Articolo “buonista” di Travaglio nei
confronti di Grillo e Casaleggio.
Se i suddetti non sono razzisti – e sono propensa a crederlo, possono rientrare nella più che maggioranza degli italiani che non lo sono – ma, come sostiene nell'articolo: “conoscono bene i sentimenti profondi e inconfessabili che animano milioni di italiani costretti a una vergognosa guerra tra poveri da una politica inetta e distante”..beh…allora sono leghisti. Perché anche Bossi conosceva – benissimo – i sentimenti profondi e inconfessabili dei nordisti (e non solo, anche i meridionali hanno le loro “avversioni”, cioè sentimenti profondi, o no?). E Bossi parlava a quei nordisti…Fedele al suo elettorato.
Se i suddetti non sono razzisti – e sono propensa a crederlo, possono rientrare nella più che maggioranza degli italiani che non lo sono – ma, come sostiene nell'articolo: “conoscono bene i sentimenti profondi e inconfessabili che animano milioni di italiani costretti a una vergognosa guerra tra poveri da una politica inetta e distante”..beh…allora sono leghisti. Perché anche Bossi conosceva – benissimo – i sentimenti profondi e inconfessabili dei nordisti (e non solo, anche i meridionali hanno le loro “avversioni”, cioè sentimenti profondi, o no?). E Bossi parlava a quei nordisti…Fedele al suo elettorato.
Questa distinzione - che Travaglio fa implicitamente, concedendo ai due guru del M5S una motivazione che non concederebbe alla Lega e/o altri altri partiti - tra “buoni” e buone intenzioni
(Grillo e Casaleggio) e “cattivi” con cattive intenzioni (leghisti) è,
ovviamente, opinabile. Tanto è vero, che il primo partito ad elogiare Grillo è
stata la Lega.. E, personalmente, questa rappresentazione di Travaglio mi fa
ridere..
E anche la rappresentazione in due modelli
di politica: uno dei quali – quello del M5S di Grillo e Casaleggio – sarebbe
quello dgli “ossessionati dal rapporto fiduciario con gli elettori” ha a dir poco del "buonismo".
Si tratta di fedeltà agli elettori? Quali. Le centinaia, qualche migliaia, di praticanti del blog di Grillo che hanno eletto gli attuali onorevoli e senatori del M5S o gli otto milioni di italiani che lo hanno votato? Perché tra gli otto milioni di votanti ci sono degli ex leghisti, degli ex berlusconiani e parecchi delusi dal Pd, perché non dice né fa cose di sinistra. A chi sarebbero fedeli Grillo e Casaleggio, caro Travaglio?
Si tratta di fedeltà agli elettori? Quali. Le centinaia, qualche migliaia, di praticanti del blog di Grillo che hanno eletto gli attuali onorevoli e senatori del M5S o gli otto milioni di italiani che lo hanno votato? Perché tra gli otto milioni di votanti ci sono degli ex leghisti, degli ex berlusconiani e parecchi delusi dal Pd, perché non dice né fa cose di sinistra. A chi sarebbero fedeli Grillo e Casaleggio, caro Travaglio?
da: Il Fatto Quotidiano
Nella politica
italiana si fronteggiano ormai due
modelli: da un lato quello fin troppo elastico dei vecchi partiti, che se ne fregano dei loro elettori e fanno il
contrario di quello che han promesso in campagna elettorale perché tanto,
poi, in qualche modo, i voti li raccattano lo stesso; dall’altro quello fin troppo rigido del Movimento 5Stelle, ossessionato
dal “programma” e dal rapporto fiduciario con gli elettori, al punto che
Grillo e Casaleggio scomunicano i parlamentari M5S per aver presentato
l’emendamento che cancella il reato di clandestinità, solo perché non è
previsto dal programma e non è stato sottoposto preventivamente al vaglio della
Rete. Intendiamoci, la fedeltà agli elettori e agli impegni presi con loro è un
valore: si chiama coerenza e trasparenza. Molto bene fecero Grillo e Casaleggio
a far scegliere dagli iscritti al portale (magari pochi, ma liberi) i candidati
per il Quirinale. E molto bene fanno a richiamare gli eletti all’impegno di non
fare da stampella a governi altrui con maggioranze variabili peraltro non
richieste da nessuno. E molto male fece il Pd a far scegliere il candidato per
il Quirinale a Berlusconi (prima Marini, poi Napolitano), impallinando Prodi e
scartando a priori Rodotà, e poi ad allearsi col Caimano al-l’insaputa, anzi
contro la volontà degli elettori: in Germania, prima di dar vita alla Grosse
Koalition con la Merkel, l’Spd ha promosso un referendum fra coloro che le
hanno appena dato il voto. Ma questo vale per le scelte strategiche,
compatibili con tempi medio-lunghi. Per le altre, agli elettori non si può dire
tutto prima.
Ci sono emergenze e urgenze che nascono sul momento (in Parlamento bisogna votare a getto continuo sì o no a questo o
quel provvedimento) e richiedono risposte
fulminee, incompatibili con la
consultazione dei sacri testi e del Sacro
Web. L’altra sera, a Servizio Pubblico, Rodotà faceva notare come in
Parlamento occorra cogliere l’attimo, sfruttare una situazione favorevole che
si presenta lì, in quel momento, e poi forse mai più, e bisogna afferrare il
treno per la coda prima che passi. Perciò l’altro giorno i parlamentari 5Stelle hanno fatto benissimo a rilanciare una proposta già contenuta nel loro “piano carceri”
estivo – quella di abrogare il reato di clandestinità – trasformandola in un
emendamento che quel giorno, in quell’ora, aveva buone possibilità di passare.
