Carita “cristiana”
tra cattolici: “ti abbiamo salvato la
faccia e anche il culo”
«Ti abbiamo salvato» Il pressing su Formigoni
Don Verzé e la «grana» dei ricoveri fantasma
Il metodo don
Verzé - il bastone e il Vangelo - prevede di andare dritti all'obiettivo, senza
riguardo per nessuno, compreso il governatore della Lombardia, Roberto
Formigoni: «Adesso vado dal presidente... e là gli dirò... quando hai avuto
bisogno siamo intervenuti noi e ti
abbiamo salvato la faccia e anche il culo ... perché saresti andato di
mezzo con certezza... adesso per queste cose qui che sono di ordinaria
amministrazione...».
LA GRANA CON LA REGIONE - Mario Cal, il
manager del San Raffaele morto suicida il 18 luglio, si capisce al volo con don
Luigi Verzé e lo informa del piano per risolvere una «grana» con la Regione che
si è costituita parte civile nel processo su presunti ricoveri fantasma
dell'ospedale. La conversazione è intercettata dalle microspie nascoste
nell'ufficio del sacerdote per un'inchiesta della magistratura non direttamente
rivolta a indagare sul polo sanitario. È il 13 gennaio 2006. Lo stesso giorno
in cui - come scritto ieri dal Corriere - don Verzé chiede aiuto all'allora
direttore dei servizi segreti militari (Sismi), Nicolò Pollari, per mandare la
Guardia di finanza da un vicino che non intende liberare un terreno. L'ex
direttore del Sismi, tuttavia, ha chiarito ieri di non aver mai pensato di
poter dar seguito alla richiesta. «Cal - si legge ancora nei brogliacci delle
intercettazioni ambientali - dice che prima deve andare da Sanese (Nicolamaria,
segretario generale della Regione e fedelissimo del governatore , ndr ), e poi
da lui (Formigoni) in merito a un ricorso». L'obiettivo è evitare che la
Regione sia parte civile nel processo su 15 mila rimborsi controversi per 4
milioni di euro. Ma tutto cadrà in prescrizione. Don Verzé e Cal, quel 13
gennaio 2006, non lo possono prevedere. È il motivo per cui pensano anche di
farsi aiutare da Antonio Mobilia, allora potentissimo direttore generale
dell'Asl di Milano.
IL DIRIGENTE A DISPOSIZIONE - Dice Cal: «Il
buon Antonio Mobilia fa una verifica ... e va a trovare queste benedette
pratiche ... e mi fa la dichiarazione che per quanto riguarda lui ... non
risulta avere il quadro sul pagamento nei confronti del San Raffaele per questa
attività.... con questa io poi vado da Sanese e dico... senti qui non c'è
niente...». Chiede don Verzé: «Mobilia lo farà?». Risposta: «Sì ... viene da me
lunedì mattina alle nove e mezza...». Le relazioni con i vertici della politica
e della sanità lombarda viaggiano su corsie preferenziali, tanto che più volte
don Verzé invita Cal a prendere appuntamenti con Formigoni fissando lui stesso
giorno e ora come se potesse disporre dell'agenda del governatore.
«TETTAMANZI L'HO VOLUTO IO» - Ciò che emerge
con chiarezza dall'insieme delle intercettazioni è il totale coinvolgimento di
don Verzé nella gestione dell'ospedale. Non solo dunque una figura carismatica
che veglia sulla «missione» ma anche un presidente operativo, competente,
attivissimo che si cala nel quotidiano nonostante gli 86 anni (oggi 91). Del
resto il San Raffaele l'ha tirato su lui fino a farlo diventare una delle
migliori strutture sanitarie e di ricerca in Italia. Significativa una
conversazione con la segretaria Daniela che «don Verzé chiama - riassume il
militare all'ascolto - e dice di dargli "dieci" in contanti».
Presumibilmente non dieci euro. Ogni tanto il sacerdote si fa prendere
dall'entusiasmo e nel suo ufficio, davanti ad alcuni interlocutori, «riferisce
che è stato lui a volere il cardinale Tettamanzi a Milano...».
PIO POMPA AL SERVIZIO - Altre volte
riceve notizie di (presunta) prima mano. Per esempio lunedì 10 aprile 2006 alle
11.30 di mattina mentre le urne sono aperte per le elezioni politiche, «don
Verzé parla al telefono con tale dott. Pompa in relazione ai sondaggi relativi
alle elezioni ... poi parla con Cal il quale ribadisce a don Verzé che Pompa è
dei "servizi" e che quindi è a conoscenza dell'andamento delle
elezioni». Ma forse c'è un po' di sopravvalutazione dello 007, in storici rapporti
con il «mondo» dei raffaelliani, stretto collaboratore dell'ex capo del Sismi
Pollari e accusato di aver gestito l'archivio segreto di via Nazionale con
dossier riservati su politici, magistrati, giornalisti, imprenditori. Qualche
giorno dopo «la segretaria passa al telefono di don Verzé il dott. Pompa il
quale gli fa delle confidenze riguardo l'incarico da parte del Presidente della
Repubblica al nuovo governo...».
Mario Gerevini e Simona Ravizza
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