Lincoln non è il miglior film di Spielberg,
Ben Affleck è indubbiamente cresciuto come regista (sulla scia di Clint Eastwood). Ci avrei scommesso che non avrebbe
vinto Zero Dark Thirty. La Bigelow ha pagato il ”sentimento” americano di
voltare pagina su un “argomento” che gli ha procurato una ferita storica ma che
in parte è stato riemarginato con l’uccisione di Bin Laden. Celebrarlo con l’Oscar
significava – simbolicamente – non voltare pagina.
Non rimaneva che Argo. Non per sminuire il
film né la regia e recitazione di Affleck (che, diversamente da Clint Eastwood
non ha solo due espressioni visive..), ma corrisponde maggiormente all’attuale
“sentimento” americano ed è, comunque, un film da statuetta...
da: la Repubblica
Oscar,
trionfo annunciato di "Argo"
Ma
la vera sorpresa è "Vita di Pi"
Come
da previsioni, l'opera di e con Ben Affleck vince come miglior film: ad
annunciarlo, in collegamento dalla Casa Bianca, è Michelle Obama. Tra gli
attori premiati come da previsioni Day-Lewis e Jennifer Lawrence, che inciampa
e cade mentre sale sul palco. Il film di Ang Lee conquista il maggior numero -
quattro - di statuette, tra cui la regia. Marianelli, unico candidato italiano,
a bocca asciutta
di Claudia
Morgoglione
Trionfo doveva essere. E trionfo è stato. Argo,
il bellissimo film che segna
la maturità definitiva del suo regista (nonché
interprete) Ben Affleck, porta a casa l'Oscar per la miglior pellicola
dell'anno: simbolo vincente di questa Notte delle stelle 2013, prende anche le
statuette per la sceneggiatura originale e il montaggio. In un'edizione segnata
dall'affermazione scontata, come migliori attori protagonisti, del Daniel
Day-Lewis versione Lincoln - primo uomo nella storia a ottenere ben
tre statuette, in questa categoria - e della Jennifer Lawrence di Il lato
positivo. Ma a colpire di piuù è la rivincita a sorpresa di Ang Lee, che si
aggiudica la miglior regia per il suo Vita di Pi, e colleziona il maggior
numero di riconoscimenti, quattro: gli altri sono fotografia, effetti speciali
e colonna sonora. Sconfiggendo così l'unico candidato italiano, Dario
Marianelli, autore delle musiche di Anna Karenina.
Il tutto in un'annata segnata soprattutto
da grandi film di contenuto storico-politico. E senza nessuna forte prevalenza
di carattere quantitativo: subito dietro il poker di Vita di Pi solo
due titoli, Argo e Les Miserables (che vince con Anne
Hathaway migliore non protagonista, trucco e sonoro) arrivano a tre
premi. Quanto allo show, condotto da Seth McFarlane con meno irriverenza
di quanto ci si aspettava, rimarrà comunque alla storia, per due momenti
diversi ma entrambi unici. Il primo è la presenza, assolutamente non
annunciata, di Michelle Obama. Al momento della proclamazione della miglior
pellicola, infatti, il Dolby Thaetre, luogo dove si svolge la cerimonia, si
collega live con la Casa Bianca: lì c'è proprio lei, la first lady, in abito da
sera, che apre la busta dell'Academy e annuncia la vittoria di Affleck. Il
secondo momento che resta agli annali della manifestazione è invece la rovinosa
caduta della Lawrence: vestita con un assai impegnativo abito di Dior bianco
con strascico, la diva sale le poche scale che portano al palcoscenico,
inciampa e finisce a terra. Con la platea che tenta di consolarla con una
standing ovation. L'attrice, va detto, non è nuova a incidenti del genere:
qualche settimana fa, ritirando il premio ai Sag Awards, rimase senza gonna.
Ma torniamo ai verdetti emessi dagli oltre cinquemila giurati dell'Academy of Motion Pitures, Art and Science. Che fanno trionfare Argo, come da previsioni, a scapito di Lincoln: la pellicola di Spielberg, che aveva il maggior numero di candidature, deve accontentarsi solo dell'affermazione di Day-Lewis e della statuetta perla scenografia. Restando nell'ambito dei candidati al miglior film, va peggio a Zero Dark Thirty della Bigelow, che prevale sono nella categoria del montaggio sonoro. Re della terra selvaggia, una delle grandi rivelazioni della stagione cinematografica, resta a bocca asciutta. Mentre Django Unchained porta a casa due trofei che comunque pesano: Christoph Waltz miglior attore non protagonista, e la sceneggiatura originale scritta dal regista Quentin Tarantino.
Da segnalare anche la scontata affermazione di Amour di Michael Haneke come migliore opera straniera: era candidata anche a miglior film in assoluto e alla migliore attrice, con la sua straordinaria interprete anziana Emmanuelle Riva. O lo strano verdetto che emerge nella sezione dei film d'animazione, dove Ribelle-The Brave della Pixar prevale su titoli ben più interessanti, come il "cugino" disneyano Ralph Spaccatutto o Frankenweenie di Tim Burton. In una categoria minore, quella dei corti documentari, non ce la fa Open Heart, dedicato all'attività di Emergeny in Sudan: il fondatore dell'organizzazione Gino Strada, presente in platea alla Notte delle Stelle, non può festeggiare.
E infine va sottolineato il corposo coté musicale di questa edizione 2013. Con l'omaggio a opere come Chicago (con canzone e ballo di Catherine Zeta-Jones), Dreamgirls (performance di Jennifer Hudson) e Les Miserables, con la potente esibizione canora corale del cast al completo. E poi Shirley Bassey che per celebrare i 50 anni cinetografici di 007 canta il tema-cult di Goldfinger; Barbra Streisand che torna sul palco degli Oscar dopo 36 anni, intonando il branoCome eravamo; e naturalmente Adele con Skyfall, che si aggiudica come da copione la statuetta per la miglior canzone. Mai come stavota il binomio cinema-sette note è stato celebrato con grande spiegamento di mezzi.
io devo ritenermi felice per le vittorie tranne per il miglior film, io avrei preferito les miserables
RispondiEliminaahah..ciao
RispondiEliminasu Daniel Day Lewis nulla da eccepire...meglio Argo di Lincoln...Les Miserables l'ho visto in lingua orginale..gran film ma deve piacere il genere