martedì 11 novembre 2014

Terremoto all’Aquila, processo alla Commissione Grandi Rischi: ribaltata la sentenza, assolti



da: Corriere della Sera

Sisma a L’Aquila, ribaltata la sentenza. Assolti scienziati della Grandi Rischi
In primo grado i sette membri erano stati condannati a 6 anni. «Le accuse non erano state dimostrate». Pezzopane: «Sentenza sconcertante». E il pubblico: «Vergogna!»

Sei assoluzioni e una condanna, con rideterminazione della pena al ribasso. È questa la sentenza emessa dalla Corte d’Appello dell’Aquila nei confronti dei membri della Commissione Grandi Rischi che parteciparono alla riunione svoltasi cinque giorni prima del sisma del 6 aprile 2009. In primo grado Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Franco Barberi,Enzo Boschi, Mauro Dolce, Claudio Eva, Michele Calvi erano stati condannati a 6 anni per omicidio e lesioni colpose. Le vittime del sisma furono 309.

Due anni a De Bernardinis
Nel caso di De Bernardinis, dirigente della Protezione Civile, l’assoluzione vale sulle imputazioni principali, ma è stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa e non menzione) per le accuse di omicidio colposo e lesioni
colpose con riferimento ad alcune delle vittime, mentre è stato assolto per le stesse accuse nei confronti di altri morti del sisma, i cui familiari si sono costituiti parti civili.
Più in dettaglio, De Bernardinis è stato assolto dall’accusa di omicidio colposo con riferimento alla morte di 16 vittime del sisma del 6 aprile, mentre lo ha condannato per altre 29.
«Se fossi stato il padre di una delle vittime avrei fatto la stessa cosa. Una vittima è sempre una vittima. Non ho mai contestato nulla» ha commentato Bernardo De Bernardinis in una frase raccolta dal Gr1, all’uscita dalla Corte d’Appello dell’Aquila dopo la sentenza Grandi Rischi. Scontento invece da parte del procuratore generale, Romolo Como, che ha commentato: «Immaginavo un forte ridimensionamento dei ruoli e delle pene, ma non un’assoluzione così completa, scaricando tutto su De Bernardinis, cioè sulla Protezione Civile».

L’accusa di «false rassicurazioni»
I sette componenti della Commissione Grandi Rischi, scienziati ed ex vertici della Protezione civile, parteciparono a una riunione il 31 marzo 2009, cinque giorni prima del terremoto che devastò L’Aquila e il circondario. L’accusa sostiene che al termine di quella riunione, avrebbero falsamente rassicurato gli aquilani sottovalutando il rischio sismico, senza innescare nella popolazione il cambio delle normali abitudini, come uscire di casa dopo forti scosse. In appello l’avvocatura dello Stato è riuscita a dimostrare in Appello che non fu una riunione ufficiale della Commissione, ma gli intervenuti parlarono a titolo personale. Inoltre, «la sentenza di primo grado - aveva sostenuto Alessandra Stefano, legale di Claudio Eva - non ha dimostrato che le affermazioni rassicuranti ci fossero state, ma le ha date per scontate fin dall’inizio».

L’accusa: «Terremoto nel terremoto»
L’avvocato di parte civile Attilio Cecchini ha annunciato il ricorso in Cassazione: «Questa sentenza ci sorprende è un terremoto nel terremoto. La sola condanna di De Bernardinis fa di lui l’unico capro espiatorio».

«Ce li hanno ammazzati un’altra volta»
«Vergogna, vergogna!». Così il pubblico ha accolto all’Aquila la lettura della sentenza della Corte d’Appello. «Non finisce qui. Vergogna. Mafiosi. Uno Stato che non fa più giustizia, uno Stato che difende sé stesso», sono altri commenti urlati dai cittadini abruzzesi presenti in aula. «Ma c’è la legge divina di Dio, che vede tutto e che esiste tuttora», è il commento di un padre che nel sisma del 6 aprile ha perso il figlio. «Ce li hanno ammazzati un’altra volta», scrolla la testa un’altra parente delle vittime.

Reazioni
L’ ex presidente della Provincia dell’ Aquila Stefania Pezzopane, oggi senatrice del Pd, ha immediatamente commentato: «Sentenza stravolta, sconcertante e contraddittoria». Esprime invece soddisfazione il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta. Una sentenza, commenta in una nota, con la quale «non solo viene restituita l’indiscussa onorabilità e la dignità a Giulio Selvaggi e a Enzo Boschi, ma viene anche ribadita, qualora ce ne fosse bisogno, la credibilità a tutta la comunità scientifica italiana». Soddisfatti anche i difensori degli imputati: «La sentenza ci gratifica perché sono state accolte le nostre tesi» ha detto l’avvocato Franco Coppi. «Tuttavia - ha aggiunto - siamo molto dispiaciuti per i familiari delle vittime, e umanamente comprendiamo le loro reazioni».

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