava
Fare un salto per
Raggiungere la felicità
E la verità è che

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c'è
Invece di guardare il sole sorgere

Questo è sempre stato un modo
Per fermare il tempo
E la velocità
I passi svelti della gente
La disattenzione
Le parole dette
Senza umiltà
Senza cuore così
Solo per far rumore

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c'è
Invece di guardare
Il sole sorgere

E miracolosamente non
Ho smesso di sognare
E miracolosamente
Non riesco a non sperare
E se c'è un segreto
E' fare tutto come
Se vedessi solo il sole

Un segreto è fare tutto
Come se
Fare tutto
Come se
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole

E non
Qualcosa che non c'è

Elisa: 'Qualcosa che non c'è


X Factor 5, seconda puntata live: eliminato Valerio, se la Ventura sbaglia ancora con Francesca…


A parte Antonella, che ha confermato le sue capacità in un brano non certo d’impatto, altro non ci trovo in questa seconda puntata (le brevi impressioni a caldo scritte ieri sera, sono confermate questa mattina).

Vincenzo è una costante, ma la prossima settimana dovrebbe cantare un brano che si discosti dai due finora eseguiti perché rischia di passare per monocorde. Contrariamente ad alcuni, non trovo somiglianze tra Vincenzo e il Damiano della Claudia Mori. E’ più dotato di quest’ultimo, ha più consistenza, voce, personalità (comunque…continuo a pensare che rischia di fare la fine di Enrico Nordio).

Al ballottaggio sono finite Le 5 e Valerio.
Il gruppo di Elio ha scontato anche la “pastetta” Morgan / Ventura che la settimana scorsa ha mandato a casa Rahma. Valerio è il più debole della squadra di Morgan, non certo la migliore che ha avuto/si è creato da quando fa il programma…

Il gruppo di Elio ha scontato anche la “pastetta” Morgan / Ventura che la settimana scorsa ha mandato a casa Rahma. Valerio è il più debole della squadra di Morgan che non è certo la migliore che ha avuto/si è creato da quando fa il programma…

Mi ripeto su Francesca. O meglio: mi ripeto su Simona Ventura. Se non azzecca il prossimo brano per questa ragazza che è “altro” ed è “oltre”, le rovino il lavoro del chirurgo plastico.
Quando ho letto i brani assegnati, ho pensato per un attimo che ‘Messaggio” di Alice fosse per Francesca. L’avrebbe fatta meglio di Jessica.
Simona Ventura e la sua vocal coach, che esegue pedestremente le “illuminazioni” di Supersimo, dovrebbero comprendere che non c’è niente di più vecchio di certo “nuovo” e niente di più moderno di certo “vecchio”.
Anziché le “pastette” con Morgan, si faccia dare un pizzino da Marco Castoldi in arte Morgan su un brano italiano adatto a valorizzare le caratteristiche di Francesca.

giovedì 24 novembre 2011

X Factor 5, seconda puntata live: in breve e a caldo….


Brutta puntata. Morgan in versione “voglio starvi sull’organo sessuale maschile” (obiettivo raggiunto). Canzoni-esibizioni per lo più da archiviare, con l’eccezione di Antonella.
Qualche “problema” di Morgan con Bianconi (Baustelle) o….con i discografici che lo preferiscono a lui.
Assolutamente d’accordo con Morgan (Castoldi stasera sta ancora al parcheggio) sulle scelte non appropriate della Ventura per Francesca.  Ballottaggio evitato solo per merito della credibilità (per dirla alla Elio) che si è conquistata finora la ragazza.

Avvertimento a Simona Ventura: se cicca la prossima assegnazione a Francesca l’aspetto al parcheggio (così  libero il Castoldi che Morgan ha rinchiuso in macchina) e rovino il lavoro che le ha fatto il chirurgo.
Se Francesca finisce al ballottaggio sono stracazzi Ventura.

Passo e chiudo.Vado a recuperare le mie ovaie disperse alla visione di questa puntata.

mercoledì 23 novembre 2011

Luca Dondoni e l'Auditel...


Nel corso della sua professione, di cazzate, Luca Dondoni ne ha scritte tante.
E intende proseguire dimostrando spiccato “talento”.

Ho iniziato a leggere un articolo sugli ascolti del programma di Fiorello. Mi sono fermata alle prime righe per non compromettere il mio apparato gastroenterico.

Scrive Dondoni: “l’auditel è un sistema statistico imparziale per conoscere l’ascolto della televisione in Italia”

Imparziale? Perché il “giornalista” Dondoni non legge chi è più informato di lui in merito. Come Roberta Gisotti, che ha scritto due libri sul “funzionamento” dell’auditel. Potrebbe fare la conoscenza con alcuni aspetti che ignora.

Un risultato l’ha comunque ottenuto Luca Dondoni. Per Natale riceverà omaggi sia dalla Rai, sia da Mediaset, sia dalla società Auditel. Il cui CdA, sono certa che Luca Dondoni ne sia a conoscenza, è controllato da…Rai e Mediaset.

