domenica 30 novembre 2014

Berlusconi, in piazza (senza predellino): “implantologia dentale gratuita”




“Implantologia dentale gratuita, esenzioni ticket sanitarie e altre facilitazioni per chi ha lavorato una vita”.

Eviterei di sottovalutare questa promessa elettorale. Avete idea di quanto costa l’implantologia? Se vi è mai capitato di avere a che fare con un preventivo del dentista capirete perché la promessa di Silvio Berlusconi, ieri in piazza San Fedele a Milano (piazza più piccola di quella di San Babila, “teatro” del predellino) non susciti solo ironia….
Per non parlare dell’altra classica promessa elettorale del centro destra: “esenzione dei gabelli sulle successioni, delle tasse sulle case, pensioni minime a mille euro”.

A proposito delle pensioni a 1.000 euro. Sarebbe l’importo minimo delle pensioni sociali? Coloro che hanno lavorato 35 anni e si trovano con 1.000 euro al mese di pensione, vale a dire: se la sono guadagnata, pur senza ignorare che il criterio pensionistico era il retributivo anziche contributivo sono cornuti e mazziati? A che serve lavorare se quel che prendi lo ottieni anche se non hai mai lavorato. Certo. Ci sono anche coloro che hanno lavorato in nero e per i quali non è stata versata contribuzione. Ma ci sono parecchi italiani che non

X Factor 8, sesta puntata live: fuori i Komminuet, scambio d’accuse tra Morgan e Fedez


da: Il Sole 24 Ore

X Factor perde i Gruppi: Komminuet fuori a un passo dalla semifinale. Scambio d'accuse tra Morgan e Fedez
di Francesco Prisco

Anche i Komminuet escono di scena, l'ottava edizione di X Factor perde definitivamente la categoria Gruppi e Morgan, il giudice che ha vinto sette edizioni italiane su otto, si ritrova senza concorrenti.
Non la prende bene: a due settimane dalle dimissioni in diretta, ritirate a seguito di un'approfondita meditazione sul suo ruolo e forse dopo una rapida lettura delle penali previste dal suo contratto, eccolo a scagliarsi contro il «collega» Fedez, colpevole di averlo accusato di eccessiva dimestichezza con le logiche del tubo catodico. Vivace scambio di battute in finale di serata, insomma, tra accuse reciproche di strategismo (la più gentile la lancia il rapper: «Tu sei completamente risucchiato dal metodo televisivo»), lezioni di autostima (Morgan: «Alla televisione interesso io, a me non interessa la televisione»), accuse di scarsa professionalità (Fedez: «Lasci soli i tuoi ragazzi»), recriminazioni retributive (ancora Fedez: «Ti pagano più di me»), linguaggio da scaricatori di mercato ortofrutticolo che dovrebbe suonare molto rock and roll e

sabato 29 novembre 2014

Marco Travaglio: M5S, “La decrescita infelice”



da: Il Fatto Quotidiano

Non ci sono più parole per descrivere il lento e inesorabile, ma tutt’altro che inevitabile, suicidio del Movimento 5 Stelle. Un suicidio di massa che ricorda, per dimensioni e follia, quello dei 912 adepti della setta “Tempio del Popolo”, che il 18 novembre 1978 obbedirono all’ultimo ordine del guru, il reverendo Jim Jones, e si tolsero la vita tutti insieme nella loro comune di Jonestown, nella giungla della Guyana, bevendo un cocktail al cianuro.

L’ultima mattana del Tempio del Grillo è l’avviso di sfratto per i deputati Artini e Pinna, accusati di violare da mesi l’impegno – a suo tempo sottoscritto da tutti i candidati – di restituire parte dello stipendio e rendicontare tutto sul blog.
I due sostengono che non è vero ed esibiscono ricevute, ma la loro difesa non appare nella requisitoria pubblicata sul blog di Grillo che ieri ha chiamato gli iscritti a votare per l’espulsione. Finora gli “enucleandi” potevano difendersi nell’assemblea dei gruppi parlamentari, dopodiché scattava il voto sul web. Stavolta invece la procedura è stata invertita: prima il voto sul web, poi eventualmente quello degli eletti. In questo guazzabuglio di scontrini e carte bollate, capire chi ha ragione e chi ha torto sul merito è arduo. Ma anche inutile. È vero che chi si candida in un partito o movimento ne accetta le regole e, se le

Grillo “propone”, la “retina” approva: il direttorio dei 5



da: clandestinoweb

Terremoto a 5 Stelle, nel comunicato politico n° 55 Grillo lancia un direttivo di 5 e la rete approva
di Monica Gasbarri

