da: La Stampa
Superometti
La storia a pessimo fine di Oscar Pistorius
ci costringe a riflettere sui danni arrecati a troppe generazioni di maschi
dall’ideologia del Superuomo. Non nella versione originale di Nietzsche, ma
nelle sue troppe parodie, la più tragica delle quali è stata il nazismo. Per il
Superometto del Duemila, cresciuto a colpi di retorica pubblicitaria («l’uomo
che non deve chiedere mai») e cinematografica («al mio segnale scatenate
l’inferno»), la M di maschio significa muscoli anziché maturità. Il Superometto
pensa ancora che il coraggio consista nell’oltrepassare i propri limiti,
anziché nell’accettarli per trovarvi un senso più profondo. E’ un conformista
dell’anticonformismo, ottusamente convinto che il solo modo di opporsi alla
mollezza dei deboli sia l’energia che scaturisce dalla violenza. Ama le armi e
risolvere i conflitti con la forza bruta. I valori in cui crede sono la
vendetta, come riequilibrio di torti subiti o supposti, e quel malinteso senso
dell’onore che lo induce a considerare ogni scelta da lui non condivisa un
attacco al suo fragile ego. Piace alle donne che scambiano la sua carica
isterica per forza d’animo e spesso, purtroppo, ne subiscono le conseguenze. Ma
sotto la sua corazza da duro è così debole e complessato da rifiutarsi di
capire che la mascolinità non si misura nella conquista degli altri, ma di sé.
Ogni volta che le mie viscere sono lambite
dal virus del Superometto, corro a cercare l’antidoto in una massima che la
leggenda attribuisce a Re Artù e ai suoi cavalieri: «Siamo stati costretti ad
andare nel mondo in cerca di avventure perché non eravamo più capaci di viverle
nei nostri cuori». La vera avventura è quella lì.
Dany quale film preferisci? http://spettacolospettacolare.blogspot.it/2013/02/oscar-tutti-i-film-vincitori-delloscar.html
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