Inizio dal metodo
per poi passare al contenuto e a una previsione che – difficilmente –
sbaglierò.
Il consiglio dei
ministri ha predisposto le misure, Monti ha incontrato i partiti per sottoporle
e raccogliere consensi e dinieghi. Non ha effettuato la cosiddetta
concertazione con le parti sociali. Non c’era tempo. Ma non cambierà
sostanzialmente quando ne avrà. Nel senso che si confronterà con questi, ma non
per questo si metterà a condurre lunghe ed estenuanti trattative dalle quali
usciranno molteplici varianti e aborti concettuali e pratici.
I ministri del
governo, non hanno inflazionato gli schermi televisivi andando a raccontare
anticipazioni di misure non ancora definite, discusse, approvate, come
avrebbero fatto i politichesi che li hanno preceduti. Monti ha indetto una
conferenza stampa nella quale ha illustrato il contenuto della manovra.
Fin qui, per
quanto mi riguarda, dal punto di vista dell’approccio – non del contenuto -:
ok.
Si poteva
risparmiare di andare alla “terza camera del parlamento”, cioè da Vespa. Lo ha
fatto perché riteneva opportuno spiegare agli italiani il contenuto della
manovra. Sede per “conoscenza” decisamente discutibile, ma è il minore dei
mali.
Veniamo al
contenuto della manovra.
Una manovra come
quella predisposta dal governo Monti la sapremmo fare in molti. Non sono
necessarie specifiche competenze ed esperienze. Prendere soldi e togliere pezzi
di vita ai soliti è cosa indubbiamente facile. Rapida. E iniqua.
La motivazione,
alibi, giustificazione, scegliete (è gratis) il sostantivo che preferite,
addotta da Mario Monti è che il tempo a disposizione era pochissimo.
Orbene.
In pochissimo
tempo, si poteva fare meglio e/o di più? Sì.
Lasciamo perdere alcune
velleitarie proposte di tassare i “grandi patrimoni”, che sono solo fumo negli
occhi e facile demagogia. Bisogna identificarli certi patrimoni per decidere se
e come tassarli. In un paese nel quale, a oggi (non più dall’1/1/2012, se il
Parlamento approverà l’art. 11 del decreto), c’è il segreto bancario, nel quale
non esiste, se non parzialmente, un incrocio dati del catasto, bollette,
dichiarazione dei redditi, conti correnti e depositi – giusto per fare qualche
esempio - come si fa a scovare evasori ed elusori. Come si fa a tassare i
grandi patrimoni.
Si poteva però, e
non richiedeva troppo tempo né particolare esperienza della macchina
governativa, introdurre una patrimoniale. Contenuta in termini di aliquota e
proporzionale.
Ma il Pdl, il
partito di Silvio Berlusconi, colui che per tre anni non ha fatto nulla per
prevenire e risolvere la crisi economica esplosa solo da qualche mese in
speculazione finanziaria, ha detto “no”.
E’ vero, comunque,
che il tempo a disposizione di Monti era alquanto limitato e che è presidente
del consiglio dal 16 novembre.
Ciò vorrebbe dire
che superata l’emergenza nuova manovra per l’Europa e i mercati, il governo
Monti si impegnerà e riuscirà a governare pensando e attuando progetti che
servano a “far ripartire il paese”?
Ci sarebbe da
capire che significa far ripartire il paese. Che cosa s’intende per crescita.
Come acutamente
osservava Landini, domenica a ‘Che tempo che fa’, abbiamo bisogno di ripensare
e attuare interventi, progetti in base alla situazione sociale e ambientale
nella quale viviamo. Non possiamo ragionare come se fossimo alla fine degli
anni cinquanta. E fare strade e autostrade – questo lo dico io – per far
vendere macchine alla Fiat.
Il governo Monti è
in grado di pensare e attuare interventi per ristrutturare un paese a pezzi,
muovendo così settori fermi, e nel contempo disporre misure per incentivare
investimenti che consentano alle imprese italiane di tornare a essere
competitive (purché non siano idealmente ferme al boom economico del secolo
scorso)?
Monti e i suoi
ministri sono alla loro prima esperienza della macchina istituzionalpolitica.
Ne pagheranno lo scotto. Ma hanno le potenzialità in termini di conoscenza e di
metodo (già si è visto in questi giorni un modo diverso di approccio e
conduzione) per pensare a qualche progetto che risolva e dia slancio a settori
in agonia, a pezzi di paese morti.
E se c’è qualcuno
che in questo esecutivo ha competenza, metodo e capacità politica questo è
Passera.
Però…
Io sono pronta a
scommettere qualsiasi cifra, qualsiasi cosa, che superata la fase di cosiddetta
emergenza, salvo che, che l’Europa non ci costringa ad altri interventi di
medio periodo, se il governo Monti dovesse dimostrare qualche attitudine alla
progettazione della cosa pubblica, salterebbe nel giro di breve. Non arriverebbe
al 2013.
Perché Silvio
Berlusconi, il Pdl, non ha nessun interesse, nessuna convenienza a che Monti
possa riuscire anche solo in minima parte dove questi hanno fallito, per
incapacità, per mancanza di volontà, per l’aver privilegiato interessi
personali anziché collettivi.
Più il Pdl e la
Lega, ma anche il PD potrebbe non avere particolare convenienza a un Monti
efficace.
Quanto al
cosiddetto terzo polo. Se Monti sarà dei loro o…se lo sarà Passera, saranno gli
unici ad avere interesse a che questo esecutivo dimostri di saper fare qualcosa
di più e di diverso di ciò che è stato fatto da quasi vent’anni a questa
parte. Vent’anni nei quali, i Casini,
Fini, Rutelli, c’erano. O facciamo finta di dimenticarcelo?
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