Tutto è cominciato con la disfatta alle elezioni Regionali. Il malcontento è cominciato a serpeggiare, alcune “teste calde” hanno deciso di rompere gli indugi e andare in tv a commentare il risultato elettorale, alla faccia del diktat di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Federico Pizzarotti, intanto, pensava a una convention dei dissidenti e dei fuoriusciti.
Il caos vero e proprio, però, è scoppiato ieri quando improvvisamente sul blog è partito il voto per l’espulsione dei parlamentari Artini e Pinna, colpevoli di non aver restituito lo stipendio. Stavolta, però, gli argini erano già indeboliti, lo smalto del leader intaccato, e loro non sono rimasti in silenzio. Anzi, come si dice, “hanno fatto casino”. Hanno mostrato le prove della falsità delle accuse e hanno messo in crisi l’autorevolezza non solo del capo, ma anche del web “somaro” che segue il leader senza verificare la fondatezza delle accuse.
Parte la rivolta, nel vero senso della parola, e la “marcia” su Marina di Bibbona porta a una decisione shock: il potere nel Movimento 5 stelle sarà gestito da un

venerdì 28 novembre 2014

Pier Paolo Pasolini: Lettere Luterane / 11



Pier Paolo Pasolini è una mente eccezionale di cui non posso fare a meno. Di cui sento la mancanza soprattutto in questi periodi di crisi mentale prima che economica.
Anche quest’ultimo brano che propongo, tratto da Lettere Luterane, di cui ho pubblicato altri dieci post in precedenza, dimostrano come Pier Paolo Pasolini sapeva vedere prima e oltre….
Pier Paolo Pasolini è di un’attualità sconvolgente….



A cosa mi conduce l’abiura dalla Trilogia?
Mi conduce all’adattamento.
Sto scrivendo queste pagine il 15 giugno 1975, giorno di elezioni. So che se anche – com’è molto probabile – si avrà una vittoria delle sinistre, altro sarà il valore nominale del voto, altro il suo valore reale. Il primo dimostrerà una unificazione dell’Italia modernizzata in senso positivo; il secondo dimostrerà che l’Italia – al di fuori naturalmente dei tradizionali comunisti – è nel suo insieme ormai un paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L’Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione, da cui cerca di liberarsi solo nominalmente.

La classe non è acqua: Dionne Warwick, ‘I'll Never Love This Way Again’

Giorgio Meletti: “Governi obbedienti, finalmente si realizza il sogno di Agnelli”



da: Il Fatto Quotidiano

Il sogno di Gianni Agnelli si realizza, e scusate il ritardo. Il suo cinismo lo portava a pensare, e va bene, ma anche a dire: “La sinistra può fare delle cose che la destra non potrebbe fare”, cioè le cose che piacevano a lui. E così eccolo, nell'ottobre 1998, che vota al Senato, con moderato entusiasmo (“Avrei preferito De Gasperi”), la fiducia al governo di Massimo D'Alema, primo e ultimo presidente del Consiglio ex comunista. L'avvocato maramaldeggiava come un Oscar Farinetti qualsiasi sui suoi dipendenti futuri disoccupati: “I conflitti di classe, da quando è caduto il muro di Berlino ed è successo quello che è successo a Mosca, si può dire siano già finiti”. Sì, si poteva dire già allora al Senato, oggi l'Avvocato l'avrebbe ripetuto allegramente alla Leopolda, dove non sarebbe sicuramente mancato, lui che sostenne D’Alema ma anche De Mita e Berlusconi.

Ci voleva Matteo Renzi per realizzare la quadratura del cerchio, la Confindustria che detta, letteralmente, e il governo che trascrive commi scritti altrove. Agnelli, da presidente della Confindustria, trattava con Luciano Lama e, insieme, imprenditori e sindacati dettavano al governo i termini della loro faticosa intesa. E lo stesso maestro del collateralismo, Silvio Berlusconi, non è

Non può far tutto Renzi.....: Job Act, la legge l’ha scritta Confindustria



Vabbè…non può fare tutto Renzi. Lui fa le slide (o le fa fare alla Boschi) con il power point, che gli altri facciano i testi con word..


da: Il Fatto Quotidiano

Jobs Act, la legge di Renzi l’ha scritta Confindustria
Squinzi & C. si congratulano per la svolta e vedono la ripresa nel 2015
Il documento di Squinzi “Proposte per il mercato del lavoro” contiene già tutto il Jobs Act: via l’articolo 18, “demansionamento”, controlli sui dipendenti
di Marco Palombi

