martedì 13 dicembre 2011

Governo Monti, manovra economica: metodo, contenuto e..poca vita


Inizio dal metodo per poi passare al contenuto e a una previsione che – difficilmente – sbaglierò.

Il consiglio dei ministri ha predisposto le misure, Monti ha incontrato i partiti per sottoporle e raccogliere consensi e dinieghi. Non ha effettuato la cosiddetta concertazione con le parti sociali. Non c’era tempo. Ma non cambierà sostanzialmente quando ne avrà. Nel senso che si confronterà con questi, ma non per questo si metterà a condurre lunghe ed estenuanti trattative dalle quali usciranno molteplici varianti e aborti concettuali e pratici.
I ministri del governo, non hanno inflazionato gli schermi televisivi andando a raccontare anticipazioni di misure non ancora definite, discusse, approvate, come avrebbero fatto i politichesi che li hanno preceduti. Monti ha indetto una conferenza stampa nella quale ha illustrato il contenuto della manovra.
Fin qui, per quanto mi riguarda, dal punto di vista dell’approccio – non del contenuto -: ok.
Si poteva risparmiare di andare alla “terza camera del parlamento”, cioè da Vespa. Lo ha fatto perché riteneva opportuno spiegare agli italiani il contenuto della manovra. Sede per “conoscenza” decisamente discutibile, ma è il minore dei mali.

Veniamo al contenuto della manovra.

Una manovra come quella predisposta dal governo Monti la sapremmo fare in molti. Non sono necessarie specifiche competenze ed esperienze. Prendere soldi e togliere pezzi di vita ai soliti è cosa indubbiamente facile. Rapida. E iniqua.
La motivazione, alibi, giustificazione, scegliete (è gratis) il sostantivo che preferite, addotta da Mario Monti è che il tempo a disposizione era pochissimo.
Orbene.

In pochissimo tempo, si poteva fare meglio e/o di più? Sì.
Lasciamo perdere alcune velleitarie proposte di tassare i “grandi patrimoni”, che sono solo fumo negli occhi e facile demagogia. Bisogna identificarli certi patrimoni per decidere se e come tassarli. In un paese nel quale, a oggi (non più dall’1/1/2012, se il Parlamento approverà l’art. 11 del decreto), c’è il segreto bancario, nel quale non esiste, se non parzialmente, un incrocio dati del catasto, bollette, dichiarazione dei redditi, conti correnti e depositi – giusto per fare qualche esempio - come si fa a scovare evasori ed elusori. Come si fa a tassare i grandi patrimoni.
Si poteva però, e non richiedeva troppo tempo né particolare esperienza della macchina governativa, introdurre una patrimoniale. Contenuta in termini di aliquota e proporzionale.
Ma il Pdl, il partito di Silvio Berlusconi, colui che per tre anni non ha fatto nulla per prevenire e risolvere la crisi economica esplosa solo da qualche mese in speculazione finanziaria, ha detto “no”.

E’ vero, comunque, che il tempo a disposizione di Monti era alquanto limitato e che è presidente del consiglio dal 16 novembre. 
Ciò vorrebbe dire che superata l’emergenza nuova manovra per l’Europa e i mercati, il governo Monti si impegnerà e riuscirà a governare pensando e attuando progetti che servano a “far ripartire il paese”?
Ci sarebbe da capire che significa far ripartire il paese. Che cosa s’intende per crescita.

Come acutamente osservava Landini, domenica a ‘Che tempo che fa’, abbiamo bisogno di ripensare e attuare interventi, progetti in base alla situazione sociale e ambientale nella quale viviamo. Non possiamo ragionare come se fossimo alla fine degli anni cinquanta. E fare strade e autostrade – questo lo dico io – per far vendere macchine alla Fiat.
Il governo Monti è in grado di pensare e attuare interventi per ristrutturare un paese a pezzi, muovendo così settori fermi, e nel contempo disporre misure per incentivare investimenti che consentano alle imprese italiane di tornare a essere competitive (purché non siano idealmente ferme al boom economico del secolo scorso)?
Monti e i suoi ministri sono alla loro prima esperienza della macchina istituzionalpolitica. Ne pagheranno lo scotto. Ma hanno le potenzialità in termini di conoscenza e di metodo (già si è visto in questi giorni un modo diverso di approccio e conduzione) per pensare a qualche progetto che risolva e dia slancio a settori in agonia, a pezzi di paese morti.
E se c’è qualcuno che in questo esecutivo ha competenza, metodo e capacità politica questo è Passera.
Però…

Io sono pronta a scommettere qualsiasi cifra, qualsiasi cosa, che superata la fase di cosiddetta emergenza, salvo che, che l’Europa non ci costringa ad altri interventi di medio periodo, se il governo Monti dovesse dimostrare qualche attitudine alla progettazione della cosa pubblica, salterebbe nel giro di breve. Non arriverebbe al 2013.
Perché Silvio Berlusconi, il Pdl, non ha nessun interesse, nessuna convenienza a che Monti possa riuscire anche solo in minima parte dove questi hanno fallito, per incapacità, per mancanza di volontà, per l’aver privilegiato interessi personali anziché collettivi.
Più il Pdl e la Lega, ma anche il PD potrebbe non avere particolare convenienza a un Monti efficace.
Quanto al cosiddetto terzo polo. Se Monti sarà dei loro o…se lo sarà Passera, saranno gli unici ad avere interesse a che questo esecutivo dimostri di saper fare qualcosa di più e di diverso di ciò che è stato fatto da quasi vent’anni a questa parte.  Vent’anni nei quali, i Casini, Fini, Rutelli, c’erano. O facciamo finta di dimenticarcelo?

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