martedì 2 ottobre 2018

La “manovra del popolo”, pensioni: Anticipo? Non solo…Salvini e il “cugino” Di Maio allungano la data di pensionamento a parte degli italiani


Il “governo del cambiamento” - quello di Salvini e del “cugino” Di Maio - sta partorendo la “manovra del popolo”. In tale manovra è contenuta anche la riforma della legge Fornero che, a quanto si legge, introduce la quota 100 con due paletti: avere 62 anni di età e 38 anni di contributi.

Reintrodurre un criterio di quota per andare in pensione è una scelta equilibrata. Sennonchè…il cosiddetto “governo del cambiamento” non può spacciare in toto questa riforma come quella che supera la legge Fornero anticipando il diritto alla pensione degli italiani.
E’ vero che ci saranno italiani che beneficeranno di tale quota ma è anche vero che parte degli italiani se lo prenderanno in quel posto. Sì, sempre quello….
Perché introdurre un limite anagrafico di 62 anni significa che parte di coloro che sperano in un anticipo pensionistico si vedranno invece allungare la data. Come scrive https://www.lettera43.it/it/: “i  lavoratori nati dopo il 1957 che hanno cominciato a lavorare giovani ma oggi non hanno ancora raggiunto i 43 anni di contributi
previdenziali infatti sono i penalizzati dalla decisione del governo di rinviare al 2019 la discussione sull'uscita dal lavoro con 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica. Se la quota 100 messa a punto dal governo consente l'uscita di chi ha compiuto 62 anni e ha all'attivo almeno 38 anni di contributi, per chi ha 41 anni di contributi ma non ha ancora compiuto i 62 c'è dunque ancora da aspettare.

Ci sono poi coloro che hanno scelto l’Ape Social. Anche questi non saranno entusiasti della “manovra del popolo” del “governo del cambiamento”. Quanto meno in tema di pensioni.
Come si legge nel sito https://www.today.it: “un lavoratore disoccupato di 63 anni, oggi, potrebbe accedere all'Ape sociale con 30 anni di contribuzione maturata. Con 'Quota 100', ipotizzando che non riesca a trovare un altro lavoro, questa persona rimarrebbe senza tutele fino al compimento dei 67 anni, l'età della pensione di vecchiaia. Un lavoratore con una disabilità o che assiste un familiare disabile, oggi potrebbe accedere all'Ape sociale con 30 anni di contribuzione maturata a 63 anni di età. Con l'introduzione di 'quota 100' dovrebbe lavorare ancora per altri 3 anni e 6 mesi, fino al compimento di 66 anni e 6 mesi per arrivare a quota 100, con un anticipo sulla pensione di vecchiaia attuale di soli 6 mesi.

Ci sono poi coloro che, in virtù di accordi aziendali, hanno anticipato l’uscita dal lavoro rispetto alla data di maturazione pensionistica. Tale uscita è pagata fino al raggiungimento della finestra pensionistica da fondi appositamente costituiti dalle aziende con versamenti effettuati anche dai lavoratori.
A questi che succede con la riforma Salvini e “cugino” Di Maio. Rimarrano, in virtù degli accordi aziendali, sotto la riforma Fornero o con la riforma del “cambiamento” si troveranno in una zona “ibrida”.
Insomma: il duo Salvini e Di Maio sta creando un patteracchio come fecero Fornero e Monti “ignorando” gli esodati?

Poiché i propagandisti Salvini e “cugino” Di Maio hanno il “vezzo” tipico dei fanfaroni, il rischio è che le norme siano scritte alla maniera dei peracottari. Altro che governo del cambiamento…

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