da: Corriere della Sera
«Così
cambio i talk show. Raitre una rete del Pd? Basta con le appartenenze»
di Paolo
Conti
Daria
Bignardi, lei ha cominciato a fare tv con Angelo Guglielmi e ora sta cambiando
la sua rete. Che identità avrà Raitre, in una Rai che sembra ancora alla
ricerca di una strada? Sempre di sinistra, com’è nel Dna della rete?
«Raitre sarà la rete della realtà: e come
tutte le reti Rai, forse di più, sarà profondamente di servizio pubblico,
quindi dell’inclusione e della sperimentazione. Il pubblico di Raitre è fedele,
colto, esigente e, mi si passi il termine, “impegnato”. Ha sempre avuto molto e
molto bisogna continuare a dargli con un’offerta viva».
Ma
Raitre resterà la rete «di riferimento» del Pd?
«Naturalmente non può esserci
un’appartenenza diretta a un’area, soprattutto oggi che siamo usciti dalle
divisioni manichee: le sembra facile indicare quali siano i valori esclusivi di
un partito o dell’altro? Tutto è uscito dai vecchi confini rigidi e il racconto
del Paese, e della politica, deve fluire liberamente...».
Lei
ha decretato la fine di «Ballarò» chiamando, tra le critiche degli interni Rai,
Gianluca Semprini, noto volto Sky. Carlo Freccero ha definito «un suicidio»
l’idea di collocarlo contro Giovanni Floris su La7.
«Il talk show fiume di tre ore, che ingloba
più e diversi temi, è una formula finita, lo disse per primo Michele Santoro
che ne fu il fondatore. Massimo Giannini ha avuto il grande merito di tenere
dritta la barra di Ballarò in un clima di emergenza. Ma ora occorre cambiare.
Io ho avuto poco tempo per decidere. Studiare sperimentazioni richiede tempo,
prove, valutazioni. Per rispetto della Rai dovevo andare sul sicuro. Semprini è
una certezza professionale e umana. Guiderà una formula da 90 minuti agile,
innovativa, in discontinuità coi vecchi talk show interminabili. Capisco
l’obiezione di Freccero. Perderemo qualcosa in termini di share, a causa della
lunghezza. Ma era tempo di cambiare rotta e credo che sia Rai3 a dover iniziare
a farlo».
Massimo
Giannini sembra perplesso, irritato e deluso.
«Non credo sia così. Stiamo mettendo a
punto una proposta in una collocazione prestigiosa. Credo che per una
personalità come la sua possa e debba esserci spazio nella Raitre che ho in
mente».
E
gli interni Rai? Sempre penalizzati? Il consigliere Franco Siddi spera che sia
l’ultima volta in cui si punta a un «pronto subito» esterno a scapito degli
interni...
«Stiamo preparando un nuovo programma
autunnale dedicato alle elezioni americane che racconta gli elettori di Trump e
di Hillary Clinton. Sarà condotto da Iman Sabbah di Rainews 24. E ho in
preparazione almeno altri due progetti per eccellenti professionisti interni».
Fabio
Fazio guiderà «Rischiatutto» il giovedì sera e terrà la domenica sera. E il
sabato in prima serata?
«Tutti i cantieri di Raitre si stanno
rinnovando, anche Fazio che lancerà il suo Rischiatutto
del giovedì e proporrà una formula ripensata di Che tempo che fa la domenica sera con un ruolo nuovo per Luciana
Littizzetto. Il sabato in prima serata arriverà Massimo Gramellini con una
classifica delle dieci parole della settimana e un ospite in studio».
La
nostra società è attraversata dal tema della diversità...
«Proprio della diversità, in tutte le sue
declinazioni, parlerà Filippo Timi con
Skianto , in seconda serata».
Lei
darà molto spazio a «Gazebo». C’è il tentativo di intercettare il pubblico del
web, che ignora la Rai?
«Esatto. In questo la squadra di Zoro è
formidabile. Piena conferma della seconda
serata il venerdì e striscia
quotidiana martedì-venerdì dalle 20.10 alle 20.40 col racconto della
giornata attraverso i social. Satira ma anche contro-informazione. Risorsa
preziosa per intercettare nuovo pubblico: il nostro ha un’età media di 60
anni».
Gad
Lerner guiderà «Islam Italia». Non teme critiche politiche?
«No, perché sarà l’analisi sul campo di un
Islam europeo e italiano in tutte le sue differenze. Altrimenti si parla di
Islam solo a causa del terrorismo. Invece quel mondo ci riguarda e dobbiamo
comprenderlo».
E
gli altri volti storici?
«Rappresentano le certezze: Lucia
Annunziata, Milena Gabanelli, Riccardo Iacona, Alberto Angela, il ritorno di
Corrado Augias. E poi il grande romanzo popolare di Federica Sciarelli. Tutte
le questure europee ritengono Chi l’ha visto un punto di riferimento per le
persone scomparse. Più servizio pubblico di così...».
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