giovedì 7 maggio 2015

Riccardo Bocca: Io sto con quel pirla di Mattia



da: l’Espresso
È vero: il ragazzo ha sbagliato a difendere la violenza in piazza. Ma la punizione che sta subendo nasconde altro: il bisogno degli italiani di esorcizzare i problemi veri. A tutti i costi

Io sto dalla parte di Mattia. Sono al suo fianco, con decisione ed affetto, mentre gli ripeto da padre e amico il «pirla» già consegnatogli dal genitore.

È vero, caro Mattia detto anche Tia: sei un stato maxi-coglion a non capire il senso di cosa stavi vivendo, e ad affidare a caldo i tuoi pensieri a una telecamera.
Ma appunto per questo, sai, metto volto e penna a tua difesa come uno scudo fatto di simpatia e buonsenso. Perché devi sapere, giovane caricatura di antagonista da strada, che la televisione adora umiliare i fragili (quale tu sei, tuo malgrado, in questo momento); e quando -evviva! - ne intercetta qualcuno, non molla la presa fino a stritolarne l'immagine.

Non a caso, avrai notato, sei all'istante diventato un divo, un personaggio, un monumento equestre alla stupidità post-adolescenziale. Tutti a imitarti, a ridere,
a riascoltare all'infinito le tue imberbi cazzate, esplose per la gioia del cosiddetto pubblico.
Il quale, per la cronaca, non si è affatto indignato per le tue frasi improprie, ma le ha accolte come si accoglie una macchietta di "Zelig": pronto a sfottere i tuoi controsensi e la tua leggerezza nell'esporli.  

Per questo il tormentone fatica a esaurirsi, mentre tu intanto corri a chiedere scusa. C'è una gran voglia, nell'aria, di esorcizzare l'ansia di una realtà complessa e compromessa. Per cui ecco che con Mattia, il ventunenne incappucciato Mattia, il ragazzo-di-buona-famiglia-che-prima-manifesta-e-poi-ne-spara-di-ogni, si è riusciti nel vero intento: trasformare lo squallore, il disagio, la rabbia persino, in barzelletta pubblica.
Un rito collettivo e feroce.

Una punizione che non ti meritavi, Mattia. Anche se pirla, effettivamente, l'altro giorno lo sei stato eccome. Ma molto meno di coloro che si disinteressano a tutto, e fanno del qualunquismo un marchio di fabbrica.
Tu in piazza c'eri, comunque, a marciare per le tue idee (qualche idea ce l'hai, vero, nella tua testa incappucciata?), e in fondo non hai fatto niente di male.

Tranne parlare a vanvera con quella iena chiamata tv.    

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