Il Centro Studi di Confindustria, per la crescita, ha adottato la politica di Giorgio Gaber sulla rivoluzione: oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente. In pratica quest’anno sul Pil non si muove foglia, l’anno prossimo può essere, ma dopo sarà una pacchia. D’altronde, scrivono gli analisti degli imprenditori, “le riforme strutturali danno frutti nel medio termine, ma nell’immediato rispondono alla domanda di cambiamento del Paese e restituiscono così la fiducia necessaria a rilanciare consumi e investimenti”. Che lo dicano non è così sorprendente se si considera – come vi mostriamo in questa pagina – che l’unica riforma strutturale in dirittura d’arrivo, il Jobs Act, l’hanno scritta loro.

giovedì 27 novembre 2014

Francesco De Gregori: ‘Vivavoce’, doppio disco, 28 brani riarrangiati



da: Rockol – recensione di Mattia Marzi



Le canzoni vivono di vita propria: nascono dalle mani dell'autore e crescono, si sviluppano e germogliano a contatto con il pubblico. Le canzoni sono del pubblico, sono di chi le ascolta e di chi è in grado di determinarne il successo o l'insuccesso, l'immortalità o la mortalità. Francesco De Gregori è uno di quegli autori che di canzoni, al pubblico, ne ha regalate tante, sparse su un totale di ventuno album da studio. Da "Signora aquilone" (una delle sei canzoni firmate da De Gregori e contenute all'interno dell'album "Theorius Campus", che è il primo album inciso dal cantautore, seppur in collaborazione con Antonello Venditti) a "Guarda che non sono io", passando per "Alice", "Rimmel", "Generale", "Viva l'Italia", "La leva calcistica della classe '68" e "La donna cannone". Canzoni che, negli anni, il cantautore ha proposto più volte dal vivo, che tutt'oggi fanno parte delle scalette dei suoi concerti e che possono essere definite a tutti gli effetti dei grandi classici della musica italiana: canzoni che si sono evolute, talvolta per esigenze artistiche, altre volte seguendo le mode musicali.

mercoledì 26 novembre 2014

Marco Travaglio: “Lettera del Milite Ignoto”



da: Il Fatto Quotidiano

Salve, sono l’Italiano Medio. Non mi sento particolarmente né di destra né di sinistra: le ho viste all’opera tutt’e due e non mi sono parse un granché. Il centro, poi, non ho mai capito che roba sia, sebbene abbia letto per anni il Corriere della Sera, o forse proprio per questo. Non ho mai chiesto la luna, anzi sono uno che si accontenta di poco: vorrei essere governato da gente normale più o meno come me, mediamente perbene e abbastanza competente, che parla solo quando ha qualcosa da dire, e per il resto lavora. Siccome poi pago le tasse (anzi, me le trattengono: sono un lavoratore dipendente in attesa della pensione, se mai la vedrò), gradirei saperle utilizzate per servizi pubblici decenti e non sperperate in sprechi o rubate in furti vari. Tutto qui. 

Nella Prima Repubblica votavo i partiti di governo per paura dei comunisti, anche se non riuscivo a scrollarmi di dosso la fastidiosa impressione che Berlinguer fosse meglio di Andreotti e di Craxi (a volte quel pensiero molesto si estendeva perfino ad Almirante, almeno quando appariva in tv, ma riuscivo a scacciarlo subito). Poi è arrivata Tangentopoli e istintivamente ho simpatizzato per i magistrati di Mani Pulite, che trattavano i ladri di Stato esattamente come i ladri di polli. Mi pareva di aver letto da qualche parte, credo nella Costituzione,

Renzi, Jobs Act: addio art. 18, indennità a chi perde il lavoro, controllo su pc e cellulari aziendali



da: la Repubblica

Addio art.18, indennità a chi perde il lavoro Via al controllo su pc e cellulari aziendali
Ci sarà il contratto a tutele crescenti per i neoassunti e il demansionamento in seguito a una riorganizzazione. Reintegro solo in alcuni casi di licenziamento disciplinare illegittimo. Niente Cig se l’azienda non ha più futuro.
di Roberto Mania

