lunedì 27 giugno 2016

Rai3, Daria Bignardi: “Così cambio i talk show”



da: Corriere della Sera

«Così cambio i talk show. Raitre una rete del Pd? Basta con le appartenenze»
di Paolo Conti

Daria Bignardi, lei ha cominciato a fare tv con Angelo Guglielmi e ora sta cambiando la sua rete. Che identità avrà Raitre, in una Rai che sembra ancora alla ricerca di una strada? Sempre di sinistra, com’è nel Dna della rete?
«Raitre sarà la rete della realtà: e come tutte le reti Rai, forse di più, sarà profondamente di servizio pubblico, quindi dell’inclusione e della sperimentazione. Il pubblico di Raitre è fedele, colto, esigente e, mi si passi il termine, “impegnato”. Ha sempre avuto molto e molto bisogna continuare a dargli con un’offerta viva».
Ma Raitre resterà la rete «di riferimento» del Pd?
«Naturalmente non può esserci un’appartenenza diretta a un’area, soprattutto oggi che siamo usciti dalle divisioni manichee: le sembra facile indicare quali siano i valori esclusivi di un partito o dell’altro? Tutto è uscito dai vecchi confini rigidi e il racconto del Paese, e della politica, deve fluire liberamente...».

Lei ha decretato la fine di «Ballarò» chiamando, tra le critiche degli interni Rai, Gianluca Semprini, noto volto Sky. Carlo Freccero ha definito «un suicidio» l’idea di collocarlo contro Giovanni Floris su La7.
«Il talk show fiume di tre ore, che ingloba più e diversi temi, è una formula finita, lo disse per primo Michele Santoro che ne fu il fondatore. Massimo Giannini ha avuto il grande merito di tenere dritta la barra di Ballarò in un clima di emergenza. Ma ora occorre cambiare. Io ho avuto poco tempo per decidere. Studiare sperimentazioni richiede tempo, prove, valutazioni. Per rispetto della Rai dovevo andare sul sicuro. Semprini è una certezza professionale e umana. Guiderà una formula da 90 minuti agile, innovativa, in discontinuità coi vecchi talk show interminabili. Capisco l’obiezione di Freccero. Perderemo qualcosa in termini di share, a causa della lunghezza. Ma era tempo di cambiare rotta e credo che sia Rai3 a dover iniziare a farlo».
Massimo Giannini sembra perplesso, irritato e deluso.
«Non credo sia così. Stiamo mettendo a punto una proposta in una collocazione prestigiosa. Credo che per una personalità come la sua possa e debba esserci spazio nella Raitre che ho in mente».
E gli interni Rai? Sempre penalizzati? Il consigliere Franco Siddi spera che sia l’ultima volta in cui si punta a un «pronto subito» esterno a scapito degli interni...
«Stiamo preparando un nuovo programma autunnale dedicato alle elezioni americane che racconta gli elettori di Trump e di Hillary Clinton. Sarà condotto da Iman Sabbah di Rainews 24. E ho in preparazione almeno altri due progetti per eccellenti professionisti interni».
Fabio Fazio guiderà «Rischiatutto» il giovedì sera e terrà la domenica sera. E il sabato in prima serata?
«Tutti i cantieri di Raitre si stanno rinnovando, anche Fazio che lancerà il suo Rischiatutto del giovedì e proporrà una formula ripensata di Che tempo che fa la domenica sera con un ruolo nuovo per Luciana Littizzetto. Il sabato in prima serata arriverà Massimo Gramellini con una classifica delle dieci parole della settimana e un ospite in studio».
La nostra società è attraversata dal tema della diversità...
«Proprio della diversità, in tutte le sue declinazioni, parlerà Filippo Timi con Skianto , in seconda serata».
Lei darà molto spazio a «Gazebo». C’è il tentativo di intercettare il pubblico del web, che ignora la Rai?
«Esatto. In questo la squadra di Zoro è formidabile. Piena conferma della seconda serata il venerdì e striscia quotidiana martedì-venerdì dalle 20.10 alle 20.40 col racconto della giornata attraverso i social. Satira ma anche contro-informazione. Risorsa preziosa per intercettare nuovo pubblico: il nostro ha un’età media di 60 anni».
Gad Lerner guiderà «Islam Italia». Non teme critiche politiche?
«No, perché sarà l’analisi sul campo di un Islam europeo e italiano in tutte le sue differenze. Altrimenti si parla di Islam solo a causa del terrorismo. Invece quel mondo ci riguarda e dobbiamo comprenderlo».
E gli altri volti storici?
«Rappresentano le certezze: Lucia Annunziata, Milena Gabanelli, Riccardo Iacona, Alberto Angela, il ritorno di Corrado Augias. E poi il grande romanzo popolare di Federica Sciarelli. Tutte le questure europee ritengono Chi l’ha visto un punto di riferimento per le persone scomparse. Più servizio pubblico di così...».

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