da: La Stampa –
di Paola Italiano e Giuseppe Legato
Dopo 7 anni e mezzo la parola fine non è ancora messa: si dovranno attendere i
60 giorni per le motivazioni e potrebbe esserci un nuovo ricorso in Cassazione
Sono state lievemente ridotte le pene per
gli imputati del processo Thyssen. L’ad Harald Espenhahn è stato condannato a 9
anni e 8 mesi, quattro mesi in meno della precedente condanna a 10 anni. Lievi
riduzioni anche per gli altri sei imputati.
Il processo in corte d’appello era stato
ordinato dalla Cassazione, nell’aprile 2014, al solo scopo di ricalcolare le
condanne inflitte agli imputati per il rogo che nel 2007 uccise sette operai.
La riduzione di pena maggiore è stata quella concessa a Daniele Moroni,
dirigente a Terni della Thyssen, che ieri in aula aveva reso dichiarazioni
spontanee: è stato condannato a 7 anni e mezzo, dai 9 anni della precedente
condanna.
Sei anni e 10 mesi per Marco Pucci e Gerald
Priegnitz, membri del board della multinazionale (due mesi in meno rispetto ai
7 anni di condanna precedenti).
Sette anni e due mesi per Raffaele Salerno, e 6
anni e 8 mesi per Cosimo Cafueri. Alla fine della lettura della sentenza, ci
sono state reazioni di rabbia e di dolore da parte dei parenti delle vittime.
«Doveva andare così», si è limitato a dire
il Pg Vittorio Corsi uscendo dall’aula. Dopo 7 anni e mezzo la parola fine non
è ancora messa: si dovranno attendere i 60 giorni per le motivazioni e poi
potrebbe esserci un nuovo ricorso in Cassazione.
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