da: La Stampa
Il voto anticipato è preferibile a un nuovo
giro di vite rigorista
di Marcello Sorgi
Il duro attacco di Juncker contro Renzi arriva undici giorni dopo le sue dichiarazioni sull’Europa dei burocrati. Il nuovo presidente della Commissione europea, che in un primo momento aveva lasciato correre, dev’essere stato sollecitato in questo senso dai suoi partners. Juncker infatti sa bene - è stato lui stesso a ricordarlo ieri - che il premier italiano anche in Europa si muove con un doppio registro, attento e dialogante nel chiuso delle stanze dei vertici, spavaldo e battagliero fuori, ad uso dell’opinione pubblica interna. Non a caso ieri a “Ballarò”, replicando a Juncker, Renzi non si è spostato di un centimetro. Reagendo pure alle più preoccupanti dichiarazioni del vicepresidente della Commissione Katainen, il vero guardiano dei conti dell’Unione, tornato a minacciare una procedura di infrazione per l’Italia se, com’è possibile, le cifre reali del bilancio dovessero discostarsi dalle previsioni della legge di stabilità. Ora, siccome la legge di stabilità è stata alla fine approvata con riserva (e con una notevole concessione politica, altro che burocrazia, ricorda Juncker) dalla Ue, dopo una significativa correzione del
Viene da chiedersi perché in un quadro del
genere, attraversato da tensioni reali e non da semplici aggiustamenti
politici, Renzi insista a prendere di petto quella che continua a considerare
la burocrazia europea. Non è facile darsi una risposta. Probabilmente, Renzi,
in cuor suo, condivide una parte dei timori della Commissione sulla possibilità
che anche il 2015, settimo dopo sei anni di crisi, possa non essere l’anno
della ripresa. E, piuttosto che rassegnarsi a un altro giro di vite di rigore,
accarezzi sempre di più la via di uscita di un passaggio elettorale anticipato
che riazzeri la partita.
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