giovedì 22 dicembre 2011

Il paese reale: vita da pendolari


Pendolaria 2011: nuovi tagli e ulteriori disagi sui treni dei cittadini

Tagli, inevitabili incertezze e aumento dei disagi per i cittadini. È estremamente negativo il quadro che emerge dal nuovo rapporto Pendolaria2011 di Legambiente sui treni per i pendolari. L'associazione ha organizzato (il 19 dicembre), una giornata di mobilitazione, con iniziative nelle principali città italiane, per chiedere più treni per i pendolari, nuove carrozze e migliori servizi.
Nell’ambito della campagna Pendolaria, Legambiente ha monitorato i tagli al servizio ferroviario e gli aumenti tariffari già realizzati in molte Regioni nel 2011, che appaiono assai rilevanti e che, in assenza di un nuovo intervento, si aggraveranno nei prossimi mesi.
Meno 20% in Veneto, meno 13% nelle Marche, meno 12% in Liguria, meno 10% in Abruzzo e Campania: questi sono soltanto alcuni numeri relativi ai tagli dei treni per i pendolari attuati nel 2011 nelle Regioni italiane malgrado l'aumento degli utenti (+ 7,8%) che hanno raggiunto quota 2 milioni e 830 mila. E nel 2012 la situazione non migliorerà, considerati i nuovi tagli previsti dalla manovra economica del Governo Monti.
“I tagli ai treni pendolari devono essere assolutamente fermati – ha affermato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – non è possibile accettare che un servizio utilizzato ogni giorno da quasi 3 milioni di persone sia abbandonato al degrado e all’incuria. Chiediamo a Governo e Regioni di cambiare direzione e di guardare finalmente alle città come priorità per gli investimenti nelle infrastrutture, comprando treni e potenziando il servizio”.

“E non si provi a rispondere che è una questione di risorse – continua Zanchini - perché ogni anno si spendono diversi miliardi di Euro solo per soddisfare le richieste delle lobby delle grandi opere e dell’autotrasporto. Investire sui treni pendolari è la migliore risposta che si può dare ai cittadini e alle famiglie in un momento di crisi e alle città italiane oggi strette in una morsa di traffico e inquinamento”.
E mentre per i treni pendolari si profila una stagione di tagli e di stop agli investimenti nei nuovi treni, ben altra attenzione è stata riservata come sempre agli autotrasportatori e ai cantieri delle grandi opere. I finanziamenti da parte dei Governi che si sono succeduti in questo decennio hanno premiato infatti per il 72,1% gli investimenti in strade e autostrade. Ben poco è stato riservato alle reti metropolitane (appena il 15,4% degli stanziamenti per opere infrastrutturali), mentre la situazione più drammatica si conferma quella delle ferrovie. Anche le regioni negli ultimi anni hanno privilegiato con i propri investimenti le infrastrutture stradali, alle quali è stato destinato il 61% delle risorse.
Impietoso risulta poi dal rapporto il confronto del nostro Paese con il resto d’Europa, in particolare per quanto riguarda la rete di metropolitane delle città italiane e le ferrovie suburbane.
“Il tema del trasporto pendolare deve entrare nell’agenda delle politiche nazionali – ha sottolineato Edoardo Zanchini – con l’obiettivo di vincere la sfida lanciata dall’Unione Europea al 2020 in termini di riduzione delle emissioni di CO2 e uscita dalla crisi attraverso la green economy. Occorre far crescere il trasporto ferroviario pendolare in modo da arrivare a 4 milioni di trasporti cittadini nel 2020, con una rilevante riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dal settore trasporti. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario dire no ai tagli e alle ulteriori riduzioni dei servizi”.
E a confermare la necessità di rendere più competitiva la mobilità pubblica meno inquinante, è un altro rapporto Scenari e opzioni per una mobilità sostenibile - un rapporto per Roma capitale, redatto dalla Luiss in collaborazione con Formiche e presentato venerdì scorso a Roma. Il rapporto rileva che il costo economico del tempo perso a causa dei problemi legati alla mobilità urbana e allo smog si può stimare in Italia fino a 27 miliardi di euro, otto dei quali nella sola capitale.
Secondo il report il tempo perso a causa dei problemi legati alla mobilità urbana si traduce in una perdita economica e - senza tenere in considerazione l'impatto ambientale e sulla salute dei cittadini e in un'area urbana come Roma - il valore potrebbe arrivare a quasi 8 miliardi.
A.P.

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