Più imparziale di così…
Dai Dondoni, va alla corte della De Filippi che è meglio…

X Factor 5, seconda serata 24 novembre: assegnazione brani


Devo fare ammenda. Mi sono scordata di “parlare” di Antonella dopo la prima puntata live. Ho rivisto e riascoltato la sua performance: entra di diritto con Francesca e Le 5 (per il brano a cappella) sul mio palco d’onore.
Arisa è inesperta come giurata, ma per conoscenza musicale e scelte potrebbe dare filo da torcere agli “intellettuali” Morgan e Elio. Lo dimostrano il brano dei Royksopp dato a Antonella nella prima puntata e quelli scelti per domani sera. L’assegnazione del brano a Antonella, però, mi pare però troppo impegnativa. Non per lei. Per il pubblico.   

Ecco i brani assegnati e qualche considerazione. 

Under Donne
Francesca – La guerra è finita (Baustelle)
Jessica – Messaggio (Alice)
Nicole – La differenza tra te e me (Tiziano Ferro)

Under Uomini
Davide – Jealous Guy (versione Roxy Music)
Valerio - Don't let me be misunderstood (versione Elvis Costello)
Vincenzo - Ritornerai (Bruno Lauzi)

Over 25
Antonella – Morirò d'amore (Giuni Russo)
Claudio – The dog days are over (Florence & The Machine)

Gruppi
Le 5 – Single Ladies (Beyoncé)
Cafè Margot - It's oh so quiet (Björk)
I Moderni – I gotta feeling (Black Eyed Peas)

I Baustelle sono tra i pochi gruppi cosiddetti moderni che considero. Francesca, al momento, è per me la   numero uno di X Factor5. L’assegnazione mi piace e sono curiosa di ascoltare come la farà. 

A Davide è stata assegnata ‘Jealous Guy’ nella versione dei Roxy Music (il che…mi fa pensare che Morgan sia già in versione “tattica”). Il brano fu composto da John Lennon. I Roxy Music ne fecero una loro versione dopo l’uccisione del genio dei Beatles. Davide dovrà fare il pezzo MOLTO bene perché sto recuperando il mio senso dell’oggettività nei suoi confronti (certo che …se me lo rivedo in versione nipotino di Paolo Poli mi sa che l’oggettività l’archivio nuovamente).  

Aspetto di sentire il commento della Ventura sull’assegnazione di Morgan a Vincenzo: ‘Ritornerai’ di Bruno Lauzi. Fatte le debite distinzioni, perché l’ex vincitore di X Factor è vocalmente forte, mi pare che la Ventura veda Vincenzo come….Matteo Beccucci.
Simona Ventura non ha la competenza musicale di Morgan, ma condivido la sua affermazione dopo il commento di Morgan per l’assegnazione a Francesca di ‘Someone like you’. Più originale Francesca del brano. Vero. Ma è altresì vero che si fa un servizio migliore a chi ascolta, con l’assegnare un brano non trascendentale o inferiore ad un’interprete originale che affidare un pezzo di valore ad un interprete consueto.
Vincenzo non piace a Simona Ventura?  

Ultime considerazioni. Che hanno a che fare con le mie…ovaie.
Una l’ho già in fibrillazione all’idea che Jessica mi canti ‘Messaggio’ di Alice. Evidente il debole che ha Supersimo per questa ragazza. Pur avendo apprezzato la sua prima performance, diversamente dalla Ventura e da Morgan non sono ammaliata dalla ragazza, quindi, faccio fatica a tenere calma una parte del mio apparato riproduttivo al pensiero che affronti un brano di un’interprete dotata di voce, di senso dell’interpretazione, di una raffinatezza rara che non mi pare proprio sia la caratteristica principale di Jessica. 

Il brano di Beyoncè dato a Le 5 non mi piace. Peggio: mi disturba. Spero che Le 5 me lo rendano accettabile perché avendo già un'ovaia in fibrillazione non vorrei mi si agitasse.

Il Buongiorno di Massimo Gramellini


da: la Stampa

Il ritorno dello scontro ideologico

Molti lettori sono rimasti sorpresi, e in qualche caso persino offesi, dai giudizi negativi che Nichi Vendola ha espresso sul programma economico del governo Monti nell’intervista a «Che tempo che fa». Perché il presidente della Puglia fa di ogni erba un fascio, anziché sostenere lo sforzo di persone serie e competenti che cercano di rimediare ai danni d’immagine e di sostanza compiuti dai predecessori?

Il loro stupore è indicativo di quanto sta succedendo nelle teste degli italiani dopo la caduta di Berlusconi.

Per vent’anni la politica da noi è stata un referendum pro o contro una persona fisica.

martedì 22 novembre 2011

Rai1, show di Fiorello: nuovo record di ascolti


da: la Repubblica

Show di Fiorello, nuovo record
E lui: "Abbiamo rifatto il botto"
Con la seconda puntata di Il più grande spettacolo dopo il weekend lo showman sfonda la barriera del 40% di share (42,60%) con 12 milioni 156 mila 973 spettatori. In una settimana, complice il richiamo dei Coldplay e di Michael Bublé, cresce del 25%. I suoi ascolti secondi solo a Sanremo

"Abbiamo rifatto il botto". Così Fiorello commenta i risultati d'ascolto della seconda puntata di Il più grande spettacolo dopo il weekend. Stavolta lo showman ha battuto se stesso: 12 milioni 156 mila 973 spettatori, pari al 42.60% di share. Nella prima puntata aveva totalizzato 9 milioni 796 mila spettatori con uno share del 39.18%.

"Sono piacevolmente allibito". "Piacevolmente allibito": così Fiorello si è detto, in un'intervista al Tg1,