Una formula americana, Jobs Act, non ha impedito che in Italia si scatenasse l’ennesimo scontro sulla riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970, quello sui licenziamenti ingiustificati. Eppure il “pacchetto Renzi” sul lavoro — diverso dall’originale obamiano Jobs Act (acronomico di Jumpstart Our Business Startup) che puntava su norme e finanziamenti a favore delle nuova piccole imprese per creare nuova occupazione — ha, sulla carta, anche altri obiettivi: ridurre la precarietà sfoltendo la selva delle tipologie di contratti atipici, fare del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti il perno del nuovo mercato del lavoro, estendere gli ammortizzatori sociali, così come le tutele per la maternità a chi oggi ne è privo, favorire il ricorso ai contratti di solidarietà al posto della cassa integrazione, rafforzare il ruolo dello Stato

Papa Francesco, discorso al Consiglio d’Europa il 25 novembre 2014: “Globalizzare in modo originale”




dal sito del Vaticano 

Signor Segretario Generale, Signora Presidente,
Eccellenze, Signore e Signori,

sono lieto di poter prendere la parola in questo Consesso che vede radunata una rappresentanza significativa dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, i Rappresentanti dei Paesi Membri, i Giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, come pure le diverse Istituzioni che compongono il Consiglio d'Europa. Di fatto quasi tutta l'Europa è presente in quest'aula, con i suoi popoli, le sue lingue, le sue espressioni culturali e religiose, che costituiscono la ricchezza di questo continente. Sono particolarmente grato al Signor Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Signor Thorbjørn Jagland, per il cortese invito e per le gentili parole di benvenuto che mi ha rivolto. Saluto poi la Signora Anne Brasseur, Presidente dell'Assemblea Parlamentare. Tutti ringrazio di cuore per l'impegno che profondete e il contributo che offrite alla pace in Europa, attraverso la promozione della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto.
Nell'intenzione dei suoi Padri fondatori, il Consiglio d'Europa, che quest'anno celebra il suo 65° anniversario, rispondeva ad una tensione ideale all'unità che

Papa Francesco, discorso al Parlamento Europeo: Europa “tecnica” a discapito dell’uomo



dal sito del Vaticano

Cari amici,
vi ringrazio per l'invito a prendere la parola dinanzi a questa istituzione fondamentale della vita dell'Unione Europea e per l'opportunità che mi offrite di rivolgermi, attraverso di voi, agli oltre cinquecento milioni di cittadini che rappresentate nei 28 Stati membri. Particolare gratitudine, desidero esprimere a Lei, Signor Presidente del Parlamento, per le cordiali parole di benvenuto che mi ha rivolto, a nome di tutti i componenti dell'Assemblea.
La mia visita avviene dopo oltre un quarto di secolo da quella compiuta da Papa Giovanni Paolo II. Molto è cambiato da quei giorni in Europa e in tutto il mondo. Non esistono più i blocchi contrapposti che allora dividevano il continente in due e si sta lentamente compiendo il desiderio che «l'Europa, dandosi sovranamente libere istituzioni, possa un giorno estendersi alle dimensioni che le sono state date dalla geografia e più ancora dalla storia».
Accanto a un'Unione Europea più ampia, vi è anche un mondo più complesso e fortemente in movimento. Un mondo sempre più interconnesso e globale e perciò sempre meno "eurocentrico". A un'Unione più estesa, più influente, sembra però affiancarsi l'immagine di un'Europa un po’ invecchiata e compressa, che tende a sentirsi meno protagonista in un contesto che la guarda spesso con distacco, diffidenza e talvolta con sospetto.

martedì 25 novembre 2014

Media, Netflix: in Italia dal 2015 il big della tv in streaming



da: http://www.clandestinoweb.com

Netflix, il big della tv in streaming in Italia a partire dal 2015 

Dopo un’espansione record degli ultimi mesi Netflix arriva in Italia. A partire dal 2015 il colosso della tv in streaming sarà disponibile anche sul territorio nazionale. Il 2015 è l’anno in cui Netflix punta ad una altro primato: quello dei 60 milioni di abbonati in tutto il mondo. Stando a diversi rumors che circolano da qualche mese, il colosso dello streaming guidato da Reed Hastings e Ted Sarandos arriverà in Italia a fine 2015 in partnership con Telecom.