E così è stato: hanno colto alla sprovvista il governo, il Pd e Sel e li hanno
costretti a votare con loro: il primo vero e concreto successo parlamentare di
M5S, la prima proposta pentastellata a ottenere la maggioranza. Cosa che non
sarebbe accaduta se si fosse rinviato tutto di qualche giorno per avviare le
complicate procedure di consultazione popolare.
Grillo
e Casaleggio contestano sia il metodo sia il merito della proposta,
convinti che, inserendo l’abrogazione del reato di clandestinità nel programma
elettorale, “il M5S avrebbe ottenuto
percentuali da prefisso telefonico”. Ma, così dicendo, denotano una
profonda disinformazione in materia (dimostrata anche dall’assenza di qualunque
proposta, nel famoso programma, sul tema della clandestinità). È vero che quel
reato è previsto anche in altri paesi europei, sia pure in forme e con
applicazioni diverse da quelle dello sciagurato pacchetto Maroni. Ed è vero che
l’immigrazione clandestina non può e non dev’essere lecita: nessuno Stato
sovrano può tollerare che circolino indisturbate sul suo territorio persone
senza un’identità certa. Ma non tutto ciò che è e dev’essere proibito può
esserlo per le vie penali. Esistono anche sanzioni amministrative che, quando
funzionano, sono altrettanto o addirittura più efficaci. I clandestini non vanno inquisiti e processati per il solo fatto di
trovarsi in Italia (quando commettono delitti invece sì, come gli
italiani): vanno semplicemente identificati
e poi espulsi dalle forze di polizia.
Ma con un distinguo: nel gran calderone dei
“clandestini” in Italia sono compresi non solo gli immigrati che arrivano
apposta per delinquere o vagabondare; ma anche gli onesti lavoratori che non riescono a ottenere il permesso di soggiorno
perché la Bossi-Fini impedisce loro di regolarizzarsi. Una legge seria
dovrebbe distinguerli nettamente: cioè agevolare le procedure di
identificazione ed espulsione dei primi (con i mezzi necessari, visto che le
questure non hanno soldi neppure per la benzina delle volanti, figurarsi per
pagare il biglietto aereo ai rimpatriandi); e quelle di regolarizzazione dei
secondi. Poi ci sono i profughi,
come gli ultimi sbarcati a Lampedusa,
che hanno tutto il diritto di ottenere
l’asilo in quanto fuggono da guerre e persecuzioni politiche. Né la Bossi-Fini, né peraltro la precedente Turco-Napolitano, hanno mai aiutato a
sciogliere questi dilemmi. Ma tantomeno l’ha fatto il pacchetto Maroni: da quando l’immigrazione clandestina è un reato e
non più un’infrazione amministrativa, le presenze di clandestini “veri” in
Italia non sono diminuite di una sola unità, anzi han continuato ad aumentare.
Chi fugge per disperazione dal suo paese non si lascia certo intimidire da un
reato finto, che non prevede il carcere né prima né dopo la condanna e finisce
quasi sempre in prescrizione, o al massimo con una multa di qualche migliaio di
euro che il condannato non può (o finge di non poter) pagare, visto che non
lavora o lavora in nero o delinque. L’unico risultato è l’ulteriore intasamento
dei tribunali, già oberati di arretrati spaventosi, con costi spropositati e
risultati zero. Grillo (che ha sposato
un’iraniana) e Casaleggio non sono
né razzisti né xenofobi, come s’è affrettata a scrivere la stampa di regime:
semplicemente, essendo abituati al contatto con la gente, conoscono bene i sentimenti
profondi e inconfessabili che animano milioni di italiani costretti a una
vergognosa guerra tra poveri da una politica inetta e distante. E temono di
veder equiparato il loro movimento ai partiti che chiacchierano in tv, piangono
ai funerali e non fanno nulla. Ma, sulla clandestinità, i due capi dei 5Stelle
hanno perso un’occasione per tacere. Invece di scomunicare i loro bravi
parlamentari, dovrebbero elogiarli per il servigio reso all’Italia, e poi
fermarsi a ragionare a mente fredda, interpellando qualche esperto della
materia, per riempire il vuoto programmatico su un tema cruciale come questo.
Con proposte serie e anche severe: non è scritto da nessuna parte che abolire
il reato di clandestinità implichi l’iscrizione automatica nel partito dei
buonisti, delle anime belle che negano il problema della clandestinità, spesso
collegata alla criminalità. I 5Stelle hanno ancora la credibilità per fare
proposte, a differenza dei vecchi i partiti che pontificano sull’un fronte e
sull’altro, responsabili unici del disastro di oggi, avendo sempre oscillato
fra le sparate xenofobe contro i “bingo bongo” da respingere in mare a
cannonate e le geremiadi piagnucolose e generiche del-l’“accoglienza” e
dell’“integrazione” (che, con la loro inconcludenza, seminano anch’esse
razzismo a piene mani). Quindi continuino a insistere per l’abrogazione del
reato di clandestinità e di buona parte della Bossi-Fini, e poi propongano con
che cosa sostituirle: a partire da un piano straordinario di controlli
preventivi e repressivi efficaci, dotando dei mezzi necessari le forze dell’ordine.
E la smettano di vergognarsi dei propri successi.
TUTTE CAZZATE, LA CLANDESTINITA' E' E SARA' SEMPRE REATO!!! SE PASSASSE LA LEGGE SAREMMO L'UNICO PAESE AL MONDO A PROMULGARE UNA SIMILE IDIOZIA!!!
RispondiEliminaCHI E' ARRIVATO REGOLARMENTE E SI E' DAVVERO INTEGRATO NE SAREBBE, LUI STESSO DELUSO!