Le psicopatologie da internet
Se ti svegli alle
quattro di notte per andare in bagno e ti fermi a controllare la tua e-mail
prima di tornare a letto, se spegni il tuo modem e provi un vuoto terribile
perché per te il mondo reale non ha ormai più alcuna consistenza, se viaggi in
treno o in aereo col tuo portatile sulle gambe, se deridi le persone che hanno
un computer che non è di ultima generazione, allora è arrivato il momento di
farsi curare, perché evidenti si sono fatti i segni di quella vera e propria
patologia che ricerce americane hanno etichettato Internet Addiction Disorder
(disturbo da dipendenza da internet), a proposito del quale, scrivono gli
psicologi Giorgio Nardone e Federica Cagnoni:
La dipendenza
implica tre meccanismi: la tolleranza (che comporta la necessità di aumentare
gradualmente le dosi di una sostanza per ottenere lo stesso effetto), […]
l’astinenza (con comparsa di sintomi specifici in seguito alla riduzione o alla
sospensione di una particolare sostanza), il “craving” (o smania) che comporta
un fortissimo e irresistibile desiderio di assumere una sostanza; desiderio
che, se non soddisfatto, causa intensa sofferenza psichica e a volte fisica,
con fissazione del pensiero, malessere, alterazione del senso della fame e
della sete, irritabilità, ansia, insonnia, depressione dell’umore e, nelle
condizioni più gravi, sensazioni di de-realizzazione e de-personalizzazione.
Questi tratti, che
sono tipici della tossicodipendenza, del tabagismo, dell’alcolismo, del gioco
d’azzardo, dell’attività sessuale irrefrenabile, dell’assunzione di cibo
seguita da vomito, oggi sono riconoscibili in quanti fanno un uso eccessivo di
internet per soddisfare sul piano virtuale quel che non riescono a ottenere sul
piano della realtà, fino al punto di percepire il mondo reale come un semplice
ostacolo o impedimento all’esercizio della propria onnipotenza che sperimentano con immenso piacere nel mondo
virtuale.
In riferimento
alle patologie sopraelencate, la dipendenza da internet ha in comune il tratto
ossessivo-compulsivo che tende ad aumentare la propria capacità di controllo della realtà. E non c’è dubbio che internet
rappresenti in questo senso il mezzo tecnologico più avanzato, rispetto al
quale le crudeli pratiche di controllo (del proprio peso) messe in atto dalle
anoressiche appaiono rituali medievali. Con una differenza però, segnalata da
Nardone e Cagnoni: “La compulsione da internet si basa sul piacere anziché su una fobia.
E proprio perché il sintomo si basa sul piacere, anziché sul disagio e la
sofferenza, eliminarlo risulta molto difficile.
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