A destare qualche preoccupazione al big dello streaming sono degli ostacoli che potrebbero rallentare, e anche di molto, la sua avanzata. Si tratta dell’analfabetismo digitale di gran parte della popolazione, carenze strutturali dovute “alla scarsa presenza di banda ultralarga nel nostro paese, un mercato saturo con tre grandi network (Rai, Sky e Mediaset) a spartirsi la ricca torta dei diritti televisivi. Basti pensare che Sky e Mediaset si sono aggiudicati rispettivamente “House of Cards” e “Orange Is The New Black”, i due titoli più rappresentativi dell’offerta Netflix”, riporta il sito dell’HuffingtonPost 

lunedì 24 novembre 2014

Francesco De Gregori nella quinta puntata di X Factor 8: video, ‘La donna cannone’ (arrangiamento di Piovani)



Giovedì scorso è stata la puntata di un Marco Castoldi che non vorrei più vedere. Preferisco l’esagerazione a questa esagerata…..finzione.  
Ma è stata anche la puntata di Francesco De Gregori. Che ha interpretato quella che per me è, insieme a Volare, la più grande e meravigliosa canzone italiana di tutti i tempi: La donna cannone. In una nuova versione riarrangiata con Nicola Piovani. E capisci, ascontandolo, la differenza tra alcuni seppur bravi cantanti usciti dai talent show e un Artista che scrive capolavori.


Landini: “Renzi non fa nulla contro i disonesti”



“Vedo un inedito livello di determinazione da parte delle persone e dei lavoratori”. Come Landini, anch’io lo vedo. Si è tirata troppa la corda. Non ha iniziato Renzi, ma i suoi predecessori. Ma è lui che la sta portando al punto da spezzarla. Nessuno ne uscirà indenne. Neppure lui. 


da: Il Fatto Quotidiano – intervista di Salvatore Cannavò a Maurizio Landini

Ha chiesto scusa, sulle dichiarazioni riferite agli “onesti che non stanno con Renzi” ha ammesso di aver detto una “cavolata”. Però non si rimangia l’essenziale: “Volevo porre la questione morale. I lavoratori sono nella parte onesta di questo paese e c’è una parte disonesta contro cui non si interviene”. Maurizio Landini, accusato di urlare troppo, continua a tenere il punto e a non fare sconti a Matteo Renzi.

Nel pronunciare la parola “onestà”, al di là delle polemiche e delle scuse, c’era un riferimento alla questione morale?
Certo. L’onestà è un problema vero. L’Italia ha 60 miliardi di euro di corruzione, 180 di evasione, il falso in bilancio che non è reato, nessuna legge sul rientro dei capitali. Ma questo è il punto che non si vuole affrontare. Perché il governo

Gian Antonio Stella: “I 3,9 miliardi che i migranti danno all’economia italiana”



da: Corriere della Sera  
La differenza tra tasse contributi in rapporto alla spesa pubblica

Ha ragione papa Francesco: gli immigrati sono una ricchezza. Lo dicono i numeri. Fatti i conti costi-benefici, spiega un dossier della fondazione Moressa, noi italiani ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno. E la crisi, senza i nuovi arrivati che hanno fondato quasi mezzo milione di aziende, sarebbe ancora più dura. Certo, è facile in questi tempi di pesanti difficoltà titillare i rancori, le paure, le angosce di tanti disoccupati, esodati, sfrattati ormai allo stremo. Soprattutto in certe periferie urbane abbruttite dal degrado e da troppo tempo vergognosamente abbandonate dalle pubbliche istituzioni. Ma può passar l’idea che il problema siano «gli altri»?
Non c’è massacro contro i nostri nonni emigrati, da Tandil in Argentina a Kalgoorlie in Australia, da Aigues Mortes in Francia a Tallulah negli Stati Uniti, che non sia nato dallo scoppio di odio dei «padroni di casa» contro gli italiani che «rubavano il lavoro». Basti ricordare il linciaggio di New Orleans del 15 marzo 1891, dove tra i più assatanati nella caccia ai nostri nonni c’erano migliaia di neri, rimpiazzati nei campi di cotone da immigrati siciliani, campani, lucani.
Eppure quei nostri nonni contribuirono ad arricchire le loro nuove patrie («la

domenica 23 novembre 2014

Marco Castoldi in arte Morgan, quinta puntata live del 20 novembre: che triste vederlo così “politically correct”….



Mi ha messo tristezza vedere il Marco Castoldi in arte Morgan nell’ultima puntata di X Factor, giovedì scorso. Così “politically correct”, così “moderato”…democristiano. Così inutile. Perché non è questo il Marco Castoldi in arte Morgan che caratterizza questo show in prima serata Sky chiamato talent. Non serve al cosiddetto talent, non serve a Sky. Ma, soprattutto, non piace a chi, pur con qualche ironia e rimbrotto, è affezionato alla persona Marco Castoldi che riesce a trasparire da un video. E che non vuole vederlo così.

