Presidente, guardi che abbiamo capito…
…eh..sì….sèmm minga tutt ciula…
…per la traduzione, chieda a Silvio
Berlusconi
da: Il Fatto Quotidiano
Il Presidente della Repubblica ha proposto
al Parlamento di adottare un’amnistia e un indulto. Per svuotare le carceri,
cosa necessaria perché la Cedu ha detto che l’eccessivo affollamento carcerario
equivale a “tortura”. Napolitano ha spiegato che occorrono interventi
strutturali (proposti da anni e mai nemmeno arrivati allo stadio di progetto) e
straordinari, appunto amnistia e indulto.
Sono proposte sbagliate e motivate
tendenziosamente
Non è vero che l’Italia ha troppi detenuti.
Secondo l’Istat (dicembre 2012) ce ne sono 112,6 ogni 100 mila abitanti, contro
una media europea di 127,7. È vero invece che in Italia ci sono poche carceri.
Con 47.500 posti siamo ultimi in Europa. Il “piano carceri” garantisce 10 mila
posti in più nell’arco (dicono) di 3 anni: una miseria.
Non è vero che l’amnistia sgombrerebbe le
carceri. A meno di non prevedere un’amnistia per reati puniti con pene
superiori a 10 anni (rapine, violenze sessuali, traffico di droga, omicidi
colposi di particolare gravità etc), quelli oggetto di un’amnistia “normale”
(quelle emanate in passato si “limitavano” ai reati puniti fino a 3,4, 5 anni)
sono reati per cui nessuno va in carcere.
Sospensione della pena e arresti
domiciliari garantiscono impunità alla maggioranza dei delinquenti: l’amnistia
li convincerebbe sempre più che, nel nostro Paese, delinquere conviene.
L’indulto le svuoterebbe certamente perché si applica a qualsiasi pena derivante
da qualsiasi reato. Un delinquente può essere stato condannato a 4 anni, averne
scontato uno, gliene restano 3, esce con la benedizione di Napolitano. Tutti
quelli che devono scontare pene inferiori a 3 anni sarebbero scarcerati. Con
quanta soddisfazione dei rapinati, violentati, truffati, inquinati, ammazzati
(i familiari, in questo caso) è facile immaginare. Non solo. Come tutti sanno
ma non dicono, la maggior parte degli indultati rientra in carcere nel giro di
qualche mese.
Quindi l’indulto è il classico placebo.
Sollievo momentaneo, recrudescenza della malattia. Per restare in termini,
blocchiamo la procedura Cedu (ci ha dato tempo fino al maggio 2014) e fra un
paio d’anni ne riparliamo. Esattamente come negli ultimi 50 anni. Sembra il
solito teatrino: soluzioni apparenti per passare il fiammifero acceso a chi
verrà.
Ma qui c’è un problema per cui occorre
(secondo Napolitano &C) una soluzione vera. Che ne facciamo del delinquente
B., condannato a 4 anni, di cui “solo” 3 coperti dal condono (quello del 2006,
adottato con la medesima motivazione, svuotare le carceri)? La grazia non si
può, la prigione, gli arresti domiciliari, i lavori socialmente utili nemmeno.
Allora amnistia e indulto; e chi se ne frega se l’Italia sarà invasa da circa
25.000 delinquenti che, con soldi e fatica, erano stati finalmente ficcati in
galera. B. ne beneficerà. E la sua agibilità politica garantita. Garantita?
Forse sì.
L’amnistia estingue il reato; come non
fosse successo niente, abbiamo scherzato. A questo punto il coro unanime: B.
non deve essere dichiarato decaduto, non c’è condanna, manca il presupposto per
applicare la legge Severino. Probabilmente un non senso giuridico; ma c’è
materia per discuterne un paio d’anni. Quanto all’indulto, vero che estingue la
pena e lascia intatto il reato. Come dire, B. resta conclamato delinquente. Ma,
siccome Ghedini & C. sostengono che la decadenza è un effetto penale della
condanna (non è vero ma loro lo strillano molto forte), potrebbero arrivare a
sostenere che anch’essa è coperta dall’indulto. E anche qui, prima di arrivare
a una decisione, passerebbe un sacco di tempo.
Presidente, guardi che abbiamo capito.
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