mercoledì 26 ottobre 2016

Per il M5S il Parlamento è un teatro per far soldi. Frigoriferi permettendo…



da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Fabio Salamida

Che la Casaleggio e Associati utilizzi il web per finanziarsi è cosa nota, così come è cosa altrettanto nota che gli eletti del Movimento 5 Stelle condividano sulle loro pagine ufficiali contenuti di che poi producono un notevole traffico sui siti della galassia della società che li controlla. Si tratta di un sistema ormai collaudato che prevede la diffusione di varie tipologie di post, dalle “foto notizie” utilizzate principalmente per la discutibile pratica del click baiting (accompagnate da appelli alla “massima condivisione”), agli urlati “video denuncia” che i parlamentari e i senatori più in vista del del partito del comicoleader genovese girano sia fuori che dentro le aule di Montecitorio e Palazzo Madama (dove non sarebbe consentito, ma questo è un particolare). Secondo i più informati, tutti i contenuti postati sui social dai principali “attori” della “compagnia teatrale” di Beppe Grillo, devono essere “approvati” dallo staff della società ereditata da Davide Casaleggio. Questo per evitare il più possibile pasticci come quello combinato recentemente da Virginia Raggi.

Proprio questo particolare utilizzo dei palazzi del potere come “platea” per produrre brevi show da rendere virali, ha stimolato l’intervento alla Camera della giovane deputata dem Giuditta Pini, che di fatto ha accusato i colleghi pentastellati di utilizzare in modo improprio le loro ore di lavoro
che – come spesso ricordano gli stessi grillini – sono lautamente pagate da tutti noi.

La denuncia potrebbe sembrare pretestuosa, ma osservando la condotta degli eletti del Movimento 5 Stelle – che siano sindaci, semplici consiglieri comunali, deputati o senatori – ci si rende conto di quanto il tempo che loro utilizzano per la creazione e la diffusione di video propagandistici utili a creare traffico web (e quindi soldi), sia nei fatti una forma di finanziamento al partito. Per fare un esempio, accade spesso che nel mezzo di una discussione in aula, i “big” pentastellati si esibiscano in “appassionati” interventi di protesta totalmente fuori contesto rispetto agli argomenti trattati, registrati in video che nel giro di poche ore vengono diffusi sul web in modo massiccio, presumibilmente con sistemi automatici per moltiplicare condivisioni e “like” sui social network. Semplificando (ma neanche troppo), si potrebbe dire che se è vero che gli eletti delle altre forze politiche (in particolare quelli del PD) devolvono parte dei loro stipendi per finanziarle, i pentastellati utilizzano una buona parte del tempo che dovrebbero spendere per produrre o emendare leggi per fare marketing digitale. E come si dice… Il tempo è denaro.

Ma dove finiscono i soldi di questi contenuti che contano migliaia di visualizzazioni, like e condivisioni? Questo non è dato saperlo, alla faccia della trasparenza. Sappiamo che la Casaleggio Associati ha un fatturato che supera i 2 milioni di euro e che tra i principali siti da cui trae profitto ci sono, oltre al blog di Beppe Grillo, “Tze Tze”, “La Cosa”, “La Fucina” e“movimento5stelle.it”. A Questi andrebbero aggiunti i ricavi pubblicitari ottenuti sui canali YouTube dove i vari Di Battista, Lombardi, Raggi, Taverna & Co., producono centinaia di migliaia di visualizzazioni.

E per capire quanto il web sia centrale nella vita del Movimento, basta leggere il suo “non statuto”, dove è scritto che la “non sede” del partito (o non partito che sia) coincide con quella del sito movimento5stelle.it, che altro non è che una costola del blog di Grillo con sede a Genova, presso l’Associazione Movimento 5 Stelle, in via Roccataglia Ceccardi, ovvero – come ricorda Giuditta Pini nel suo intervento – nello studio dell’Avvocato Enrico Grillo, vicepresidente del M5S nonché nipote di Beppe, alla faccia del nepotismo.

Tuttavia, malgrado il sistema sia studiato nei minimi dettagli, non sempre i risultati sono quelli sperati. È il caso della giornata di ieri, che i grillini volevano centrare mediaticamente sul rinvio in commissione del DDL Lombardi, quello sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. L’idea era quella di utilizzare lo scontato voto alla Camera (su un provvedimento discusso poco e male) per un grande “spot” contro Governo e Partito Democratico. Gli ingredienti c’erano tutti: dalla presenza di Beppe Grillo in persona ad assistere alla seduta, alla rumorosa manifestazione a Piazza Montecitorio da cui registrare i video spot da diffondere per finanziare il partito. L’attesa era tanta, i numerosi cronisti aspettavano addirittura una sortita di Grillo in mezzo al suo popolo, ma qualcosa è andato storto.

Pochi infatti i manifestanti (circa 200 esseri umani, 3 bandiere, 4 trombette da stadio e un cane con palesi trascorsi in gruppi marxisti leninisti) e ciò deve aver sconsigliato la presenza del comico leader in piazza. Nei comizietti dei parlamentari – sempre assai grintosi – traspariva una certa insoddisfazione, con l’unico Di Battista a suonare “seriamente” la carica, con tanto di confessione sulla presenza del Presidente del Consiglio sul suo “scroto a 5 stelle” (Video).

Intendiamoci: i video prodotti faranno il giro del Web e tutto sarà spacciato come un grande successo di partecipazione, ma è chiaro che così non è stato. Ma cosa ha prodotto il flop? A parte l’orario non comodo della manifestazione, i maligni – compreso il sottoscritto – attribuiscono una certa freddezza al disastroso avvio dell’esperienza amministrativa di Virginia Raggi, sempre più stella impazzita della costellazione grillina. Il sindaco della Capitale, oltre a perdere popolarità ogni giorno che passa, ha praticamente oscurato i suoi colleghi con la sua ardita dichiarazione sul “complotto dei frigoriferi”, diventato in poche ore virale grazie all’hashtag #frigogate. In fondo la rete è affascinante proprio per questo: puoi pianificare una giornata dove unisci la propaganda al marketing digitale studiato per modernissimi device e poi, per una frase di troppo, tutto il tuo potenziale pubblico si mette a discutere di frigoriferi…

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