Sky e X Factor si diano una regolata, perché lo show non funziona con quel Morgan di giovedì scorso.
Vabbè che i vincitori sono sempre “stabiliti” dall’inizio e Morgan lo sa. Ma quel Lorenzo Fragola che insieme agli Spritz for Five è stato il meglio visto nelle audizioni, con le scelte “commerciali”, “discografiche”, di uno che pare antisistema quale è Fedez, ma è “sistemico” come pochi altri, non arriverà dove può arrivare.
Quanto a Marco Castoldi in arte Morgan, che talvolta “dimentica” che quei meccanismi che ben conosce  non sempre possono funzionare nel solo modo

sabato 22 novembre 2014

Matteo Renzi scrive a ‘Repubblica’: “ecco la mia sinistra”



Ecco la mia sinistra: sta con i più deboli e non ha bisogno di esami del sangue
Il premier scrive a Repubblica: "Ho rivendicato l'appartenenza del Pd alla famiglia socialista europea. Per me parlano i miei comportamenti"
di Matteo Renzi

Caro Direttore, Repubblica mi chiama in causa personalmente. Mi chiede quale sia la nostra idea di sinistra che rivendico, ad esempio, quando parlo della riforma del lavoro. Come lei sa, non da ora, sono tra quelli che hanno favorito e accelerato la fine dell'era del trattino. Quando non si poteva pronunciare la parola sinistra senza premettere qualche prefisso per attenuarla, quasi a prendere le distanze. Ho sempre rivendicato, con fierezza ed orgoglio, l'appartenenza del Partito democratico alla sinistra, alla sua storia, la sua identità plurale, le sue culture, le sue radici. Per questo ho spinto al massimo perché il Pd, dopo anni e anni di dibattito, fosse collocato in Europa dove è adesso, dentro la famiglia socialista della quale oggi, grazie al risultato delle ultime elezioni, è il primo partito con oltre 11 milioni di voti. Questo per dire che nei comportamenti concreti, nelle scelte strategiche, il Pd sa da che parte stare.

Dalla parte dei più deboli, dalla parte della speranza e della fiducia in un futuro

Domenico Naso, Morgan e X Factor: “Parabola di un talento, genio nei Bluvertigo e sregolatezza in tv”



da: Il Fatto Quotidiano

La sua carriera inizia con la band nel 1994, mentre non decolla nella fase successiva in cui intraprende il percorso da solista. Si reinventa quindi giudice del talent. E nonostante avesse annunciato l'addio, è tornato sui suoi passi e tornato in tv



C’era una volta un estroso ragazzo brianzolo, nemmeno ventenne, cresciuto a pane e musica, tra new wave e echi del glam rock degli anni Settanta, che nel 1991 fonda una delle band più interessanti del panorama musicale di quel periodo. Il ragazzo si chiama Marco Castoldi, in arte Morgan, e la band sono i Bluvertigo. Sperimentazioni elettroniche, approccio alla musica decisamente poco italiano e innegabile talento compositivo, lanciano i Bluvertigo nel 1994, con il singolo Iodio (che poi farà parte del primo album Acidi e basi l’anno successivo), ed è tutto un fiorire di recensioni entusiastiche per quei ragazzi così diversi dai classici cantanti e musicisti di casa nostra.

Nel 1997, con Metallo non metallo, arriva la consacrazione anche sul fronte commerciale: più di 100mila copie vendute, singoli come Fuori dal tempo che

venerdì 21 novembre 2014

Michael Bublé e Nelly Furtado: Quando, quando, quando


Non solo canzonette: Tony Renis, Quando, quando, quando

Pier Paolo Pasolini: Lettere Luterane / 10




Abiura dalla Trilogia della vita

Io penso che, prima, non si debba mai, in nessun caso, temere la strumentalizzazione da parte del potere e della sua cultura. Bisogna comportarsi come se questa eventualità pericolosa non esistesse. Ciò che conta è anzitutto la sincerità e la necessità di ciò che si deve dire. Non bisogna tradirla in nessun modo, e tanto meno tacendo diplomaticamente, per partito preso.
Ma penso anche che, dopo, bisogna saper rendersi conto di quanto si è stati strumentalizzati, eventualmente, dal potere integrante. E allora se la propria sincerità o necessità sono state asservite e manipolate, io penso che si debba avere addirittura il coraggio di abiurarvi.
Io abiuro dalla Trilogia della vita, benchè non mi penta di averla fatta. Non posso infatti negare la sincerità e la necessità che mi hanno spinto alla rappresentazione dei corpi e del loro simbolo culminante, il sesso.
Tale sincerità e necessità hanno diverse giustificazioni storiche e ideologiche.
Prima di tutto esse si inseriscono in quella lotta per la democratizzazione del «diritto a esprimersi» e per la liberalizzazione sessuale, che erano due momenti

