da: Corriere della Sera
Pene
più pesanti, carcere fino a 12 anni e falso in bilancio.
Ecco
cosa prevede il provvedimento: in caso di condanna vietato fare contratti con la pubblica amministrazione per 5 anni. I nuovi tipi di reato.
1.
Stretta sui delitti contro la Pa
Più carcere per i principali reati contro
la Pa ma anche sconti di pena per pentiti e collaboratori. La Camera ha
approvato in via definitiva il ddl anticorruzione, legge che reintroduce tra
l’altro il delitto di falso in bilancio, obbliga i condannati a restituire il
maltolto e rinforza i poteri dell’Anac. Ecco, in sintesi, le principali novità.
Viene visibilmente rafforzato il
«dispositivo normativo» anticorruzione con l’aumento delle pene per i
principali reati contro la pubblica amministrazione: peculato (da 4 a 10 anni e
6 mesi), corruzione propria (da 6 a 10 anni) e impropria (da uno a 6 anni),
induzione indebita (da 6 a 10 anni e 6 mesi). Quanto alla corruzione in atti
giudiziari (da 6 a 12 anni nell’ipotesi base), la pena può salire fino a 20 nei
casi più gravi. Restano invece invariate le sanzioni della concussione, che
viene però estesa anche all’incaricato di pubblico servizio.
2.Corrotti:
no contratti con Pa per 5 anni, restituzione maltolto
Giro di vite anche sulle pene accessorie.
Per licenziare un dipendente pubblico corrotto basterà ora la condanna a 2 anni
di carcere, mentre il divieto di contrattare con la Pa potrà arrivare fino a 5
anni. Nei reati più gravi contro la Pa non si potrà più patteggiare se prima non
si è integralmente restituito il prezzo o il profitto del reato. In caso di
condanna, il colpevole è comunque sempre obbligato a pagare l’equivalente del
profitto o quanto illecitamente percepito. La riparazione pecuniaria nei
confronti dell’amministrazione lesa è condizione per accedere alla sospensione
condizionale della pena.
3. 416
bis: pene più alte per mafiosi e boss. E sconti ai pentiti
A subire un sostanzioso inasprimento è
anche il quadro sanzionatorio del 416 bis: da 10 a 15 anni (oggi è dai 7 ai 12)
la pena per chi partecipa a un’associazione mafiosa, da 12 a 18 anni (anziché
9-14) per chi la organizza o dirige. Se poi l’associazione mafiosa è armata, si
può arrivare per i promotori anche fino a 26 anni di carcere.
Chi collabora potrà godere di uno sconto di
pena da un terzo a due terzi. L’attenuante per «ravvedimento operoso» è
riconosciuta a chi si adopera efficacemente per evitare conseguenze ulteriori
del delitto, per assicurare le prove e individuare i colpevoli o per il
sequestro delle somme trasferite.
4.Patteggiamento
«a condizione» per reati di corruzione
In caso di corruzione per l'esercizio della
funzione, in atti giudiziari, induzione indebita concussione e peculato il
patteggiamento sarà condizionato alla restituzione del prezzo o del profitto
del reato.
5.Più
controllo all'Anc
Aumenta il peso dell’Autorità nazionale anticorruzione,
che dovrà essere informata dai pm ogniqualvolta si proceda per reati contro la
Pa. All’Anac, inoltre, è attribuito il controllo sui contratti extra codice
degli appalti (perché segretati per esempio o che esigono particolari misure di
sicurezza). Specifici obblighi informativi verso l’Anac sono infine posti a
carico delle stazioni appaltanti.
6.Torna
falso in bilancio
Le false comunicazioni sociali tornano ad
essere un delitto punito con il carcere. Se la società è quotata, chi commette
il falso in bilancio rischia la reclusione da 3 a 8 anni; se non quotata, da
uno a 5 anni. Si procede sempre d’ufficio, a meno che non si tratti di piccole
società non soggetto al fallimento, per le quali vale una sanzione ridotta (da
6 mesi a 3 anni). Sanzione ridotta anche nel caso di fatti di lieve entità.
mentre è prevista la non punibilità per gli illeciti di particolare tenuità.
L’uso di intercettazioni è possibile solo nel falso in bilancio di società
quotate. Quanto alla responsabilità amministrativa degli enti, raddoppiano le
sanzioni pecuniarie (fino a 600 quote nel caso di società in borsa e a 400 per
le non quotate).
7.Salgono
sanzioni per quote societarie
Il testo prevede multe più salate per le
società quotate: va da 400 a 600 quote.Per le non quotate la multa è minimo di
200 e massimo di 400 quote azionarie. La sanzione va da 100 a 200 quote anche
per le societa' non quotate in caso di lieve entità del fatto.
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