da: http://italia-24news.it/ - di
Paola Ambrosino
Grillini
e azzurri fuori dall'Aula al momento del voto
Via libera, fra le proteste, allo stop ai
vitalizi ai condannati. Dopo una lunga giornata di discussioni, l’Ufficio
di Presidenza della Camera ha dato il via libera al provvedimento che prevede,
per i deputati con condanne superiori a due anni per reati di mafia, terrorismo
e contro la Pubblica amministrazione, lo stop all’assegno vitalizio.
A votare a favore Pd, Sel, Scelta Civica,
Fratelli d’Italia e Lega. Non hanno invece partecipato alla votazione Forza
Italia, M5S e Ap.
La situazione si presenta molto più
complicata al Senato, dove ancora non è stato raggiunto un accordo.
Secondo quanto si apprende, le disposizioni
previste dalla delibera non si applicano in caso di riabilitazione del
condannato. Le misure entreranno in vigore “il sessantesimo giorno successivo
alla data della sua approvazione”, quindi non prima di due mesi. Quindi, le
misure saranno operative non prima di due mesi e la Camera svolgerà “degli
accertamenti” caso per caso sulla
sussistenza delle condizioni previste dalla
delibera stessa. Le norme, viene specificato nel testo, non sono retroattive.
Dunque, “per i deputati cessati dal mandato e già condannati in via definitiva,
la cessazione dell’erogazione dei vitalizi decorre dal momento dell’entrata in
vigore della presente deliberazione”.
La misura era stata chiesta da Libera e
Gruppo Abele – oggi in piazza Montecitorio – con 500mila firme pro-abolizione.
Nel pomeriggio, il Movimento cinque
stelle si era rivolto al presidente del Senato, Pietro Grasso, per
chiedere quattro modifiche al provvedimento ritenuto un “compromesso al
ribasso”.
Forza Italia ed Ncd, dal canto loro,
avevano invece avanzato dubbi sulla costituzionalità di un testo di questo tipo
mentre la Lega Nord aveva proposto il taglio dei vitalizi a tutti i
parlamentari.
Sul tema si discute ormai da tempo e più
volte la seconda e la terza carica dello Stato hanno ribadito che per abolie i
vitalizi non è necessaria una legge.
“L’ultimo testo – secondo i deputati M5S –
è un compromesso al ribasso che agisce su una strettissima cerchia di ex
parlamentari, mentre garantisce il vitalizio a tutti gli altri. Non ha
senso”. ”Non ha senso – continuano – che un cittadino non può essere
eleggibile, in applicazione della legge Severino, se ha riportato una
determinata condanna mentre se la stessa condanna la riceve mentre
è parlamentare gli spetta pure il vitalizio”.
“Per questi motivi – affermano i deputati
M5S – chiediamo di intervenire per: includere nelle cause di abolizione
del vitalizioanche chi è stato condannato per reati punibili con un massimo di
pena di 4 anni come previsto nella bozza originaria di delibera Bottici-Grasso
(e non 6), oltre che per abuso d’ufficio; escludere la riabilitazione come causa
di ripristino del vitalizio; escludere la reversibilità del vitalizio in caso
di decesso”.
In mattinata il senatore del Pd Ugo
Sposetti aveva espresso la propria perplessità sul fatto che del tema se
ne occupasse l’Ufficio di presidenza. Si sta “lisciando l’antipolitica” in
vista delle elezioni regionali, aveva detto in Aula.
L’intervento di Sposetti era stato accolto
con imbarazzo nel Pd. “Il senatore Sposetti – ha precisato il capogruppo
Luigi Zanda con un comunicato – ha preso la parola a titolo personale. Il
gruppo del Pd ritiene vadano osservate in modo assoluto le norme stabilite dai
regolamenti parlamentari. Le materie affidate dai regolamenti al consiglio di
presidenza del Senato, come quella dei vitalizi – ha sottolineato Zanda –
devono essere trattate nella sede giusta e non nell’aula del Senato”.
Nessun commento:
Posta un commento