The Good Wife, sesta stagione, 10° episodio: promo 'The Trial'

giovedì 20 novembre 2014

Eternit, 2154 morti: tutto prescritto, la Corte cancella anche i risarcimenti



da: Il Fatto Quotidiano di Andrea Giambartolomei
Morti per amianto a Monferrato, la Cassazione annulla. Addio risarcimenti

Tutto prescritto. Il disastro ambientale di Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli e Rubiera è finito da un pezzo, ma i suoi abitanti si ostinano ad ammalarsi e morire. Così ieri sera i magistrati della prima sezione penale della Corte di cassazione, presieduti dal giudice Arturo Cortese, hanno annullato la condanna a 18 anni di carcere a Stephan Schmidheiny, il manager svizzero che dal 1976 in poi ha diretto la multinazionale del cemento-amianto Eternit in Italia. Hanno accolto così la richiesta del sostituto procuratore generale Francesco Mauro Iacoviello che sorprendentemente aveva chiesto l’annullamento delle sentenze torinesi, gettando nello sconforto i tanti familiari delle vittime arrivati da Casale Monferrato a Roma per vedere l’ultima parte di questo processo. A differenza di quanto visto in passato, l’udienza di ieri al “Palazzaccio” dev’essere sembrata paradossale, dove i ruoli si sono invertiti. L’imputato è diventato la parte offesa, mentre l’accusa sembrava la difesa. Ora anche i risarcimenti alle vittime salteranno. L’Inail non potrà chiedere i 280 milioni erogati per prestazioni sanitarie ai lavoratori malati.  

Gli avvocati di Schmidheiny, Franco Coppi e Astolfo D’Amato, lo hanno definito

Francesco Guccini e il suo fan Renzi: “ma io voto....Sel”



da: Corriere della Sera

Guccini con Sel: “Renzi mio fan? Anche Alfano..”

Il cantautore preferito del premier di lui dice: «Non lo apprezzo del tutto e non lo disprezzo del tutto. Vedo dei chiaroscuri, lo sento più distante di Prodi»

Francesco Guccini, anche lei abbandona la vecchia nave che cambia rotta?
«Ma no. Nessun voltafaccia. Semplicemente, una persona che conosco mi ha chiesto di caldeggiare la sua candidatura a consigliere regionale. Si chiama Igor Taruffi, ha 35 anni, ha lavorato bene a Porretta Terme e...».
Guccini, lei è un simbolo della sinistra italiana, e ha sempre votato per il Pci e i suoi discendenti, sino al Pd di Prodi e Veltroni. Ora dice che non lo farà più. Perché?
«Però voterò Sel, che è pur sempre un partito figlio di quella storia. E in Emilia è alleato del Pd; quindi voterò pur sempre per Bonaccini, il candidato alla Regione. Come diceva Shakespeare, Much ado about nothing : molto rumore per nulla ».

mercoledì 19 novembre 2014

Le Renziate, ferie magistrati: Davigo “le hanno allungate, dilettanti allo sbaraglio”



Evidentemente….Renzi non solo è stato un fan di Mike Bongiorno, avendo partecipato e vinto alla Ruota della fortuna, cui è arrivato tramite lo zio Nicola Bovoli in affari con Fininvest, di Amici – uno dei suoi momenti elettorali -  ma anche un fan della Corrida
Non rimane che Tu si que vales……la signora Fascino, al secolo: Maria De Filippi, non mancherà di invitarlo. E’ appropriato a fare il quarto giudice. O il concorrente? Quelli stile Corrida, s’intende…
Talento poco, buffonate tante….


da: Il Fatto Quotidiano di Max Brod 

Taglio ferie ai magistrati, Davigo: “Ce l’hanno allungate, dilettanti allo sbaraglio”

“Pensavano di accorciare le ferie ai magistrati, invece, probabilmente ce le hanno allungate: dilettanti allo sbaraglio“. Così Piercamillo Davigo, giudice di Cassazione, spiega come le ferie dei magistrati siano state tagliate solo “per i magistrati fuori ruolo”, durante una convention sulle riforme organizzata a

X Factor 8, Morgan: siamo alle solite….abbandono ma non lascio..





