da: Il Sole 24 Ore
Un
milione per salvare La7
Un anno: più o meno è il tempo che Urbano
Cairo avrà a disposizione per cercare di rimettere in sesto i conti di La7. La
dote di “accompagnamento” sarà infatti in grado di coprire al massimo le
perdite di 12 mesi.
Anche se La7 verrà consegnata pulita di debiti e perdite, l’impresa
di portare a break-even l’emittente finora non è riuscita a nessuno. Già sotto
l’attuale gestione, il management ha avviato un piano di taglio dei costi, ma
probabilmente dovranno essere rivisti anche molti contratti di ingaggio –
voluti per arricchire il palinsesto e aumentare l’audience – che oggi non sono
più sostenibili.
Cairo «ilustri il suo progetto industriale,
gli investimenti e le risorse indispensabili per tutelare i livelli
occupazionali e la qualità dell’informazione, punto di forza dell’emittente»,
hanno sollecitato insieme con la Fnsi, i giornalisti di La7. Di suo, l’editore
piemontese ha una cinquantina di milioni di liquidità di scorta ma, secondo
indiscrezioni attendibili, sul piatto della
nuova avventura metterebbe solo un milione.
Difficile capire come questo possa produrre
miracoli. Il buco nero dei conti della tv rischia di risucchiare anche il
gruppo messo in piedi da Cairo (che nel 2012 ha riportato 18,6 milioni di utili
su 275 milioni di ricavi, risultati positivi ma in flessione), si osserva in
ambienti finanziari, a meno che l’operazione
si traduca in un parcheggio per chiudere La7. Gli analisti però fanno
notare che il vero movente per l’intervento
di Cairo è la salvaguardia del suo contratto di raccolta pubblicitaria che ha
margini fuori mercato (oltre il 30%) e apporta, sul minimo garantito, almeno 40
milioni di ricavi annui
alla concessionaria. Se la ristrutturazione a cinghia
stretta non dovesse funzionare, prima di intaccare la propria liquidità, l’editore
self made avrebbe comunque tutto l’interesse a tenere in La7 (e con essa il suo
contratto) cercando un nuovo acquirente a cui passare la sfida. Diego Della
Valle si era già fatto avanti.
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