In casa
Risparmiare e innovare
Quanta energia consumiamo?
Dei
flussi di energia e materia che attraversano la nostra vita e soprattutto la
nostra casa, sappiamo poco o nulla.
[…]
In generale la famiglia media italiana utilizza 2700 kWh all’anno, ma l’analisi
del Politecnico di Milano su un campione più ristretto ma più rappresentativo
fornisce per una famiglia composta di tre persone e dotata dei più comuni
elettrodomestici circa 3200 kWh all’anno: se consideriamo un prezzo attorno a
0,2 euro/kWh otteniamo 640 euro.
L’elettricità
domestica rappresenta tuttavia solo il 20 per cento della produzione elettrica
totale italiana, che a sua volta è pari a circa il 30 per cento dell’energia
primaria impiegata nel paese (180 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio
all’anno, 8 litri di petrolio pro capite al giorno), quindi i consumi elettrici
domestici rappresentano poco più del 6 per cento del bilancio energetico
nazionale, però vi è un potenziale di risparmio dell’ordine del 30 per cento,
ed è una parte sulla quale ognuno di noi può agire subito.
Come
diminuire i consumi
Il
peggior divoratore di energia delle nostre case è il boiler elettrico, che
assorbe
circa 1500 kWh/anno: quindi se lo avete, sostituitelo con uno a gas,
meglio se integrato con pannelli solari. Io l’ho abbandonato da anni e sono
passato da un prelievo medio di 7 kWh/giorno a 5 kWh/giorno, abbattendo subito
di quasi il 30 per cento i consumi. Ovviamente ho fatto anche tutte le altre
cose che vengono consigliate sui manuali di buone pratiche: sostituzione delle
lampadine a incandescenza con quelle fluorescenti a basso consumo (ho iniziato
a introdurre anche i primi faretti a led), uso di elettrodomestici di classe A
o superiore (frigorifero, lavastoviglie, lavatrice, meglio se con doppio
ingresso dell’acqua calda di origine solare), spegnimento totale serale degli
apparecchi dotati di stand-by tramite multiprese dotate di interruttore o
togliendo semplicemente la spina. Non ho la tv ma lavorando spesso da casa, il
computer è acceso almeno otto ore al giorno, però ha lo schermo che si oscura
quando non utilizzato. Cervello sempre acceso, luce solo quando serve. Oggi i
miei consumi medi annui sono di circa 2000 kWh, in casa siamo in due, quindi
rapportato a una famiglia media da 3200 kWh vuole dire che consumiamo circa il
10 per cento in meno, ma inclusi i consumi di lavoro. Se poi aggiungete che il
mio primo impianto fotovoltaico da 1,8 kWp produce oltre 2200 kWh all’anno,
vedete che ne consumo il 90 per cento e ne resta una frazione che va in rete,
quindi la casa ha un bilancio elettrico positivo.
E’
chiaro che bisogna evitare la trappola del paradosso di Jevons o «effetto
rebound»: ovvero ciò che si risparmia non deve essere reimpiegato per nuovi usi
superflui! Se ho ridotto il consumo energetico con una lampadina a basso
consumo, sarebbe idiota lasciarla accesa più ore del necessario o metterne due
là dove ne avevo una, così come utilizzare i miei 200 kWh in esubero per una
stufetta elettrica…
Lo
stesso vale per l’automobile o il riscaldamento. Quindi a parità di livello di
comfort raggiunto, il risparmio conseguito con l’efficienza deve andare a
beneficio della collettività (ovviamente dietro pagamento del prezzo di
mercato!) in modo che i consumi si abbassino realmente in tutto il paese. In
Germania il MW di fotovoltaico totali presenti a fine 2010 erano 17320 e, con
meno sole dell’Italia, hanno prodotto 12 miliardi di kWh, pari al 2 per cento della
produzione elettrica nazionale. Qui da noi a fine 2010 siamo arrivati a
produrre 1,6 miliardi di kWh, lo 0,5 per cento della produzione elettrica nazionale,
sufficienti a coprire il fabbisogno domestico di circa 1,5 milioni di persone,
ma pur sempre limitati al 13 per cento della produzione fotovoltaica tedesca. Purtroppo
i decreti ammazzarinnovabili del governo italiano si presentano a sorpresa,
infliggendo continui strattoni e insicurezze sul nascente mercato. Meditate e
votate.
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