Alla fine è stato ancora una volta tanto rumore per nulla. Aveva lasciato tutti a bocca aperta, si era alzato dalla poltrona di giudice e aveva abbandonato la trasmissione. Questo il gesto eclatante messo a segno da Marco Castoldi, alias Morgan. Ora Sky lo ha perdonato e la pecorella smarrita fa ritorno all’ovile.

Intanto sarebbero state presentate oltre 200 autocandidature per il posto vacante di giudice a X Factor, tra cantanti, attori, autori e showgirl tutti desiderosi di entrare a far parte del talent show di successo e fiore all’occhiello dell’emittente di Rupert Murdoch.

In realtà occorre anche spezzare una lancia a favore di Morgan, in quanto si tratta dell’unico giudice che è rimasto invariato in tutte le edizioni di X Factor, fino appunto all’ottava. Ora la decisione spetta a Morgan, e di certo senza di lui

Milano, colpo alla ‘ndrangheta: 40 arresti, filmate le cerimonie di affiliazione



da: Corriere della Sera

Colpo alla ‘ndrangheta, 40 arresti. Filmate le cerimonie di affiliazione
Non possiamo cambiare mai» dicono i boss nelle intercettazioni. L’operazione, scattata su richiesta della Procura antimafia di Milano, è stata eseguita dai carabinieri

I carabinieri stanno eseguendo in tutta Italia, su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Milano,una vasta operazione contro la ‘ndrangheta. Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di 40 indagati per associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi. Al centro delle indagini del Ros dei carabinieri che hanno portato a 40 arresti in varie regioni italiane, ci sono tre gruppi radicati nel Comasco e nel Lecchese, con diffuse infiltrazioni nel tessuto locale e saldi collegamenti con le cosche calabresi di origine. Sono stati anche documentati i rituali mafiosi per il conferimento delle cariche interne e le modalità di affiliazione.

Per la prima volta nella storia delle indagini di criminalità organizzata, è stata filmata e registrata una riunione di affiliazione e conferimento di «doti» in un clan di ‘ndrangheta: ed è successo non in Calabria ma in una campagna di

Jobs act, emendamento: reintegro per i licenziamenti disciplinari


da: La Stampa

Jobs act, ecco l’emendamento del governo. “Reintegro per i licenziamenti disciplinari”
Il testo recepisce l’accordo con la minoranza del Pd. Resta l’addio all’articolo 18. Per motivi economici previsto solo un indennizzo economico. Ok finale il 26 novembre

Il governo presenta l’emendamento al Jobs Act frutto della mediazione con la minoranza del Pd e lancia un rush finale per l’approvazione in Aula. Il diritto al reintegro nel posto di lavoro sarà limitato ai licenziamenti nulli e discriminatori e «a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato». Per i licenziamenti economici viene esclusa la possibilità del reintegro nel posto di lavoro prevedendo «un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio».  

LE NOVITA’  
I cambiamenti di maggiore impatto riguardano una più drastica sforbiciatura delle forme di lavoro atipico e precario, e l’aumento delle risorse per i loro ammortizzatori sociali. La prima misura è facilmente attuabile, per la seconda bisognerà trovare le risorse. 

martedì 18 novembre 2014

Condoni per tutti: in 30 anni 2 milioni di richieste accolte



da: Il Fatto Quotidiano

Dal 1985 la politica perdona gli abusi edilizi che violentano il territorio
di Daniele Martini

L’Italia non sarebbe così sfasciata e fragile se negli ultimi trent’anni non si fosse coalizzata una santa alleanza dell'abuso edilizio che coinvolge tutti. Dai cittadini che alla meno peggio si sono tirati su la casetta, alle imprese del mattone che hanno fatto spuntare come funghi villaggi in riva al mare e interi quartieri fuori legge, fino ai sindaci e assessori, certi che con il pugno duro si sarebbero scavati la fossa, elettoralmente parlando. Ma siccome come dicono a Napoli “o pesce fete da' capa”, il pesce puzza dalla testa, la scriteriata propensione nazionale al cemento selvaggio non si sarebbe trasformata in una catastrofe epocale, se non fosse stata tollerata, anzi, incentivata dai governi in cambio di consensi a buon mercato.

Il lasciapassare dello scempio si chiama condono, uno stratagemma sconosciuto fuori dai confini nazionali. Dalla metà degli anni Ottanta del secolo passato fino al 2003 in Italia ne sono stati approvati tre di condoni edilizi, con una cadenza di un decennio l'uno dall'altro. E non è finita perché similcondoni o condoni