da: Lettera 43
Gli
appalti poco trasparenti della metro 5
Bloccata
una gara per la linea lilla di Milano dall'azienda di trasporto Atm. Che ora
rischia una causa legale.
di Simone
Morano
Per la metro lilla di Milano sembra non
esserci pace. Inaugurata lo scorso 10 febbraio dopo numerosi rinvii,
la linea 5 della metropolitana meneghina deve fare i conti con i problemi
(economici e legali) che potrebbero derivare dall’installazione dei monitor
nelle stazioni: una questione che rischia di mettere in difficoltà la società
di trasporti pubblici milanese Atm e il Comune che ne è proprietario.
IL RUOLO DEL CONSORZIO METRO 5.La
concessionaria che si occupa della realizzazione e della gestione della linea
lilla è il Consorzio Metro 5, il cui project financing prevede anche un
capitolo relativo al cosiddetto outdoor (in pratica, i monitor presenti nelle
stazioni): un mercato ancora piuttosto giovane, e di conseguenza limitato a
pochi attori nazionali.
TRATTATIVE CON IMPRESE PRIVATE. Dopo
che nel corso del 2012 la società consortile ha condotto trattative separate
con tre imprese private (ICMoving Channel, Vidion e Telesia), il 19 gennaio di
quest’anno ad aggiudicarsi l’appalto,
in maniera sorprendente, è stata Atm, uno
dei soci del consorzio, che in maniera imprevista ha esercitato il diritto di
prelazione di cui godeva, limitando il subappalto futuro agli stessi soggetti
privati (per altro inconsapevoli dell’esistenza di tale diritto di prelazione).
ICMOVING CHANNEL SCARTATA ALLA FINE. In
questo modo, però, sono state vanificate le trattative precedenti, durate mesi,
e si è finito per penalizzare ICMoving Channel, l’impresa considerata favorita,
che non a caso sta già pensando di intraprendere un’azione legale.
La
copertura per 19 stazioni della nuova metropolitana
Il servizio di outdoor sulla linea 5, nello
specifico, riguarda 19 stazioni a regime. Il Consorzio Metro 5 (a maggioranza
privata, costituita, oltre che da Atm, anche da Alstom, Astaldi e gruppo
Ansaldo) a metà dello scorso anno ha contattato le tre imprese: Telesia (già
presente, tra l’altro, nelle metropolitane di Roma e Milano con un’instant tivù
che trasmette in esclusiva in 50 stazioni, per un totale di quasi 300 schermi
situati nelle banchine); Vidion (che si occupa della videocomunicazione delle
stazioni milanesi di Cadorna e Bovisa, oltre che delle prime 50 stazioni del
network Centostazioni in tutta Italia); e ICMoving Channel (presente in
Lombardia negli aeroporti di Malpensa, Orio al Serio e Linate).
PREVISTO UN CONTRATTO DI NOVE ANNI. Le
trattative che sono state intavolate prevedevano un contratto di nove anni,
sulla base del quale il vincitore avrebbe dovuto farsi carico, oltre che dell’investimento
iniziale, anche di un canone annuo.
Il Consorzio, finita l’estate, ha chiesto
alle tre imprese di ottimizzare le offerte, la migliore delle quali è stata
considerata quella di ICMoving Channel.
Come spiega a Lettera43.it il
titolare e amministratore delegato della società, Luca Bortolami, a metà
dicembre l’azienda vicentina ha ricevuto la notizia che «il consiglio di
amministrazione aveva ritenuto la nostra offerta migliore delle altre».
IL DIRITTO DI PRELAZIONE DI ATM. Solo
in quell’occasione, però a ICMoving Channel è stato specificato che la
decisione doveva essere comunicata ad Atm, la quale godeva di un diritto di
prelazione. «Ci avevano rassicurato che si trattava di un pro forma, anche se
noi di questo diritto di prelazione non sapevamo nulla».
Insomma, Atm doveva essere informata di una decisione che teoricamente avrebbe
dovuto già conoscere, in quanto parte del consiglio di amministrazione del
Consorzio Metro 5.
LA DECISIONE PROCRASTINATA. Il 20
dicembre a ICMoving Channel è stato fatto sapere che Atm aveva bisogno di
ulteriore tempo, con la richiesta di posticipare la data della comunicazione
della decisione definitiva al 6 gennaio. Il giorno dell’Epifania, tuttavia,
l’appaltante ha nuovamente rinviato ogni comunicazione, stabilendo una nuova
scadenza al 19 gennaio. Rinvii che non hanno fatto ben sperare ICMoving
Channel; e infatti, ecco la doccia fredda: Atm ha deciso di esercitare il
diritto di prelazione pagando una cifra superiore rispetto a quanto richiesta
dall’azienda veneta.
«Atm
sostiene di non essere stata messa a conoscenza della nostra offerta»
Parlando con Lettera43.it, Bortolami è
un fiume in piena: «Noi eravamo completamente all’oscuro dell’esistenza del
diritto di prelazione. Chiaramente, se l’avessimo saputo avremmo agito in altro
modo, considerando i mesi di lavoro e i soldi investiti per presentare il progetto.
Il problema è che il Consorzio ci aveva assicurato che, esercitando il diritto
di prelazione, Atm si sarebbe rivolta in ogni caso a noi».
NESSUN VINCOLO RICONOSCIUTO. In
realtà, ha spiegato Bortolami, non è così: Atm sostiene di non essere vincolata
nei nostri confronti, disconoscendo l’interpretazione e l’operato del
Consorzio.
Non solo. «Atm sostiene di non essere stata
a conoscenza della nostra offerta. Questa, però, è una grossa falsità, visto
che il documento in cui si formalizzava che la nostra offerta era ritenuta la
migliore è stato firmato anche dai consiglieri di Atm».
LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO DANNI. A
questo punto, dovrà essere indetta un’altra gara privata. L’azienda esclusa ha
reso noto che chiederà un risarcimento danni per non essere stata informata
della possibilità per Atm di esercitare un diritto di prelazione. Non solo:
potrebbe anche fare causa civile ad Atm per abuso di diritto e mancato
introito, nel caso in cui la società di trasporti pubblici dovesse subappaltare
i lavori a una delle imprese già contattate nelle trattative precedenti.
LA REPLICA UFFICIALE DI ATM. Atm,
contattata da Lettera43.it, si è limitata a far sapere che «la
comunicazione alle imprese private dell’esistenza del diritto di prelazione
spettava al Consorzio, e non a noi».
Per quel che riguarda i rapporti tra la società di trasporti milanese e
ICMoving Channel, si spiega invece che «per la scelta dell’azienda che si
occuperà dell’outdoor della linea 5 si adopereranno criteri di economicità e di
uniformità rispetto alle infrastrutture già presenti». In altre parole, si
tenderà a preferire Telesia.
L'IPOTESI DI ABUSO DI DIRITTO. Bortolami, però, ribatte: «Atm non può
certo occuparsi direttamente dell’outdoor, e quindi dovrà subappaltare i
lavori. Ma ci ha detto che non vuole lavorare con noi. Di conseguenza, dovrà
affidare i lavori a un’impresa che è già stata ritenuta “perdente”: in quel
caso, si configurerà l’abuso di diritto. Noi aspettiamo che Atm compia passi
ufficiali prima di intraprendere vie legali in maniera definitiva. Certo è che
loro ci stanno evitando deliberatamente: attendiamo risposte da 15 giorni».
Per il Comune di Milano, proprietario di Atm, si tratterebbe dell’ennesimo
problema proveniente da una linea metropolitana dall’esistenza decisamente
tormentata.
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