mercoledì 30 novembre 2011

Milano, ospedale San Raffaele: il metodo Don Verzè, Roberto Formigoni



Carita “cristiana” tra cattolici: “ti abbiamo salvato la faccia e anche il culo”



«Ti abbiamo salvato» Il pressing su Formigoni
Don Verzé e la «grana» dei ricoveri fantasma

Il metodo don Verzé - il bastone e il Vangelo - prevede di andare dritti all'obiettivo, senza riguardo per nessuno, compreso il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «Adesso vado dal presidente... e là gli dirò... quando hai avuto bisogno siamo intervenuti noi e ti abbiamo salvato la faccia e anche il culo ... perché saresti andato di mezzo con certezza... adesso per queste cose qui che sono di ordinaria amministrazione...».
LA GRANA CON LA REGIONE - Mario Cal, il manager del San Raffaele morto suicida il 18 luglio, si capisce al volo con don Luigi Verzé e lo informa del piano per risolvere una «grana» con la Regione che si è costituita parte civile nel processo su presunti ricoveri fantasma dell'ospedale. La conversazione è intercettata dalle microspie nascoste nell'ufficio del sacerdote per un'inchiesta della magistratura non direttamente rivolta a indagare sul polo sanitario. È il 13 gennaio 2006. Lo stesso giorno in cui - come scritto ieri dal Corriere - don Verzé chiede aiuto all'allora direttore dei servizi segreti militari (Sismi), Nicolò Pollari, per mandare la Guardia di finanza da un vicino che non intende liberare un terreno. L'ex direttore del Sismi, tuttavia, ha chiarito ieri di non aver mai pensato di poter dar seguito alla richiesta. «Cal - si legge ancora nei brogliacci delle intercettazioni ambientali - dice che prima deve andare da Sanese (Nicolamaria, segretario generale della Regione e fedelissimo del governatore , ndr ), e poi da lui (Formigoni) in merito a un ricorso». L'obiettivo è evitare che la Regione sia parte civile nel processo su 15 mila rimborsi controversi per 4 milioni di euro. Ma tutto cadrà in prescrizione. Don Verzé e Cal, quel 13 gennaio 2006, non lo possono prevedere. È il motivo per cui pensano anche di farsi aiutare da Antonio Mobilia, allora potentissimo direttore generale dell'Asl di Milano.
IL DIRIGENTE A DISPOSIZIONE - Dice Cal: «Il buon Antonio Mobilia fa una verifica ... e va a trovare queste benedette pratiche ... e mi fa la dichiarazione che per quanto riguarda lui ... non risulta avere il quadro sul pagamento nei confronti del San Raffaele per questa attività.... con questa io poi vado da Sanese e dico... senti qui non c'è niente...». Chiede don Verzé: «Mobilia lo farà?». Risposta: «Sì ... viene da me lunedì mattina alle nove e mezza...». Le relazioni con i vertici della politica e della sanità lombarda viaggiano su corsie preferenziali, tanto che più volte don Verzé invita Cal a prendere appuntamenti con Formigoni fissando lui stesso giorno e ora come se potesse disporre dell'agenda del governatore.
«TETTAMANZI L'HO VOLUTO IO» - Ciò che emerge con chiarezza dall'insieme delle intercettazioni è il totale coinvolgimento di don Verzé nella gestione dell'ospedale. Non solo dunque una figura carismatica che veglia sulla «missione» ma anche un presidente operativo, competente, attivissimo che si cala nel quotidiano nonostante gli 86 anni (oggi 91). Del resto il San Raffaele l'ha tirato su lui fino a farlo diventare una delle migliori strutture sanitarie e di ricerca in Italia. Significativa una conversazione con la segretaria Daniela che «don Verzé chiama - riassume il militare all'ascolto - e dice di dargli "dieci" in contanti». Presumibilmente non dieci euro. Ogni tanto il sacerdote si fa prendere dall'entusiasmo e nel suo ufficio, davanti ad alcuni interlocutori, «riferisce che è stato lui a volere il cardinale Tettamanzi a Milano...».
PIO POMPA AL SERVIZIO - Altre volte riceve notizie di (presunta) prima mano. Per esempio lunedì 10 aprile 2006 alle 11.30 di mattina mentre le urne sono aperte per le elezioni politiche, «don Verzé parla al telefono con tale dott. Pompa in relazione ai sondaggi relativi alle elezioni ... poi parla con Cal il quale ribadisce a don Verzé che Pompa è dei "servizi" e che quindi è a conoscenza dell'andamento delle elezioni». Ma forse c'è un po' di sopravvalutazione dello 007, in storici rapporti con il «mondo» dei raffaelliani, stretto collaboratore dell'ex capo del Sismi Pollari e accusato di aver gestito l'archivio segreto di via Nazionale con dossier riservati su politici, magistrati, giornalisti, imprenditori. Qualche giorno dopo «la segretaria passa al telefono di don Verzé il dott. Pompa il quale gli fa delle confidenze riguardo l'incarico da parte del Presidente della Repubblica al nuovo governo...».

Mario Gerevini e Simona Ravizza

Nessun commento:

Posta un commento