martedì 29 novembre 2011

Raitre, Report: inchiesta sulla pericolosità dei cellulari


da: Italia Oggi

L’onda lunga di Report
di Massimo Tosti

Persino Milena Gabanelli sembra soffrire della pandemia tecnica che sta dilagando in Italia con l’arrivo a Palazzo Chigi del professore. L’ultima puntata di Report (Raitre, domenica, ore 21,40) non si è occupata, nel piatto forte, di uno scandalo italiano. Ha scelto un impiccio internazionale, che riguarda la pericolosità dei telefoni cellulari (e dei cordless) le cui onde elettromagnetiche sarebbero causa non secondaria di tumori al cervello. La Gabanelli fa bene (anzi: benissimo) il suo lavoro. Ogni inchiesta di Report smuove acque limacciose, portando a galla imbrogli, omissioni, corruzioni e illegalità. Sabrina Giannini attraversa l’Italia in lungo e in largo per raccogliere indizi e prove del malaffare con interviste a protagoniste e testimoni.
Questa volta ha lavorato soprattutto all’estero: a Ginevra, sede dell’Organizzazione mondiale della sanità (che si è mossa con colpevole lentezza nelle indagini sulla pericolosità dei telefonini), a Stoccolma (dove sono state avviate, e poi insabbiate, le prime indagini di merito), persino in Australia, in un ospedale prescelto come terminale di fondi destinati alla ricerca, per renderne più ardua la provenienza. Il succo del lavoro egregio compiuto da Report si può riassumere così: le multinazionali della telefonia hanno finanziato gran parte delle ricerche, riuscendo in tal modo a pilotarle, rinviandone (o annacquandone) le conclusioni.
Il problema ha un rilievo direttamente proporzionale alla diffusione di questo strumento. Quindici anni fa gli utenti nel mondo erano 140 milioni. Oggi sono 5 miliardi, su una popolazione totale che da poche settimane ha toccato quota 7 miliardi. La moltiplicazione delle onde elettromagnetiche è tale da costituire ormai un involucro che ci avvolge in tutti i continenti. E molti studiosi e ricercatori sono giunti alla conclusione che ci troviamo (nostro malgrado) nel ruolo di cavie del più grande esperimento epidemiologico di tutti i tempi. Un quadro inquietante, presentato senza sbavature nell’inchiesta intitolata «L’onda lunga»


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