mercoledì 9 novembre 2011

Umberto Galimberti: I miti del nostro tempo / 11


Le psicopatologie da internet

Se ti svegli alle quattro di notte per andare in bagno e ti fermi a controllare la tua e-mail prima di tornare a letto, se spegni il tuo modem e provi un vuoto terribile perché per te il mondo reale non ha ormai più alcuna consistenza, se viaggi in treno o in aereo col tuo portatile sulle gambe, se deridi le persone che hanno un computer che non è di ultima generazione, allora è arrivato il momento di farsi curare, perché evidenti si sono fatti i segni di quella vera e propria patologia che ricerce americane hanno etichettato Internet Addiction Disorder (disturbo da dipendenza da internet), a proposito del quale, scrivono gli psicologi Giorgio Nardone e Federica Cagnoni:

La dipendenza implica tre meccanismi: la tolleranza (che comporta la necessità di aumentare gradualmente le dosi di una sostanza per ottenere lo stesso effetto), […] l’astinenza (con comparsa di sintomi specifici in seguito alla riduzione o alla sospensione di una particolare sostanza), il “craving” (o smania) che comporta un fortissimo e irresistibile desiderio di assumere una sostanza; desiderio che, se non soddisfatto, causa intensa sofferenza psichica e a volte fisica, con fissazione del pensiero, malessere, alterazione del senso della fame e della sete, irritabilità, ansia, insonnia, depressione dell’umore e, nelle condizioni più gravi, sensazioni di de-realizzazione e de-personalizzazione.

Questi tratti, che sono tipici della tossicodipendenza, del tabagismo, dell’alcolismo, del gioco d’azzardo, dell’attività sessuale irrefrenabile, dell’assunzione di cibo seguita da vomito, oggi sono riconoscibili in quanti fanno un uso eccessivo di internet per soddisfare sul piano virtuale quel che non riescono a ottenere sul piano della realtà, fino al punto di percepire il mondo reale come un semplice ostacolo o impedimento all’esercizio della propria onnipotenza che sperimentano con immenso piacere nel mondo virtuale.
In riferimento alle patologie sopraelencate, la dipendenza da internet ha in comune il tratto ossessivo-compulsivo che tende ad aumentare la propria capacità di controllo della realtà. E non c’è dubbio che internet rappresenti in questo senso il mezzo tecnologico più avanzato, rispetto al quale le crudeli pratiche di controllo (del proprio peso) messe in atto dalle anoressiche appaiono rituali medievali. Con una differenza però, segnalata da Nardone e Cagnoni: “La compulsione da internet si basa sul piacere anziché su una fobia. E proprio perché il sintomo si basa sul piacere, anziché sul disagio e la sofferenza, eliminarlo risulta molto difficile.

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