martedì 9 ottobre 2018

Media, falle web: Google chiude Google Plus



da: https://www.wired.it/ - di Lorenzo Longhitano

Google chiude Google Plus
Google Plus chiude per un bug che ha esposto i dati di centinaia di migliaia di utenti e che secondo, il Wall Street Journal, all’azienda era noto da mesi

Google Plus, lo snobbatissimo social network aperto da Google ormai nel 2011, sta chiudendo i battenti. Lo ha annunciato la casa di Mountain View in queste ore, in una comunicazione che arriva in conseguenza a un’altra vicenda: la scoperta di una vulnerabilità all’interno della piattaforma, che aveva il potenziale per esporre al furto i dettagli riservati di fino a 500mila utenti.

La versione del social dedicata al grande pubblico sparirà, mentre quella riservata alle aziende rimarrà online. La comunicazione di Google però non è giunta in modo esattamente spontaneo. È stato infatti il Wall Street Journal a raccontare per primo della vulnerabilità in Google Plus, un bug che secondo la testata era noto Google almeno dal mese di marzo.

Il reportage racconta infatti di un documento interno a Google nel quale già allora i dirigenti del gruppo venivano avvertiti del rischio di un pericoloso danno di immagine conseguente alla diffusione della notizia in quel periodo. Marzo 2018 era il periodo immediatamente
successivo allo scandalo Cambridge Analytica, che ha investito Facebook e i 87 milioni di utenti coinvolti dall’operazione, e nel memo si ipotizza che in un clima del genere Google sarebbe potuta finire nello stesso calderone, con il rischio concreto che il numero uno di Google, Sundar Pichai, dovesse raccontare la sua versione dei fatti di fronte al Congresso degli Stati Uniti come fece Mark Zuckerberg tempo fa per difendere il suo social network.

Secondo un portavoce di Google, la società aveva in programma di fare mea culpa spontaneamente già questa settimana, ma il lavoro del Wall Street Journal ha evidentemente accelerato i tempi.

Per quel che riguarda i particolari della vulnerabilità però Google non è stata dettagliatissima: la società parla di un bug nel set di istruzioni dedicato agli sviluppatori di terze parti, che dava agli sviluppatori di app esterne accesso a nomi utente, indirizzi email, professioni, generi ed età di numerosi profili privati. Il bug, nato nel 2015, è stato corretto a marzo 2018 e secondo Google non era noto a nessuno degli sviluppatori che potenzialmente avrebbe potuto sfruttarlo.

La società, oltre a staccare la spina alla versione consumer di Google Plus, rafforzerà la sicurezza dell’intera infrastruttura di interscambio tra i propri servizi e le app di sviluppatori terzi, limitando l’accesso che queste ultime possono richiedere e ottenere ai dati contenuti nei servizi Google (come Gmail) e alle funzioni dello smartphone, come la lista delle chiamate. Una precauzione, che però alla luce degli avvenimenti svelati suona decisamente doverosa.

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