giovedì 20 novembre 2014

Francesco Guccini e il suo fan Renzi: “ma io voto....Sel”



da: Corriere della Sera

Guccini con Sel: “Renzi mio fan? Anche Alfano..”

Il cantautore preferito del premier di lui dice: «Non lo apprezzo del tutto e non lo disprezzo del tutto. Vedo dei chiaroscuri, lo sento più distante di Prodi»

Francesco Guccini, anche lei abbandona la vecchia nave che cambia rotta?
«Ma no. Nessun voltafaccia. Semplicemente, una persona che conosco mi ha chiesto di caldeggiare la sua candidatura a consigliere regionale. Si chiama Igor Taruffi, ha 35 anni, ha lavorato bene a Porretta Terme e...».
Guccini, lei è un simbolo della sinistra italiana, e ha sempre votato per il Pci e i suoi discendenti, sino al Pd di Prodi e Veltroni. Ora dice che non lo farà più. Perché?
«Però voterò Sel, che è pur sempre un partito figlio di quella storia. E in Emilia è alleato del Pd; quindi voterò pur sempre per Bonaccini, il candidato alla Regione. Come diceva Shakespeare, Much ado about nothing : molto rumore per nulla ».

Ma non voterebbe Renzi.
«Che c’entra? Sono elezioni amministrative. Sulla politica nazionale la mia posizione è: no comment».
Renzi non la convince?
«Non lo apprezzo del tutto, e non lo disprezzo del tutto. Ci sono cose che mi convincono. E ce ne sono altre che mi lasciano perplesso. Vedo dei chiaroscuri».
Renzi ha detto di essere un suo fan. Lei gli ha risposto che lo è pure Alfano. Non è stato caloroso.
«Se è per questo, ha detto di essere un mio fan anche il grande Dino Zoff. Mi ha fatto davvero piacere. È un uomo che stimo moltissimo. Una persona di parole rare, e per questo preziose».
Renzi parla troppo?
«Un po’ sì. Ma non è tanto quello che mi lascia perplesso».
Cos’altro allora? In fondo Renzi ha portato la sinistra italiana a livelli elettorali mai raggiunti.
«È vero. È un fatto che gli va riconosciuto. Ma ci sarebbe molto altro da dire. E non vorrei parlare di politica».
Guccini, quando fa così lei assomiglia ai suoi vicini di casa bolognesi di via Paolo Fabbri 43. Ricorda?
«Come no. Avevano saputo che nel nuovo disco c’era una canzone dedicata al pensionato che abitava lì accanto. Vennero a bussare all’alba, io mi ero addormentato da non molto, e mi dissero, con aria da cospiratori: “Abbiamo saputo che lei sta facendo un disco in cui parla dei suoi vicini di casa. Ecco, vede, a dire il vero, noi preferiremmo non comparire...”. Allora risi. Ora un po’ li capisco».
È un mondo, quello della sinistra italiana tradizionale, che va scomparendo?
«Sta mutando tutto. In questi anni il mondo sta cambiando in maniera vorticosissima; e io non ci capisco più nulla. Mi sento come il vecchio pavanese che credevo morto...».
Pavana è il borgo degli Appennini in cui lei si è ritirato. Chi è il vecchio pavanese?
«È un anziano che ho incontrato qualche tempo fa per strada. Ero convinto che fosse morto, e gliel’ho detto, rallegrandomi con lui perché invece era vivo. Mi ha risposto: “Crist s’è scordaà d’mi”, Gesù si è dimenticato di me».
Renzi l’ha mai incontrato?
«Mai. Sarà anche venuto ai miei concerti, ma all’epoca non era conosciuto».
Con Prodi lei invece aveva un rapporto affettuoso. A Bologna ricordano quando, dopo la caduta del suo secondo governo, lei andò a salutarlo nell’aula magna dell’università, gremita per l’assemblea del Mulino.
«È vero».
Neppure Prodi, come Renzi, era comunista. Perché le piaceva?
«Per la sua emilianità. La sua apparente paciosità. Dico apparente, perché Prodi aveva gli artigli, eccome».
Pavana però è già in Toscana, non a caso lei Guccini sostiene di tifare per la Pistoiese. Perché Renzi non va bene?
«Lo sento più distante, e non solo per motivi anagrafici. È un po’... è molto iperattivo, ecco».
Lei non è su Twitter?
«Per carità! Non saprei da che parte cominciare. Ormai sono un vecchio montanaro, isolato sulle mie montagne».
E sostiene Igor Taruffi.
«Voto Taruffi secco».

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